
L'interpretazione razionalistica del mito, operata dall'illuminismo greco, segnò l'evoluzione occidentale e produsse una ferita nella cultura occidentale non ancora rimarginata. Vernant è lapidario: "Fra mythos e logos la distanza è ormai tale che non c'è più comunicazione; il dialogo è impossibile, la rottura compiuta". L'inesorabile estenuazione del mito sotto i colpi della indagine storico-critica attualmente è meno solida e sembra vacillare perché anche noi occidentali non siamo immuni dal "mito del dato", che si radica nella stessa ragion critica. Ogni verità infatti è sempre una credenza di verità, resa plausibile dal suo contesto culturale e dall'uso. Più che di verità finale e unica bisogna parlare di "programmi di verità" determinati dall'ambiente sociale. L'errore più frequente nel leggere i miti è decontestualizzarli e inserirli in un altro mondo mitologico. Ogni mitologia promana da un immaginario collettivo contestualizzato: i Greci antichi dal loro, noi dal nostro, per cui non si può demitizzare la cosmologia greca o biblica a partire dalla cosmologia scientifica galileiana. Non è solo un errore di prospettiva, ma va a interferire con la produzione della conoscenza, che è sempre una mitologizzazione, fosse anche dettata dal metodo scientifico induttivo. Questa acquisizione è rivoluzionaria e stenta a farsi strada nell'epistemologia neo-positivista sempre in auge...
Questo volumetto è una guida per gli animatori biblici che nel tempo di Avvento accompagnano un centro d'ascolto o gruppo biblico nella propria parrocchia. Offre per ogni domenica due percorsi: uno attraverso la prima lettura, l'altro attraverso il Vangelo. Per ogni brano ci sono il testo biblico, un'esegesi accurata e alcuni suggerimenti su come guidare il gruppo (per entrare in argomento, per continuare la riflessione, per pregare insieme o personalmente...).
Un approccio che fonda, attraverso strumentazioni propriamente esegetiche, la complessa questione della percezione sensibile della trascendenza divina nella rivelazione biblica, cogliendone i tratti emblematici nell'Apocalisse.
L'incontro di due gridi: quello dell'angoscia umana e quello della sete divina. Tra loro, il Paraclito giovanneo, lo Spirito Consolatore che libera dai sensi di colpa. Al grido della nostra angoscia, risponde il suo: "Sei meglio di quanto tu non abbia mai osato credere e ti amo!".
La Bibbia può rispondere alla questione attuale urgente quale è quella della immigrazione? Può ispirare il giusto criterio per una più pacifica e proficua convivenza tra i popoli? Il libro presenta la sintesi dello studio di tutti i casi in cui emergono relazioni con gli 'stranieri'. Dall'Israele biblico, alla novità inaugurata da Cristo, fino alla missione paolina, l'autrice mette in evidenza quello che è l'insegnamento biblico senza nulla aggiungere. Il linguaggio tecnico e rispettoso dei Testi permette infatti di individuare la risposta alla questione in merito proponendo possibili soluzioni di sorprendente attualità.
Da che cosa nasce il pensiero? Che rapporto ha con la sfera dei significati e con la sedimentazione del senso? Si può pensare fuori di una tradizione? Sono questi gli interrogativi che hanno animato la ricerca dell'Istituto di Filosofia della PFTIM in un itinerario che ha inteso esplorare l'intreccio inscindibile tra tradizione e pensiero, nella convinzione che il pensiero non comincia mai da sé ma si struttura lungo i percorsi di elaborazione dei significati e che l'esercizio della ragione necessariamente si situa nel grembo fecondo della tradizione.
Il tema della riforma della Chiesa è tornato ad essere di grande attualità e urgenza in questi anni. Per la sua realizzazione, senza facili retoriche, è però indispensabile domandarsi che cosa sia e debba essere la Chiesa nel progetto di Dio rivelato in Cristo. Oggi si parla molto della chiesa, anche perché sono avvenuti e stanno continuando ad accadere mutamenti che toccano, in modo radicale, i modi tradizionali con cui essa si è pensata e strutturata per diversi secoli. Non sempre, però, al molto parlare di chiesa corrisponde un'altrettanto lucida consapevolezza di che cosa essa sia o debba essere. Il testo rappresenta il tentativo di chiarificare, alla luce della Rivelazione di Dio attestata dalla Scrittura e trasmessa nella lunga vicenda ecclesiale, che cosa sia stato e che cosa sia sotteso al termine chiesa. L'auspicio è che questo scritto possa sostenere il desiderio espresso da papa Francesco e corrispondente anche alle attese di "tutti i cristiani di buona volontà", di "una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa" della realtà ecclesiale.
Il maschile e il femminile nella vita consacrata. Insieme, quale espressione specifica della redenzione di Cristo e partecipazione creaturale alla vita trinitaria. La presenza ormai decennale nella Chiesa di esperienze di vita consacrata mista chiama la teologia a percorrere nuovi sentieri i quali, radicati nella tradizione ecclesiale, sappiano gettare fondamenta e offrire nuove prospettive di sviluppo alla riflessione. Il presente lavoro è un tentativo di dare ragione del bipolarismo uomo-donna nella vita consacrata, alla luce del 'grande mistero' della relazione nuziale tra Cristo-Sposo e Maria/Chiesa-Sposa, senza tralasciare il rapporto materno che unisce la Vergine al Figlio Gesù e sponsale che la con/lega al suo sposo terreno Giuseppe.
Il rinnovato interesse per la relazione che intercorre tra ecclesiologia e liturgia, tra la vita della chiesa e il modo in cui nella celebrazione essa esprime se stessa, ha visto nel dopo-concilio moltiplicarsi gli studi ecclesiologico-liturgici, anche se l'influsso della liturgia sulla produzione ecclesiologica non è molto rilevante, fatte salve le debite eccezioni. Di qui la necessità di colmare questo vuoto riprendendo lo studio di quello che fu il primo documento del Vaticano II. L'analisi critica si conclude offrendo alcuni stimoli affinché la dimensione cultuale della chiesa possa essere maggiormente esplicitata e sviluppata anche in vista di implicazioni pratiche per la vita della chiesa stessa.
Secondo il can. 890 del Codice di Diritto Canonico i fedeli sono obbligati a ricevere "tempestivamente" il sacramento della cresima. Di fatto, però, ci si trova davanti ad una situazione pastorale problematica: molti omettono o differiscono negli anni la ricezione di questo sacramento. Il "tentativo pastorale" sotteso al cambiamento della normativa circa l'età della cresima non ha prodotto i risultati sperati perché si è cercato di mutare la teologia del sacramento della cresima. Un ripensamento della prassi a partire da una più corretta teologia è ciò che viene auspicato alla luce dei dati emersi nella ricerca, confluita nelle pagine di questo volume.