
Il volume che, insieme alla lettera a tutti i fedeli Pietre vive, delinea il percorso pastorale 2009-2010 per la comunità ambrosiana, si rivolge in particolare ai consacrati e ai laici impegnati a vario tiolo nell'azione pastorale. Il card. Dionigi Tettamanzi propone in queste pagine il legame con la Chiesa di Antiochia che deve tornare ad essere il modello da perseguire, l'attualità del Sinodo 47° e la necessità di un "anno di riposo in Dio", un periodo di sosta per ritornare alle ragioni originarie della nostra fede e ripartire con nuovo slancio all'insegna dell'Anno Sacerdotale indetto dal Santo Padre.
Il volume pone al centro dell'attenzione l'Africa a partire dall'economia. Nella prima parte, attraverso le relazioni di esperti qualificati, vengono messe a fuoco questioni decisive come il debito estero, la cooperazione, le relazioni commerciali tra Europa e Africa, le risorse naturali del continente africano e i conflitti causati dal loro sfruttamento, il pensiero e l'azione della Chiesa cattolica riguardo alla giustizia economica. La seconda parte invece raccoglie una serie di brevi e puntuali approfondimenti su problemi o contesti geografici specifici (Sudan, Uganda, Nigeria). L'intento del volume è quello di sollecitare portando il lettore a «riconoscere che i meccanismi perversi che riempiono oggi di incognite il mondo ricco sono, in fondo, gli stessi che contribuiscono ad affamare i popoli dell'Africa» e che la vera sfida è quella di provare a cambiarli insieme.
Il volume, promosso dalla Partorale Giovanile della Diocesi di Milano, mette in luce il tema dell'educazione, dimensione fondamentale dell'agire pastorale, nella sua necessità di concretizzarsi in un progetto educativo condiviso.
A cinquant'anni dalla morte di don Carlo Gnocchi e in occasione della sua prossima santificazione quest'antologia di testimonianze vuole riconsegnarci la sua figura di prete estremamente moderno, che ha segnato indelebilmente la storia sociale e civile italiana del secolo scorso.
Il presente volume si sviluppa nell'ambito della formazione degli insegnanti di religione e vuole essere uno strumento di riferimento, anche operativo, che accompagnerà l'azione dei docenti che nei prossimi anni affronteranno specifiche azioni formative con i loro colleghi, al fine di allargare sempre più il cerchio educativo con cui si vuole accompagnare e indirizzare la crescita culturale, umana e cristiana dei bambini e degli adolescenti. Il volume potrà, anche più semplicemente, essere uno strumento di riflessione culturale, pedagogica e didattica per il docente di Religione cattolica che costantemente si alimenta col messaggio cristiano che comunica e testimonia nel proprio agire professionale e personale.
Nella consueta omelia nella Messa Crismale, quest'anno il Cardinale Dionigi Tettemanzi si ferma riflettere sul tema fondamentale della fede del prete.
Il testo propone una serie di riflessioni che accompagnano lungo i giorni che dalla Settimana Autentica conducono alla Pentecoste. Parole autentiche che, nella pulizia e bellezza della scrittura, sembrano onorare il mistero che raccontano; parole autentiche e sofferte di un uomo che, come tale ancora prima che come prete, si è posto con radicalità sulla strada della ricerca di senso.
Il volume vuole essere un aiuto a riscoprire un nuovo modo di vivere nel suo significato più profondo l'Eucaristia, ma anche uno stimolo per chi non frequenta più, almeno perché comprenda e apprezzi una realtà così preziosa per noi. L'Autore ci invita quindi a entrare direttamente nella cuore della Liturgia: il capire con chiarezza l'importanza dei diversi gesti che si compiono durante la Cena del Signore rappresenta, infatti, il primo passo per poter poi trascendere il rituale stesso, e arrivare così ad una comunione attiva con la vita di Gesù rispondendo alla chiamata di carità e di amore che il Signore ci ha rivolto con suo dono più grande
Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, scrive una lettera aperta alle famiglie che si trovano ad affrontare la difficile prova della malattia e del dolore. Parole che di fronte alla disperazione vogliono essere un abbraccio, una preghiera, una benedizione. Parole che non possono rispondere alla domanda che naturalmente ci sale alle labbra in queste circostanze: "Perché?", ma vogliono mostrarci quei semi di speranza, quei segni, quei gesti che ci ricordano l'amore di Dio che è in mezzo a noi perché il Signore vede l'affanno e il dolore e li prende nelle sue mani (cfr. Sal 9, 35).