"Venezia salva" esprime, in poesia, la condanna del primato della forza nella società di ogni tempo. Trae ispirazione da una novella storica seicentesca che narra il fallito complotto ordito dalla Spagna contro Venezia. La bellezza della città, riflessa nello sguardo innocente di Violetta, muove a compassione il capo militare dei congiurati, Jaffier, che denuncia il complotto cercando invano di salvare la vita dei compagni. Questa edizione di "Venezia Salva" si presenta come una novità in quanto la nuova traduzione è accompagnata da un ricco apparato critico. In esso, avvalendosi di preziose informazioni presenti nel Fondo Simone Weil della Biblioteca Nazionale di Parigi, si ripercorre il retroterra teorico della tragedia e si ricostruisce, attraverso un'ampia documentazione storica, il tormentato percorso compiuto dall'autrice a partire dal momento in cui legge la novella storica dell'Abbé de Saint-Réal e dà inizio alla lunga gestazione del testo.
Ciò che a Sarah Moore Grimké, donna particolarmente sensibile e profondamente religiosa, stava davvero a cuore, era la condizione femminile dal punto di vista morale e intellettuale. Contro una concezione distorta e radicata che sanciva l'inferiorità della donna rispetto all'uomo, si impegnò a dimostrare l'eguaglianza tra i sessi a partire da una diversa interpretazione del testo biblico. Analizzando la condizione della donna nelle relazioni sociali, l'autrice sottopose a una critica serrata l'opinione comune di attribuire solo all'uomo qualità come l'eroismo o l'intelligenza, e, nello stesso tempo, formulò un energico appello all'azione femminile. Queste riflessioni sono una testimonianza di una delle prime espressioni del femminismo americano.
Nell'aprile del 1911, il matematico e storico della scienza Federigo Enriques presiede a Bologna il IV Congresso Internazionale di Filosofia. Nel discorso di apertura, che qui viene ripubblicato e che suscitò un'aspra polemica con Benedetto Croce, Enriques elogia lo spirito aperto e non dogmatico della scienza, caratterizzata da una ricerca continua di una teoria che possa dare un senso complessivo alla realtà. Sebbene sia legato all'osservazione empirica, lo scienziato non rinuncia allo scopo ideale di soddisfare le esigenze razionali, estetiche e morali innate nell'essere umano. In questo senso, la scienza non perde mai lo spirito di religiosità che anima ogni sforzo conoscitivo intrapreso dall'uomo nella comprensione del mondo che lo circonda.
In questa riflessione sulla logica di Hegel. Giuseppe Rensi dimostra come l'esito dei complessi e ardui ragionamenti concettuali del grande pensatore tedesco non sia una somma di astruse e talvolta incomprensibili formule teoretiche, ma la dimostrazione chiara e rigorosa dell'esistenza di un Essere Supremo. Ripercorrendo i luoghi principali delle opere hegeliane dedicate allo sviluppo dialettico della coscienza. Rensi individua nel rapporto tra pensiero e materia il luogo di incontro tra umano e divino, dalla cui feconda e ininterrotta relazione prende forma tutto ciò che chiamiamo con il nome di mondo e realtà. Hegel, così, rivela Dio nella vita interiore dell'uomo.
"Anche Dio ha temuto la morte". Così scrive Charles Péguy raccontando la veglia sul Monte degli Ulivi, quando Gesù affronta, in solitudine, la consapevolezza della sofferenza che lo aspetta per portare a termine la sua missione. Questo vacillare, che si tramuta poi in perfetta accettazione del proprio destino, è l'attimo in cui Dio si fa carico del male del mondo, il culmine e il messaggio più profondo della parola evangelica. La riflessione teologica di Péguy è inscindibile dalla sua intima esperienza del dolore, e la sua fede rifiuta ogni facile consolazione. Con una prosa di fiammeggiante violenza poetica, lo scrittore francese ci consegna così uno dei suoi testi più belli e anche, come scrive Jean Bastaire nella Presentazione, "uno dei capolavori della letteratura cristiana".
Una Roma "stalla e chiavica der monno" ma anche capitale della cristianità e dell'arte. La miseria della plebe, l'ignavia dell'aristocrazia, la corruzione e il cinismo del potere: è questa la Roma dei Papi tra Sette e Ottocento, tra Rivoluzione Francese e Unità d'Italia, rappresentata da Giuseppe Gioachino Belli nel suo grandioso monumento poetico in 32.000 versi in romanesco. Su questo affascinante sfondo storico, l'autore ricostruisce la biografia del letterato e del suddito, mettendone in risalto la caratteristica duplicità di atteggiamenti: l'avventura più radicale nel chiuso del suo studio e il purismo del poeta ufficiale; uno sfondo malinconico, apatico, e una perenne curiosità intellettuale; una eccezionale forza comica che si accompagna alla riflessione continua sul tema della morte. In una nuova edizione aggiornata, il saggio sulla vita, l'opera, e la sofferta psicologia del più grande poeta dialettale italiano.
Sin dal giorno del suo insediamento - quando si è presentato come "vescovo di Roma" più che come Papa della Santa Romana Chiesa -, il progetto di Jorge Mario Bergoglio è stato orientato a costruire l'unità dei cristiani e ad aprire la Chiesa a un più diretto confronto con la realtà contemporanea. Papa Francesco è oggi l'interprete di un paradigma nuovo che annovera tra i suoi temi le questioni personali e familiari, gli sviluppi economici e quelli sociali; un paradigma sintetizzato nella formula "misericordia, periferie, cambiamento": un cambiamento dei cuori. Seguendolo nei suoi viaggi e interpretandone il pensiero, questo libro analizza la portata innovatrice dell'opera di Papa Francesco, mettendo in luce anche la dura opposizione di quanti vedono nelle sue aperture un tradimento della dottrina. Una ricostruzione delle fasi di una battaglia che sta cambiando la Chiesa cattolica e si rivolge al mondo intero.
A settant'anni dalla pubblicazione del Codice di Camaldoli, fonte essenziale per la rinascita democratica del Paese nel dopoguerra, questo libro vuole offrire un contributo per una "ripartenza" dei cattolici italiani nella società e in politica. Senza puntare a frettolose aggregazioni ma per individuare nuove piste di lavoro e possibili forme di presenza, alternative a fidanzamenti politici d'interesse, l'obiettivo degli interventi qui raccolti è offrire spunti di riflessione per la ricostruzione morale, civile, politica ed economica dell'Italia e dell'Europa. Diviso in sezioni, il volume raccoglie i saggi di intellettuali attivi in diversi campi e affronta quelle che sono le questioni strategiche da risolvere per far uscire il Paese dalla crisi nella quale è stato precipitato: la Questione morale, la Questione politica, la Questione economica, che ha generato una nuova pesantissima questione occupazionale e sociale, la Questione ambientale e infine la Questione educativa.
Nel febbraio del 1928, all'inizio della sua formazione pastorale, Dietrich Bonhoeffer si rivolge ai fedeli della comunità tedesca di Barcellona con un'articolata riflessione sull'essenza di un'etica cristiana. L'eccezionalità umana e storica di Gesù, la sua vicinanza agli ultimi e agli esclusi della società, la radicalità dei suoi insegnamenti determinano l'unicità del messaggio cristiano. Essere etici, per i cristiani, significa rifiutare la morale corrente e i princìpi tramandati storicamente, per abbandonarsi in piena libertà all'evento della croce e al mistero della grazia. Con il rigore del teologo e la passione del credente, Bonhoeffer non si limita a gettare le basi teoriche di un'etica cristiana, ma si confronta con le scelte concrete e spesso drammatiche che sfidano la coerenza dei comandamenti biblici. In queste profonde considerazioni giovanili, che già contengono i semi della successiva ricerca filosofica, Bonhoeffer esorta il cristiano a trovare il coraggio di riconoscere le manifestazioni della bontà divina anche nei fenomeni del maligno e della sofferenza esistenziale.
Per Sergio Paronetto, tra i più influenti ispiratori del moderno pensiero sociale cristiano, l'ascetica non è una disciplina per eremiti, ma piuttosto il necessario complemento alla vita quotidiana, un allenamento all'azione e all'esercizio dell'impegno civile. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1948 su iniziativa del futuro Papa Paolo VI, raccoglie le riflessioni di Paronetto negli anni della Resistenza al fascismo e dei primi sforzi per la rinascita del Paese. Sono scritti lontani da ogni sterile introspezione narcisistica, testimonianza di un'energia spirituale e politica che si nutre di una inesausta ricerca di verità nella pratica quotidiana. Prefazione di Giovanni Battista Montini.