
"Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943 negli Stati Uniti, nel 1946 in Francia e nel 1949 in Italia da Valentino Bompiani, è uno dei libri più letti al mondo. Pubblicando il libro pochi mesi prima della sua scomparsa, Saint-Exupéry lasciò la testimonianza più eloquente di un amore per il disegno che coltivò in effetti per tutta la vita. Di questa sua passione e di tutte le prove, i tentativi, gli esercizi da cui nacque "II piccolo principe" questo libro dà conto, offrendo un eccezionale corpus di disegni inediti raccolti tra numerosi collezionisti. Accanto ai disegni, alcune pagine manoscritte dell'autore, fogli volanti regalati a parenti, amici e compagne, pagine di taccuino, lettere e dediche illustrate... Prefazione di Hayao Miyazaki.
Come il 'Signore degli Anelli' ha segnato la cultura del nostro tempo. J.R.R. Tolkien scrisse un racconto dal titolo Foglia" di Niggle: la storia di un pittore e di un suo quadro, metafora dell'opera letteraria, del suo sviluppo e dei suoi esiti. "Albero" di Tolkien riprende quel titolo e quella metafora riferendosi all'opera letteraria dello scrittore: quali le radici, quali i rami e quali le foglie di essa e scaturiti da essa nel corso degli anni? Cosi' un gruppo di autori che conoscono Tolkien, ma che sono esperti in materie diverse, ha redatto una serie di saggi che in una prima parte indagano sulle radici letterarie e mitologiche non solo del Signore degli Anelli ma dell'opera complessiva del professore di Oxford; in una seconda sui rami, cioe' gli sviluppi di quest'opera e in una terza sulle foglie, su come cioe' l'opera tolkieniana abbia influenzato musica, fumetti, arte, cinema... "
In una realtà rarefatta e indefinita, abitata da un'umanità sempre in corsa e distratta dalle cose importanti per star dietro a quelle urgenti, si dà il caso isolato di Antonio (io narrante del romanzo), che invece è fermo, idealmente immobile, inchiodato com'è al suo inferno interiore. È il tormento di chi vorrebbe ancora essere in una realtà dove è possibile solo apparire. Chi non appare è ostaggio della noia (che è immortale come Dio e in più esiste): e siccome è lei il peggior nemico dell'uomo, tutti corrono nel tentativo disperato di tenersi occupati. Antonio, rassegnato a vivere con sé (ma con in testa la vaga idea che senza sé vivrebbe meglio), si occupa quel tanto da non darsi scampo. Come la mattina in cui esce di casa per andarsene a fare una foto. Cede dunque alla tentazione di "vedersi chiaro", per essere come gli altri - almeno certificato in un documento - ma cede invano. Ma Antonio si muove. Scatta durante lo scatto e viene "mosso" nella foto come non riesce a essere nella vita. È un movimento piccolo, la distrazione di un istante: tanto basta, però, a escluderlo dal proprio ritratto e a sbalzarlo, per contraccolpo, in tutti gli altri dell'umanità intera; sui quali, da quel momento, indipendentemente dalla posa, campeggia sempre e solo il volto suo. È l'inizio di un lungo viaggio tormentato attraverso due dimensioni, di cui la foto è frontiera ideale e metaforica: quella del ritratto e quella della realtà.
"Una storia del teatro che sia seria ed esauriente al tempo stesso è francamente impossibile, poiché nessuno può pretendere di coprire l'arco di conoscenze necessarie a narrare 2500 anni di vita, articolati in civiltà estremamente diverse, e in almeno venti lingue irrinunciabili. Questa Breve storia adotta un criterio diverso, e racconta il teatro quale noi lo conosciamo collegando sinteticamente quegli aspetti, quei momenti, quei movimenti e quei nomi che hanno contribuito a farne quello che è. Non tanto dunque una storia del teatro nella sua inabbracciabile estensione e sovrumana complessità, quanto la storia del "nostro" teatro come logico punto di arrivo del passato." (Luigi Lunari)
I Pensieri a Giulia sono stati pubblicati come opera postuma nel 1978-81 presso l'editore Giuffrè, che aveva in catalogo tutti i volumi editi e inediti dell'opera filosofica, a completamento delle Opere di filosofia giuridica. Capograssi infatti respira, per usare una nota metafora, con due polmoni: quello dello scienziato e quello dello scrittore. I Pensieri a Giulia sono un grande diario, nel solco della tradizione diaristica tra Otto e Novecento. Gli autori amati e più spesso citati da Capograssi sono Agostino, Dante, Pascal, Leopardi, Amiel, Kierkegaard. La pagina di Capograssi regge il confronto con la pagina dello Zibaldone. Quanto al contenuto, nei Pensieri si svolge da foglietto in foglietto il messaggio quotidiano di un uomo che celebra l' ordo amoris. C'è dello "stilnovo" in quest'opera che si distingue tra tanta letteratura d'amore moderna e contemporanea per una ricchezza, attinta anche al sentimento religioso.
Il libro offre dei commenti e delle chiarificazioni sulla verita' e cerca di trovare quella dimensione di verita' rivelata che ognuno di noi utilizza per vivere.
Si tratta del fedele resoconto di un affascinante viaggio, di un'esperienza durata quattro anni. Il libro nasce dagli incontri avvenuti due o tre volte l'anno, sui colli romani, per discutere della rilevanza del mistero trinitario.
In una grande casa di Delhi, una domestica sta spolverando i libri dell'imponente biblioteca di un docente di antropologia in pensione. Comincia a sfogliarne uno, a leggere le prime pagine, quando il vecchio professore la sorprende. Ma invece del temuto rimprovero, arriva un incoraggiamento a continuare la lettura, e il regalo di un quaderno e di una penna su cui scrivere i propri ricordi. A volte basta così poco per cambiare una vita. Davanti a Baby Halder si spalanca un mondo nuovo: scopre che affidare alla carta un passato di maltrattamenti, disgrazie e umiliazioni è un'esperienza liberatoria, ma non può immaginare che nel giro di qualche mese i suoi scritti diventeranno il caso letterario più amato e discusso dell'India, oltre a venir tradotti in dieci lingue. Ad avere toccato una corda profonda nei lettori di tutto il mondo è l'autobiografia di una bambina abbandonata dalla madre, costretta a sopportare prima l'indifferenza della matrigna e di un padre assente, poi la brutalità di un uomo sposato a dodici anni e di quattordici più vecchio di lei. Una donna che un giorno ha deciso di fuggire con i suoi figli, tentando la fortuna nella grande città per riscattarsi dall'infimo livello della gerarchla sociale indiana e dal destino di rinuncia e sottomissione cui sembrava condannata. Una storia vera che ha il sapore di una favola moderna sulla speranza, il coraggio, il riscatto e il potere della letteratura.
Edizione riveduta e corredata di nuovi apparati, l'opera incompiuta di uno dei pensatori tedeschi più rilevanti della seconda metà dell'Ottocento, pubblicato per la prima volta nel 1883 come primo volume di un progetto filosofico più ampio ma rimasto poi allo di frammento.
Tra i testi inediti di Leibniz, i dialoghi sono numerosi e godono del privilegio di essere tra gli scritti più compiuti: tra i dialoghi prevalentemente filosofici si segnalano una prima teodicea composta all'età di 26 anni; i brevi ma intensi scritti apologetici; la narrazione di un tempestoso incontro tra un eremita e un uomo di corte.

