“‘Gnosi’ è ‘conoscenza di chi eravamo,
di ciò che siamo diventati; da dove eravamo,
dove siamo stati gettati; dove ci affrettiamo,
da dove siamo redenti; che cosa è nascita
e che cosa è rinascita’ (Excerp. ex Theod. 78, 1).
Qui si trova [...] una completa
schematizzazione del mito gnostico.
Dobbiamo solo attenerci a essa per ricevere
una guida sicura nell’intera molteplicità
della mitologia e della speculazione gnostica.”
Che la tarda antichità possieda una propria unità intrinseca, che sia guidata da un principio spirituale originale e che questo coincida con lo spirito gnostico, sorto in Oriente intorno alla nascita di Cristo e diffuso poi in tutto l’Occidente greco-romano, questa è la tesi di fondo che anima Gnosi e spirito tardoantico e che l’Autore si sforza di dimostrare con puntuali analisi contro ogni giudizio di decadenza, di mero sincretismo su quest’epoca o ogni tentativo di ricondurla a tradizioni passate. Miti gnostici, culti misterici, apocalittica giudaica, primo cristianesimo, letteratura ermetica, filosofia neoplatonica e mistica monastica: tutte mostrano di condividere una stessa cornice storico-spirituale che articola un senso assolutamente nuovo del sé, del mondo e di Dio e della loro relazione: questa è “gnosi”, conoscenza della verità sulla condizione umana, rivelazione di un radicale dualismo tra sé e mondo che orienta verso una dinamica di fuga demondizzante nell’aldilà, quale unica via di ritorno all’origine divina e dunque di salvezza. In questo quadro si sviluppa un’opera che è, da un lato, sintesi magistrale delle ricerche storico-religiose sul tema mediante l’uso dell’ermeneutica demitizzante di Bultmann e della fenomenologia esistenziale di Heidegger, entrambi maestri di Jonas, dall’altro tentativo fecondo di descrivere una forma di esistenza qualificata dal rifiuto del mondo e ricorrente variamente nella storia. Da qui Heidegger, l’esistenzialismo, che gli avevano permesso di interpretare la gnosi, sono ora essi stessi letti in senso gnostico: in un affascinante rispecchiamento tra passato e presente, la gnosi non è dunque chiusa in un tempo lontano, ma è una possibilità esistenziale tuttora viva – e per Jonas non priva di pericoli.
“Non sarei mai arrivato al romanzo se non mi si fosse presentato dinnanzi il commissario Kostas Charitos. Quale che sia il mio successo come romanziere, lo devo innanzi tutto a lui. Ci sono personaggi che ti balzano davanti all’improvviso quando non ne avevi neanche mai sospettato l’esistenza. Mi è sbucato davanti nell’autunno del 1993. Era il terzo anno della serie televisiva Anatomia di un delitto, di cui, svogliatamente, scrivevo la sceneggiatura, braccato dalle scadenze. All’improvviso, si è materializzata nel mio studio una famiglia formata da tre persone: padre, madre e figlio. Una tipica famiglia greca, di quelle che si possono incontrare in qualunque quartiere piccoloborghese di Atene. Il mio primo pensiero è stato quello di mandarli tutti al diavolo e buonanotte. Ecco come è andato il mio primo contatto con Charitos. Entravo nello studio e lo trovavo lì, pronto a martellarmi il cervello. In capo a un mese la sua presenza si era trasformata in una tortura quotidiana. Non riuscivo a concentrarmi, e ogni sforzo per farlo sloggiare – con le buone o con le cattive – falliva miseramente. Una mattina, ebbi un’illuminazione: per tormentarmi così, questo tale non poteva che essere un dentista o uno sbirro. Fu la prima volta che pensai che Charitos potesse essere un poliziotto.”
Petros Markaris
Questo secondo volume completa la pubblicazione degli scritti autobiografici di Fernanda Pivano, dopo il primo volume che copriva gli anni 1917-1973. La scrittura riprende dal 74 - anno del "Grande Gatsby", del referendum per il divorzio - e si chiude pochi mesi fa, poco prima della scomparsa. Attraverso il ricordo di questi anni, emergono i volti della narrativa americana contemporanea, da Bret Easton Ellis a Jay Mclnerney, da David Leavitt a Barry Gifford, da Don de Lillo a Jonathan Safran Foer, Gore Vidal, Chuck Palaniuk, Kurt Vonnegut, David Poster Wallace... E, insieme a loro, grazie all'inesausta curiosità di Fernanda, le testimonianze di alcune personalità della cultura italiana, letteraria e musicale, da Fabrizio de André a Pier Vittorio Tondelli, da Andrea De Carlo a Ligabue e Vinicio Capossela.
Tonino Guerra sente la vita da novant’anni. E nel sentirla l’ha immaginata oltre ogni umana comprensione. L’ha resa eterea, la vita, con quel diluvio di fantasia e parole che la pazienza, la dedizione e il metodo gli fanno profondere ogni giorno nell’arte. La sua arte è il suo sentire. Le storie, i versi e i segni non sono che le differenti forme che assumono i suoi sensi sensibili. Questo libro è il viaggio che per la prima volta, e in forma sistematica, Tonino Guerra compie all’interno di questa molteplicità, un’enciclopedia del fantastico entro cui rifugiarsi per ritrovare la nostra sensibilità, la nostra fantasia, la nostra vita. Dice Tonino: “Se uno siede in un posto dove sedeva un altro finisce per sentirsi in qualche modo quell’altro.” Allo stesso modo leggendo questo libro, anche solo una pagina o per intero, tutto d’un fiato, potremo sperare di trasformarci in poeti, e se non tali, uomini dalle vite sensibili. Questo dicono pure alcuni amici di ieri e di oggi di Tonino, la cui testimonianza abbiamo voluto condividere insieme alle parole del poeta: Pedro Almodóvar, Theo Angelopoulos, Bernardo e Clare Bertolucci, Carlo Bo, Italo Calvino, Gianfranco Contini, Gerardo Filiberto Dasi, Enrica Fico Antonioni, Dario Fo e Franca Rame, Natalia Ginzburg, Andrea Guerra, Elsa Morante, Ennio Morricone, Giovanni Nadiani, Renzo Piano, Nicola Piovani, Juan Piqueras, Giuseppe Prezzolini, Francesco Rosi, Roberto Roversi, Luis Sepúlveda, Vittorio Sgarbi, Alberto Sughi, Ersilio Tonini, Umberto Veronesi, Wim e Donata Wenders.
“All’improvviso, un pensiero una sensazione
compaiono in voi e, con o senza una ragione,
cominciate a credere che da qualche parte laggiù
ci sia un luogo pieno di luce che vi attende.
Se riuscirete a raggiungerlo, ogni cosa sarà perfetta
e troverete la felicita.”
Quando la vita si illumina è un romanzo sulla speranza, sull’amore senza condizioni e sul miracolo della vita qualunque essa sia. È la storia di un bambino unico, un po’ speciale, Omero, che trascorre lunghe giornate in mare con la madre e il nonno sul Safa, e che ha un forte desiderio: parlare con il suo Angelo. Il desiderio di Omero sembra però nato a non realizzarsi quando l'incredibile amicizia con un delfino, tenuta debitamente nascosta per evitare la derisione di compagni e maestri, schiuderà al piccolo le porte del Mondo della Luce. Da adulto, in piena crisi, Omero sarà poi costretto a riandare ai tempi della sua infanzia, all’innocenza e alle delusioni di quegli anni, alla sua amicizia interrotta col delfino con cui parlava e a un misterioso libro della Speranza lasciato in custodia dagli Immortali. Dopo il successo mondiale di La timidezza delle rose, tradotto in ventotto paesi, Serdan Ozkan ritorna con un viaggio meraviglioso nel regno della fantasia, dove la speranza ritrovata è in grado di illuminare all’improvviso ogni vita.
Le sezioni della Summa Theologica di Tommaso dedicate al tema della felicità. Con testo latino a fronte.
1848. La rivoluzione infiamma l’Europa. Milano insorge contro la dominazione austriaca. In soli cinque giorni un popolo conquista la libertà, una nazione nasce, un uomo e una donna si amano perdutamente. Per farlo, tradiscono tutti, rimanendo fedeli soltanto a se stessi, alla purezza di un sentimento assoluto. 1885. Il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini riceve un manoscritto anonimo. Quelle pagine lo sospingono indietro di quarant’anni, quando un manipolo di giovani male armati sconfisse l’esercito più potente del mondo: l’Impero asburgico. Ma quelle righe raccontano anche la passione d’amore che travolse la bella Aspasia, allora musa della rivolta, ora fedele e remissiva moglie del senatore. In un’Europa insanguinata dal terrorismo anarchico, quando tutte le illusioni sembrano perdute e tutte le passioni spente, il destino bussa alla porta. Intrecciato a un potente quadro del nostro Risorgimento e scritto come un grande romanzo ottocentesco,Una storia romantica parla in realtà di noi, di come, straziati da una dolorosa precarietà sentimentale, siamo condannati a vivere tra le rovine di un mondo che sognò ideali e amori assoluti.
“Non possiamo imparare
a conoscere le persone
quando vengono da noi;
dobbiamo noi andare da loro
per vedere quello che sono.”
Emma Bonino
Il primo libro a firma di Emma Bonino è la storia di una vita in keywords, da leggere in ordine o in disordine, seguendo a piacere i temi e le parole. Un libro che percorre i 60 anni di storia di una “fuoriclasse” della politica e della cultura italiana: le lotte per i diritti civili, l’impegno in Parlamento a Roma e Bruxelles, le missioni all’estero, le campagne elettorali passate e presenti. Emma Bonino si racconta “dalla A alla Z” attraverso battaglie e vittorie, politiche e umane, sempre in prima linea.
A come Afghanistan e le sue donne dimenticate
B come il boogie-woogie che ballavo da ragazza
C come la cocciutaggine che mi contraddistingue
D come la detenzione per un aborto clandestino
E come Emmatar, un organismo dal Dna politico combinato con quello della gente comune.
L’amore è l’essenza della vita.
Una raccolta imperdibile delle citazioni d’amore di uno degli scrittori più amati e conosciuti dei nostri tempi.
CATALINA ESTRADA, quando era bambina, si meravigliava davanti ai lussureggianti giardini e alla natura vibrante del suo paese natale, la Colombia. Ora che è diventata un’illustratrice di successo a livello internazionale e vive a Barcellona, Catalina non ha dimenticato le sue radici.
La sua capacità di meravigliarsi come una bambina è ancora evidente nel suo lavoro, attraverso esplosioni di colore e vivida eleganza.
“Siamo di un giorno.
Uno, che è?
Nessuno, che è?
Sogno d’un’ombra è l’uomo.
Ma se viene una luce che è dal cielo,
tutto si fa fulgore intorno agli uomini,
il Tempo si fa dolce.”
Pitiche, VIII, 128-134
Nella presente edizione vengono pubblicate tutte le opere di Pindaro (520-518 a.C.), il più grande esponente della lirica corale arcaica. Nell’edizione alessandrina, la produzione di Pindaro, eccezionalmente ampia, occupava 17 libri ordinati per generi: Inni, Peani, Prosodi, Parteni, Iporchemi, Encomi, Treni, Epinici. Sopravvivono integralmente solo quattro libri degli Epinici, divisi secondo le gare panelleniche di cui celebravano i vincitori: essi contengono rispettivamente 14 odi Olimpiche, 12 Pitiche, 11 Nemee, 8 Istmiche. Le altre opere sono note solo da numerosi frammenti in cui appaiono grandiose descrizioni del mondo divino, racconti mitici, solenni enunciati etici e anche tratti di arguta grazia e voci d’amore. L’epinicio di Pindaro si articola secondo tre linee tematiche svolte con grande varietà di motivi: l’elogio, che contiene un succinto riferimento al vincitore e all’occasione sportiva; il mito, collegato sovente con la famiglia o con la patria del celebrato, che costituisce la parte di maggiore ampiezza e impegno poetico; e la gnome, ossia l’enunciazione di sentenze religiose e morali. Enzo Mandruzzato ci restituisce con la sua traduzione un “Pindaro arcaico” in tutta la sua lontananza: considerato per tutta l’antichità di gran lunga il maggiore dei lirici, come diceva Quintiliano, parrebbe infatti inassimilabile al mondo moderno. Eppure il soggiorno nel suo mondo arcaico – è la tesi del saggio introduttivo – non è meno attraente di quelle civiltà lontane che proprio oggi si cerca di conoscere e di non lasciar perire. Ma con la luce del mondo greco, l’energia dell’intelligenza e il gusto del gratuito, che sono il seme di tutte le conquiste della civiltà occidentale.