
Il testo illustra casi clinici di persone che vivono in un Hospice e propone un modo di relazionarsi al paziente alla fine della vita con un approccio psico-corporeo. La relazione di cura viene affrontata con lo sguardo del medico che cerca la modalità più opportuna per curare un sintomo e lo sguardo di una psicoterapeuta che si è formata sull’ausilio di strumenti di cura non verbali (movimento e materiali artistici). In questo libro vengono individuate le peculiarità dei codici espressivi non verbali in un contesto istituzionale che, a contatto con la morte, si reinventa, si trasforma, si adatta, cercando il setting di cura che meglio può rispondere alle angosce della persona alla fine della vita e dei suoi familiari. L’Autrice riporta e traduce concetti noti alla psicanalisi nel contesto particolare e peculiare di un Hospice. Il mandato è una presa in carico globale del paziente e della famiglia, che tenga conto di aspetti fisici, sociali, psicologici, spirituali.
Aldo Capitini (1899-1968), il filosofo italiano della nonviolenza ed una delle più significative voci europee della cultura della pace, figura di spicco dell’antifascismo liberalsocialista, promotore nell’Italia repubblicana di vaste esperienze di democrazia diretta e “dal basso”, intellettuale ritenuto da molti un maestro di vita civile e di moralità laica, oggi può essere considerato anche un classico della pedagogia italiana. Questo suo primo importante scritto pedagogico raccoglie i temi maggiori delle riflessione capitiniana, ancora oggi di sconcertante attualità.
In questo libro vengono messi a fuoco, oltre allo statuto epistemologico della psicoanalisi, i problemi posti dall'osservazione, dalla valutazione e dalla comunicazione nell'attività analitica. Il tema centrale è costituito dai dati sui quali lavora l'analista, il quale deve costantemente evitare due fonti di inganno: le funzioni mistificanti ed elusive del linguaggio come mezzo di comunicazione, gli errori che la memoria ed il desiderio tendono all'attività analitica. Queste caratteristiche dell'esperienza analitica richiedono una continua disciplina ed un costante addestramento.
Questo volume si propone come una provocatoria e ambivalente "difesa della filosofia" che prende atto delle istanze del pensiero anti-filosofico o post-filosofico fatte valere, con varie argomentazioni e in forme diverse, negli ambiti della cultura greco-europea in un arco temporale di alcuni millenni, con un'accentuazione dei toni negli ultimi decenni. Ci si è spesso domandati cosa "facciano" i filosofi e a cosa "serva" la filosofia, ma la domanda a cui si dovrebbe cercare di rispondere è perché si faccia filosofia. Una difesa della filosofia associata alla presa d'atto della sua "diffusione-dispersione" si concreta in una riabilitazione critica del primum vivere..
Questo saggio analizza la trasformazione del linguaggio politico avvenuta in Italia durante il lungo processo di transizione ancora in atto e che ha interessato le tre dimensioni della politica, "politics, polity e policy", ossia: la sfera del potere, l'identità della comunità organizzata e i processi decisionali. Il linguaggio della transizione si configura, pertanto, come linguaggio dell'assoluta contingenza della politica, incapace di tradurre le "issues" politiche e sociali in formule programmatiche adeguate, e di effettuare una concreta politica di governo nell'interesse generale del paese.
Questo saggio raccoglie riflessioni, pensieri, aneddoti di un docente impegnato nel difficile compito di integrazione e valorizzazione delle diversità all'interno di una scuola ritualizzata, ancora prigioniera di plateali contraddizioni tra proclamati principi educativi che la ispirano e consuetudini consolidate nella prassi didattica.
Dopo il terribile massacro di Fort Vance - in cui il sergente ha involontariamente giocato un ruolo che l'ha reso, agli occhi dei suoi vecchi compagni d'armi, un "rinnegato" - Kirk vive in preda al tormento e al rimorso: non può tornare tra i militari, che lo considerano un traditore, ma neanche restare con gli indiani, sempre in guerra tra loro. Così, nonostante il sostegno dei suoi, fino ad allora, inseparabili amici (il giovane "fratello di sangue" Maha, Il Corto e il dottor Forbes) decide di partire da solo per vivere come un lupo lontano dal suo branco. Ma il legame che lo unisce ai suoi più cari affetti è troppo forte per poter essere reciso e ben presto, complice il destino, i quattro si ritroveranno di nuovo assieme ad affrontare indiani feroci, vendicativi ladri di bestiame, tomahawk maledetti, pericolosi cacciatori di taglie non ultimo, il terribile Corazon Sutton: il killer dalla fama più sinistra di tutto il West.