«È un peccato essere noiosi», diceva Enzo Biagi. È un peccato annoiare e, se si tratta di predicazione, è anche un’occasione persa per la crescita nella fede dei fedeli. Viviamo nell’era della comunicazione e delle immagini: l’attenzione alle nostre parole da parte di chi ascolta è sempre più limitata. La sfida di ogni domenica è quella di trasmettere il desiderio di ritrovarsi insieme, per fare con gioia memoria della risurrezione di Cristo.
L’autore offre in queste pagine un ricco commento alla liturgia dell’Anno A. Per ogni domenica e solennità: introduzione, presentazione delle letture, riflessioni e testimonianze attinte dalla parola di Dio, dalla tradizione ecclesiale e dall’attualità. Pagine utili per l’approfondimento personale e per costruire la propria omelia nei giorni di festa.
Un testo sulla libertà religiosa a partire dall'anniversario dell'Editto di Milano (2013), un saggio nell'ambito del 50° anniversario del Concilio Vaticano II, che segnò la fine dell'era costantiniana.
È un libro per giovani e meno giovani, per chi vuole riflessioni fresche che guidino nella comprensione dei Vangeli della Domenica. Le meditazioni si riferiscono ai brani evangelici delle Domeniche secondo il calendario liturgico romano. Lo stile quotidiano e brillante del giovane autore lo ha già reso molto noto nel web, tanto che i suoi commenti sono scaricabili e possono essere ricevuti via e-mail dai fedeli. Questo libro li raccoglie e li rende agibili e consultabili da tutti.
«Stendendo questi brevi commenti ai vangeli festivi ho avuto un solo scopo, come sempre: fare incontrare il vangelo con la vita e la vita con il vangelo. È scontrandosi con l’esistenza di chi l’ascolta che la parola di Dio svela il suo vero significato, la sua attualità e anche la sua bellezza. Ascoltare significa confrontare la Parola con l’esistenza e l’esistenza con la Parola. Sono convinto che il compito di un commentatore è di aprire la strada all’incontro con la Parola. Nulla più. Nessuna invasione del testo e nessuna invasione del lettore. È bene fermarsi alla soglia. Bastano pochi suggerimenti essenziali, che possono aiutare il lettore a trovare personalmente la porta di entrata. Il commentatore si ferma sulla soglia. Tocca al lettore varcarla» (dalla Premessa).
Simbolismi religiosi in moby dick (la vicenda di Giona)
Nostalgia, malinconia, odio e ricerca della felicità nel capitano Achab
La vita tormentata di Herman Melville tra avventura, narrativa e spiritualità
Al Dio sempre più grande raccoglie preghiere e poesie scritte da gesuiti di varie epoche, nazioni e culture, ma uniti da una spiritualità che ha plasmato le loro vite, spingendoli ad agire «per la maggior gloria di Dio», come chiedeva Ignazio di Loyola, il loro fondatore. I gesuiti sono uomini di azione che trovano nel colloquio con Dio la concentrazione per agire. Dunque queste preghiere sono tutte espressioni di uomini che sono abituati a «cercare e trovare Dio in tutte le cose», e non solamente nel tempio. Leggendo i testi, suddivisi secondo le quattro settimane degli Esercizi Spirituali, si ricordi che «non è il molto sapere che sazia e soddisfa l’anima, ma sentire e gustare le cose intimamente».
La vita d’oggi per molti sembra essere affamata di sazietà, di soddisfacimento dei bisogni immediati. Eppure, nonostante tutto, viviamo uno squilibrio, un «misterioso zoppicare» (H. De Lubac). Da una parte, infatti, sperimentiamo in mille modi i nostri limiti; dall’altra ci accorgiamo di essere senza confini nelle nostre aspirazioni. La presente antologia offre 50 poesie che accedono agli abissi del cor inquietum e alle sue attese profonde: si muovono dal buio alla visione, attraverso la ricerca umana e una possibile «annunciazione ». Il lettore è chiamato ad accogliere i versi come se gli arrivassero chiusi in una bottiglia che arriva sulla spiaggia dal vasto oceano. I commenti offerti sono una guida (non obbligatoria) alla lettura e suggeriscono un itinerario, che si rivela una sorta di imprevedibile «esercizio spirituale» per credenti e non credenti.
Come racconta Enzo Bianchi nel colloquio in apertura del libro, chi ha vissuto la “primavera della chiesa” inaugurata da papa Giovanni e dal Concilio Vaticano II, vede ora avviarsi con papa Francesco una nuova stagione. Aldo Maria Valli ripercorre con la consueta chiarezza i primi mesi di pontificato di Francesco, analizzando il suo stile di governo della Chiesa e di testimonianza evangelica al mondo.
Primo papa sudamericano, primo papa gesuita, primo papa a scegliere il nome Francesco, Jorge Mario Bergoglio è stato finora celebrato dai mass media di tutto il mondo per il suo stile “rivoluzionario”. Passata la “luna di miele”, arriveranno però i giorni delle decisioni significative, che dovranno dare risposte non solo simboliche alle attese di quanti guardano con fiducia al nuovo vescovo di Roma. Ma intanto a Francesco va riconosciuto di aver ridato una direzione certa alla barca di Pietro, e di averlo fatto in tempi rapidissimi, grazie soprattutto alla propria credibilità.
La sobrietà dei paramenti; il suo predicare ogni mattina come un semplice parroco; l’autodefinirsi «vescovo di Roma» e non «papa»; il suo entusiasmo negli abbracci e nelle strette di mano: circostanze diverse che parlano però il linguaggio comune della verità, dell’umiltà, della schiettezza, e che alimentano la speranza di una Chiesa capace di essere testimone coerente del Vangelo nel mondo contemporaneo.
Valli ricostruisce in questo libro i primi cento(venti) giorni dall’elezione del 13 marzo 2013 alla GMG di Rio (23-28 luglio), seguendo il filo degli interventi papali, alternati dal racconto e da note di cronaca sui gesti grandi e piccoli compiuti o attribuiti al papa, che insieme alle parole segnano lo stile originale e “rivoluzionario” di Francesco. Un dono inaspettato per la Chiesa, chiamata ora a farne tesoro rispondendo alla domanda che lo stesso papa ci rivolge: «Domandiamoci oggi: siamo aperti alle sorprese di Dio? O ci chiudiamo, con paura, alla novità dello Spirito Santo?».
Dalla finestra della casa delle zie di Campofilone, un paesino delle Marche, inizia il racconto in prima persona di settant’anni vissuti intensamente, segnati dalle vicende della Comunità di Capodarco e da un’apertura progressiva ai problemi della società e della politica, ma anche da una ricerca spirituale senza sconti e facili scorciatoie.
Tra le numerose pubblicazioni sul tumore – l’innominabile – questo libretto ha una caratteristica che lo rende unico: far sentire in contemporanea e sullo stesso argomento due voci. La voce di un malato che da anni combatte con un tumore, e quella di un oncologo di grande esperienza. Due punti di osservazione sulla stessa realtà – la cura della malattia – vissuta e raccontata da posizioni diverse ma in continua relazione. Dobbiamo essere riconoscenti agli autori, che hanno scritto a quattro mani questo prezioso libretto in cui si propongono di «parlarne insieme»: in modo che il malato sappia cosa pensa l’oncologo, l’oncologo sappia cosa pensa il malato, i famigliari e gli amici sappiano cosa pensano il malato e l’oncologo. È un piccolo manuale di consultazione per tutti coloro che a vario titolo entrano a con- tatto col vasto mondo dei tumori.