
Il bianco splendente della trasfigurazione, l'erba verde della moltiplicazione dei pani, il rosso scarlatto della veste regale con cui i soldati si burlano di Gesù. Ma anche l'iridescente arcobaleno che saluta la fine del diluvio e, all'altro capo della Bibbia, la fantasmagoria cromatica dell'Apocalisse. Il mondo biblico non è certo in bianco e nero, ma è ricco di colori. Questo saggio, con gli strumenti della teologia, dell'antropologia e della psicologia, passa al setaccio Antico e Nuovo Testamento alla scoperta del simbolismo dei colori con cui la Bibbia - e le tradizioni religiose in generale - parlano anche all'uomo di oggi. Una rilettura originale di un tema affascinante, che aiuta a comprendere in modo nuovo i testi biblici.
Per la prima volta viene presentato in Italia uno studio sulla spiritualità di san Michele Garicoïts (1797- 1863), fondatore della Congregazione del S. Cuore di Gesù di Bétharram (Bétharramiti). Questo «atleta di Dio» (così si intitolava una biografia del santo di alcuni fa) viene qui proposto come «Maestro di spiritualità», cioè come un uomo che indica un nuovo modo per vivere la propria fede in Cristo Gesù, Verbo incarnato. Affinché questa proposta di vita venisse continuata nella Chiesa e nel mondo, Michele aveva riunito intorno a sé un gruppo di cristiani, fondando un Istituto religioso che diventasse una sorta di palestra per vivere la vita cristiana, in cui anche i fedeli potessero diventare «atleti di Dio». Il programma dei «figli di san Michele» è quello del Cuore Divino di Gesù che, nel momento dell’Incarnazione, dice al Padre: «Eccomi per fare la tua volontà, per amore verso di Te e verso i fratelli». I Bétharramiti, sacerdoti, religiosi e laici, sono i soldati scelti di cui disporre per qualsiasi eventualità.
Gesù conosce la compassione e vive la tenerezza. È un Dio che ama, che si lascia ferire, turbare, toccare. Compatire significa "sentire con", "soffrire con", "trovarsi di fronte a qualcuno che soffre e decidere di entrare nella sua vita, di assumersi il suo dolore come se fosse il nostro". Questo concetto viene sviscerato attraverso dieci brani evangelici.
Luisa Bove in questo libro dà voce a Giulia, vittima fin dall'adolescenza di un abuso sessuale subito da parte di un sacerdote; la narrazione in prima persona restituisce senza sconti il dramma della protagonista e il suo lento percorso di rinascita. Le biografie delle persone che sono state vittime di abuso sono uniche. Ci sono coloro che soffrono per tutta la vita per le conseguenze psichiche, relazionali e fisiologiche degli abusi subiti. Alcuni commettono suicidio, altri non si fidano più di nessuno e rimangono isolati, altri ancora diventano molto aspri e arrabbiati, mostrando la propria rabbia anche sui media. Ci sono vittime - non sappiamo realmente quante siano - che per "caso", per "fortuna" oppure per Provvidenza trovano le persone giuste nel momento giusto e le circostanze propizie. Questo permette loro di intraprendere un cammino di comprensione e di lutto per il passato, di ri-orientamento del presente (liberato da questo macigno) e di possibile riconciliazione per un futuro più sereno (Hans Zollner). In queste pagine troverete il crudo racconto dei fatti e l'evoluzione delle domande profonde che Giulia si sta ancora facendo: la sua vita interiore è in cammino. E rimanere in cammino non è per niente scontato dopo fatti così gravi (Anna Deodato).
Le parole che Papa Francesco ha rivolto ai bambini sull’Eucaristia, la Messa, la Prima Comunione, accompagnate e commentate da coloratissimi disegni.
In confezione cartonata da regalo.
Un confessore di ieri e uno di oggi campeggiano sulla copertina di questo libro. Dall'altro lato della grata ieri c'erano molti penitenti. Oggi, quanti ce ne sono? Le ricerche sociologiche e il senso comune ci dicono che la Confessione - nonostante le esortazioni dei Papi - non gode di buona salute. Ma se si va a verificare sul campo, non mancano le sorprese. Aldo Maria Valli ha sentito la voce di chi amministra il sacramento, o dovrebbe amministrarlo, e di chi lo riceve o vorrebbe riceverlo o non lo riceve più. Alla fine di questa inchiesta - che non ha pretese scientifiche - almeno un dato è evidente: la Confessione, a causa delle sue molte e complesse componenti, non è un sacramento "in crisi" da oggi, ma lo è da sempre, specie se con la parola crisi intendiamo non uno stato patologico, ma la ricerca di forme più efficaci di celebrazione.
Paola è tenace e la tetraparesi spastica non le impedisce di sperimentare faticose meraviglie: un impensabile viaggio in Terra Santa, il mirabolante uso del computer, una Via Crucis sulle pietre toccate da Gesù. "Nel 2011 ho realizzato il sogno di quel viaggio e non chiedo di più". Una richiesta invece la fa, a nome di tutti: "Vorrei capire con il cuore qualcosa che con la testa so da tanto, e cioè che la disabilità non è la fine del mondo, poiché quaggiù un poco disabili lo siamo tutti". Un piccolo libro che è anche un coro di voci, nel quale l'autrice fa parlare parenti e amici, l'eroica mamma Gemma e i giornalisti che l'hanno aiutata a raccontare l'avventura del viaggio e della vita.
"Gli anni passati a Córdoba - ha affermato papa Francesco - hanno determinato la mia solidità spirituale, perché furono come una notte, ma mi hanno permesso di consolidarmi come pastore". A Córdoba, oltre 700 chilometri a nord di Buenos Aires, Jorge Bergoglio visse una prima volta come novizio gesuita, tra il 1958 e il 1960, e una seconda come sacerdote, dal 1990 al 1992. In mezzo c'erano stati i suoi sei anni da Provinciale dei Gesuiti, dal 1973 al 1979, ma anche la giunta militare, il ritorno alla democrazia, il disorientamento nella Chiesa, le crisi sociali ed economiche. Questo libro ricostruisce i due periodi di Córdoba, fondamentali per capire la visione che Francesco ha di Dio, della Chiesa, della vita, della storia, della politica, e di se stesso. In particolare, gli anni "oscuri" dal 1990 al 1992, quando Bergoglio fu esiliato, zittito, messo da parte per essere diventato un "sassolino" nella scarpa di molti, furono un cammino evangelico di "purificazione interiore". Lì sono le radici nascoste del pontificato di Francesco.
La tunica dalle lunghe maniche è l'abito prezioso che Giacobbe dona a Giuseppe, il figlio prediletto. È il punto di partenza di una delle storie più belle della Bibbia, un gioiello di letteratura ma anche una vicenda in cui possiamo specchiare le nostre vite. Ci scopriamo così simili ai fratelli di Giuseppe, pieni di invidia e gelosia, presi dalla voglia di primeggiare, incapaci di comprendere che l'unico Padre ama ciascuno di noi in modo differente ed esclusivo. Mons. Bregantini, con la sua capacità di far "parlare" il testo biblico e di calarlo nel vivo delle nostre esistenze quotidiane, offre uno strumento dal linguaggio accessibile a tutti, per la riflessione personale e comunitaria.
40 briciole di spiritualità per vivere l'esperienza del "deserto" in ogni momento dell'anno.
40 oasi in cui sostare, per riscoprire i "fondamentali" di una vita cristiana usurata dall'abitudine e dalle fatiche quotidiane, e partire rinfrancanti.
40 occasioni per ascoltare la voce dello Spirito e imparare a rinascere dall'alto.