
A più di un trentennio dall'uscita del suo libro capitale, il filosofo e antropologo francese riassume e proietta in avanti i fondamenti della propria visione in un testo composito il cui cuore pulsante è una serrata intervista con Maria Stella Barberi. Il testo risponde a obiezioni che vengono da tempo rivolte all'autore, trattando argomenti poco affrontati nei precedenti scritti. Tra questi, spicca l'analisi del terrorismo considerato come conflitto mimetico o l'esplorazione del cosiddetto "etnocentrismo" della cultura occidentale. Non privo di punte polemiche - la più acuminata contro Lévi-Strauss - questo volume rappresenta per Girard un modo di fare il punto sullo stato attuale delle ricerche che lo impegnano da più di quarant'anni.
Appassionante ricostruzione dell'universo religioso greco, questo lavoro avvicina il lettore alle figure della religione olimpica attraverso un duplice percorso: analizza da un lato il sostrato culturale dei dodici dei olimpici, dall'altro li presenta come esseri che, grazie alle loro divine epifanie, vivono una vita inesauribile. Raccontati in uno stile alto e insieme capace di filtrare un'impeccabile dottrina, questo testo ha costituito un modello per intere generazioni di studiosi e per chi, come Heidegger, ha sempre guardato a Otto come a un illuminato interprete del passato. Questa edizione è arricchita da un saggio inedito su Zeus, la divinità suprema che ancora mancava all'appello nel testo originale tedesco.
Qual è il maggior contributo che la Francia abbia dato alla civiltà? Muo, cinese che studia da psicoanalista a Parigi, non ha dubbi: l'ideale cavalleresco. Come in un'eroica chanson de geste torna in Cina per salvare la dama dei suoi sogni dal pericolo che la minaccia. Vulcano della Vecchia Luna, la compagna di scuola che di lui, miope e bruttino, non ha mai voluto saperne, è stata arrestata per aver venduto foto proibite a un giornale straniero. Ma Muo non è Orlando: è un irresistibile iellato e l'unica sua arma è una scienza alla quale i suoi connazionali non riconoscono alcun valore. Sullo sfondo della Cina odierna, Muo è trascinato in una ridda di avventure comiche dalle quali si rialza provato, ma sempre deciso a portare a termine la sua missione.
Una serie monologhi scritti per la televisione, trasmessi dalla BBC nel 1987 e affidati all'interpretazione di grandi attrici inglesi, da Julie Walters a Maggie Smith. La comicità di Bennett si sprigiona solitamente da situazioni apparentemente dimesse, ma in questa occasione è andato molto oltre, strappando il massimo di ilarità a un pretesto, anche scenico, ridotto al minimo. E pur essendo, di fatto, una forma a sé, questi monologhi costituiscono la migliore introduzione possibile al mondo di Bennett, dove le leggi della logica prima o poi si incagliano su un dettaglio incongruo, finendo per ritorcersi contro chi cercava di applicarle.
Un principe studia per sette anni chiuso in un castello sulle cui pareti è iscritto tutto lo scibile umano. Ottiene un'insuperabile sapienza ma finisce poi per sprofondare nella più tetra malinconia. Questo romanzo per bambini rivela un volto poco noto di Landolfi, ma che scopriamo ben presto familiare nella descrizione del funesto Paese dei Sogni dove l'incubo che tormenta un assassino impunito ha l'aspetto di un uomo dal viso giallo coperto di sangue che avanza ululando. Così come nel finale del secondo "libretto" incluso nel volume, la "Raganella d'oro", in cui Teraponte, mite e devoto, si cimenta con un gigante sanguinario per salvare la principessa Urania. Per concludere che "non sempre i buoni e i generosi hanno la ricompensa che si meritano".
Chi si cela dietro l'enigmatica immagine di Alessandro Magno? Quali eventi hanno deviato la sua vocazione di letterato e filosofo, trasformandolo nello spietato conquistatore eretto a modello da Cesare e Napoleone? Alessandro appare in questo ritratto come una sintesi di figure storico-mitiche: un "io" molteplice e contraddittorio costruito mettendo insieme l'ira furiosa e l'amicizia disinteressata di Achille, la resistenza al dolore di Eracle, la liberalità e la tolleranza di Ciro il Grande. La sua ansia intellettuale e la sete di conquista scaturiscono dalla medesima pulsione, per cui le sequenze del crescendo espansionistico sono luoghi fisici e insieme tappe di un percorso conoscitivo che si arresterà solo davanti all'Oceano Indiano.
Anna Maria Ortese ha sempre viaggiato, per necessità, ma soprattutto per un innato nomadismo che la conduce da un treno all'altro, in una fuga che è una "scommessa pazza" perché è guidata solo da "certi segni misteriosi, come paletti affioranti dalla laguna". Gli articoli e i resoconti di viaggio sono spesso filtrati da una "lente scura", un fosco cristallo di "malinconia e protesta" che carpisce alle cose una "visione buia". Uno sguardo sulle cose che le mostra come non avremmo saputo, o voluto, vederle. Da Roma a Genova, dalla Russia del 1954 alla Napoli del 1961, da Parigi a Montelepre, sempre la lente scura fa affiorare verità inaccettabili e dolorose.
Composti tra il 1902 e il 1936, questi ritratti raccontano di Goethe, Schiller e Hölderlin, di Kleist, Dickens e Dostoevskij, ma al tempo stesso dicono molto anche di Walser, delle sue inclinazioni, idiosincrasie e gusti. Scelti per empatia o contrasto, per intima risonanza o alterità inconciliabile, gli scrittori su cui si sofferma sono protagonisti di piccole gemme o figure di quel teatro da cui lo scrittore fu sempre attratto. "Scrivere significa accalorarsi in silenzio": coerente con tale assunto, Walser è ora regista, ora attore che recita a braccio, ora sommo trasformista. Biografie immaginarie, monologhi ossessivi e commedie, questi ritratti sono approssimazioni all'immagine segreta che certi scrittori avrebbero potuto avere di se stessi.
Che il riconoscimento di un cadavere all'obitorio presenti degli aspetti comici non è cosa di tutti i giorni. Ma è proprio così che comincia l'inchiesta sull'omicidio di Louis Thouret: con la vedova che protesta perché al marito, ucciso poche ore prima con una coltellata, sono state messe delle scarpe color becco d'anatra e una cravatta rossa che il defunto non ha mai posseduto in vita sua! Thouret era un grigio magazziniere, considerato dalla moglie e dai suoi parenti un fallito e un buono a nulla. Basta poco a Maigret per scoprire la doppia vita dell'uomo: una casa a Parigi, un'amante, grosse somme di denaro a disposizione. Ma come se le procurava?
Un'autobiografia in cui tutto il mondo politico e religioso del Quattrocento e tutta la vita dell'epoca risorgono e si trasformano con l'evolversi di vicende intricate, attraversate da un testimone-attore che compone la sua vita come un'opera d'arte e al tempo stesso come un disegno della Provvidenza. Fu uomo curioso di ogni aspetto della vita, pronto a coglierne i tratti essenziali per proseguire sulla lunga via che lo condusse a un glorioso e drammatico pontificato. Intrighi di Corte, di Curia e di Concilio, guerre, personaggi illustri o ignoti, vizi e perfidie dei potenti: tutto viene registrato con lo stesso acume. Una delle manifestazioni più piene del Rinascimento italiano proposta nella versione integrale basata sul codice dell'ultima stesura.