
Nominato giudice penale - promozione meritata, nonostante l'evidente convenienza politica di privilegiare un uomo di colore - Daniel Savage, oriundo brasiliano cresciuto nel milieu della migliore borghesia inglese, decide che è giunto il momento di mettere la testa a posto, di smetterla con i molti adulteri e di passare al sereno tran tran matrimoniale, di uomo quasi felicemente sposato, con figli ormai adolescenti. Ma più cerca una vita semplice e convenzionale, e più intorno a lui tutto si complica e i comportamenti appaiono caparbiamente incompresibili. "La doppia vita del giudice Savage" è apparso per la prima volta nel 2003.
Di che cosa parlano le storie di Kafka? Sono sogni? Sono allegorie? Sono simboli? Sono cose che succedono ogni giorno? Non si può dire che le innumerevoli risposte si siano rivelate, alla fine, del tutto soddisfacenti. Questo libro segue un'altra via: non già dissipare il mistero, ma lasciare che venga illuminato dalla sua stessa luce. Kafka scrisse tre romanzi incompiuti, non soltanto perché mancavano ancora alcuni episodi. Piuttosto, era come se fossero stati concepiti per prolungarsi indefinitamente, anche oltre il loro autore. Capire quei romanzi implica ripercorrerli e proseguirli. E implica anche mescolarsi al corso, al movimento, alla fisiologia di quelle storie. Sino al punto di trovarsi in un mondo costituito quasi solo dai suoi scritti.
Nel 1969, dopo vent'anni di esilio (e trentacinque dalla pubblicazione delle "Confessioni di un borghese", il primo suo volume di memorie), Márai decide di sfogliare "quell'album di immagini morte" che si porta dentro e di raccontare gli anni atroci del dopoguerra. In un montaggio implacabile e sontuoso fa sfilare quelle immagini davanti agli occhi: dall'apparizione dei russi sulla sponda del Danubio alle rovine di Budapest, ridotta a un cumulo di macerie. E poi il ritorno a una faticosa normalità, il desiderio di scrivere nella lingua materna...
Il volume raccoglie una serie di saggi, a partire da quello che dà il titolo al libro, dedicato alle ninfe, esseri delicatissimi e oscuri, fascinosi e terribili, provocatrici dell'ossessione primigenia, l'ossessione erotica. A questo si affiancano saggi che toccano temi disparati come la letteratura dei Brahmana, "Lolita" da Nabokov, "La finestra sul cortile" di Hitchcock, l'idea di bibliografia come forma, dell'editoria come genere letterario (partendo da Aldo Manuzio, grande editore rinascimentale, per arrivare a Kurt Wolff, che fu l'editore di Kafka).
In questo libro Waugh raccolse tutto ciò che desiderava conservare dei libri di viaggi scritti fra il 1929 e il 1936: l'esilarante racconto di una crociera nel Mediterraneo; l'incoronazione a imperatore d'Etiopia del negus Hailé Selassiè; un complicato viaggio di ritorno, denso di significati e di rivelazioni, attraverso il cuore dell'Africa Nera; una serie di strabilianti avventure nella Guyana Britannica, che si conclude in Brasile; una seconda visita a Addis Abeba, come corrispondente di guerra, nell'attesa dell'invasione italiana.
Da qualche tempo l'Occidente cerca di tranquillizzarsi sulla Russia, pensando a Vladimir Putin come a un bravo ragazzo volenteroso. In questo libro la giornalista moscovita Politkovskaja, nota per i reportage sulle violazioni dei diritti umani e civili in Russia, ribalta quest'immagine. Non si tratta però di una fredda analisi politica. Come spiega la stessa autrice: "il mio libro è fatto di appunti disordinati ai margini della vita in Russia. Per il momento non posso analizzare quell'esistenza. Sto semplicemente vivendo, e prendendo nota di ciò che vedo". E ciò che vede è una vita quotidiana grottesca, quando non tragica, il crack economico, le degenerazioni dell'ex Armata Rossa, la strage dei bambini a Beslan...
Approdato a una tarda, linguacciuta, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall'accusa di omicidio, e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico Terry McIver. Così, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo, Barney ripercorre la vita allegramente dissipata e profondamente scorretta che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada, a trasformare le idee rastrellate nella giovinezza in "sitcom" decisamente popolari e altrettanto redditizie.
Guidata da pochi principi, quasi tutti appresi alla scuola di recitazione, Julia Lambert ("la più grande attrice d'Inghilterra") sa decisamente irretire il suo pubblico. Ma Julia sembra sempre sul punto di cadere: in un matrimonio mediocre, in un amore con un ragazzo che ha vent'anni meno di lei, nei trabocchetti tesi dai debuttanti che vorrebbero rubarle la scena. E ogni volta il lettore, spettatore dal loggione, vorrebbe metterla in guardia. Ma Julia riesce a scegliere benissimo da sé il tono, il gesto, l'inquadratura.
Un tempo simboli di forza e grandezza, temuti e venerati come divinità, leoni e tigri, orsi e coccodrilli (i "predatori alfa") sono ormai specie "terminali". Nel giro di centocinquant'anni si prevede che debbano definitivamente uscire di scena. E un altro capitolo della storia evolutiva si sarà chiuso. Ma al di là delle implicazioni strettamente ecologiche vi è una ragione più profonda per osservare con inquietudine il grande invalido, spogliato della sua regalità e ridotto all'impotenza. Da loro, per centinaia di migliaia di anni, gli uomini furono divorati, finché non si trasformarono essi stessi in animali divoranti. Quammen, autore di reportages per National Geographic, conduce la sua analisi tra scienza, letteratura e mito.
Unendo il rigore del giurista alla penetrazione del filosofo, Schmitt delinea in questo libro i tratti distintivi del combattente "irregolare", ossia di colui che si è posto al di fuori dell'inimicizia convenzionale della guerra controllata e circoscritta tra Stato e Stato per trasferirsi in un'altra dimensione, quella dell'annientamento. Muovendo dai progenitori spagnoli che combattevano contro l'invasore francese al tempo di Napoleone, l'autore illustra l'evoluzione del "guerrigliero", passando per i rivoluzionari di professione di Lenin, i partigiani della seconda guerra mondiale, i terroristi algerini, i guerriglieri vietnamiti ecc.

