
Una nuova opera di questo atipico pensatore che riflette in modo originale sull'impatto che i media hanno sulla nostra vita. Il mondo codificato in cui viviamo non è più sinonimo di progresso, ormai non racconta più storie, e vivere in esso significa smettere di agire. Quando qualcosa perde di significato si parla di "crisi dei valori". Questo perché siamo ormai dipendenti dal testo, anche per la storia, per la scienza, per la politica, per l'arte. Noi "leggiamo" il mondo, ad esempio dal punto di vista logico, o matematico. Ma la nuova generazione, che dipenderà dalla tecnologia non condivide i nostri "valori". E noi non sappiamo ancora attraverso quale nuovo significato la tecnologia che ci circonda, ci programmerà.
Volontario nella Prima guerra mondiale, aviatore, amico di D'Annunzio e suo compagno nel volo su Vienna del 1918, Aldo Finzi fu protagonista di varie imprese sportive e corridore motociclista. Fedelissimo di Mussolini, diventò sottosegretario agli Interni nel 1922, vicecommissario all'Aeronautica nel 1923 e quindi presidente del CONI. Nel momento di maggior fortuna, fu travolto nel 1924 dal delitto Matteotti. Era innocente, ma fu costretto dal Duce ad abbandonare ogni incarico. Internato perché contrario alla guerra, dopo l'8 settembre 1943 appoggiò le formazioni partigiane. Arrestato dai tedeschi il 28 febbraio 1944, fu rinchiuso a Regina Coeli. Dopo l'attentato di via Rasella, finì nella lista di Kappler e il 23 marzo fu trucidato alle Fosse Ardeatine.
La fabbrica delle notizie, con i suoi vizi e le sue virtù, messa a nudo con lucida precisione da un giornalista televisivo che ne conosce i meccanismi e i protagonisti. Un saggio rigoroso e documentato che affronta i nodi cruciali del mondo dell'informazione e della comunicazione: realtà e notizie, giornalisti e audience, media e potere, fatti e opinioni. Descrive come nasce una notizia e come viene scelta, come si attinge alle fonti e quando si agisce in modo distorto e calcolato. È uno strumento di lavoro per chi opera nel settore, ma anche un manuale di sopravvivenza per i lettori, i telespettatori e i radioascoltatori. In queste pagine il pubblico è considerato parte integrante del sistema mediatico.
Accade a volte, per un caso o forse per un imperscrutabile destino, che le menti migliori di un'epoca si concentrino in un unico luogo, facendolo diventare così il centro del mondo. Negli anni venti e trenta del Novecento questo luogo fu Parigi, "il posto migliore dove essere giovani ", la città ideale per "vivere da geni". Qui si ritrovarono Hemingway e Fitzgerald, Pound e Eliot, Faulliner e Auden, Apollinaìie, Breton, Gide, Gertrude Stein, Beckett, Benjamin e Valéry. E più tardi Sartre, Simone de Beauvoir, Lacan e lui, James Joyce, alla ricerca di un editore per il monumentale romanzo che stava terminando. Il loro punto d'incontro era una piccola libreria in rue de l'Odèon, Shakespeare and Company, fondata da una giovane americana approdata alla Ville Lumière nel 1916, appassionata di letteratura e tenace sostenitrice di nuovi talenti: Sylvia Beach. Fu lei a intuire con lungimiranza il genio di Joyce e a pubblicarne l'opera capitale, "L'Ulisse", che molti illustri editori avevano in precedenza bollato come "incomprensibile" e "oscena". Ma Sylvia fu per Joyce molto più che una semplice editrice: a lui consacrò i dieci anni migliori della sua vita, incoraggiandolo, finanziandolo e promuovendolo presso il pubblico e la critica.
Il volume studia, dal punto di vista psico-pedagogico, la differenza tra le fiabe narrate a voce e le storie viste in televisione; sottolinea i possibili effetti sui bambini ed invita gli adulti ad una maggiore consapevolezza nell'educare ipropri figli. Per i bambini l'abitudine al teleschermo e molto precoce: ma quali effetti e controindicazioni" puo avere? E come si differenzia il linguaggio televisivo da quello delle favole narrate a voce? Dalla fiabe tradizionali alle fiabe moderne, dalla storia letta la sera dalla mamma o dal papa alle storie viste in TV: questi e altri aspetti sono oggetto di riflessione e analisi nel presente volume, nella convinzione che le fiabe non sono destinate soltanto ai bambini. "
"Il codice da Vinci" è diventato in tutto il mondo un fenomeno editoriale. E, quel che è più importante, la storia raccontata da Dan Brown ha introdotto milioni di lettori in un mondo magico e misterioso dove si trovano riuniti Maria Maddalena, Leonardo da Vinci e i Templari, un sedicente Priorato di Sion, il Vaticano, l'Opus Dei e il Santo Graal. Ma in che misura il romanzo è storicamente attendibile e dove invece altera i fatti a vantaggio della finzione narrativa? Questo libro si propone di eliminare ogni equivoco, rispondendo a domande quali: È realmente esistita una società segreta conosciuta come Priorato di Sion? Quali sono le teorie sulla natura del Santo Graal? Qual è il significato degli enigmi nascosti nei nomi dei personaggi?
In questo libro il filosofo francese André Glucksmann giudica la guerra in Iraq come un atto di libertà e di responsabilità delle democrazie occidentali nei confronti della dittatura e della dilagante minaccia terroristica. In particolare la guerra contro il terrorismo richiede, secondo Glucksmann, una risposta ben diversa da una semplice litania di buone intenzioni, perché il terrorismo non è una degenerazione della politica ma rappresenta un attacco frontale alle radici stesse della civiltà.
Quando è nata la nozione di Occidente? Come si è modificata nel corso dei secoli? Qual è stato e qual è il suo rapporto con la nozione di Europa? E quanto devono al Cristianesimo entrambi questi concetti? E ancora: come può l'Occidente fronteggiare la sfida del terrorismo islamico? Esiste uno spazio per l'Europa sullo scacchiere internazionale? Queste sono soltanto alcune delle domande che Gianni Baget Bozzo si pone in questo libro.
Breve ed essenziale biografia di Francesco Moscati, padre di Giuseppe, il medico santo del quale ADP gia pubblicato due volumi. Viene presentata in queste pagine la biografia di Francesco Moscati, padre di Giuseppe, il medico santo esempio di fede per tutti i cristiani. Secondo la testimonianza di Nina Moscati Giuseppe era il ritratto fisico e morale di nostro padre". L'autore dimostra che egli oltre a lasciare la sua impronta sul volto del medico santo, ha anche contribuito a plasmarne il carattere e lo spirito "