
In mezzo al vuoto di contenuti e al pieno di merci di ogni tipo, i bambini sono ostaggi di educatori e psicologi che tentano di giustificare strategie di marketing: perché i bambini non hanno bisogno della televisione, è la televisione che ha bisogno di loro. Un libro radicalmente contrario alla foresta di schermi (della tv, del computer, dei videogiochi, dei telefonini), che ha invaso le camerette dei ragazzi e il salotto di casa. Un libro per tutti, ma in particolar modo per genitori e maestri, che spiega cos'è la televisione, a chi serve, quali interessi rappresenta e perché bisogna aspettare che un bambino compia dodici anni prima di fargliela guardare.
Un testo che vuole essere una profonda riflessione su un tema scomodo e ineludibile come la scomparsa di una persona cara. Ostaseki parla della morte come di un momento di enorme valore psicologico, emotivo, spirituale, un momento di passaggio. Spiega come il rapporto con la morte dipenda da quello con il dolore, con se stessi, con i cari e con la propria concezione di divinità. Ostaseski fonde la critica buddhista e le moderne cure palliative nei suoi "hospice" strutture di accoglienza per malati terminali e i loro familiari: la sua esperienza é alla base di questo libro, uno spunto di riflessione per tutti, laici e credenti, su un tema difficile che l'autore vuole insegnare ad affrontare con serenità e compassione verso il prossimo.
Questo volume affronta il delicato tema del disagio in classe alla luce di un’indagine, svolta in Lombardia fra il novembre 2004 e il maggio 2005, incentrata sulla percezione del problema e la formazione degli insegnanti. L’impianto euristico articola piani d’analisi complementari: l’acquisizione di informazioni utili ai fini di un’efficace progettazione di percorsi formativi sul disagio, l’analisi delle attese e dei bisogni espressi dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici riguardo al variegato panorama delle attività formative, la problematizzazione del rapporto tra professionalità docente e formazione. L’analisi sviluppata fornisce elementi che concorrono a comporre e ad articolare un’ipotesi interpretativa ampia, riguardante gli snodi sia epistemologici sia strategico-progettuali della formazione, in una prospettiva di sviluppo delle professionalità della scuola.
Le considerazioni maturate aiutano a corroborare e a specificare l’assunto fondamentale – suffragato dalla riflessione scientifica e richiamato dall’esame critico dell’esperienza – della corresponsabilità di tutti gli interlocutori implicati in un percorso formativo. Così si può dire riguardo allo sviluppo continuo delle professionalità della scuola, nella circolarità fra teoria e pratica, azione e formazione. Si delinea dunque un’idea di formazione intesa non come supporto, ma piuttosto come dimensione qualificante della professionalità nel suo quotidiano esercizio e sviluppo.
Renata Viganò è professore ordinario di Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Tra le sue pubblicazioni: Psicologia ed educazione in L. Kohlberg (Vita e Pensiero, Milano 1998); Metodi quantitativi nella ricerca educativa (Vita e Pensiero, Milano 1999); Pedagogia e sperimentazione (Vita e Pensiero, Milano 2002); Professionalità pedagogica e ricerca (Vita e Pensiero, Milano 2003).
Un libro di psicoanalisi sulle cure di bambini. Non Psicoanalisi di bambini" o "Psicoterapie di bambini", ma "Cure". E non solo perche il termine "cura" e utilizzato spesso nei testi degli psicoanalisti francesi. Qui, collocato nel titolo, permette di lasciare aperte tutte le questioni che verranno affrontate nel libro: quale sia la sostanza del lavoro che l'analista e il bambino compiono insieme, quale la differenza rispetto all'analisi degli adulti, quale la natura dell'incontro, quali le attese dell'analista nell'occuparsi di un bambino...Ma non solo un analista e un bambino. Laurence Kahn e questi bambini: Julie, Irene, Agnes, Adele, Muriel, Rene, Luc e infine Samuel al quale spetta il compito di concludere il libro e che, in sole due pagine, ci prende come se lo conoscessimo da sempre. Che cosa fa si che questi bambini ci diventino cari e familiari? Credo che cio dipenda dalla particolare capacita dell'autore di introdurci prima di tutto sulla scena analitica... "
Un libro di psicoanalisi. Femminile e malinconico: legare tra loro questi due termini puo sembrare provocatorio nell'associare troppo affrettatamente la femminilita al masochismo e alla perdita. Ma, in tutti i trattamenti, si ascolta un duplice messaggio: uno che percorre le trame del complesso edipico, l'altro che si cela nei misteri di perdere l'amore. Il femminile accoglie nel suo vuoto il bambino, l'infanzia e la componente infantile, attribuendogli le immagini della passivita, dell'impotenza, della mancanza di risorse. Questo femminile e presente in entrambi i sessi; e il punto di cristalizzazione della bisessualita e delle identificazioni, da cui dipende il destino sessuale di ogni individuo. La sua parte vivente puo allora liberarsi dalle pastoie della melanconia.
La vita di Teresio Olivelli (1916-1945).
Essere gentili conviene: fa bene alla salute, guadagna simpatie, crea intorno un clima positivo e sereno. Il vero tornaconto della gentilezza, tuttavia, sta proprio nell'essere gentili. La gentilezza, infatti, dà un senso e un valore alla nostra esistenza, ci fa dimenticare i guai quotidiani e sentire bene con noi stessi. Piero Ferrucci mostra in questo libro, frutto di ricerche scientifiche, ricco di aneddoti tratti dalla sua esperienza di psicoterapeuta e punteggiato di rimandi a fiabe e racconti delle più varie tradizioni, che una qualità "inattuale" come la gentilezza può rivelare un potere dirompente soprattutto nell'epoca odierna, in cui i rapporti fra esseri umani sono sempre meno autentici e sempre più formali.
La presidenza Ciampi rappresenta una svolta per il sistema politico e istituzionale italiano. È la prima elezione presidenziale in un sistema maggioritario ed è una scelta "bipartisan" nel contesto di un bipolarismo fortemente antagonista. Ciampi riflette questo mandato con una strategia di esternazioni equidistanti, rompendo una tradizione di presidenti "militanti" come Cossiga o Scalfaro. Questo, che sembra il limite tipico del tecnocrate, definisce la sua politicità: pungola il centrosinistra e le sue involuzioni identitarie, puntella il centrodestra e le sue derive plebiscitarie. Se Berlusconi scavalca il Parlamento rivolgendosi direttamente all'opinione pubblica, Ciampi vive la difficile coabitazione, regolando il conflitto.
Le torture del carcere iracheno di Abu Ghraib, pubblicate sulle prime pagine dei giornali, ci hanno offerto la versione intestinale, feroce e assurda della guerra. Si trattava di fotografie scattate con piccole macchine digitali a bassa definizione. O con telefoni cellulari. In Fucked Up la storia si ripete: lo stesso orrore, la stessa follia. E la stessa tecnologia portatile. Nel libro sono raccolte foto di militari che sorridono davanti al corpo carbonizzato di un iracheno; soldatesse vestite solo di un mitragliatore. Corpi maciullati. Prigionieri incappucciati. Edifici crollati. Immagini violente e drammatiche spedite dai soldati a un sito internet in cambio di materiale pornografico.

