
"Io non mi identifico con l'opposizione istituzionale: sono un oppositore Quidam de populo." Sotto la lente del più impietoso commentatore dei nostri vizi pubblici sfila la classe politica del Paese, incapace di garantire buon governo, istituzioni stabili, riforme ben congegnate. Un panorama di opportunismi e di inettitudini in cui si specchiano altri malanni, non solo italiani, del nostro tempo. Giovanni Sartori è uno dei massimi studiosi della politica del nostro tempo. È stato insignito di otto lauree honoris causa e nel 2005 ha ricevuto il prestigioso premio Príncipe de Asturias. È Albert Schweitzer Professor in the Humanities alla Columbia University e professore emerito di Scienza politica all'Università di Firenze.
La comunicazione verbale umana nasce con il puro uso della voce, non mediato da alcuna tecnologia: degli uomini si riuniscono in un luogo e, ascoltando parole, condividono emozioni profonde, immaginano mondi, cementano i valori fondanti della loro identità di gruppo. È la dimensione antica, magica e complessa dell'oralità, che tuttavia, soprattutto dal momento in cui si è incontrata e confrontata con la scrittura, primo vero e potente medium della storia, ha avuto sviluppi molto diversi nel tempo e nello spazio, a seconda di epoche e culture. Dalla Grecia antica all'attuale era dei mass media, il volume vuole essere una breve introduzione all'essenza della comunicazione orale e alle sue forme storiche.
Nell'epoca della comunicazione, quale è l'attuale, sarebbe quanto-meno auspicabile poter contare su una teoria generale della comunicazione umana in grado di descrivere e spiegare un amplissimo ventaglio di fenomeni. Tuttavia l'auspicio è, ancor oggi, largamente disatteso. "Comunicazione interpersonale" risponde a questa domanda di conoscenza e di sistematizzazione: uno studio organico e completo sulla comunicazione tra persone. Grazie alla sua esperienza di professionista e docente universitario, Francesco Perrone riesce a tenere insieme le esigenze della didattica con quelle proprie degli operatori e firma così un libro in cui gli aspetti teorici sono sempre ben compendiati con quelli pratici ed applicativi.
La tesi di fondo contenuta in quest'opera è che tra il mestiere del giornalista e quello dello scienziato vi sono più punti di contatto di quanto di primo acchito si possa ipotizzare.
"Almeno adesso abbiamo un posto per parlare". Ed uscì dalla mia stanza. Aveva chiesto di venire nel centro d'ascolto perché aveva bisogno di parlare. Venne fuori che il suo ragazzo, con cui stava da sei mesi, si era messo con la sua migliore amica. I genitori si stavano separando. Come lei, tanti altri. Tutti bisognosi di parlare, ma soprattutto di essere ascoltati. L'esperienza dei Centri d'ascolto e dei CIC nelle scuole può essere una formidabile occasione per entrare nel mondo dei nostri ragazzi. Ma il buon senso, la sensibilità e lo spirito volontaristico non bastano. Questo libro vuole offrire qualche spunto.
Il 27 ottobre 1962, a Bascapè, a una ventina di chilometri da Milano, cade l'aereo su cui viaggia il presidente dell'Eni Enrico Mattei, una delle figure più rappresentative e controverse del dopoguerra. La sua morte è uno dei "grandi misteri" dell'Italia contemporanea, ma, se spesso si è parlato della tragica scomparsa di Mattei, poco si è detto della sua vicenda personale e della sua parabola politica. In questo libro Carlo Maria Lomartire presenta un ritratto complessivo - al di là delle congetture sulla tragica fine e dello stereotipo del "grande boiardo di stato" - di una figura chiave del ventennio postbellico, uno dei principali artefici del passaggio dell'Italia da paese agricolo a potenza industriale.
Si può combattere il terrorismo con il terrore, o la violenza con altra violenza? È giusto? È efficace? E qual è il prezzo da pagare? Sono interrogativi oggi più che mai urgenti. Michael Ignatieff li affronta con determinazione, autorevolezza e con un raro, equilibrato connubio di idealismo, conoscenza storica e saggezza politica. Il risultato è un’opera notevole, un’analisi dalle molte sfaccettature, il cui ampio respiro consente di accostare il delicato tema della lotta al terrorismo rimuovendo ogni rischio di banalizzazione.
Certo, argomenta Ignatieff, di fronte a un’incombente minaccia, si può essere indotti a pensare che l'unica arma per sconfiggerla sia la violenza e che, pur di garantire la sicurezza, si possano sacrificare le fondamentali libertà civili. Ma l’uso indiscriminato della forza ci mette sullo stesso piano dei nemici che moralmente disprezziamo. Ecco perché la vera sfida, a cui rispondere con coraggio, è vincere la guerra contro il terrore senza venire meno ai valori distintivi della democrazia.
Osservando e mettendo a confronto diverse situazioni di ‘emergenza terroristica’ nella storia degli ultimi centocinquant’anni (dai nichilisti della Russia zarista alle milizie della Germania di Weimar, dagli attentati dell’IRA a quelli senza precedenti di Al Qaeda), Ignatieff dimostra come l'impiego della forza, pure indispensabile in situazioni estreme, sia efficace solo quando è controllato. Ma soprattutto, egli sostiene, non dobbiamo nasconderci che non sempre ciò che si compie in nome della democrazia e della libertà è di per sé buono. Uccidere per contrastare un grave pericolo può essere necessario, ma si tratta comunque della scelta del ‘male minore’. È invece proprio l’etica politica, che con le sue regole impone di contenere l'uso della forza, a offrire alla democrazia, in ultima analisi, l'arma più efficace, l’unica davvero in grado di garantirne la sopravvivenza in un’epoca di terrore: il potere morale che le consente di resistere e perdurare oltre l'odio e la vendetta.
Michael Ignatieff è direttore del Carr Center for Human Rights Policy alla Kennedy School of Government dell’Università di Harvard, storico e autorevole commentatore politico nel campo degli affari internazionali. I suoi articoli compaiono regolarmente sulle pagine di «Repubblica» e diverse sue opere sono state tradotte e pubblicate in Italia. Tra queste: I bisogni degli altri: saggio sull’arte di essere uomini tra individualismo e solidarietà (Bologna 1986); Album russo. Una saga familiare tra rivoluzione, guerra civile ed esilio (Bologna 1993); Isaiah Berlin. Ironia e libertà (Roma 2000); Impero light. Dalla periferia al centro del nuovo ordine mondiale (Roma 2003); Una ragionevole apologia dei diritti umani (Milano 2003).