
Lo sguardo di un grande storico avvicina i ricordi romani di Dante, che nell’ottobre 1301 fa parte dell’ambasceria che si reca da Firenze a Roma per incontrare papa Bonifacio VIII, e si confronta con tre canti della Divina commedia: il X dell’Inferno, dove gli eretici scontano la loro pena e il Poeta incontra Farinata degli Uberti e Cavalcante de’ Cavalcanti; il III del Purgatorio, dove le anime dei morti scomunicati attendono di poter iniziare la loro purificazione (tra questi Manfredi, figlio di Federico II), e l’ultimo del Purgatorio, dove le anime che hanno compiuto l'espiazione attendono l'accesso al Paradiso.
Sommario
1. Introduzione, di Chiara Frugoni. 2. Dante e la Roma del suo tempo. 3. Il canto X dell’Inferno. 4. Il canto III del Purgatorio. 5. Il canto XXXIII del Purgatorio.
Arsenio Frugoni (1914-1970), tra i maggiori storici italiani del Novecento, ha insegnato Storia medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all’Università di Roma.
Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale nelle università di Pisa, Roma e Parigi.
«Lo storico non è un fiancheggiatore che solo il suono dei tamburi mette in marcia, ma è in marcia perché pensa: un pensare, il suo, che libera dai dubbi, dalle oscurità dell'azione immediata, intendendone egli nel passato i motivi profondi. [...] La storia non è un artigianato tradizionale, ma un impegno totale di comprensione: una comprensione che parte dalla pienezza di vita e che più ampia e profonda diventa non per l'apporto di nuove tecniche di ricerca, ma per la ricchezza, la complessità, l'urgenza dei problemi che lo Storico avverte e suscita in se stesso. Dunque vivere la vita è la condizione essenziale per vivere la storia. E barbaro o imbarbarito, perché fattasi vuota la sua coscienza, è nel nostro concetto di civiltà chi non è in grado di vivere la storia. L'incontro con la storia è l'occasione per gli uomini di capire se stessi e anche di misurare quanto sono disposti a pagare per capire, serenamente, gli altri uomini». Con uno scritto di Chiara Frugoni.
E così accade che una studiosa come Chiara Frugoni lasci i sentieri della ricerca e torni a quelli di ciottoli che conducono a Solto, un piccolo paese dell'alta bergamasca, e alla casa dei nonni materni, dove ha passato tutte le estati della sua vita. Vi torna per raccontare un tempo che è stato quello dell'infanzia. Con un fortissimo senso delle radici e affidandosi alla nettezza dei sentimenti, Chiara Frugoni ricorda questo villaggio contadino prima della sua definitiva trasformazione: attingendo soprattutto a memorie private, ai personaggi famigliari che vogliono uscire da fotografie e quadri per prendere la parola e tornare a ripercorrere i propri destini. Chiara Frugoni illumina i bellissimi occhi chiari dello zio dottore, elegante anche per sentieri e strade infangate, scolpisce la laboriosa severità di Censo, il falegname, evoca la ruvida nonna Teresa e il pio nonno Serafino, si attarda su Diodata, sorella del nonno, scrittrice travolta dalle teorie dannunziane, vessillo di un'emancipazione senza libertà, morta chiedendo una coppa di champagne, rammenta in un nostalgico ritratto la misteriosa nonna Dina. La costellazione di personaggi si complica e si approfondisce lungo un arco temporale di un secolo. In questa "autobiografia con figure" si dispiega un mondo scomparso che è chiamato a dirci di cosa non deve andar priva la nostra memoria.
Far politica con le immagini: bene comune, giustizia e pace contro bene proprio, violenza e paura.
Nel Medioevo il diritto all’immagine appartiene soprattutto ai protagonisti del mondo religioso, della Chiesa come delle Sacre Scritture, o a grandi personaggi laici e famosi. Con gli affreschi di Palazzo Pubblico a Siena Ambrogio Lorenzetti ci propone una straordinaria novità, rappresentando gente comune, senza storia. Ad essa per la prima volta è affidato il compito di illustrare la ridente vita in città e in campagna assicurata dall’ottimo governo dei Nove. Non importa che la realtà, ben diversa, fosse fatta di carestie, rivolte, corruzione. Nella prestigiosa Sala dei Nove i cittadini e i contadini senesi del tempo – siamo intorno al 1338 – vedono raffigurata una città orgogliosa dei suoi splendidi palazzi, una lieta e fertile campagna dove vecchi e giovani, donne e bambini, e poi artigiani, mercanti, nobili e intellettuali, contadini e pastori sono partecipi di una convivenza operosa e felice. è il trionfo del Bene Comune, e della guida illuminata dei governanti cittadini. Dove invece ognuno tende al bene proprio ecco infuriare un corteo nefasto: anarchia, violenza, distruzione, soprusi, guerra. Un capitolo vivo di storia medievale, ma non solo: additando il pericolo della Tirannide e le sue conseguenze, questo grande manifesto politico ha parlato a tutte le epoche, e oggi parla a noi con voce particolarmente forte.
Nella scoperta del capolavoro di Ambrogio, ad accompagnare il lettore un ricchissimo corredo di immagini smaglianti.
In principio venne la A dei femminili, poi l'asterisco per essere più inclusivi, infine la scwha in nome della fluidità. La famiglia non è più soltanto famiglia, non è solo allargata, ora è queer. E il sesso non si chiama più sesso, bensì genere. Ma i generi quanti sono? Uno, nessuno, centomila, tanto si può sempre cambiare. L'utero invece, oggi come ieri, "è mio e me lo gestisco io", però all'occorrenza si può anche affittare. Il male nel mondo è causato dal patriarcato, ma guai a parlare di peccato. Quando si parla di donne c'è una sola voce socialmente accettabile, se si vuole essere considerati dalla parte giusta della storia. Eppure, c'è un'altra campana, che forse, per una volta, varrebbe la pena ascoltare.
150 date come filo conduttore per raccontare in 150 piccole storie la grande storia del nostro Paese dall'Unità ad oggi: questa la formula semplice ma certo innovativa scelta da Carlo Fruttero e da Massimo Gramellini per celebrare a modo loro i 150 anni di vita della nostra nazione. Il duo Fruttero-Gramellini ripercorre infatti, a quattro mani, i grandi eventi della storia italiana, dall'istituzione del Parlamento alle guerre mondiali, dalla nascita della democrazia ai fatti dei nostri giorni, chiamando in causa i personaggi - politici, intellettuali, artisti e scienziati -che hanno contribuito a fare del nostro un grande Paese. Il risultato è un mosaico che rivela una storia d'Italia diversa, spesso più interessante di quella che c'è stata raccontata, un po' noiosamente, a scuola. Recuperando date ed eventi a volte dimenticati e forte di una scrittura brillante e ironica, il libro offre al pubblico una lettura affascinante e divertente dei 150 anni della nostra Unità nazionale.
"Non sembra il caso di suggerire ai nostri lettori di non aspettarsi i grandiosi affreschi di Tucidide o Tacito, di Machiavelli o Gibbon. Tutti sanno che non siamo storici e non avremmo comunque il mestiere e il genio per guardare a tali altezze. Ma da quei maestri una lezione l'abbiamo pur appresa: la Storia obiettiva, la Storia imparziale, la Storia definitivamente veritiera non esiste, può essere soltanto un'aspirazione, una meta intravista e irraggiungibile. Ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile. Abbiamo scelto 150 giornate a nostro avviso significative, distribuendole equamente fra i quindici decenni dell'Italia Unita. Ma cosa vuol dire significative? Alcune erano obbligatorie, ma molte altre, non senza lunghe discussioni tra di noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili. A ogni capitoletto di questa ormai lunga vicenda abbiamo cercato di dare un taglio narrativo, di partire da un particolare più vivido per evitare ai nostri lettori la triste impressione del grigiore scolastico. Sono 150 racconti contratti, ridotti all'essenziale e dolorosamente privi di infiniti risvolti, sacrifici dettati dalle necessità grafiche del quotidiano torinese "La Stampa" che ha avuto l'idea e che ha pubblicato nei mesi scorsi queste pagine. Il nostro intento era di offrire un'infarinatura di storia d'Italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l'hanno mai avuta.
Questo libro ha il sottofondo del battito di una macchina per scrivere, un'Olivetti, verde. Ha l'odore della carta (dei libri, dei taccuini, dei fogli sparsi ovunque) e del fumo di Gitanes e Nazionali. Ha il sapore del tè freddo fatto in casa, scelto fra specialissime miscele che vengono dall'India, dall'Inghilterra, dalla Cina. Ha la tenerezza di certe letterine scritte da padre a figlia, che raccontano storie fantastiche (un grillo che si infilò in camera perché non aveva il paltò, Lucentini che brucava l'erba per ingannare una pecora...) e si chiudono con "un piccolissimo pizzicotto che non fa male". Una vita incredibile, da sogno, come una fiaba italiana dell'amico Italo Calvino. Il 15 gennaio 2012 se ne andava Carlo Fruttero. Nei mesi che sono seguiti, la figlia Maria Carla ha iniziato a raccogliere le memorie di una vita accanto lui e a metterle in questo libro. Lei che, "nata geneticamente compromessa", educata al severo rispetto delle parole, ha con la scrittura un rapporto naturale. Il risultato è una biografia intima e ravvicinata, in cui si entra nel magico regno di uno scrittore, nel suo laboratorio professionale ed emotivo. E fra un aneddoto con nomi illustri e il ricordo di una battuta ironica o di un lampo di intelligenza, regala a tutti i lettori la sensazione di vivere privatamente un pezzo della nostra storia culturale.
Trovare la persona giusta non è semplice, ma è almeno possibile? O sono più realistici i calcoli del matematico Peter Backus - un single di vecchia data che ha stimato che il numero delle civiltà aliene nella nostra galassia supera quello delle sue possibili partner? In qualsiasi modo la pensiate, una formula segreta dell'amore esiste e per una volta la chimica non c'entra: è tutta questione di numeri. Per esempio, la teoria dei giochi massimizza le nostre probabilità di conquistare chi ci piace; quella dell'arresto ottimale ci aiuta a trovare la persona della nostra vita; con i modelli di Murray applicati alle dinamiche dei litigi possiamo evitare il divorzio... E possiamo anche rispondere a domande fondamentali: qual è il limite oltre il quale nella vita di coppia è meglio non scendere a compromessi? Che cosa, esattamente, ci fa trovare attraente qualcuno? Perché, soprattutto sui social network, essere bellissimi non è un vantaggio? Brillante, arguto e accessibile a tutti, questo libro ci mostra i modelli ricorrenti grazie ai quali possiamo capire e prevedere moltissimi fenomeni, compreso il modo in cui cerchiamo e amiamo la nostra metà, e ci offre i suoi consigli (matematicamente verificati) per trovare quella persona così speciale per noi.
Il grande codice del canadese Northrop Frye ha conosciuto, fin dalla sua pubblicazione nel 1982, una straordinaria fortuna editoriale, diventando un'imprescindibile opera di riferimento per chi si interessi al rapporto tra Bibbia e letteratura. La Scrittura Sacra del cristianesimo, nell'insieme variegatissimo dei libri che la compongono, dalla Genesi all'Apocalisse, costituisce un gigantesco repertorio di archetipi, simboli, miti e storie che ha profondamente plasmato il nostro immaginario, una sorta di grembo sempre fecondo senza il quale due millenni della nostra cultura non sono minimamente decifrabili. La Bibbia è infatti una sorta di opera-mondo, antica e comune a tutto l'Occidente, che contiene tutte le forme e i modi della letteratura. Grazie a una vastissima conoscenza del testo e al dispiegamento di una raffinata strumentazione teorica, Frye offre di questo smisurato libro una fondamentale 'anatomia critica', attraverso l'elaborazione e l'applicazione di categorie interpretative quali il linguaggio, il mito, la metafora e la tipologia. Il grande codice mostra però come la Bibbia, pur profondamente radicata in tutte le risorse del linguaggio della nostra cultura, le ecceda. Essa infatti non è solo mito o narrazione storica o poesia, è più di un'opera letteraria, è una 'rivelazione' in forma di annuncio coinvolgente sul significato della storia e della condizione umana. In questa originalità sta il segreto della sua inesauribile forza generativa culturale. Invitato a identificarsi con il Libro dei libri, il lettore farà l'esperienza di Frye stesso, quella di un viaggio «dove ogni passo è accompagnato da sconfinate visioni di territori sconosciuti».