
Il libro si apre con una ricostruzione dei destini dell'Italia decisi, suggerisce l'autore, già durante la conferenza di Yalta a seguito della quale fu sancita una tacita spartizione del nostro paese in due aree di influenza: est e ovest. La conseguenza più rilevante di tale disegno sopranazionale è stata la creazione di un sistema democratico anomalo, bloccato da due sistemi di controllo, quello americano e quello sovietico, contrapposti ma al tempo stesso alleati nella spartizione politica del potere. In quest'ottica gli orientamenti del paese, le linee di governo e la sua organizzazione negli anni dal dopoguerra alla morte di Moro hanno in qualche misura condizionato un vero confronto politico con conseguenze che sono evidenti ancora oggi.
Un libro di psicoanalisi sul bisogno di credere. Freud ha consacrato una parte importante della sua opera ad analizzare le fonti della credenza religiosa, i suoi meccanismi e le sue messe in atto, addirittura il suo avvenire. Se nelle sue intenzioni c'e una dimensione scientista che puo sembrare riduzionista, c'e anche un prodigioso interesse per le rappresentazioni che ne risultano, gli affetti che l'accompagnano e piu generalmente le pulsioni che vi si trovano mobilitate. Questo libro si propone come obiettivo di reinterrogare gli argomenti che esso sviluppa nella sua lotta militante per opporre faccia a faccia la visione religiosa del mondo e la visione scientifica" e laica alla quale si allaccerebbe la psicoanalisi. "
La nostra epoca ha profondamente bisogno di una rinnovata filosofia dei valori. Non di una retorica sui valori, che associa la nozione di valore a quelle di tradizione, passato, memoria, religione o ideologia. C'è bisogno di pensiero vivo che faccia luce su un dato essenziale della nostra esperienza: i valori, come li incontriamo, attraverso la gamma della nostra vita emotiva e affettiva nei beni e nei mali di cui son fatte le nostre giornate, con le nostre decisioni, i comportamenti privati e pubblici. La filosofia, nata con Socrate per tradurre questa esperienza viva in conosenza vera, ha dato le dimissioni da questo suo compito. Eppure la sua anima migliore si era trasferita nel corpo di documenti e istituzioni che hanno cambiato la storia del mondo: dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo fino al sogno ragionevole di un'Europa unita in pace, libertà e giustizia. Ma dove lo spirito le abbandona, le istituzioni umane vanno in rovina. Questo libro interroga tutti noi, educatori e ricercatori, sulle cause di questo male dilagante. E conduce i llettore sulle tracce di una nuova cognizione del valore.
«Democrazia dissociativa» è la metafora di origine neuro-psichiatrica che si è voluto utilizzare per caratterizzare sinteticamente i profili del nostro sistema politico negli ultimi venti anni, dominato dalla contrapposizione ossessiva fra «berlusconismo » e «anti-berlusconismo». In senso esattamente opposto al paradigma di «democrazia consociativa» – raccomandato da Arend Lijphart come forma ottimale di democrazia (e in parte sperimentato nell’Italia di Prima Repubblica) – nel nuovo corso si rompono irreparabilmente i legami di rappresentanza e rappresentatività fra una società che, se non coesa al proprio interno, si presenta tuttavia priva di conflitti irriducibili, e la politica ridotta a un’arena di lotta permanente fra «bande», interamente calata in una logica di potere fine a se stessa. Alla luce di questo schema interpretativo, il pamphlet ripercorre le fasi salienti di sviluppo e agonia della cosiddetta Seconda Repubblica, dal primo governo di centrodestra, guidato da Silvio Berlusconi nel 1994, al recente governo dei tecnici affidato a Mario Monti nel 2011.
Il nostro sistema scolastico e, conseguentemente, quello universitario non forniscono strumenti sufficienti a porre tutti i cittadini su un piano di equità. La rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale prevista dall’articolo 3 della nostra Costituzione appare da lungo tempo inefficace, a dispetto della storia del nostro paese che ha conosciuto il riscatto culturale e sociale come leva per la crescita civile. La cieca furia riformatrice, spesso enfatica e priva di risorse, è lo specchio di una società sempre meno interessata alla cultura. Ma adeguarsi alla dilagante perdita della preparazione di base, allargare le braccia in segno di impotenza, è il modo per cristallizzare l’impreparazione e la condizione di iniquità sociale che ne deriva.
È la storia di un giovane di appena 26 anni che non si è piegato alla corruzione e ne ha pagato il prezzo con la vita. Il testo esordisce con una dettagliata panoramica storica e culturale della Repubblica Democratica del Congo, a cominciare dalla sottomissione coloniale di fine Ottocento al Belgio, che sfruttò con metodi schiavistici le risorse del Paese. Infatti, la crudeltà e la sopraffazione del re del Belgio, Leopoldo II, vennero denunciate addirittura da un movimento d'opinione internazionale. Ma le tragedie politiche di questo Stato africano sono continuate fino a oggi. In un clima particolarmente conflittuale nasce Floribert Bwana, un giovane di spiccata intelligenza. Le condizioni piuttosto agiate della famiglia gli consentono gli studi universitari. Di carattere estroverso e ottimista, è colpito dal disagio della sua gente e si adopera con varie iniziative, specialmente per salvare i ragazzi di strada. Conosce la comunità di Sant'Egidio ed è affascinato dal lavoro di promozione umana che la comunità svolge in Congo. Entra in politica e sogna una società multiculturale capace di vivere insieme. Intanto lavora all'OCC, un'Organizzazione che vigila sulle merci in entrata e uscita dal Paese. È caposervizio e deve vigilare che la merce alimentare non sia avariata. In tal caso dovrà vietarne la vendita. E sarà questa sua coscienza del dovere e dell'etica che lo ucciderà.
"Psicoanalisi del Cristianesimo" propone un'ipotesi interpretativa relativa ad un fenomeno millenario qual è il Cristianesimo che, oltre a marcare la cosmovisione e la prassi dell'Occidente, coinvolge direttamente un terzo della popolazione mondiale. Numerosi sono gli studi che evidenziano gli aspetti religiosi, storici, politici, sociali ed artistici del Cristianesimo, mentre sono pressoché assenti quelli che ne esplorano le dinamiche "inconsce". Il quesito cui la presente ricerca tenta di dare una risposta può essere così riassunto: qual è la dinamica impercettibile e non riconosciuta che attraversa il Cristianesimo, da Gesù di Nazareth fino ai giorni nostri e che penetra inconsciamente non solo nelle Chiese ma anche nella civiltà occidentale? Quale impatto hanno nel Cristianesimo le prime testimonianze dei Discepoli (Vangeli), l'incontro con il pensiero unico imperiale (Costantino), l'elaborazione della colpa e la risposta persecutoria (Agostino), nella strutturazione dicotomica delle Chiese, persino nel rito fondamentale dell'Eucaristia? È ragionevole l'ipotesi che il Cristianesimo, al di là di innegabili meriti e valori, sia segnato da un "disordine narcisistico"?
Molto è già stato detto su Antonia Pozzi, ragazza "imperdonabile" che, nonostante la sua breve vita, ha lasciato più di trecento poesie, numerose lettere, pagine di diari e circa tremila fotografie, e la cui figura è oggetto di una straordinaria riscoperta di pubblico e di critica. Eppure c'e sempre, quando si parla di lei, l'impressione di qualcosa di incompiuto. Come se la "troppa vita" che le scorreva nel sangue non si sia mai voluta lasciare decifrare fino in fondo. Come se ci fosse sempre troppo da dire e nello stesso tempo un'urgenza di silenzio avesse costantemente percorso lei e le persone che le stavano accanto. Per raccontare questo personaggio complesso, profondo e a tratti enigmatico, che ha attraversato gli anni Trenta con intelligenza e passione, sofferenza e determinazione, Gaia De Pascale ha scelto la via del romanzo. Il libro dà la parola alla stessa Antonia, scavando nell'animo della protagonista e restituendo le persone, i luoghi e le atmosfere di un tempo cruciale sotto ogni punto di vista per la storia del nostro Paese. In bilico tra realtà e finzione, "Come le vene vivono del sangue" usa il verosimile come unico mezzo possibile per accedere al fondo segreto dell'esistenza di Antonia Pozzi, e rende omaggio a una figura femminile che ha saputo attraversare con la stessa profondità tanto la vita quanto la morte.
Nella pratica clinica del disturbo psichico ad eziologia multifattoriale appare indispensabile l'uso di strumenti, tecniche e strategie che agiscano sinergicamente a vari livelli. Il volume offre a tutti gli operatori impegnati nel lavoro riabilitativo (psicologi, pedagogisti, educatori, assistenti sociali, infermieri, medici e psichiatri) le basi fondamentali teoriche e le applicazioni pratiche di queste tecniche e strategie, senza tralasciare la dimensione relazionale e il rapporto con la propria interiorità.