
Se dovessimo dar credito a “Gomorra”, Scampia sarebbe una terra senza speranza; dominata da spietati boss della camorra e abitata da uomini e donne conniventi e destinati – spesso – a una morte violenta. Ciro Corona racconta però un’altra storia, una storia di riscatto e impegno dal basso, di sogni concreti e di lotte per realizzarli. Corona è la “faccia bella di Scampia”, insieme a quella di tante altre persone pulite e sane che lavorano per il territorio. È anche ideatore dello sportello anticamorra, fondatore dell’associazione (R) esistenza Anticamorra con cui gestisce dei beni confiscati alla camorra; il lavoro di Ciro e dei suoi compagni ha permesso a centinaia di ragazzi di trovare un impiego onesto e di entrare in un circuito economico virtuoso che li ha allontanati dalla strada e dalla delinquenza. Negli anni non sono mancati soprusi e minacce da parte della camorra sia verso Ciro che verso l’associazione: consegna di proiettili, danneggiamenti e attentati, ma il sostegno delle forze dell’ordine, della magistratura e soprattutto dei cittadini di Scampia ha permesso all’associazione di andare avanti, crescere e sperare in un futuro migliore.
Che direste se arrivasse uno in casa vostra e in nome del suo guadagno cominciasse a smontarvi tetto, porte e finestre per ottenere legname e mattoni da mettere in vendita? E che gli direste se di fronte alle vostre proteste rispondesse che conviene anche a voi perché userà voi come manovali per la demolizione? Pensereste di trovarvi di fronte a un folle, eppure è la fotografia del sistema di oggi che non solo demolisce il pianeta per il profitto immediato, ma afferma perfino che si tratta di sviluppo e progresso. Il sistema fa di tutto per trasformare la follia in normalità, addirittura in virtù, ma molte comunità hanno conservato il senso della ragione e difendono con tutte le loro forze la natura e i beni comuni. Questo libro racconta della resistenza organizzata in Cile per impedire a Endesa, controllata di Enel, di dare un altro duro colpo alla Patagonia, manomettendo i corsi d'acqua per la costruzione di una diga che avrebbe conseguenze incalcolabili per la natura. Un esempio da replicare su scala locale e globale semplicemente per garantirci un futuro.
Secondo don Gobbi soltanto lo Spirito del Signore può riportare l’umanità alla perfetta glorificazione di Dio. Solo lo Spirito del Signore può rinnovare la Chiesa con lo splendore della sua unità e della sua santità. Solo lo Spirito del Signore può vincere la potenza e la forza vittoriosa dell’enorme Drago Rosso. Ma chi o cosa è questo Drago Rosso?
Come Lovecraft scriveva l’orrore alieno? A tale seminale quesito di Gianfranco de Turris intende rispondere il presente lavoro: un ampio saggio critico sulla lingua, le tecniche narrative e la filosofi a del più grande autore horror di ogni tempo, HPL, capace di proiettare l’umano in un mostruoso e potenzialmente infinito cosmo letterario. Le risposte suggeriscono una filosofia dell’orrore che rifonda la realtà e la psicologia: l’essere umano è la porta per l’Oltre, e nello spazio trova eterni varchi per l’Essere Vasto e senza forma che, attraverso un’altera geometria, sogna una forma impossibile per misurare l’infinito.
Donatrici/venditrici di ovociti, fecondazione in vitro, madri surroganti che conducono gestazioni e partoriscono su commissione, bambini e bambine che nascono con problemi di salute. Davanti al cieco entusiasmo del mondo scientifico e di parte del femminismo, Laura Corradi intende smascherare il fervore neoliberista che indica come "diritti di riproduzione" quelli che in realtà sono privilegi geo-politici ed economici. Una riflessione sulle implicazioni etiche, biologiche e psicosociali delle nuove tecniche di riproduzione e sulla mercificazione dei corpi, in una prospettiva femminista. Il contesto sociale contemporaneo ha costruito un capzioso idealtipo, ben pubblicizzato dai media, quello della "donna che vuole un figlio a tutti i costi", che sembra giustificare l'omissione dei dati disponibili sugli aspetti negativi per la salute della madre e del feto da parte dell'industria medica e del suo indotto.
Cominciare a fare cronaca nera a vent'anni, girando per questure e quartieri malfamati con lo sbalordimento di chi si trova d'improvviso dentro un gioco drammatico e vero. Guardare, all’inizio, ai morti dei regolamenti di conti e agli imputati dietro ai banchi di Assise con curiosità e attenzione, ma in fondo come a estranei, dagli estranei destini. Imparare a tornare in redazione solo con in tasca la foto del morto. E uscire dall'obitorio di Bologna, una notte di Natale e di strage, annichilita, perchè quei poveri corpi inerti sotto le lenzuola ti sembravano solo materia, cose. Poi, un anno dopo l'altro, scoprire nelle facce, in fondo agli sguardi degli altri, che nessuno ti è davvero straniero. Che proprio nelle situazioni estreme di cui un cronista racconta, più facilmente viene a galla degli uomini ciò che abbiamo in comune, come una profonda radice: il coraggio, la paura, e una speranza taciuta. Da inviato, poi, incontrare in paesi lontani missionari che curano gli Indios nella foresta, o ricostruiscono monasteri trappisti nell’Est delle chiese abbandonate. Uomini che ti meravigliano: perché, della loro speranza, sanno dare, e quasi far toccare, la ragione. Dalle spiagge dello tsunami al superstite del Vajont, venticinque anni di appunti per imparare che anche dietro le vicende più buie c’è un mistero nascosto in fondo agli uomini. Per cominciare a guardarli con uno stupore nuovo.
GLI AUTORI
MARINA CORRADI è inviato e editorialista di «Avvenire» e collabora a «Tempi». Ha iniziato a lavorare come cronista di "nera" al quotidiano milanese «La Notte», poi è passata a «Repubblica» e da qui nel 1988 al quotidiano cattolico. Ha ricevuto nel 2006 il premio "Dino Buzzati" della Provincia di Milano e il premio dell'Unione cattolica stampa italiana per il 2007. Nello stesso anno per la rubrica "Prima che venga notte" ha ricevuto uno dei premi giornalistici Saint Vincent, sotto il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Ha tre figli.
«È finito! È finito!», gridavano per strada da Milano a Roma a Napoli, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2020. Sembrava la fine di una guerra. Ma la vittoria non era stata conquistata. Lo è, forse, ora, e tuttavia, ci avvertono, nuove varianti Delta o Kappa sono in agguato. Torneremo a vivere "come prima"? O la scoperta di una drammatica vulnerabilità, in un mondo che prometteva il "diritto alla salute", ci lascerà addosso un segno perenne? E che cosa conta, cosa è fedele, cosa vale, dopo il Covid? In questa raccolta di testi tratti da "Avvenire" Marina Corradi traccia in brevi istantanee di vita quotidiana un diario dell'anno 2021, atteso come un liberatore, e invece aspro ancora. Anno oscillante fra il lutto e la paura e quella speranza e voglia di vivere che sempre, dopo ogni prova, tornano fra gli uomini ? come l'essenza della loro stessa natura.
Sul tracciato delle parole di papa Francesco, percorrendo i sentieri e i rivoli del suo Messaggio, «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria» (Es 10,2). La vita si fa storia, si rinnova anche quest'anno - alla quinta edizione - la proposta di riflessione e di approfondimento attraverso una prospettiva multidisciplinare che coinvolge accademici e giornalisti, intellettuali e teologi, artisti internazionali e grandi testimoni di impegno civile. Un "cortile dei gentili" pronto a dare riverbero alle parole del Papa, un invito a raccontare «il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l'intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri», per individuare chiavi di lettura del Messaggio, per attivare raccordi con la vita quotidiana e la prassi pastorale.
Papa Francesco, nel suo Messaggio per la 56a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, recupera l'invito di sant'Agostino («Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore») e rilancia l'esortazione di san Francesco d'Assisi a «inclinare l'orecchio del cuore». La capacità di ascoltare è preziosa soprattutto nel nostro «tempo ferito»: la buona comunicazione «presta attenzione alle ragioni dell'altro e cerca di far cogliere la complessità della realtà», mentre oggi «in molti dialoghi noi non comunichiamo affatto», cerchiamo soltanto di imporre il nostro punto di vista. Questo volume vuole accompagnare giornalisti, operatori dei media, direttori diocesani, sacerdoti, insegnanti, catechisti e famiglie nella lettura e nell'approfondimento del Messaggio del Santo Padre, offrendo commenti e riflessioni ma anche spunti operativi da declinare in ambito pastorale ed educativo.
Il Messaggio del Papa per la 58a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali riguarda il tema dell'intelligenza artificiale. I contributi raccolti in questo volume lo commentano da diverse angolazioni, da quella etica a quella filosofica, fino a quella educativa e giuridica, senza dimenticare le implicazioni negli ambiti della scuola, del giornalismo, dell'arte e del cinema o l'impatto concreto sull'opinione pubblica e sulle relazioni intergenerazionali. Non si tratta di immaginare una realtà potenziale quanto piuttosto di fare i conti con un presente che ha in sé, fin d'ora, i germi del futuro. «Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la Sapienza che è prima di ogni cosa (cfr. Sir 1,4), che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti (cfr. Sap 7,27): ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell'intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana» (Papa Francesco). Papa Francesco Intelligenza artificiale e sapienza del cuore Vincenzo Corrado - Stefano Pasta, Introduzione. Commenti di Paolo Benanti, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Sabino Chialà, Andrea Ciucci, Vincenzo Corrado, Nello Cristianini, Adriano Fabris, Luciano Floridi, Antonella Marchetti, Dermot Moran, Ivana Pais, Stefano Pasta, Sergio Perugini, Paolo Ruffini, Luca Maria Scarantino, Giovanni Ziccardi, Claudia D'Ippolito.
Che cosa sta succedendo nel mondo arabo, e per quale ragione? Che origini ha la minaccia fondamentalista, e in che misura essa rappresenta la fede islamica? Dalla rivelazione coranica all’impero Ottomano, dal colonialismo alle rivoluzioni arabe e al terrore, una guida alla scoperta dell’Islam e delle sue istituzioni politiche.
Negli ultimi anni l’Islam, spesso con le minacciose sembianze del terrorismo fondamentalista, è tornato a bussare alla porta di ciascuno di noi. La terribile cesura dell’11 settembre 2001 sembra averci svelato i sentimenti ostili, figli di ferite mai sanate, che parte del mondo islamico nutre oggi nei confronti dell’Occidente. I risultati nefasti delle guerre in Afghanistan (2001) e Iraq (2003) hanno contribuito ad allargare il fossato tra chi ancora crede nel modello democratico occidentale e chi lo ritiene causa dell’attuale crisi. E se le rivoluzioni arabe sembrano aver condotto in più casi all’aggravarsi delle situazioni, l’avanzata dello Stato Islamico e la sua propaganda terrorizzano l’Occidente, oscurando agli occhi di molti la varietà di forme di opposizione all’autoproclamatosi “califfo” al-Baghdadi. Scopo di questo libro è ripercorrere dalle origini la storia dell’Islam, interrogandone i testi storici ed esaminandone le istituzioni classiche, cercando di capire quali riferimenti siano ancora validi oggi, cosa è stato frainteso o distorto, e cosa ha portato alla situazione attuale. Scopo di questo saggio è anche sollecitare una questione: come è possibile che la stessa fede musulmana sia capace di animare tanto il coraggio indomito della Nobel Malala Yousafazi che la ferocia di Osama Bin Laden e dei suoi accoliti? La storia dell’umanità è piena di violenza, e non solo tra i fedeli dell’Islam. Lo scopo della fede, ha detto Daisaku Ikeda, è rendere felici gli esseri umani: questo piccolo libro è dunque un tentativo di conoscere meglio una realtà complessa e articolata e di fugare gli equivoci, per aiutare noi stessi e gli altri a costruire una migliore comprensione reciproca evitando i facili e spesso comodi radicalismi.

