
Noi non abbiamo un corpo, noi siamo un corpo, e non solo abbiamo una mente, ma siamo una mente. Anzi, di più: noi siamo un'unione inscindibile di corpo e mente. Perché il movimento è così vitale per il benessere olistico dell'uomo? Gli autori sono partiti da questo interrogativo per sottolineare come il benessere della persona e la sua stessa identità non possano prescindere dalla consapevolezza dell'importanza del movimento. Potremmo addirittura dire, parafrasando Cartesio, "mi muovo, dunque sono". Il tentativo di questo lavoro sarà di recuperare il reale fine del movimento, perché se è vero che esso permea la mente, allo stesso modo possiamo dire che le connessioni mente-corpo promosse dal movimento sono molteplici, affascinanti e in gran parte non ancora conosciute seppur presenti. L'importanza dell'intreccio inscindibile di corpo e mente -- intreccio che è la cifra dell'essere umano -- emerge in più ambiti di vita: evolutivo, affettivo, familiare, sportivo e professionale. Per trattare questo tema ogni capitolo seguirà questa modularità: una parte teorica esplicativa dei concetti, una esemplificativa nella quale ogni lettore si può riconoscere e una parte di rilancio ("Diamo corpo alle idee: ora tocca a te!"), utile per provare a mettere in pratica nella vita quotidiana i concetti espressi.
Mutazioni antropologiche, narrazioni egemoni, logiche del potere e disegni politici più o meno occulti. Drogata da un falso miraggio efficientista, l'università sta svendendo l'idea di cultura e la ragione stessa su cui si fonda, ostaggio passivo e consenziente di indicatori astrusi, procedure formali, parole vuote che non rimandano a nulla e che si possono manipolare in base a interessi variabili - eccellenza, merito, valutazione, qualità, efficienza, internazionalizzazione. Serve una diagnosi lucida per denunciare le imposture e cercare gli ultimi punti di resistenza. Il libro parte da casi concreti e da un'esperienza maturata sul campo. Senza alcun rimpianto nostalgico per la "vecchia" università ma con uno sguardo disincantato, si rivolge a chi ha una percezione vaga del presente, spesso distorta da stereotipi e pregiudizi. Quel che ne emerge è al tempo stesso un racconto, un saggio di critica culturale e un testardo gesto d'amore per il sapere, l'insegnamento e un'istituzione che ha accompagnato il progetto della modernità occidentale.
Manuale teorico che tratta approfonditamente gli argomenti essenziali delle prove scritte e orali dei concorsi a cattedra, corredato da centinaia di quiz a risposta multipla risolti e commentati. Gli argomenti trattati seguono le linee guida delle Avvertenze generali con l'integrazione dei nuovi ambiti di conoscenza richiesti per le abilitazioni all'insegnamento tra cui: metodologie didattiche, competenze organizzative e relazionali della professione docente, competenze metodologico-didattiche, tecnologie digitali e media per la didattica, psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione, la dimensione europea dell'apprendimento e il longlife learning, didattica personalizzata e bisogni educativi speciali, gestione del disagio scolastico e dinamiche inclusive, evoluzione storica dell'istruzione in Italia, organizzazione del sistema scolastico. Il volume contiene inoltre una batteria con centinaia di quesiti a risposta multipla, sempre risolti e commentati. Online saranno presenti delle risorse aggiuntive oltre ai testi normativi previsti nelle Avvertenze generali.
Solo noi possediamo lo strano oggetto biologico chiamato "linguaggio". Noi e nessun'altra specie animale, compresi i primati non umani, visto che uno scimpanzé non sfiora neppure le capacità sintattiche di un bambino di tre anni. Il linguaggio è l'unicità più intrigante ed enigmatica in cui si sia mai imbattuto chi studia l'animale uomo, quella che ha avuto effetti incalcolabili sulla nostra vicenda. Da lungo tempo stuoli di scienziati delle più varie discipline e dei più diversi orientamenti sono alla ricerca delle sue origini; un'avventura intellettuale in cui si incrociano spade e si mettono in campo saperi sofisticati, sempre di nuovo riarmati in una tenzone senza fine. Un vero rovello soprattutto per l'evoluzionismo, alle prese con un "salto" che ne sfidava la tradizionale impostazione gradualistica. Oggi però molto è cambiato, perché negli ultimi venticinque anni abbiamo appreso sulle basi neurofisiologiche e genetiche del linguaggio più che nei secoli precedenti, mentre i biologi evoluzionisti sono approdati, con matematiche avanzate, a interpretazioni stocastiche del cambiamento evolutivo. Dall'analisi di queste risultanze ripartono Noam Chomsky, supremo teorico della grammatica universale innata, e il linguista computazionale Robert Berwick, tra i maggiori studiosi dell'apprendimento vocale negli uccelli canori. La loro tesi, insieme evoluzionistica e discontinuistica, è un punto di arrivo nel dibattito sull'argomento...
Il filo conduttore del volume è il concetto di diaspora all'interno della quale i cristiani sono chiamati a vivere nella società laica e secolare. Non più la diaspora territoriale, ma la diaspora globale dello spazio pubblico che intacca il fondamento interno della fede religiosa, rende irrilevanti le supplenze che in passato assolvevano le Chiese, rende nudi i cristiani del loro fondamento. Per tali ragioni i cristiani alimentano altrove - quali le comunità diasporiche - la loro diversità evangelica. In questa visione di difesa della diaspora nello spazio pubblico secolare sta la difesa della diversità e durata del messaggio evangelico. In chiave esistenziale la diaspora è sempre una condizione di mezzo verso il futuro e per tale ragione è percepita come abitata da pericoli e da demoni. Come nei luoghi misteriosi dell'infanzia, ognuno pensa solo di uscirne, anziché di potervi soggiornare stabilmente. Potrebbe essere invece che la diaspora sia la condizione normale della vita, in cui si nasce, si vive e si muore. La diaspora però non più quale spazio territoriale, ma antropologico da comprendere e vivere. A questo servono le «strutture di plausibilità», dentro le quali il singolo credente trova conferma alla sua identità e vince la dissonanza cognitiva del mondo contrastante. Il libro è dedicato alle molteplici esperienze della diaspora territoriale, e ora antropologica, considerata quale risorsa e pericolo per i cristiani nello spazio pubblico laico che si organizza «come se Dio non ci fosse». In tale prospettiva la diaspora è un altro e nuovo spazio di sperimentazione, di trasformazione, di passaggio al futuro, di inclusione o di esclusione. Una vocazione perdurante alla diaspora. Nel racconto della storia la diaspora è stata un prototipo biblico. Nulla di nuovo per i primi cristiani descritti nella Lettera a Diogneto. La diaspora fu per loro la vocazione a vivere nel mondo, senza essere del mondo. «Questo libro mi lascia in cuore la sensazione di essere di fronte a un mare di possibilità. Non tanto un mondo che finisce, ma un mondo che nasce. È il tempo di sognare nuove forme di Chiesa per essere ancora capaci di esprimere la vitalità sempre sorprendente del Vangelo». (dalla Postfazione di Mons. Derio Olivero)
Religione, religiosità, mistica, spiritualità storiche, nuovi movimenti religiosi, cyber religion. sette, vecchi e nuovi esoterismi sembrano sfidare ogni possibilità di formulare una definizione precisa Jel fenomeno spirituale nella società contemporanea. Tutti insieme compongono il nuovo polimorfismo religioso della modernità avanzata nelle sue tante connessioni con l'uomo e il mondo: una rivalutazione delle esperienze del divino, il rinascimento dei bisogni spirituali, le domande di eticità, i fondamentalismi. Il volume, chiaro e completo, documenta come, nelle società secolari, convivano le spiritualità delle religioni storiche con le nuove forme che, al divino della trascendenza, preferiscono spiritualità dell'immanenza, da raggiungere attraverso la ricerca e l'esperienza personale.
El Alamein, 4 settembre 1942. Una mina uccide il più giovane soldato italiano dell'armata corazzata in Nord Africa. Si chiamava Sergio Bresciani, diciotto anni, semplice artigliere del 3° Reggimento Artiglieria Celere. Ne aveva soltanto quindici quando nel 1940 era fuggito da casa per combattere in Libia. Il 2 luglio 1941 aveva compiuto sul campo i 17 anni, età nella quale era stato possibile appuntargli le agognate stellette e arruolarlo ufficialmente nel Regio Esercito: il più giovane soldato d'Italia impegnato nella Seconda guerra mondiale. Sul fronte nord-africano ha vissuto tutte le vicende delle Divisioni "Pavia", "Sabratha" e "Littorio", sempre lieto ed entusiasta, pronto a sacrificarsi per i compagni. Decorato personalmente dal generale Erwin Rommel con la Croce di Ferro tedesca di II Classe, gli verranno in seguito assegnate la Medaglia d'Oro al Valor Militare e la Croce di Ferro tedesca di I Classe. A lui è stata intitolata la Pista Rossa di El Alamein. Questo libro ne traccia la breve vita, attraverso le lettere dal fronte messe a disposizione dalla famiglia e le interviste alla sorella Liliana.
La leggenda di Troia è uno dei miti fondativi della coscienza e della civiltà occidentale. È stata narrata in una serie di poemi epici di cui soltanto l'"Iliade" e l'"Odissea" sono giunti integralmente fino a noi. Alcuni degli episodi più noti della saga, tuttavia, erano descritti al'interno dei componimenti perduti del "Ciclo epico" in una maniera diversa da quella in cui ci sono stati tramandati: "il giudizio di Paride" o la conquista di Troia grazie allo stratagemma del cavallo di legno. Di tali opere, purtroppo, ci sono pervenuti soltanto brevi riassunti o pochi versi incompleti. Prendendo le mosse da una loro attenta ricognizione, Fulvio Beschi si è proposto di ricostruire, nel modo più ampio e coerente possibile, il contenuto del Ciclo epico, dalle origini del mondo e dell'uomo fino al ritorno da Troia dei singoli eroi. E per farlo non si è avvalso soltanto del rigore dello storico, ma anche di una narrazione fluida che restituisce, pagina dopo pagina, il senso di meraviglia: lo stesso che con tutta probabilità dovevano aver provato coloro che ascoltarono per primi queste storie.
Strumenti introduttivi alla conoscenza di processi e fenomeni sociali sono oggi particolarmente utili se si intende concepire la formazione non tanto come accumulo di informazioni quanto, come sostiene efficacemente Vartan Gregorian, come "trasformazione dell'informazione in conoscenza". Ma che cos'è conoscenza? Il volume si muove alla luce di questo interrogativo, nell'intento di riavvicinare temi e problemi di base della sociologia dell'educazione, cercando di mostrarne l'importanza anche oggi, ricollocandoli in un terreno epistemologico e metodologico che si è venuto consolidando nella disciplina sociologica e, soprattutto, trasferendo in essi l'esperienza personale di studio, di ricerca e di didattica degli anni recenti.
Rachel Bespaloff non incontrò mai Simone Weil. Eppure le affinità e le coincidenze biografiche sono tali che si è parlato, a giusto titolo, di «vite parallele»: filosofe entrambe, entrambe ebree di lingua francese, entrambe costrette, nel 1942, a cercare rifugio negli Stati Uniti. E, circostanza ancora più impressionante, nello stesso periodo in cui Simone Weil si concentrava sullo studio dell'"Iliade" - ne sarebbe nato un saggio fondamentale - Rachel Bespaloff dedicava all'"Iliade" pagine altrettanto fondamentali, fra le più dense e ispirate che siano mai state scritte. Anche per lei, come per la Weil, nell'"Iliade" la «forza» appare come «la suprema realtà e insieme la suprema illusione dell'esistenza». Nel poema non ci sono dunque né giusti né malvagi, ma solo «guerrieri in lotta che trionfano o soccombono ... Condannare o assolvere la forza equivarrebbe quindi a condannare o assolvere la vita stessa». E nell'"Iliade", come nella Bibbia, «la vita è essenzialmente ciò che non si lascia valutare, misurare, condannare o giustificare dal vivente». Traduzione di Simona Mambrini. Con una Nota di Jean Wahl.