
L'invecchiamento è un processo naturale. Per l'autore nulla può fermarlo, tanto meno la chirurgia estetica o i cosmetici "miracolosi". Tuttavia, se non è possibile evitare la graduale senescenza, si può - e si deve - arrivare all'età avanzata lucidi nella mente e vigorosi nel fisico, e riuscire a contrastare il decadimento. Attingendo alle ultime conquiste della scienza e, insieme, ai segreti di popolazioni longeve come quella caucasica, Weill fornisce una serie di consigli, che vanno da un'alimentazione antinfiammatoria a un equilibrato esercizio fisico a un corretto uso di integratori, senza dimenticare l'importanza di stimolare la mente e di coltivare la vita affettiva.
Davvero i giovani di oggi sono privi di valori? 0 sono forse gli adulti a non avere più passioni da trasmettere loro? Un grande psichiatra si interroga sul ruolo di genitori, docenti e dell'intera società nell'educazione delle giovani generazioni. Solo comprendendo il dolore e le ragioni che portano gli adolescenti a cercare condotte alternative a quelle tradizionali è possibile indicare loro una strada e aiutarli a costruire un progetto futuro. "Sarà più facile realizzare il progetto futuro, il progetto di una nuova società, se punteremo più che sulla paura, la depressione e la miseria, sulla speranza e la capacità di organizzare un arruolamento di tutta la comunità attorno alla difesa non di valori fondamentali ma della qualità della vita, di un certo modo di esprimersi e di realizzarsi, che sono le cose che contano di più per i giovani".
Come mai i linguaggi digitali hanno un così grande appeal nei giovani? È solo per i contenuti, per le opportunità che offrono? Non è forse la struttura stessa della comunicazione che vi si realizza a essere efficace? E tale struttura ha qualche cosa da dire all'azione pastorale?La questione da tempo interroga la missione evangelizzatrice della Chiesa. La situazione non è mutata nel tempo della pandemia, anzi le pratiche digitali sono state protagoniste in tutti i campi, con un notevole incremento per quanto riguarda i servizi religiosi.Il laboratorio teologico-pastorale da cui è nato questo libro rappresenta il tentativo di approfondire alcune dinamiche di fondo della comunicazione multimediale, per parlare di fede nello spazio digitale in modo adeguato a essere compreso dai giovani.
Lo studio sui giovani, privilegiato oggetto di numerosi studi e ricerche pluridisciplinari, richiede un aggiornamento costante al passo con gli eventi storici e i conseguenti mutamenti socio–culturali.
Il Sinodo dei giovani voluto da Papa Francesco e appena concluso a ottobre 2018 propone il ruolo decisivo del giovane in un’epoca di grandi cambiamenti sociali, in rapporto a famiglia, fede, coetanei, mondo della formazione e del lavoro. Quest’evento ha spronato un gruppo di studiosi, professori dell’Università Pontificia Salesiana, impegnata nello studio e nell’attività educativa dei giovani ad approfondire, con la collaborazione di noti studiosi esterni, alcuni aspetti socio-pedagogici necessari a coloro che s’impegnano nella loro crescita, nel loro aiuto e nella loro maturazione.
Perciò il testo vuole essere uno “strumento” di analisi dei vissuti e dei processi sociali dei giovani italiani, non senza contributi, comparazioni ed esempi provenienti dal confronto con studi riguardanti “l’altro”, spesso partendo dall’esperienza diretta e dall’osservazione di comportamenti, difficoltà e progressi.
Lo studio si divide in due parti: la prima viene definita e considerata “Il quadro generale,” la cui prerogativa è la trattazione delle principali teorie e degli esempi empirici che hanno come protagonisti i giovani che toccano i processi di costruzione dell’identità, dei valori, dell’affettività, del rapporto con la religiosità e di possibili momenti di disagio e devianza.
La seconda parte, chiamata “I luoghi,” sviluppa ambiti specifici del vissuto giovanile (scuola, lavoro, politica, volontariato, sport, web). Questo studio è fonte di validi spunti per il confronto educativo, formativo e di orientamento per comprendere la gioventù nella sua ricerca dell’identità, segnata oggi da particolari esperienze a livello affettivo, culturale e religioso.
Infine, il volume raccoglie una lettura cosciente, positiva e fiduciosa nei confronti dei giovani, con una prospettiva trascendente che rilancia la situazione giovanile studiata, come realtà aperta alla rivelazione di un mondo nuovo verso il quale l’umanità cammina.
"Non mi ero reso conto, prima di conoscere Giovanna, di quanta umanità, dolcezza e profonda civiltà ci fossero in un'attività di assistenza ai malati terminali e alle loro famiglie. Ne comprendevo l'importanza certo, ma non la carica di rivoluzionaria solidarietà. Un dono di affetto autentico, forse perché svincolato da una visione funzionale e materiale della vita. Un dono che può sembrare addirittura inutile, perché non c'è speranza. Invece, nel rispetto della dignità della persona, esalta i sentimenti, i legami familiari e d'amicizia. Dà senso a un'intera vita, favorisce la trasmissione di valori e sentimenti. Ridimensiona la paura della morte, ormai esorcizzata ed estrapolata in una società che stenta a ritenerla un fatto naturale, che non l'accetta, non la guarda, non pensa che vi si debba preparare. Giovanna me lo aveva fatto capire con il suo esempio quotidiano, il suo pensiero costantemente rivolto alle persone che soffrono e non debbono essere lasciate mai sole, vittime di un egoismo contemporaneo che riduce tutto a una dimensione individuale." (dalla prefazione di Ferruccio de Bortoli)
Giovanna d'Arco (1412-1451), la "pulzella di Orleans" proclamata santa nel 1920, è probabilmente una delle più leggendarie figure della storia francese, oggetto di curiosità e interesse intramontabile. È solo di pochi mesi fa la controversia sulle sue reliquie, venerate come autentiche e rivelate false dalle analisi scientifiche. Registi come Dreyer, Rossellini, Preminger, Herzog si sono cimentati a raccontare in un film la sua storia, che il breve libro di Krumeich ricapitola con vivacità, seguendo la stupefacente parabola di questa adolescente che nel pieno della guerra dei Cento anni, sentendosi chiamata da Dio, seppe con la sua personalità carismatica trascinare le truppe francesi alla vittoria rompendo in particolare l'assedio degli inglesi a Orleans nel 1429, per poi cadere in breve in sfortuna e finire, a soli diciannove anni, condannata al rogo come eretica.
La fanciulla inviata dal cielo per salvare il regno di Francia e scacciare gli invasori inglesi, l'eretica condannata a morte, il personaggio decisivo nella guerra dei Cent'anni, la donna che impugna le armi ribaltando i ruoli di genere: chi era Giovanna d'Arco? Colette Beaune ne ripercorre la vicenda in una biografia, che scardina preconcetti e interpretazioni rigide e interrogai suoi contemporanei per scoprire chi fosse veramente la Pulz ella più famosa della storia. Nata in un piccolo villaggio della Lorena da genitori contadini, Giovanna vive in un periodo di crisi profonda della Francia, divisa dalle lotte tra fazioni e provata dalla guerra contro gli invasori inglesi. Quando ha tredici anni le si manifestano voci divine che la convincono di essere la futura salvatrice del regno. Da quel momento la sua parabola diventa inarrestabile: incontra il Delfino, Carlo VII, e lo convince ad affidarle un esercito per rompere l'assedio inglese di Orléans ; poi si impegna in una serie di campagne militari che portano alla consacrazione di Carlo come legittimo sovrano. Giovanna diventa così un simbolo vivente, in cui convergono modelli riconosciuti - la profetessa, la vergine, la santa - insieme ad altri che mettono in crisi la società medievale: la fanciulla guerriera, la donna indipendente, che pretende di conoscere la volontà divina senza la mediazione della Chiesa. E quando viene catturata, è proprio sul suo scarto rispetto alla norma che si basa il processo che la condanna per eresia. In "Giovanna d'Arco" Colette Beaune ci racconta la Pulzella come un filtro privilegiato attraverso cui rileggere la storia della Francia: la storia di una società rigidamente stratificata, intrisa di religiosità ma influenzata anche da leggende e simbologie pagane. Un mondo vivido e complesso, in cui l'avventura di una giovane contadina diventa un mito riecheggiato nei secoli fino ai giorni nostri.
È la prima biografia, corredata da una prefazione di Re Simeone II, della vita di Giovanna di Savoia, moglie di Boris III e zarina di Bulgaria ed è il risultato di pazienti ricerche realizzate su documenti inediti e che ricostruiscono, insieme con la vita di Giovanna di Savoia, una pagina di storia del novecento, per molti versi ancora tutta da decifrare e da interpretare. Dopo l'assassinio del marito, la sua vita e quella dei suoi figli, Simeone II e Maria Luisa, si è svolta in esilio; solo dopo cinquant'anni Giovanna ritornerà e sarà accolta da un popolo che mai l'aveva dimenticata e che il 17 giugno 2001 darà proprio al figlio, il re Simeone II, l'incarico di Primo Ministro della repubblica bulgara.
Attraverso una attenta ricostruzione della vita e della filosofia di Giovanni Amendola, Alfredo Capone fornisce la chiave per indagarne il pensiero politico, che assume la democrazia liberale moderna fondata sul superamento del principio individualistico del liberalismo classico e su una concezione della religione come cristianesimo filosofico e aconfessionale. La democrazia politica di Amendola trova le sue origini nel radicalismo risorgimentale, nel cui solco egli colloca il riformismo del Partito socialista al quale aderì adolescente. Attraverso l’analisi del suo pensiero e delle sue vicende politico-biografiche, come l’esperienza della guerra – che mise a nudo le sue illusioni interventiste e il suo sogno di una “Grande politica nazionale” – l’autore mette in luce la svolta in senso radicale della sua concezione della democrazia, che si fonda sulla presa d’atto della catastrofe irreversibile della classe dirigente italiana nel suo insieme. Giovanni Amendola segna la linea di non ritorno dell’Italia liberale e laica del Risorgimento e l'inizio dell’Italia dei partiti di massa. Deve la sua “sfortuna” storiografica, secondo l’autore, alla struttura del sistema politico italiano, i cui conflitti trovano sempre una ricomposizione sulla frontiera del populismo, del consociativismo e dunque nel rifiuto della democrazia liberale europea di cui il nostro fu il massimo esponente nell’Italia contemporanea e per molti aspetti, il fondatore.
Un viaggio nell'opera di Boccaccio lungo la frontiera che separa l'epica dal romanzo. Se l'autore fiorentino è figlio di una tradizione composita, che include il romanzo greco dell'età ellenistica e quello cavalleresco, il romanzo d'avventura e quello di costume, è nel "Decameron" che il tema dell'amore, della famiglia, del matrimonio, si libera dall'impianto retorico e mitologico tradizionale: è qui l'inizio del romanzo moderno. Un fronte che arriva fino all'idea di letteratura combinatoria di Calvino, quella per cui "lo scrivere non consiste più nel raccontare ma nel dire che si racconta".