
Un libro che esplora, per la prima volta in Italia, la questione educativa che si pone ai genitori quando in famiglia ci sono figli sani e figli disabili. Il libro parla alle mamme e ai papà, perché mettano particolare attenzione ai siblings termine che si utilizza per definire i fratelli e le sorelle delle persone con disabilità. Bambini sani che, nell’emergenza familiare che si crea intorno al fratellino portatore di handicap, finiscono per sentirsi “fratelli di figli unici”, fin da piccoli chiamati a essere bravi, responsabili, a non dare preoccupazioni. In prospettiva, lo stress e le responsabilità che vengono caricate sui fratelli “sani” si ripercuotono sulla loro crescita: la responsabilità di essere il caregiver del fratello disabile comporta scelte molto precise sugli studi, sulla professione, sulle relazioni affettive, sulla pianificazione del proprio futuro. Perché tutto questo rappresenti una ricchezza e una risorsa è necessario che la famiglia imposti la relazione educativa con una particolare attenzione anche al figlio sano.
Guardando ai costumi italiani di oggi, suonano quasi profetiche le considerazioni con cui si chiude Il giorno della civetta: «Bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia». Forse tutta l’Italia sta diventando Sicilia: il male oscuro che cova per tutto il Paese, ammoniva Sciascia, è presente e ci riguarda più che mai. Queste pagine, partendo dalla situazione politica siciliana, aprono squarci di speranza per un futuro in cui l’impegno nel sociale torni ad essere sentito come servizio all’uomo; delineano percorsi positivi per evitare che la logica dello scambio clientelare diventi la norma e la politica ispirata a principi di uguaglianza e di universalità l’eccezione.
«Questo libro è una sfida per la politica, per rinnovarla culturalmente e davvero. È un libro che ci ridà speranza e voglia di sognare»
dalla Prefazione di Rita Borsellino
Giovanni Barbagallo, sposato e padre di due figli, laureato in Pedagogia, ha una lunga esperienza di impegno sociale e politico e svolge un’intensa attività in qualità di deputato regionale in Sicilia. È parlamentare da quattro legislature consecutive ed è stato, nel 2008, il primo eletto del Partito Democratico in provincia di Catania con 9.648 voti di preferenze. Ha ottenuto, alle ultime elezioni europee, 70 mila voti, ma non è stato eletto. Attualmente è componente della I Commissione legislativa permanente Affari Istituzionali e vice presidente della Commissione Speciale per la riforma dello Statuto autonomistico.
In questo nuovo libro dedicato alla sua terra d'origine, Matteo Collura affronta i miti che hanno reso celebre la Sicilia, ricercandone le origini e seguendone gli imprevedibili sviluppi. Viene così fatta luce su misteri e arcani che hanno reso e rendono la Sicilia una vera e propria fabbrica del mito, dal divino stupratore Plutone ai feroci boss mafiosi dei giorni nostri. Ecco quindi i protagonisti di leggende che ancor oggi condizionano la vita dell'isola: Salvatore Giuliano, i monaci "mafiosi" di Mazzarino, Giuseppe Genco Russo, il barone Agnello e il suo ineffabile sequestratore, il mago Cagliostro, il satanico Crowley, il padre dei surrealisti Raymond Roussel, Ettore Majorana e il barone Pietro Pisani, fondatore, in una Palermo lontana anni luce dalla ragione, della caritatevole ancorché eccentrica Real Casa dei Matti. Tra tanto incalzare di misteri, ecco i ritratti di donne che hanno cambiato il corso della storia (Franca Viola), e di uomini che furono vittime di fatali ossessioni femminili (Vincenzo Bellini). Chiudono degnamente la stravagante galleria il principe di Palagonia e i suoi mostri, eloquenti simboli di un destino geografico e storico le cui radici affondano in un contesto antico e severo, quello di una terra aspra che sa nutrire il silenzio e coltivare l'enigma.
La forza di queste pagine, che compongono il ritratto a figura intera di una protagonista della grande stagione della lotta alla mafia - intesa essenzialmente come lotta per smascherare il legame profondo in Italia tra criminalità e potere; mafia, massoneria, servizi deviati e destra eversiva - sta nella loro capacità di offrire al lettore occhi per ripercorrere oltre quaranta anni tragici e straordinari. Sono gli anni di Chinnici e Caponnetto, di Falcone e Borsellino, del pool antimafia e del palazzo dei veleni di Palermo, dei processi a carico di protagonisti della politica, del caso Luigi Ilardo, della caccia ai grandi boss e delle azioni che per troppo tempo ne hanno impedito la cattura. Teresa Principato ha visto e vissuto tutto in prima persona, da protagonista, e ha deciso attraverso questo libro autobiografico per la prima volta di mettere a disposizione dei lettori la sua memoria storica. Una memoria che parte dagli anni giovanili, in una Sicilia patriarcale e sessista che ha lasciato un segno indelebile nella storia personale e professionale dell'autrice. Siciliana è il racconto sincero e senza filtri di una donna tenace e rigorosa, che ha combattuto per la giustizia, per onorare il suo lavoro e la memoria di amici e colleghi barbaramente uccisi, per essere semplicemente sé stessa, in un ambiente tutto maschile e machista, capace di cattiverie spietate.
Il Novecento è stato il secolo di Auschwitz e della violenza. Le guerre hanno contato milioni di morti, e l’umanità si è rivelata in grado di distruggere il pianeta che la ospita. Eppure nel secolo scorso la sicurezza non era quell’ossessione che oggi offusca lo sguardo. Ci siamo risvegliati dall’illusione del progresso e delle sue magnifiche sorti, scoprendoci aridi di pensiero e privi di futuro. In un presente pieno di insidie, l’incertezza si tramuta in paura, e la paura in aggressività.
Per dare una nuova possibilità all’umanesimo occorre fare i conti con le grandi tragedie del Novecento. E nell’elaborazione del passato trovare le ragioni di un cambio di paradigma, capace di far propria la cultura del limite e la forza della nonviolenza. Occorre trasformare l’idea di sicurezza: non difesa dagli altri, ma cura dello stare assieme.
Sull’onda dei nazionalpopulismi, l’unità europea, che ci ha garantito settant’anni di pace, è a rischio di estinzione. E questo potrebbe essere l’inizio di molti drammatici danni. Un salto nel buio che non ci possiamo permettere.
«La differenza tra la sinistra e il nazionalpopulismo consiste proprio in questo: la sinistra ascolta, mentre i populisti fanno finta di ascoltare, quando invece il loro unico obiettivo è di tenere incatenata la gente alle proprie paure.»
Parte da questa convinzione la riflessione di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno e da oltre vent’anni ai vertici degli apparati di sicurezza e di intelligence del nostro Paese. Anni fondamentali e difficilissimi, in cui si è trovato a gestire, in particolare nei sedici mesi al Viminale, eventi epocali di portata internazionale, come la forte ondata migratoria successiva alle primavere arabe, il consolidamento dello Stato islamico e la stagione dei feroci attacchi terroristici in territorio europeo, la crisi libica con le sue ancora attuali conseguenze. E poi, sul versante interno, l’emergenza sicurezza nelle grandi città, la lotta alla criminalità organizzata, il caso emblematico di Ostia e di altri comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Non è possibile garantire la sicurezza rinunciando alla libertà: barattare la seconda in cambio della prima significa innalzare pericolose barriere, dimenticando che la connessione del mondo è ormai irrefrenabile. L’idea del confine come separazione dagli altri crea società chiuse. Sull’onda dei nazionalpopulismi, l’unità europea, che ci ha garantito settant’anni di pace, è a rischio di estinzione. E questo potrebbe essere l’inizio di molti drammatici danni. Un salto nel buio che non ci possiamo permettere.
A partire da una definizione ampia e approfondita del concetto di sicurezza, gli autori svolgono un'analisi sistematica delle minacce che caratterizzano il sistema internazionale contemporaneo. Oltre al fenomeno "classico" della guerra fra stati, sono presi in considerazione pericoli nuovi, reali o potenziali, di tipo economico, ambientale e sociale. Superando un'impostazione tradizionale - stato-centrica e militare - della sicurezza, il volume si propone come un moderno e aggiornato manuale di "security studies".
I corsi tenuti da Foucault negli anni 1977-1979 sviluppano un tema di riflessione unitario, che ne giustificano la pubblicazione contemporanea. Al centro dell'indagine sono le trasformazioni delle forme di potere che a partire dal Settecento e parallelamente all'affermarsi di un'economia di mercato portano ai governi di tipo liberale del Novecento. L'analisi prepara e rende possibile la riflessione sullo statuto di libertà all'interno della governabilità liberale che sarà oggetto del corso immediatamente successivo, "Nascita della biopolitica" (1978-1979).
"State sfruttando a pieno le vostre potenzialità? Fra tutte le persone, e sono numerosissime, con cui ho lavorato negli anni della mia carriera non c'è nessuno che crede di esserci riuscito. Persino importanti uomini d'affari, star di Hollywood, o campioni olimpici all'apice del loro successo sapevano di non dare il massimo. Sono fermamente convinto che il segreto del successo dipenda dalla fiducia nelle proprie capacità." Grazie alla sua pluriennale esperienza nell'ambito dell'autoaiuto, Paul McKenna in questo libro svela tutti i segreti per imparare ad acquisire quella sicurezza in se stessi fondamentale per una vita appagante e di successo. Offre la chiave per dominare paure, ansie e incertezze, illustra strategie per trasformare comportamenti nocivi e abitudini "paralizzanti" in momenti di crescita personale e mostra, infine, tecniche per pensare positivo anche nelle situazioni più difficili.
Accadde così, per un autarchico desiderio di autoconservazione, per errori di una dirigenza politica, economica, finanziaria che si credeva invincibile, che Siena bruciò un patrimonio. La crisi della città ha coinciso con la crisi del Monte dei Paschi. E all'improvviso il sistema non ha retto più. Non ha retto il socialismo municipale. Non ha retto la via montepaschina al benessere. Siena è a misura di sogno. Per anni ci si è illusi di avere la banca migliore del mondo, la banca più sana del mondo, il partito più forte di tutti, la squadra di basket imbattibile. Era fuori scala la Mens Sana, il Siena Calcio. Tutto alimentato dai soldi della Banca. Una volta finiti i soldi, è finito il sogno. Aggiungete misteri irrisolti, come il rogo negli uffici dell'economato della Curia (chi è stato? non si sa), e avrete Siena. Una città in cui, come ha scritto Henry James, "ogni cosa ha oltrepassato il proprio meriggio".
Un vasetto di miele su due in commercio è di origine straniera, il più delle volte cinese, e spesso non ha visto neppure un'ape, Additivi e sostanze chimiche che non compaiono, legalmente, tra gli ingredienti. Alimenti conservati in confezioni di cartone o plastica riciclati altamente nocivi. Date di scadenza allungate ad arte. Cibi che contengono diserbanti, coloranti nocivi, sporcizie varie, a volte perfino escrementi. Sughi e prodotti con carne di manzo che però all'origine era cavallo. Nonostante il livello di attenzione a ciò che mettiamo nel piatto sia oggi piuttosto alto, i pericoli a cui siamo esposti quando facciamo la spesa sono sempre in agguato. L'industria alimentare è un Far West in cui l'imperativo è: smerciare qualsiasi tipo di prodotto o materia prima, in qualsiasi modo e con qualunque mezzo, ottenendo il maggior margine di guadagno possibile. Nessuno come Christophe Brusset, ingegnere che ha lavorato per anni ai massimi livelli delle principali multinazionali del cibo, può svelare i meccanismi allucinanti dell'industria alimentare, dopo esserne stato testimone e complice. Svela i lunghi viaggi delle materie prime da una frontiera all'altra, racconta quali procedure e trucchi si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali, e ci fa capire che per mantenere le superofferte che tutti rincorriamo, i grandi supermercati costringono i produttori ad abbassare la qualità.

