
Questo libro nasce dal grido di allarme lanciato da papa Francesco e racconta di persone dall'esistenza marginale; queste persone sono tratteggiate in piccoli ritratti, disposti a disegnare una sorta di itinerario che si svolge nell'arco di una giornata. In ciascun momento - la notte, l'alba, il mattino, il mezzodì, il meriggio, il tramonto e la sera - si propongono due storie, che richiamano in modi diversi quel particolare momento del giorno. Ciascuna coppia di racconti è seguita da alcune parole, anch'esse legate per associazione o suggestione allo stesso tempo della giornata. Quasi un lessico minimo, per una cultura dell'accoglienza, della comprensione, della cura e della custodia, per un'ecologia dell'umanità. "La persona umana oggi è in pericolo! (...) Le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti. Questa "cultura dello scarto" tende a diventare mentalità comune. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora - come il nascituro -, o non serve più - come l'anziano." (papa Francesco, Udienza, 5 giugno 2013)
Un'analisi concisa, basata su una meticolosa ricerca documenta la politica e gli errori Usa in tutto il Medio Oriente, Egitto compreso. Zunes racconta come gli Stati Uniti sono divenuti la potenza che ha preso il testimone del colonialismo per governare l'economia del petrolio nel Medio Oriente. Nella strategia del divide et impera coloniale, gli USA sono stati i grandi fomentatori del terrorismo così come del fondamentalismo. Sono così i sostenitori dei regimi più autoritari e sanguinari, purché loro alleati. Dall'Egitto all'Iran la politica estera americana ha creato una catastrofe.
L’autore analizza l’area del sentimento e le sue trasformazioni in prospettive diverse (fiducia, speranza, verità, libertà, volontà, giustizia, amore), guidando il lettore all’interno di quella "scatola nera" che a livello inconsapevole finisce per essere determinante dell’essere e dell’agire umani.
Note sull'autore
Rocco Quaglia insegna psicologia dello sviluppo e psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Torino. Ha pubblicato I sogni della Bibbia: un’interpretazione psicodinamica, Borla, Roma 2003.
Quando John Leland comincia a occuparsi di anziani per il «New York Times», la sua disposizione d'animo è quella di chi si prepara a un viaggio attraverso la solitudine e il deterioramento fisico e mentale. Invece, la sua inchiesta prende una piega del tutto diversa. Condividendo per un anno le difficoltà, i rituali, le paure, le fissazioni di sei ultraottantenni, finisce per scoprire che «hanno perso molto», la vista, l'udito, la mobilità, la memoria, che hanno alle spalle una storia di lutti, ma non «hanno perso tutto», in termini di capacità di gustare la vita nelle sue molteplici possibilità. Anzi, paradossalmente, la coscienza che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo dona loro un inatteso appagamento, un'attitudine verso la vita e verso il piacere improntata a una straordinaria leggerezza. Gli anziani sono nelle condizioni di scegliere la felicità perché questa non dipende da circostanze esterne, ma può venire solo dal modo personale di affrontare ogni giorno l'universo limitato che li circonda. Frederick, Helen, John, Ping, Ruth, Jonas, i sei protagonisti di questo libro, non intendono insegnare niente, ma si rivelano dei veri maestri. Come i personaggi dei romanzi, sono in grado di cambiare la prospettiva di chi ascolta le loro storie. L'esperienza diretta del mondo della quarta età porta l'autore a una conclusione rivelatrice soprattutto per chi anziano non è. In noi stessi risiede uno straordinario potere di influenzare il benessere e la qualità della nostra vita. Ecco la lezione che ci consegna questo libro che è insieme ironico, arguto, spiazzante, ma soprattutto incredibilmente utile. A tutti.
In questi anni abbiamo fronteggiato complesse crisi economiche, ambientali e finanziarie che ci hanno fatto capire di essere più vulnerabili di quanto pensavamo. Per affrontare le sfide del futuro servono modelli affidabili su cui fare previsioni e simulare scenari alternativi per passare dall'accettazione supina dell'incertezza alla gestione consapevole del rischio. Ma il "diluvio di dati" cui siamo sottoposti rende difficile distinguere tra notizie false e fenomeni reali, cosicché i cittadini rischiano di prendere decisioni sbagliate o di essere ridotti a spettatori di una politica che persegue obiettivi poco trasparenti. Ricostruire la catena che lega informazione, conoscenza e scelte politiche, così da selezionare in modo più consapevole anche la classe politica, diventa un obiettivo fondamentale della democrazia al tempo dei Big Data.
Per un alfiere del repubblicanesimo come Viroli, la diagnosi sull'attuale politica italiana è scontata. Meno ovvio, invece, è il richiamo a un autore come Machiavelli per trovare soluzioni ad alcuni problemi che affliggono la democrazia contemporanea. In quest'ottica il volume, ricco di consigli concreti per la formazione di un consapevole e maturo giudizio politico, costituisce un breviario per i cittadini di fronte alla crisi del sistema rappresentativo e alla degenerazione dei partiti.
«E veramente nelle città di Italia tutto quello che può essere corrotto e che può corrompere altri si raccozza: i giovani sono oziosi, i vecchi lascivi, e ogni sesso e ogni età è piena di brutti costumi; a che le leggi buone, per essere da le cattive usanze guaste, non rimediano. Di qui nasce quella avarizia che si vede ne’ cittadini, e quello appetito, non di vera gloria, ma di vituperosi onori, dal quale dependono gli odi, le nimicizie, i dispareri, le sette; dalle quali nasce morti, esili, afflizioni de’ buoni, esaltazioni de’ tristi.»
Niccolò Machiavelli, Il Principe
Non sappiamo cosa fare alle prossime elezioni?
Non c’è nessun candidato che ci convince del tutto o almeno in buona misura?
Perché devo andare a votare?
Chiediamo un consiglio all’autorevole Machiavelli. Ascoltiamo questo consigliere d’eccezione che offre la sua saggezza senza chiedere nulla in cambio.
Andiamo a votare o no? E se andiamo a votare, come scegliamo i rappresentanti che avranno il potere di fare le leggi e di governarci? Per aiutarci a rispondere a queste domande possiamo avvalerci di un insolito esperto, Niccolò Machiavelli, che cinquecento anni fa esatti ha scritto Il Principe, e conosceva e capiva la politica come pochi altri. È vero che alcuni suoi contemporanei, come il grande Francesco Guicciardini, ritenevano che talune sue idee fossero troppo audaci per i tempi e le circostanze. Ma nessuno ha mai dubitato del suo ingegno per le questioni di stato.
Era poi d’impeccabile onestà, virtù essenziale per un buon consigliere. Ne dà prova la sua povertà. Dopo aver servito il governo popolare di Firenze guidato da Pier Soderini per quattordici anni, e aver maneggiato enormi somme di denaro, si ritrovò, quando perse il suo incarico, più povero di prima. Aveva la virtù di esprimere schiettamente i propri giudizi politici. Sappiamo poi per certo che amava la patria con tutto se stesso, e che per tutta la vita dedicò le sue migliori energie a difendere la libertà della sua Firenze e dell’Italia. Se sappiamo rivolgergli le domande giuste, e riflettere bene sulle sue parole, possiamo evitare errori che poi rimpiangeremo amaramente, come tante altre volte è avvenuto in passato, tipo votare per uomini potenti e ricchi; votare per chi fa favori; votare per chi cambia facilmente partito; votare per chi è da tanti anni al potere; votare per chi fa grandi promesse.
Di fronte alle difficoltà ricorrenti della storia del processo di integrazione, alle crisi che spesso si sono rivelate occasioni di salti di qualità, ci vogliono energie molteplici e plurali. Ma ci vuole soprattutto la coscienza di un'opinione pubblica informata, attiva, consapevole e determinata. Saremo noi cittadini, eventualmente, a forzare la nascita di un’Europa più rispondente alla sua missione. L'Europa, del resto, non è non è mai stata un dato di fatto, un presupposto, una ovvietà, perché il senso dell'integrazione europea è nell’essere un progetto per il futuro, l'immaginazione
di un percorso nuovo.
(dalla Prefazione di Guido Formigoni)
La televisione è una «presenza» invadente e irrinunciabile, che funziona 365 giorni all'anno catturando mediamente ogni italiano per circa tre ore e mezza al giorno.
Un team di giovani professionisti del settore, formatisi presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha raccolto la sfida di «ingabbiare il mostro». Il risultato è stato un monitoraggio di più di 8.000 ore di televisione, da cui è uscita una mappa ragionata per scovare, nell'oceano del palinsesto, i programmi da non perdere e quelli da evitare, il meglio e il peggio di quanto va in onda.
Il volume si propone come orientamento sui modelli di vita e sui valori di cui i programmi si fanno portatori (coscientemente o meno) ed è nato sull'esperienza della serie di libri Scegliere un film (pubblicati dalle Edizioni Ares dal 2004 in poi), ideati come strumenti affidabili per lo spettatore che avverte la responsabilità educativa verso sé stesso o le persone a lui affidate (pp. 424).
Armando Fumagalli è docente di Semiotica e Direttore del Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema presso l'Università Cattolica di Milano.
Chiara Toffoletto lavora come story analyst per la casa di produzione televisiva Lux vide e collabora alle attività didattiche dello stesso Master.
Le emozioni colorano la vita e permettono di esprimere i diversi aspetti della personalità. Viverle appieno significa condurre un'esistenza intensa, a condizione di non cedere loro i comandi. Spesso le emozioni ci aiutano a prendere decisioni e ci permettono di risolvere conflitti interiori. Influenzano inoltre la nostra idea di felicità o infelicità, nonché le direzioni che prendiamo. Dobbiamo allora arginare le emozioni che quotidianamente irrompono nella nostra vita? Bernard Raquin sostiene che è meglio sceglierle, trovare quelle che ci sono più utili e modellarle secondo il nostro volere, con i semplici mezzi (meditazione ed esercizi) proposti in questo manuale pratico, così da lasciare che si esprimano al momento giusto, per un motivo giusto e con la persona giusta. Prendere in considerazione emozioni diverse per il medesimo evento vissuto significa insomma ampliare il nostro punto di vista, incanalare le energie positive, ridurre l'impatto di quelle negative e potenziare il nostro capitale più prezioso: il benessere.
Come i dieci precedenti volumi (2004-2013), "Scegliere un film 2014" è uno strumento sia per genitori che vogliono scegliere un film da godere in famiglia, sia per chi organizza cineforum, soprattutto in contesti educativi (scuole, gruppi giovanili, associazioni...). Ma anche gli studiosi, i professionisti dell'audiovisivo e i semplici appassionati potranno trovare uno sguardo acuto, intelligente e originale per comprendere a fondo i film analizzati. Il volume raccoglie infatti i circa 190 titoli considerati più significativi fra quelli usciti da giugno 2011 a maggio 2012. Le recensioni, firmate da giovani e brillanti professionisti dei media (sceneggiatori, story editors, studiosi), privilegiano la componente narrativa: il tipo di storia raccontata, i personaggi e i valori di cui si fa portatrice, con una valutazione che tiene in primo piano le componenti etico-antropologiche del film. Per rendere la consultazione più rapida e immediata, a ogni film è stato attribuito un voto in stelline, da una a cinque. Il voto non è per cinefili, ma per un pubblico di persone "normali", ed è il frutto di un giudizio complessivo che tiene conto dei pregi estetici, ma soprattutto contenutistici.