
Il fenomeno dell’abuso sessuale nella Chiesa forse non sarà mai eliminato del tutto, ma in questi anni l’impegno in ambito ecclesiale e civile è cresciuto. Tuttavia non bisogna abbassare la guardia. Tutti possono fare qualcosa; riconoscere i segni di abuso o i rischi che a volte corrono i minori è possibile, ma bisogna essere preparati e sapere a chi rivolgersi. Questo volume è pensato per tutti coloro che si occupano di giovani: educatori, formatori, accompagnatori vocazionali, superiori di congregazioni, genitori, insegnanti… È scritto a più mani da persone esperte che da anni affrontano il problema con serietà, competenza, professionalità e che in queste pagine consegnano e condividono volentieri la propria esperienza con ogni lettore.
A partire dall’impegno del cardinale Giacomo Lercaro e di Giuseppe Dossetti di attuare le proposte del Vaticano II in ordine alla necessità che anche laici e laiche potessero studiare teologia, il libro ripercorre – con il prezioso contributo di Giampiero Forcesi e Fabrizio Mandreoli – le vicende degli Istituti di Scienze Religiose tra disposizioni, normative, nuovi clericalismi e istanze di autonomia del laicato. Una vicenda complessa e contraddittoria di grandi attese, ripiegamenti di conservazione e ostilità contro i laici, proposte culturali innovative, occasioni in parte mancate di avere in Italia laici teologicamente pensanti e capaci di autonomia e discernimento. Il libro presenta anche la storia esemplare dell’Istituto di Scienze Religiose della piccola diocesi, tra le montagne del Matese, di Alife-Caiazzo dove svolse per vent’anni - grazie alla volontà del vescovo Angelo Campagna - un decisivo ruolo di promozione culturale fino alla sua dolorosa e definitiva chiusura. Come esempio di una attività culturale di rilievo nazionale, realizzata nella provincia meridionale, il libro presenta alcune relazioni inedite tenute negli anni presso l’Istituto da Arturo Paoli, Luigi Pignatiello, Bartolomeo Sorge.
Con una prefazione di Nunzio Galantino, vescovo e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, una postfazione di Emilio Salvatore e una preziosa testimonianza del vescovo di Alife-Caiazzo Valentino Di Cerbo negli anni ’80 direttore dell’Ufficio Scuola del vicariato di Roma e membro del Comitato per il riconoscimento degli Istituti di Scienze Religiose.
Reso famoso dalla trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, che aiutò moltissimi italiani a prendere il diploma di scuola elementare, il maestro Alberto Manzi (1924-1997) ha sfidato l'analfabetismo anche dall'altra parte dell'oceano. Partito alla metà degli anni Cinquanta per studiare le formiche della foresta amazzonica, l'autore di Orzowei e di molti altri libri per ragazzi era rimasto colpito dalle condizioni di vita dei nativos e per oltre due decenni si era recato in Sudamerica, dove, con l'aiuto dei missionari salesiani aveva insegnato agli indios e li aveva aiutati a costituire cooperative agricole e piccole attività imprenditoriali. Accusato dalle autorità di essere un «guevarista» collegato ai ribelli, era stato imprigionato, torturato e dichiarato «non gradito». Aveva tuttavia continuato a recarsi clandestinamente in America Latina sino al 1984. Tre anni dopo venne invitato a collaborare al Piano nazionale di alfabetizzazione dell'Argentina, in seguito adottato in tutto il Sudamerica e premiato dall'Unesco.
Negli ultimi decenni, dopo il concilio Vaticano II, è cresciuta la consapevolezza che tutti i battezzati sono investiti della responsabilità dell'annuncio del vangelo. Tale partecipazione dei laici alla missione della chiesa può esprimersi in una forma pubblica, ecclesialmente riconosciuta, di predicazione della parola di Dio? Gli studi qui raccolti dapprima ci presentano, in una dettagliata ricostruzione storica, la complessa vicenda della concessione del mandato di predicare ai laici, donne comprese, fra XII e XIII secolo. Il volume apre poi a una domanda per l'oggi, avanzando proposte per un approfondimento teologico sulla possibilità che battezzati laici predichino la Parola non solo in ambito non liturgico, ma anche, a certe condizioni, nel quadro di alcune celebrazioni eucaristiche.
I grandi libri, sempre, aprono in noi sentieri imprevisti che possiamo a nostra volta imboccare. Poiché non si torna intatti dalla lettura dei grandi libri: il lettore, infatti, è letto dai libri che legge. Leggendo impariamo anche a leggerci, e possiamo così vedere noi stessi in modo diverso. Questo vale ancor più nel rapporto di fede con le Scritture: tramite le pagine di questo libro impariamo a lasciarci leggere con autorità dalla Bibbia, la quale contiene una Parola il cui sguardo può destabilizzarci e imprimere una svolta feconda nella nostra vita.
I predicatori parlano della Madonna e dei Santi, ma dello Spirito Santo tacciono (E. Guerra)Ne stiamo sempre più prendendo coscienza in maniera evidente: lo Spirito Santo soffia dove vuole.L'uniformità contraddice l'azione dello Spirito Santo, che si manifesta nella varietà dei doni.San Francesco esortava tutti ad «avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione»
Lo stile sinodale è quello che consente di sperimentare che la Chiesa vive di una comunione spirituale e che le persone, prima di essere qualificate come laici, preti, consacrati, diaconi, ministri eccetera, sono cristiane per l'appartenenza al popolo di Dio. Come si renderà visibile la comunione, se la condizione per andare d'accordo è la suddivisione dei compiti e che ciascuno faccia il suo? Come sarà percepibile la presenza dello Spirito che abita nei cuori dei credenti, se alcuni non hanno diritto di parola o non sono considerati meritevoli di essere ascoltati? Dove si potrà vedere che lo Spirito rende un cuore solo e un'anima sola, se ogni incontro diventa discussione inconcludente e ciascuno si presenta con pretese indiscutibili? Il percorso proposto da questo Quaderno vorrebbe accompagnare il clero, vescovo, preti e diaconi, nell'anno pastorale 2017-2018 a tradurre l'astratto principio della sinodalità in un aggettivo di pratica ordinaria per una Chiesa sinodale, un clero sinodale, una conduzione sinodale degli organismi ecclesiali.
Terremoti, tsunami, inondazioni, incendi, guerre e stragi di innocenti, terrorismo: ogni qualvolta le cronache ci parlano di una disgrazia, sia che colpisca la vita di una sola persona sia quella di intere popolazioni, sorgono quasi spontaneamente nel cuore di molti innumerevoli domande: si tratta forse di un castigo di Dio? Di Dio che chiede conto all’uomo per i suoi peccati? È mai possibile che Dio punisca le creature che ama infliggendo loro dolore e morte? Che cosa insegna la Bibbia in proposito? E che cosa dice la dottrina della Chiesa cattolica?
A tali domande di straordinaria intensità e spessore, risponde questo Quaderno del Timone, opera della studiosa Luisella Scrosati, scritto con linguaggio semplice e a tutti accessibile. L’uomo è posto dinanzi a una realtà certamente misteriosa, ma non del tutto oscura, dinanzi alla quale solo la fede sa dare risposte convincenti e consolanti
Cosa ci attende dopo la morte? Che cosa è il giudizio particolare, cui l’anima va incontro appena lascia le nostre spoglie mortali? E in cosa consiste il giudizio universale, nel quale Dio giudicherà tutti gli esseri umani alla fine del mondo? Le realtà del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, delle quali oggi quasi nessuno più parla, sono esaminate in queste pagine di facilissima lettura attraverso la dottrina della Chiesa cattolica.
Un Quaderno di straordinaria utilità, per ricordare che siamo già incamminati verso la vita eterna e che siamo stati creati da Dio con l’imprescindibile dovere di fare di tutto per guadagnare la felicità senza fine del Cielo ed evitare la disperazione della dannazione eterna.
Pochi autori hanno avuto sul pensiero contemporaneo, anche non religioso, l'influsso di Karl Barth. "La teologia protestante nel XIX secolo" risale agli ultimi anni del suo insegnamento a Münster (1932-33). Quest'opera è essenziale per la comprensione del pensiero di Barth che, all'incirca negli stessi anni, si accingeva a scrivere la "Dogmatica ecclesiale", ed è importante per la comprensione dell'idealismo tedesco e dell'illuminismo in genere. Dall'interesse per questo periodo storico e culturale fondamentale nel percorso del pensiero occidentale, è sorta per Barth la necessità di riscoprirne le origini. Da qui il carattere quasi paradossale di quest'opera che, nata per studiare il XIX secolo, in questo primo volume affronta i grandi pensatori del 700. Karl Barth si rivela qui storico, biografo e stilista brillante, in grado di far rivivere in una lotta tra giganti i suoi amici-nemici. Questo spirito di confronto diretto rende particolarmente attraente e piacevole la lettura di un'opera che ha fatto storia.
Connessi gli uni agli altri, non per questo siamo davvero interessati ai destini di chi ci è prossimo. Al contrario, l'umanità sta attraversando una gravissima crisi di solidarietà. Ciascuno pensa a se stesso. Si è passati dal giusto riconoscimento dei diritti dell'uomo a una sorta di 'egocrazia'. Il risultato è un vuoto insostenibile. Tanti sono i sintomi di un malessere esteso, che testimoniano la richiesta di ascolto e di aiuto. Attraverso una lettura del presente che trae spunto dalla ricca esperienza pastorale e intellettuale dell'autore, questo libro ci parla di una nuova cultura, di un nuovo sogno, di una nuova visione fondata sul riconoscimento dell'importanza del bene comune.
L'attuale situazione mondiale presenta una serie di crisi che mettono a rischio la continuità della nostra civiltà e perfino la sussistenza della vita sul pianeta. Tutti speriamo «che i dolori di questo tempo non siano i rantoli di una persona agonizzante, ma piuttosto le doglie del parto di un altro tipo di mondo che ci permetterà di continuare a vivere su questo piccolo e grazioso pianeta Terra». Quali sono le alternative possibili all'attuale modello di sviluppo basato sul profitto e sullo sfruttamento illimitato delle risorse? Possiamo anticipare la grande crisi della Terra e trasformare una possibile tragedia in una nuova convivenza con la natura e tra i popoli? Attraverso una teologia ecologica o "ecoteologia", spesso ispirata dall'enciclica di papa Francesco Laudato si', Leonardo Boff racconta la minaccia che grava sulla Terra e propone un cammino per evitare la nostra distruzione: cambiare modo di vivere e seguire la Natura, che ha sempre trovato una via d'uscita e di crescita. Attraverso una ricognizione documentata sull'evoluzione del cammino umano, un percorso accessibile che parte dal cuore.