
Nell'anno giubilare 2016, l'iniziativa «La Misericordia e le sue opere» ha realizzato un cammino ricco e coinvolgente per tutta l'Università Cattolica del Sacro Cuore, con un'adesione e una partecipazione che sono andate ben oltre le aspettative. Questo volume documenta un'antologia delle diverse manifestazioni che si sono svolte durante l'anno: workshop, mostre, eventi teatrali, letterari, musicali e il Convegno nazionale «Educati dalla Misericordia: un nuovo sguardo sull'umano». Le quattro sezioni - Musica, arte, letteratura e storia; Famiglia e scuola; Povertà e giustizia; Economia -raccolgono tematicamente workshop ed eventi; in apertura viene proposta la lezione magistrale del Cardinale Angelo Scola e in chiusura l'intervento di Monsignor Nunzio Galantine L'iniziativa non è stata estemporanea; anzi, ha assunto il ruolo di «possibile paradigma dell'azione educativa; come esempio di un'università che si rapporta con il mondo contemporaneo per gettare ponti e rendere più inclusiva la società in cui opera» (Franco Anelli, Magnifico Rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore).
Si può ancora incontrare Dio nella "società liquida"? La secolarizzazione e la scristianizzazione dell'Occidente sono segno della fine dei tempi o soltanto della fine di un'epoca e dell'inizio di un'altra? La società plurale e relativista è il nemico da combattere innalzando barriere e muri oppure può diventare l'occasione per annunciare il Vangelo in modo nuovo? La fine della civiltà cristiana e la difficoltà a trovare un comune denominatore nei "valori" e nella morale "naturale" segnano l'impossibilità di un dialogo tra credenti e non credenti o richiedono che questo sia proposto in forme nuove? Di fronte a una situazione che per certi versi assomiglia a quella degli inizi del cristianesimo, chi crede in Gesù come è chiamato a vivere? Don Julián Carrón è da dodici anni alla guida del movimento di Comunione e Liberazione. Ha avuto il compito non facile di raccogliere il testimone da don Luigi Giussani, il quale, pur non avendo inteso «fondare niente», diede vita a un movimento che come tutte le realtà nuove ha fatto e fa discutere. In questo suo primo libro-intervista dialoga con il vaticanista Andrea Tornielli, non tanto con l'obiettivo di affrontare i temi più spinosi e interni alla vita di CL e della Chiesa, che pure non mancano in questo libro con domande e risposte scomode, ma anzitutto per raccontare qual è lo sguardo del movimento sul momento storico che stiamo vivendo, per riproporre - senza linguaggi autoreferenziali o per addetti ai lavori già "fidelizzati" - quale sia il nucleo essenziale della fede cristiana. Con particolare attenzione alla dinamica con cui il cristianesimo si è comunicato e si comunica. Il dialogo schietto che il lettore troverà in queste pagine non è una biografia di don Julián Carrón e neppure un saggio sulla realtà ciellina. Rappresenta piuttosto il tentativo di porre e suscitare domande, per scoprire o riscoprire i contenuti del cristianesimo, chiedendosi se e come possano essere interessanti e nuovamente testimoniati in una società non ancora post-cristiana, ma già ben avviata a diventarlo.
La figura della Vergine col suo bambino ha svolto un ruolo straordinario nella civiltà europea. Attraverso questa immagine, che assume forme diversissime, che è chiamata e invocata con nomi anche contrastanti, questa civiltà non ha pensato soltanto il proprio rapporto col divino, la relazione di Dio con la storia umana, ma l'essenza stessa di Dio. Perché Dio è generato da una donna? Pensare quella Donna costituisce una via necessaria per cogliere quell'essenza. E le grandi icone di quella Donna, come la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna, non sono illustrazioni di idee già in sé definite, bensì tracce del nostro procedere verso il problema che la sua presenza incarna.
Lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di "criticità" che non sfuggono ai fedeli e agli studiosi più competenti. Esse non hanno risparmiato - anzi vi trovano il loro focus - la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione culturale e sacramentale (Sacrosanctum Concilium, 10). Soprattutto dopo l'abdicazione di Benedetto XVI, essa rischia ulteriori improprie manipolazioni che diventano abusi. Nel presente saggio viene analizzato sul piano filosofico e teologico lo status quaestionis, in ambito liturgico, della crisi che viene da lontano ma caratterizza l'ultimo cinquantennio. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare, al fine di alimentare una "pastorale" secondo la tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa.
Giappone, 1708. Il paese vive il tempo del sakoku: ogni contatto con gli stranieri (soprattutto se missionari cristiani) è proibito o rigidamente regolato. In un contesto di violenta persecuzione, il 12 ottobre 1708, uno straniero vestito da samurai sbarca furtivamente nell'isola di Yakushima. Il suo nome è Giovanni Battista Sidotti ed è un missionario italiano. Viene subito fermato e imprigionato: il suo destino è l'abiura o la condanna a morte. Ma accade qualcosa di inatteso: Hakuseki Arai, studioso confuciano e consigliere dello shogun, decide di interrogarlo di persona. Ne nasce un dialogo straordinario. La vita è risparmiata a Sidotti, senza che debba rinunciare alla sua fede, mentre Hakuseki, ispirato da quelle conversazioni, scrive importanti opere che gettano le basi della riapertura del Giappone. Sidotti muore in isolamento ma il suo sacrificio non è invano. Nel luglio 2014 i suoi resti sono stati ritrovati, là dove era stata la sua prigione, e riconosciuti grazie al DNA.
Maria Domenica Montereale (1911-2009) il 14 settembre del 1932 si consacra a Cristo col nuovo nome di Suor Liliana del Paradiso. Nel 1935, seguita da Suor Teresina di Gesù Obbediente, ora Serva di Dio, dà inizio alla Compagnia della Regina dei Gigli al servizio della Chiesa. Il volume raccoglie alcuni saggi, che approfondiscono il messaggio evangelico della purezza e l'opera di Madre Liliana, nella prospettiva di contribuire alla ritessitura di un nuovo umanesimo ispirato ai principi del Vangelo.
A trent'anni dalla prima edizione, avvenuta tra il 1982 e il 1986, viene riproposta quest'opera poderosa, ormai da tempo introvabile, definita una summa sul mistero di Cristo e considerata una delle pubblicazioni più significative nel panorama della teologia del Novecento. Non si presenta soltanto come una dottrina sulla persona e l'opera di Gesù Cristo, ma come un'imponente trattazione della teologia trinitaria, dell'escatologia, della pneumatologia, dell'antropologia teologica e dell'ecclesiologia. ?In questo secondo volume, Bordoni esamina le origini della fede ecclesiale in Gesù come Cristo, Signore, Figlio di Dio, unico Salvatore dell'uomo, compimento della storia. Una fede non sospesa a una rivelazione puramente celeste, a una conoscenza esoterica di verità atemporali, né chiusa in se stessa nel cerchio magico di una autoesperienza comunitaria creatrice di salvezza.
La quaestio de laicis attraversa l'intero XX secolo e trova il suo apice nel concilio Vaticano II, ove si è assistito all'intenzione di custodire e rilanciare lo «spazio dei laici», senza tuttavia riuscire a svolgerne in positivo la figura. La tradizionale e benemerita «teologia del laicato» è andata esaurendosi nell'atto in cui la Lumen gentium ha assegnato una valenza positiva alla figura di tutti i credenti - nessuno escluso - conformati a Cristo nel battesimo e membra vive della Chiesa-popolo di Dio. La novità di questa ricerca sta nella proposta di «storicizzare» il termine e la figura del laico, per innescare un ripensamento radicale della questione, in vista di un fattivo riassestamento della sistematica teologica e della teologia pratica, lasciando affiorare un promettente e suggestivo rilancio nella nozione teologico-fondamentale di cristiano-testimone.
La teologia degli ultimi decenni ha ripetutamente evidenziato l'eccellenza dei tratti squisitamente umani di Gesù di Nazaret, ma per affermare la vera e straordinaria umanità di Gesù è necessario scendere più in profondità fino a cogliere la sua misteriosa identità di Figlio di Dio. Gesù è «vero uomo» perché non solo «perfettamente uomo», ma anche perché «Uomo perfetto», come ha insegnato il concilio Vaticano II, sulla scia della dottrina dei Padri della Chiesa. La confessione di fede e il riconoscimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, rappresenta il tornante decisivo e la questione capitale del cristianesimo: l'identità messianica di Gesù va infatti oltre l'umano perché ci troviamo davanti a Dio stesso.
Facendo progredire il suo magistrale lavoro alla ricerca del Gesù storico, Meier affronta in questo attesissimo volume il tema controverso delle parabole. E lo fa con lo stesso rigore e la stessa penetrazione che hanno guadagnato ai suoi testi precedenti l'elogio della critica e il successo del pubblico. Dei quattro enigmi fondamentali che Meier ha individuato - l'atteggiamento di Gesù verso la Legge, il suo uso delle parabole, il modo in cui descriveva se stesso, i suoi ultimi giorni a Gerusalemme - questo volume affronta quindi di petto il secondo tema, ingaggiando un vero e proprio corpo a corpo. In genere gli esegeti operano in base al presupposto che le parabole narrate nei vangeli possano essere sostanzialmente attribuite al Gesù storico. Il volume di Meier mette in discussione questo consenso generalizzato. Sostiene infatti che nessun criterio di storicità può fornire ragioni convincenti per assicurare che una determinata parabola abbia avuto origine sulle labbra del Gesù storico. Noi non disponiamo cioè di argomenti fortemente positivi a favore della storicità delle parabole (il che non dimostra automaticamente che non siano autentiche!). Per Meier, alla fine, solo quattro parabole - quella del Granello di Senape, quella dei Vignaioli Malvagi, quella dei Talenti e quella del Grande Banchetto - possono rivendicare validamente la propria autenticità ed essere attribuite al Gesù storico con sufficiente certezza.
Poche questioni, nel nostro contesto socio-economico, culturale e politico, occupano tanto spazio nella vita quotidiana quanto quelle relative al denaro. Il lavoro, la professione, i bisogni della famiglia, la sicurezza, il tempo libero: tutto ha a che fare con i soldi. Ma l'atteggiamento che assumiamo di fronte alle ricchezze comporta scelte che definiscono stili di vita e indicano una certa gerarchia di valori. Che cosa dominerà la nostra vita: l'essere o l'avere? L'egoismo o la generosità? I valori materiali o i valori spirituali? Dio o il denaro? Se allora il denaro è al centro delle preoccupazioni di ciascuno di noi e tocca corde così sensibili, possiamo interrogarci sulla pertinenza del messaggio evangelico su questo argomento. Quale dovrebbe essere l'atteggiamento cristiano di fronte alle ricchezze e al denaro? Nella sua riflessione densa di sfumature, che non elude alcuna delle difficoltà sollevate dall'interpretazione delle parole di Gesù, André Naud coglie i due grandi valori cristiani di fronte ai soldi: la libertà interiore, da un lato, e la condivisione, dall'altro. L'autore canadese ci ricorda, in modo assai opportuno, l'importanza di liberarsi dalla tirannia dell'avere, per privilegiare l'essere. È questo ciò a cui siamo chiamati!
Riscoprire nell'amore misericordioso di Dio il "cuore del vangelo" implica anche - e forse soprattutto - considerare la misericordia come il criterio per bene interpretare la Legge di Dio nel suo aspetto "oggettivo". Il libro propone all'attenzione del lettore in primo luogo questo compito, nonostante tutto poco rilevato nei recenti studi sulla misericordia. Ferretti mostra, al tempo stesso, come tale compito comporti rilevanti problemi teorici e pratici - vere e proprie sfide alla teologia e alla prassi della chiesa. È necessario, per esempio, superare del tutto il fondamentalismo biblico e la concezione arcaico-sacrale di Dio, ripensare il rapporto tra rivelazione e morale, evidenziare l'intimo intreccio di misericordia, giustizia e verità. Ma occorre anche approfondire la natura dell'ermeneutica teologica e impegnarsi a una lettura con misericordia dei "segni dei tempi" odierni: la secolarizzazione, la postmodernità, la povertà nel mondo globalizzato dell'economia finanziaria.