
“Io credo nella risurrezione della carne”: uno degli articoli del Credo spesso dimenticati, che però ricorda a tutti una delle verità fondamentali della fede cattolica. Le Sacre Scritture ce lo confermano: un giorno risorgeremo con il nostro corpo, trasfigurato in una nuova dimensione. Questo libro parla proprio di risurrezione della carne e risveglia in tutti i credenti la loro “vocazione escatologica” per farli partecipare di persona agli eventi finali dell’esistenza della vita umana, che sono oltre la morte. Gesù Cristo risorto è il fondamento delle verità escatologiche, anche nella realtà secolarizzata del mondo di oggi: credere nella risurrezione della carne cambia non solo il momento della nostra morte, ma tutta la nostra vita.
Partendo dal presupposto che il matrimonio è un sacramento e che costituisce una parte integrante del disegno di Dio per avvicinare l'uomo a Lui, quest'opera riporta la legge naturale dentro una realtà che si esplicita nel dettaglio dei fatti, anche di quelli che compongono gli impedimenti matrimoniali che sciolgono il vincolo nuziale per ragioni terrene. L'autore prende in esame il tessuto connettivo delle regole che governano il mondo sensibile, cioè l'insieme di principi retrostanti che determinano l'agire dentro l'Essere, dove ogni ente per necessità materiale opera nel movimento, nel rapporto tra legge naturale e contingenza, tra spirito e corpo. Questo senza mai dimenticare i fondamenti del matrimonio: la donazione e il consenso.
Considerando la povertà spirituale della nostra epoca, con la vita interiore sottoposta a mutazioni, cancellazioni, innovazioni, necessari rinnovamenti, può essere utile ripercorrere la via attraverso la quale l'uomo è salito dalla sua condizione materiale all'individuazione di valori spirituali e soprannaturali, conquistando la dimensione religiosa. Seguire l'itinerario che il pensiero ha segnato attraverso immagini, metafore, simboli, analogie (forme del linguaggio e delle parabole evangeliche) costituirà una premessa e un aiuto per ritrovare, nel confuso mondo che la modernità ha generato, una visione coerente della realtà che sia feconda di linfa capace d'alimentare le esigenze di spiritualità. La realtà del passato è stata scardinata nel suo ordine ed è stata cancellata o invasa da un «nuovo» in parte benefico, in parte utile, in parte futile o dannoso, comunque sempre arido e non ancora elaborato in un senso accettabile. Il mondo della macchina, della scienza, aspetta questa bonifica, questa fecondazione, per poter vivere l'eternità nel tempo. L'esempio dell'opera umana dei decenni e dei secoli che abbiamo alle spalle è una traccia per il lavoro che compete agli uomini di oggi.
Il libro è un estratto di "Caravaggio. La luce e le tenebre". Il bagliore e la tenebra, l’ombra e la luce. Il nostro occhio, sorpreso, meravigliato, al primo impatto non sa dove posarsi, in questa Vocazione di san Matteo del Caravaggio. Scivola sulle giubbe ricamate, sfiora una piuma in cima a un cappello, s’impiglia nelle pieghe di una veste. Evita, per ora, come per un istintivo pudore, l’intensità degli sguardi, il gesticolare nervoso delle mani. E dopo un attimo di esitazione, si sofferma infine sulle monete sparse sul tavolo, lucenti d’argento. Come dice quel detto? «Il denaro è lo sterco del diavolo». Già. Ma dal letame possono nascere fiori…
L'Apocalisse di Giovanni è incontestabilmente il libro del Nuovo Testamento che ha ispirato di più l'immaginario cristiano del nostro occidente. La misteriosa interpretazione dei suoi simboli incuriosisce e la ricchezza delle sue immagini impressiona. Come l'angelo inviato a Giovanni per guidarlo nelle sue visioni, questo lessico, con le sue sessanta voci, apre al lettore infiniti itinerari all'interno dell'inesauribile opera del veggente di Patmos e del resto delle Scritture: un invito a guardare la storia alla luce dell'ultima rivelazione della Bibbia, lasciandosi portare dai suoi simboli e dalla loro potenza evocatrice.
«Chi abbiamo ricevuto il compito, molto misterioso, di rendere felice? Se scopriamo questo saremo felici anche noi. È un grande segreto della vita di cui il Vangelo porta la chiave. Se invece cercheremo prima di tutto di capire come poter essere felici noi e poi in un secondo tempo vedere cosa fare con gli altri, non otterremo nessuno dei due obiettivi. Resteremo senza destinazione nella vita e felici non lo saremo mai.» (Dall'introduzione di monsignor Pierangelo Sequeri)
Una ricerca di antropologia biblica che intende offrire alcuni spunti di riflessione su chi è l'uomo raccontato dalla Bibbia secondo il modo in cui la leggono e la presentano sia l'Antico che il Nuovo Testamento. L'Autore presenta in maniera semplice i vari tipi di uomo che emergono, di volta in volta, dallo svolgersi della storia della salvezza, puntualizzando ciò che l'uomo è di fatto e ciò che Dio desidera che lui sia.
«Più si teologizza, meglio si filosofa»: con queste parole Emmanuel Falque guida il lettore nel metaforico "passaggio del Rubicone", che conduce dalla riva della filosofia a quella della teologia sconvolgendo i canoni tradizionali del rapporto tra le due discipline. Mettere in dialogo questi versanti opposti - nel tentativo di innovare un'antica tradizione che affonda nel pensiero medievale e ha vari sviluppi nell'età contemporanea - significa predisporsi a una loro nuova comprensione, alla scoperta della potenza euristica di questi diversi e autonomi ambiti del sapere, dove l'uno arricchisce l'altro. Una prospettiva che conduce al superamento del ruolo ancillare della filosofia rispetto alla teologia e alla liberazione della teologia tramite la filosofia, con l'audacia che caratterizza la svolta teologica della fenomenologia francese nel suo aprirsi alle tematiche religiose. La proposta di Falque è una originale ermeneutica cattolica che si pone in dialogo con Husserl, Heidegger, Ricoeur, Lévinas, Merleau-Ponty, Derrida, Rahner, von Balthasar, Bultmann, de Lubac, e ruota attorno ai temi del "corpo", della "voce", del "Kerigma" e del "credere". La "decisione per la fede" è il timbro del suo pensiero: un sapere filosofico-teologico "trasformante".
Ogni giorno la società e i media ci bombardano di immagini e messaggi che ci dicono chi, cosa e come dovremmo essere. Siamo portati a credere che per non sentirci inadeguati dovremmo condurre una vita semplicemente perfetta. Così, la maggior parte di noi continua ad andare avanti pensando: «Cosa succederà se non riuscirò a tenere tutti questi birilli in aria? Cosa penserà la gente se fallirò o rinuncerò? Quando posso smettere di dimostrare a tutti quello che valgo?». In questo libro Brené Brown ci guida in un percorso di dieci tappe che, partendo dalla presa di coscienza della nostra vulnerabilità - e della sua bellezza - insegna a vivere con tutto il cuore, liberi da questi condizionamenti. «Vivere in modo incondizionato significa prendere parte attiva alla nostra esistenza. Significa svegliarsi la mattina e pensare: "Non importa ciò che riesco a fare e ciò che mi resta da fare, io sono abbastanza". Prendere possesso della nostra storia può essere difficile, ma non quanto passare la nostra vita a fuggirne. Abbracciare la nostra vulnerabilità può essere rischioso, ma non quanto rinunciare all'amore, al senso di appartenenza e alla gioia. Soltanto quando siamo abbastanza coraggiosi da esplorare l'oscurità scopriamo il potere infinito della nostra luce».
Un prete di Genova con un passato da dj ha aperto una discoteca e una radio per insegnare ai ragazzi a «ballare senza sballarsi» e per parlare con loro di anoressia e cyber-bullismo. Una suora di Milano ha fatto tesoro dei suoi studi di ballerina e coreografa per proporre a Palestrina, in provincia di Roma, un corso di danza che scommette sulla capacità del corpo di esprimere la relazione con Dio. Una coppia di sposi di Manfredonia organizza weekend residenziali per giovani, single e fidanzati, corsi per «fare il tagliando al matrimonio» e un percorso a tappe alla scoperta dell'amore nuziale, mentre a Frosinone un parroco ha dato vita a una fondazione per sostenere bambini e adulti in difficoltà, con uno sguardo particolare a chi è rimasto solo e ferito nella guerra dei Balcani. E, ancora, un oratorio di Riccione organizzato come una vera e propria casa abitata da ragazzi ed educatori; iniziative di primo annuncio, da Altamura a Torino, rivolte a persone omosessuali; comunità giovanili che in vari luoghi d'Italia parlano del vangelo a chi ama le opere d'arte conservate nelle chiese e una catechesi con bambini ispirata a Maria Montessori, diffusa in ambienti sociali diversi dei cinque continenti...Sono solo alcune delle sessanta esperienze pastorali innovative raccontate in questo libro, un panorama della creatività espressa dal mondo cattolico italiano negli anni di papa Francesco.
Nei primi otto versetti del libro dell'Apocalisse per ben tre volte si fa riferimento al tema della venuta. Già i classici greci e latini insegnavano che ogni buon autore annuncia all'inizio ciò che poi svilupperà nel corso della sua opera e che in prologo ed epilogo avviene un vero e proprio scambio diretto di messaggi e di avvertenze tra autore e lettore. Con i primi otto versetti e, quindi, anche in Apocalisse 1,7 l'autore stringe una sorta di «patto narrativo» con chi inizia a leggere affinché non vada fuori strada nell'interpretazione. Questo libro propone per la prima volta un'analisi completa e sistematica di Apocalisse 1,7 in tutte le sue sfaccettature: collocazione, struttura, composizione, testi e contesti cui si fa allusione, rimandi tematici a paralleli sparsi nel libro. La conclusione mette in evidenza anzitutto la grande inclusione cui l'autore dà vita prima collocando l'annuncio della venuta del Trafitto in apertura del libro, e poi mettendo sulle labbra di lui, alla prima persona, la promessa che ciò avverrà sollecitamente: «Ecco, io vengo presto!». In secondo luogo, un po' a sorpresa, quella conclusione mostra come l'Apocalisse, con la sua ricchissima Cristo-logia, sia in realtà basata sulla Teo-logia e ad essa orientata.