
«Il testo di don Daniele ed Elena racconta il desiderio di Dio presente nell'uomo, ma anche lo "accompagna" verso quella che è la maturità del sentimento religioso, il quale si esprime in una religiosità che non rimane astratta, ideale, disincarnata, individuale, ma richiede una partecipazione attiva, garantita dalla viva adesione ad una esperienza di fede comunitaria, alla sua espressione attraverso le preghiere condivise e i riti. Potrei dire che sebbene il testo tratti perlopiù della preistoria e delle prime fasi della storia (indagando con minuzia di dettagli la nascita e gli sviluppi della scrittura) credo che abbia molto da insegnare all'uomo di oggi, che sempre più considera il fatto religioso come una questione privata, slegata da un sentire comune e affidata solo alla sua individuale esperienza» (dalla Prefazione del Cardinale Edoardo Menichelli).
La figura di Paolino di Nola è oggetto di un rinnovato interesse da parte della critica. Studi recenti hanno posto in risalto l'importanza della sua poesia nello sviluppo della letteratura tardoantica e l'apporto da lui fornito alla coeva cultura letteraria. Meno indagati sono tuttavia la riflessione di Paolino, il suo contributo alla definizione di un sistema di pensiero cristiano, i rapporti con scrittori ancora poco studiati e non facilmente etichettabili in semplicistiche definizioni, i modelli filosofici ai quali egli si richiama. Una corretta contestualizzazione dell'opera del Nolano dimostra come la fitta intertestualità con pensatori precedenti sia decisamente volta a utilizzare la sapientia pagana trascendendola in una nuova creazione, al cui autore va riconosciuto un posto di rilievo nella fusione di Antike und Christentum. A un'attenta lettura, Paolino, esponente di una generazione a cavallo fra due mondi profondamente diversi, si rivela un anello importante nella catena di trasmissione del pensiero classico e di codificazione di concetti destinati a larga fortuna in epoca moderna e contemporanea.
Il presente volume raccoglie la maggior parte degli interventi fatti al Convegno di studi nel 750° anniversario della morte di san Tommaso d'Aquino, tenutosi presso il Santuario di Madonna dell'Arco - Sant'Anastasia (NA), dal 25 al 27 aprile 2024. Gli argomenti delle relazioni, qui riportate, spaziano tra storia, filosofia, teologia, etica. Alcuni fanno il punto sulla persona di Tommaso d'Aquino, sul suo insegnamento, sulla tradizione tomista e il Neotomismo; sulla predicazione dell'Aquinate quale emerge dall'inchiesta condotta in vista della canonizzazione di Tommaso d'Aquino e sulla predicazione circa san Tommaso di personaggi della corte Angioina, in particolare di quella del sovrano Roberto d'Angiò; sul culto delle reliquie di san Tommaso; sul pensiero di Tommaso in generale sul dialogo, in relazione ai Greci, al pensiero islamico, agli Ebrei e al dialogo interreligioso. Altri interventi mettono in relazione l'Angelico e il suo pensiero con la contemporaneità.
Vivendo in una società sempre più distaccata dal senso del peccato e di conseguenza non pienamente cosciente del dono della redenzione e della propria dignità di persona, la riscoperta del dono della salvezza da parte di Dio conduce verso un ottimismo antropologico. Il recupero della storia della salvezza nel rapporto Adamo-Cristo, oggi in modo preminente, può condurre sia a una coscienza maggiore dei propri limiti creaturali derivanti dal nostro legame al primo uomo, sia alla bellezza di essere nuovi e ricreati ad immagine e somiglianza di Dio dal secondo uomo. In un percorso che trova le sue radici nella Sacra Scrittura e nei Padri della Chiesa, Agostino d'Ippona di fronte alle sfide pelagiane rilancia così la fiducia ontologica fondandola nell'Adamo risorto, Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio, per giungere finalmente alla piena comunione con il Padre.
Già noto al grande pubblico, Lourdes. Cronaca di un mistero, pietra miliare nella letteratura sugli eventi di Lourdes, viene riofferto in una nuova edizione. È un prezioso racconto che con minuzia e maestria letteraria ricostruisce le diciotto apparizioni avvenute nella grotta di Massabielle e fornisce al lettore una preziosa riflessione sul loro significato. Pirenei, 11 febbraio 1858: Bernadette Soubirous, esile ragazzina di quattordici anni, racconta di aver incontrato una figura radiosa e gentile, la «Signora dagli occhi azzurri». Da quel giorno, fino al 16 luglio, Bernadette rivive la stessa scena per altre diciassette volte. Queste pagine sono una lettura affascinante in cui le cadenze romanzate del racconto si intrecciano felicemente al rigore scientifico della ricerca.
Giubileo fa rima con indulgenze. O, meglio, faceva rima. Oggi comprendere le indulgenze non è affatto facile. Vuote apologie e semplificazioni riduttive sono all'ordine del giorno. L'oggetto stesso dell'indulgenza, ossia la "remissione della pena temporale", mette a dura prova la nostra intelligenza di cattolici, sicché spesso per toglierci d'impaccio ripieghiamo su qualche richiamo alla preghiera per i defunti o alla misericordia di un Dio che perdona senza misura. Di qui è nato il progetto di questo libro, che vuole parlare a tutti: ai dotti come ai curiosi. E lo fa mediante una struttura agile e diretta: i due curatori hanno rivolto domande a sei esperti, scelti sulla base delle loro diverse competenze. Le risposte, senza troppe citazioni in nota, aiutano a elaborare una comprensione critica della tradizione e soprattutto a rivedere oggi l'indulgenza, inserendoci nell'alveo di una riscoperta del "processo penitenziale". Un dibattito sereno e dialogato sulle indulgenze può e deve fare nuova luce: per evitare i tanti equivoci e per sciogliere i troppi enigmi.
Questo libro, originale e sorprendente, rievoca con toni confidenziali il cammino di una vita dedicata allo studio della teologia e al servizio della Chiesa. A partire dalle radici in una famiglia cattolica, nel racconto autobiografico il cardinal Kasper esplora le tappe del proprio itinerario spirituale e intellettuale - un percorso di prima grandezza. Svela l'influenza esercitata da Romano Guardini nella comprensione della cristologia e della liturgia, ripercorre il periodo degli studi e dell'insegnamento universitario, che al giovane teologo hanno consentito di approfondire intellettualmente le radici filosofiche e teologiche della fede, in dialogo con il pensiero moderno e con i dibattiti della seconda metà del Novecento. Non da ultimo, il libro testimonia l'altro versante dell'impegno di Kasper nel servizio pastorale: il prete, il vescovo, il prelato giunto ai vertici della Curia vaticana. Ecco allora emergere, potenti, le esperienze missionarie, la passione per l'ecumenismo, senza dimenticare la dedizione al dialogo con le religioni e in special modo con l'ebraismo. Un'opera che testimonia una vita spesa per il vangelo e invita i lettori a riscoprire la misericordi e la gioia della fede in Cristo.
Il libro si prefigge lo scopo di rileggere la Sacra Pagina in chiave mariana, evidenziando gli innumerevoli passi scritturistici che presentano dei riferimenti alla Madre di Dio. In questo, l'autore cita volentieri i Padri della Chiesa e gli Scrittori ecclesiastici, i quali, avvalendosi della lettura spirituale della Parola di Dio, erano soliti evidenziare i diversi collegamenti tra l'Antico e il Nuovo Testamento, visto che il vero autore che ispira tutta la Scrittura e la rende una armoniosa unità è lo Spirito Santo. In questo modo, il libro costituisce una prolungata meditazione della Parola di Dio e, oltre a fornire una vera biografia della Madre di Dio, riesce a cogliere quei caratteri mariani nascosti nei diversi versetti della Scrittura, che trovano pieno senso e autentico compimento in Colei che ha dato al mondo il Salvatore.
Com'è possibile avere una relazione con Dio che è il totalmente Altro, infinitamente distante e distinto da noi? Com'è possibile che l'umano e il divino si incontrino? Il libro sostiene che l'alterità con Dio non è molto dissimile dall'alterità con gli altri esseri umani. L'Altro può essere accolto, rifiutato o reso indifferente nello stesso modo sul piano umano così come su quello soprannaturale. Il punto è che l'alterità con le altre persone non diventa pienamente umana se non è aperta all'alterità con Dio. L'incontro fra l'umano e il divino si realizza nelle nostre relazioni di vita quotidiana quando Dio è presente come il Terzo fra noi e gli altri. Dio è in questa relazione, è il Terzo che media fra di noi. È lì dove troviamo il senso divino dell'umano, che consiste nel condividere la relazionalità trinitaria nell'agire con gli altri nel mondo. Si tratta di vedere la forza di questa relazione
Michel de Certeau, storico e teologo gesuita, ci conduce in un viaggio attraverso i territori della contemporaneità, alla luce dei nodi epistemologici che hanno caratterizzato la sua opera. L'obiettivo è analizzare le pratiche quotidiane nella società di massa: dalle preghiere della classe operaia alle politiche culturali dei luoghi del sapere in una società democratica (a partire dalle grandi istituzioni, come il Centre Georges-Pompidou di Parigi); dall'impegno "in prima persona" dei cristiani al rapporto tra storia, finzione e scienza. Con uno stile inconfondibile, de Certeau descrive una fenomenologia dell'Altro e ne declina le strutture e i meccanismi dentro discipline differenti: la storia, la mistica, la psicoanalisi, la sociologia del quotidiano, la teologia, la teoria della cultura.
Il Concilio Ecumenico è un avvenimento tanto importante quanto raro nella storia della Chiesa. Questo libro è una presentazione divulgativa e concisa, ma sorprendentemente completa, dei protagonisti e dei risultati dei venti Concili tenutisi negli ultimi duemila anni. Ciascuno di questi Concili, anche i meno importanti, è stata una vera e propria pietra miliare nella storia della vita cristiana. Le loro vicende condensano le dispute dottrinali, le questioni morali e i problemi disciplinari che hanno costituito le inseparabili componenti umane del progresso e della decadenza della cristianità. In un certo senso la storia di questi grandi Concili e la storia stessa della Cristianità. Troppo spesso la storia dei Concili si è ridotta a un arido elenco di nomi, date e oscure dispute teologiche. Questo libro ricostruisce i singoli contesti nei quali si svolsero e riflette sulle conseguenze che ha avito sulla società del tempo. In uno sfondo vibrante di vivaci personalità, meschine questioni, intrighi machiavellici, minacce e violenze, procede la narrazione degli avvenimenti e degli argomenti, pieni di interesse, spesso complessi, talvolta ridicoli, che ne sono risultati. Competa ogni Concilio il sommario delle decisioni prese e la loro prospettiva storica.
In prospettiva interdisciplinare la dissertazione ricostruisce l’evoluzione storica dei rapporti tra diritto canonico e teologia morale, dal XII secolo fino ad oggi. Oggetto dell’indagine è il percorso che, da una teologia unitaria, ha condotto alla recente separazione tra le due discipline, variamente associate per diversi secoli. A questo filone di ricerca si affianca lo studio dell’iter di formazione del concetto di «foro interno», anch’esso rilevante per lo sviluppo della questione. Seguendo un metodo analitico, vengono esaminate le varie fonti, in particolare le opere teologico-morali e canonistiche, specialmente successive al Concilio Vaticano II, e i fondi d’archivio riguardanti l’elaborazione del Codice di diritto canonico del 1917 e la sua revisione. Da oltre mezzo secolo la quasi totale assenza di interazione tra i due ambiti disciplinari, sempre più autonomi, rischia di produrre effetti negativi sullo statuto unitario della scienza teologica, sulla dottrina e sulla prassi pastorale della Chiesa. È necessaria quindi una diagnosi delle cause che hanno condotto a tale stato, allo scopo di promuovere una nuova possibile articolazione tra le due scienze. A tal fine gli obiettivi della ricerca si condensano nella composizione unitaria dell’evoluzione delle due piste d’indagine e nell’individuazione delle reciproche implicazioni e, a partire da ciò, nell’elaborazione di alcune proposte per il ripensamento della questione del foro interno e del rapporto interdisciplinare.