
Le meditazioni evangeliche sui sette dolori di Maria ci pongono al fianco della madre del Signore Gesù, Vergine Addolorata. Questo itinerario di preghiera e contemplazione propone la scoperta evangelica del cammino interiore di Maria. Attraverso il dolore, annunciato dalla profezia di Simeone nel tempio di Gerusalemme, Maria scopre e riscopre la volontà di Dio su suo Figlio e dunque su di lei. Chi decide di vivere il Vangelo avrà in Maria la compagna del e nel "dolore", passaggio di vita nel quale lasciarsi comunque amare dal Figlio e Signore.
Il racconto dell'incontro inatteso tra il Signore risorto e i due discepoli in cammino da Gerusalemme a Emmaus, «il primo giorno della settimana», è una delle gemme narrative e spirituali del Vangelo di Luca (Lc 24), privo di miracoli o monologhi, che comprende un viaggio di andata e uno di ritorno, ed è interamente dedicato alla conversazione tra i tre attori. Le tappe del racconto sono numerose e il libro analizza da vicino come sono state rappresentate nell'arte cristiana dalle origini a oggi, non facendo scorrere le opere in ordine cronologico, bensì seguendo le fasi del racconto lucano passo dopo passo; una scelta molto più coinvolgente. «Come una guida sapiente, Boespflug accompagna il lettore nelle stanze di un museo senza spazio e senza tempo, pronto ad accogliere tutti. Forse proprio qui risiede uno dei meriti più importanti di questo libro, quello di proporre l'arte, in questo caso l'arte che illustra la Parola di Dio, come strumento di umanizzazione. Di fronte a queste opere, tutti possono riconoscersi fratelli, nello stupore per tanta bellezza e nella contemplazione di un Dio che ha offerto come dono supremo il perdono e la pace».
Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Chi videro i contemporanei di Gesù? Quale persona incontrarono veramente? Cosa colpiva della sua personalità, del suo carattere, del suo modo di parlare e di vivere? Di certo, qualcosa deve essere successo in quell'angolo del mondo che era la Palestina di duemila anni fa; qualcosa di eccezionale, di unico e sconvolgente tanto da suscitare odio e amore contemporaneamente. Il libro di Paolo Sacchi, grande esperto di letteratura intertestamentaria e ottimo divulgatore, offre al lettore un incontro di straordinaria effi cacia con la persona dell'ebreo Gesù, come in un film girato in presa diretta abitando giorno per giorno i luoghi, le abitudini, i protagonisti del suo tempo. Un'indagine su Gesù dall'esito sorprendente, realizzata secondo una prospettiva inedita dal più grande giudaista italiano vivente.
Il libro ci fa contemplare le varie parti del corpo fisico di Gesù: piedi, gambe, mani, costato, cuore, volto... Un percorso affascinante e commovente, alla luce dei testi del Vangelo, che ci svela ancora di più la vita di Gesù Cristo incisa nel suo corpo, l'"anatomia di Dio", all'interno della quale ha senso l'intera esistenza umana. In passato, come ben dimostra il volume, la contemplazione del corpo benedetto e divino di Gesù è stata una fucina di santi e di ispirazioni artistiche e di annuncio infuocante del Vangelo. Ma, per il nostro autore, lo può essere anche per l'oggi. Il cristianesimo deve tornare a contemplare Gesù "dalla testa ai piedi", a immergere il suo sguardo nel Cristo Totale, non vedendolo come una realtà lontana di due millenni, ma contemporaneo a noi, Cristo vivo in mezzo a noi: nell'Eucaristia, nella Chiesa, nella carne piagata del povero. Il corpo di Cristo allora non è soltanto un'icona da contemplare, ma una realtà fisica nella quale siamo inseriti dopo la sua risurrezione e nella quale ognuno di noi può ritrovare se stesso. Prefazione di mons. Francesco Milito.
Faville di Favella! Una sinestesia suggestiva per presentare questo lavoro. Se la Scrittura è paragonabile al roveto ardente, la figura retorica fa all'uopo. La Parola sfavilla a chi la "percuote" nella lettura, nello studio, nella preghiera e il bagliore che ne scaturisce rivela l'invisibile forma (temûnâh) di Dio a nessuno concessa se non a Mosè (Nm 12,8). E se Mosè è l'altro modo - nobile, solenne, ipostatico - di dire la Tôrâh, significa che grazie ad essa, nei cui precetti s'impara a camminare, non è negata a nessuno l'immagine di Dio, perché nella Tôrâh Dio si rivela quale fiamma di fuoco (labbat-'ës?). Pur brulicando di scintille, non si consuma e, nella notte dell'esistenza, lascia intravedere il Misericordioso ('Ël-rah?ûm). Mosè ne ha fatto esperienza all'inizio della sua parabola di vita (Es 3) e anche dopo l'apostasia di Israele, quando il Signore scese nella nube e gli manifestò in un privilegio senza pari la sua essenza (Es 34,6). Riconsiderare le faville misericordiose dell'eterna Favella non può che far bene, favorendo la maturazione di una testimonianza ancor più generosa e incisiva in tempi complicati e difficili quali quelli che stiamo vivendo.
Siamo una generazione che chiede segni, e che forse ne ha anche un reale bisogno. Tuttavia, a ben vedere, questi segni sono già tutti nella nostra vita, solo che occorre riscoprirli. In questo piccolo libro di riflessioni esegetiche dei vangeli che riportano i miracoli e segni operati da Gesù, l'autore ha saputo sintetizzare dei commenti molto belli che accompagnano il lettore in profondità. Un aiuto per comprendere e scrutare la Parola, ed amarla sempre di più.
Modello della fede cristiana, secondo l'insegnamento di san Paolo, è Abramo, la cui fede consiste nell'obbedire a Dio e nell'abbandonarsi a Lui con fiducia. Tutti e quattro i Vangeli mostrano chiaramente che Gesù stesso ha camminato «sulle orme della fede del nostro padre Abramo», La lettera agli Ebrei presenta Gesù come il sommo sacerdote della nuova alleanza e il leader della fede, quella dei cristiani, che si pone sul prolungamento della fede d'Israele. La fede cristiana è è fede in Dio e anche fede in Gesù, il Figlio di Dio che compie le promesse fatte a Israele. Alla dimensione interpersonale ed esistenziale della fede è sottesa quella veritativa, sulla quale insistono gli ultimi scritti del Nuovo Testamento.
José M. Mir, C.M.F., uno dei primi professori presso il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, era stato invitato dal Preside di allora, prof. Alfons Maria Stickler, S.D.B., a insegnare usando il il metodo vivo, cioè parlando sempre in lingua latina, ai nuovi alunni della neonata istituzione pontificia, il cui scopo è lo studio e la promozione del latino, lingua ufficiale della Chiesa Cattolica.
In questo volume i curatori hanno raccolto le dispense dei primi tre anni di insegnamento dello stimato professore, che era stato chiamato dalla Spagna per la sua ottima conoscenza della lingua latina, ma soprattutto per la sua esperienza didattica maturata nelle scuole superiori e per sua ottima direzione della rivista Palaestra Latina. Il volume contiene le praelectiones (exercitationes linguae latinae) dal 1965-1968, che nel loro insieme costituiscono un "corso triennale". Il corso parte dalle spiegazioni minuziose in lingua latina di brani scelti dei classici latini come Cicerone. Plinio il Giovane, Tito Livio, Orazio e Virgilio, a cui seguono esercitazioni sulle singole parole usate dagli autori. L'ultima dispensa contiene alcuni accenni sul latino adoperato dagli autori cristiani. curator hanno cercato di offrire una trascrizione delle tre dispense quanto più possibile fedele all' originale, anche se alcune parti del materiale sono state più tardi pubblicate dallo stesso autore nelle riviste Palaestra Latina e Latinitas. Nella prima parte del volume i tre curatori offrono loro saggi introduttivi. Il prof. Sajovic presenta la vita e l'attività accademica del prof. Mir. Il dott. Paul Nonso Ochada, dottorando presso la Facoltà di letter cristiane e classiche, esamina il metodo didattico del professore. La dott.sa Constance Cheung, dottoranda presso la stessa facoltà, nel suo saggio, meritevole di una particolare attenzione, esamina le tre dispense del prof. Mir nel loro insieme ei manuali di cui egli si è servito.
In questo libro l'autore, partendo dalla sua personale esperienza in uno dei paesi più secolarizzati al mondo, la Svezia, lancia un appello affinché si prenda coscienza delle risorse apologetiche contenute del Nuovo Testamento. L'esempio di Gesù, Paolo e Pietro e il modo in cui hanno interagito con una vasta gamma di interlocutori confermano la convinzione che il vangelo può essere spiegato e difeso, anche oggi. I cristiani, infatti, hanno bisogno di assumersi, oggi più che mai, le proprie responsabilità nel campo dell'apologetica, per spiegare e difendere ciò che credono. Questa è la conclusione e il messaggio di Gustavsson: "è abbastanza chiaro che chiunque vuole comunicare la fede cristiana deve essere in grado di spiegarne il contenuto e di difenderne la verità".
Il libro di Tobia narra le vicende di un uomo che affida la propria vita a Dio e nella preghiera trova la forza per affrontare le difficoltà e le sofferenze. Dio interviene con la sua mano provvidente e fa trovare nelle forze della natura la potenza della guarigione. Tobia è l'immagine di chiunque si trovi a percorrere strade sconosciute e situazioni che sarebbe meglio evitare e che trova nella fede la possibilità di dare un senso alla vita, così da rialzarsi e proseguire.
"Il volume si divide in tre parti. La prima parte segnala tracce di Comunione e di Sinodalità nelle tre lettere di Giovanni. La seconda parte è un percorso su Dio fino a giungere all'affermazione tipica di 1Gv 4,8.16: Dio è amore. La terza parte è la raccolta di otto excursus che arricchiscono la riflessione esegetica. La scheda finale è una traccia che avvia alla riflessione personale e all'attivazione di modalità operative di gruppi di studio. La narrazione delle lettere si sviluppa con una raffinata tessitura di richiami intertestuali scritturistici. Il lettore è irresistibilmente attratto e affascinato dalla ricca spiritualità che dopo tanti secoli suscita ancora stupore e meraviglia. [...] Nelle Lettere domina sovrano il genio teologico creativo di cristallina purezza. Il narratore, incline al realismo, infonde speranza nella comunità da amare e da ricostruire su orizzonti allargati. Benedice gli angoli bui della vita ecclesiale, perché diventino spazi di luce di risurrezione. Lascia ai posteri, con elegante perizia, la mirabile professione di fede in Dio Amore. Dio, nel suo stesso essere è principio di amore e amore in se stesso. È l'altissima incomparabile identità del Signore Dio. "