
Il racconto biblico della visita di Gesù alle due sorelle, Marta e Maria, può apparire scioccante: la "parte migliore" è attribuita a Maria che siede ai piedi di Gesù. Che ne è dell'invito incessante del vangelo di mettersi a servizio del prossimo? Le due autrici ci presentano un percorso tra i commentari e le interpretazioni che questo testo ha conosciuto. Dai padri della chiesa alle analisi femministe: venti secoli di letture ininterrotte di un testo che porta in sé una questione sempre attuale.
Negli ultimi quarant'anni circa, la ricerca sul secondo libro dei Maccabei ha ricevuto un notevole impulso, rimuovendo vecchi pregiudizi che avevano portato per lungo tempo a considerarlo inferiore al primo libro dei Maccabei e causando una nuova consapevolezza del suo valore storico-letterario. Rispetto alla lettura convenzionale del passato, Doran sottolinea almeno tre motivi di particolare interesse: il titolo, che non indica affatto la continuazione del primo libro dei Maccabei, ma racchiude un racconto piuttosto differente nello stile e nel contenuto; il genere, che non caratterizza un'opera storica in senso moderno, ma che si ispira piuttosto allo scopo parenetico ed esortativo di invitare i suoi lettori a seguire fedelmente le tradizioni ancestrali dell'ebraismo; la struttura stessa del libro, che è composto di due parti più brevi, le due lettere, e una più ampia, la narrazione. Seguendo i criteri della collana ("Nuova versione della Bibbia dai testi antichi"), il volume offre un'ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
Viene proposta al pubblico la prima traduzione interlineare di tutto il Nuovo Testamento, Greco - Latino - Italiano. Nel testo greco stampato sulle pagine di sinistra è stata inserita interlinearmente, a beneficio di quanti non conoscessero in modo adeguato la lingua in cui è stato redatto il Nuovo Testamento, una nuova traduzione italiana condotta in modo strettamente letterale, parola per parola, cercando di riprodurre anche i tempi e i modi dei verbi greci. Testo Latino e Nuovissima versione italiana scorrono parallele su colonne affiancate nelle pagine di destra. Inoltre, è necessario segnalare: il testo greco è Nestle-Aland, nella sua 28ª edizione; fra parentesi quadre le parole disputate dai critici; fra doppie parentesi quadre brani aggiuntivi ma certamente antichi e importanti; fra parentesi tonde interpolazioni chiarificative; sussidi utili in calce alle pagine: testi paralleli, citazioni e allusioni bibliche, apparato critico; passi e pericopi paralleli, citazioni, allusioni, paralleli verbali; libro aperto: note di critica testuale, con elenco dei papiri e dei codici unciali e minuscoli, appendice finale con nove cartine a colori e indici.
Il noto biblista presenta affinità e divergenze delle due lettere paoline. La comunità cristiana, cerca uno stile di vita coerente con la fede in Gesù Cristo (1Ts). Nella seconda ci si richiama al "giusto giudizio" di Dio, per sostenere la perseveranza dei cristiani (2Ts).
Il volume presenta una straordinaria documentazione delle operazioni di studio, di restauro e di valorizzazione di uno dei siti archeologici paleocristiani più eloquenti riguardo al fenomeno della cristianizzazione dell'Urbe. Il complesso delle catacombe di Priscilla con la basilica di S. Silvestro è stato, infatti, sottoposto negli ultimi cinque anni a una serie molto articolata di interventi archeologici conservativi, ai quali si è accompagnata la costituzione di un suggestivo Museo destinato alla fruizione e alla conoscenza anche didattica dell'intero complesso posto sulla via Salaria Nova. Di grande rilievo è la scoperta, attraverso la tecnica del laser ormai collaudata soprattutto in ambito catacombale romano, di nuovi affreschi nell'area cemeteriale del martire Crescenzione. Si tratta di un settore degli esordi del IV secolo, contrassegnato da decine di graffiti di pellegrini che, nell'alto Medio Evo, si recavano in questo luogo a venerare il sepolcro del martire.
Il volume raccoglie gran parte degli scritti minori del prof. Tabet, ma rappresenta solo una piccolissima parte della sua produzione. È stata fatta una selezione, tentando di tratteggiare nel modo più fedele possibile la ricca varietà del suo pensiero, che percorre tutto l'Antico e il Nuovo Testamento. Il libro è diviso in tre parti: una generale di ermeneutica biblica e altre due dedicate agli scritti sull'Antico e il Nuovo Testamento. In tal modo, pensiamo di offrire un degno contributo al grande percorso di ricerca del nostro caro professore. Il volume potrebbe di fatto essere considerato un'altra Introduzione alla Sacra Scrittura del professor Tabet.
Le prime parole dell'Ecclesiaste - il libro sapienziale dell'Antico Testamento, redatto da un ignoto autore del III secolo a. C. e da alcuni interpreti attribuito a Salomone stesso - sono note a tutti: "Vanità delle vanità, tutto è vanità". Queste parole hanno fatto dell'anonimo autore il modello universale dello scettico, che dubita di tutto e non crede in nulla, e del testo una scheggia di incomprensibile nichilismo nel corpo stesso delle Sacre Scritture. Come si giustifica la presenza di quest'opera nel complesso dei libri che compongono la Bibbia? Perché è stata accolta nel Canone? Alla contraddittorietà della presenza e dell'insegnamento dell'Ecclesiaste molti hanno cercato di dare una risposta, perlopiù cercando di minimizzare, ridimensionare, limitare le dure constatazioni contenute nel testo. Partendo dalle stesse domande ma senza ritrarsi di fronte alla contraddittorietà del testo, anche Jacques Ellul - il noto teologo protestate e critico della società tecnologica - si è cimentato nell'analisi e nel commento di quest'opera. Ma nel suo caso il testo ha trovato un autore estremamente simpatetico, a cui l'Ecclesiaste ha offerto l'estro per alcune notevoli pagine su scetticismo e fede, nichilismo e speranza, fugacità e saggezza. Pagine superate solo dalle sconcertanti considerazioni sul denaro, il lavoro e la felicità che l'autore ha saputo trarre da questo antico testo dagli insegnamenti sempre attuali.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù e i discepoli condividono un momento di difficoltà e insieme cercano di intravedere atteggiamenti e percorsi per affrontare il futuro. È la narrazione riportata nei capitoli 13-17, comunemente chiamati "discorsi di addio", perché collocati dall'evangelista poco prima della passione e della morte di Gesù, ma in realtà strutturati come "conversazioni". Il volume non si propone di offrire un'esegesi completa ed esaustiva del testo giovanneo, ma di cogliere sollecitazioni e stimoli per rileggere il rapporto personale con Cristo e la sua incidenza nella vita e nella missione delle comunità ecclesiali. Il lavoro è suddiviso in tre parti: la prima ripercorre i capitoli 13-16 del quarto Vangelo per scoprirne le dinamiche e i processi di fondo in ordine soprattutto alla dimensione ecclesiale; la seconda è incentrata sulle cinque promesse dello Spirito Santo presenti nei capitoli 14-16; la terza si conclude con alcune riflessioni sulla preghiera di Gesù (capitolo 17).
I frammenti esegetici pubblicati sono stati trasmessi anonimi in un codice della Biblioteca Ambrosiana di Milano, l'Ambrosianus I 101sup, proveniente da Bobbio, codice particolarmente prezioso per la storia del cristianesimo perché tramanda anche il cosiddetto Frammento Muratoriano. Essi contengono una interpretazione di alcune porzioni di testo del Vangelo secondo Matteo e precisamente: parte della pericope escatologica (Mt 24,20-42), letta in una prospettiva moderatamente millenarista, di stampo spirituale; la parabola del regno dei cieli paragonato al lievito (Mt 13,33); una argomentazione relativa all'apostolo Pietro incentrata sull'uso della spada che egli fece al momento della cattura di Gesù e sul suo successivo rinnegamento del Maestro (Mt 26,51-53.72-75). I frammenti fanno dunque emergere l'interesse dell'autore per gli ultimi tempi: lo sguardo rivolto alla parusia del Signore sollecita l'agire dell'uomo nell'oggi della storia, di fronte alle diverse circostanze che lo interpellano (rapporto con il potere politico, con le osservanze religiose, con le esigenze derivanti dall'adesione a Cristo). Il contesto storico e dottrinale che traspare dall'opera consente di ambientarla nella seconda metà del IV secolo. Essa manifesta significative corrispondenze con i Commentari paolini e le Quaestiones Veteris et Novi Testamenti dell'Ambrosiaster, tali da indurre a ritenere che sia uscita dalla sua mano.
Due prostitute si presentano al cospetto del re affinché giudichi chi è la vera madre di un bambino conteso da entrambe. La storia è intricata: le due donne vivono nella stessa casa, hanno partorito quasi negli stessi giorni, ma uno dei due neonati, morto improvvisamente, sarebbe stato sostituito con l'altro. Il sovrano ascolta le accuse, poi gioca d'astuzia ed elabora uno stratagemma: al fine di accontentare tutti, la sentenza prevede di tagliare con una spada il bambino in due parti. Il crudele verdetto si propone in realtà di smascherare la menzogna e di svelare i sentimenti autentici delle due donne. E così puntualmente accade che la vera madre si riconosca dal fatto di rinunciare a ogni rivendicazione purché il figlio non venga messo a morte. La storia biblica, narrata nel Primo libro dei Re e scelta per illustrare la sapienza di Salomone all'inizio del suo regno, ha almeno una ventina di versioni nella letteratura del folclore universale e in racconti dell'India e della Cina.
Del Vangelo di Luca il volume propone: il testo greco: è tratto dall'edizione interconfessionale The Greek New Testament (GNT), basato prevalentemente sul codice manoscritto B (Vaticano), risalente al IV secolo; la traduzione interlineare: eseguita a calco, cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo greco, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica; il testo della Bibbia CEI a piè di pagina con a margine i passi paralleli. Non si tratta di una 'traduzione', ma di un 'aiuto alla traduzione': un utile strumento di facilitazione e sostegno per affrontare le difficoltà del greco e introdursi nel testo biblico in lingua originale.
Da sempre il vangelo di Giovanni esercita un fascino tutto particolare, nonostante la densità teologica renda difficile individuarne i temi portanti, la trama narrativa e l'articolazione. Fortunatamente lo scritto si conclude con una preziosa dichiarazione d'intenti, dove l'evangelista afferma di avere mirato a edificare nei lettori la fede in Gesù (non distinguendosi per questo dagli altri vangeli), aggiungendo di averlo fatto narrando i "segni" compiuti da Gesù, scegliendo fra i molti che conosceva quelli che a suo parere erano i più adatti allo scopo. Il titolo di questo libro, "Il vangelo dei segni", vuol lasciare intendere che sulla base delle poche parole sui segni con cui il vangelo giovanneo si conclude si può provare a far luce sull'insieme e sulle parti di quello che è uno degli scritti fondamentali delle origini cristiane: nel quarto vangelo i "segni" non sono tutto, ma ne sono la chiave interpretativa insostituibile e irrinunciabile.