
La vicenda del prefetto romano di Giudea raccontata in un libro di storia. Da duemila anni Pilato è una figura di intersezione fra la memoria e la storia, come Romolo o Giovanna d'Arco. Aldo Schiavone costruisce qui un ritratto del prefetto di Giudea ripercorrendo gli eventi che portarono alla morte di Gesú, culmine della narrazione cristiana e punto di contatto fra ricordo evangelico e storia imperiale. Con appassionato rigore, e in serrato dialogo con le fonti, Schiavone non si prefigge alcun intento teologico o politico, ma solo quello di risolvere un enigma, descrivendo e spiegando quel che potrebbe essere accaduto.
Il presente volume tratta della Sindone nel suo cammino attraverso diversi paesi e città nel corso di venti secoli. Mediante la presentazione di questo itinerario ininterrotto l'autore ha cercato di mostrare anche che la Sindone di Torino è la stessa che fu venerata secoli prima a Costantinopoli o a Edessa, e che proveniva da Gerusalemme. Questa fu la decisa ipotesi sostenuta da Ian Wilson, seguita oggi dalla maggior parte dei sindonologi. A stesura compiuta del libro, l'autore confessa che personalmente si è riconfermato nella convinzione dell'autenticità della Sindone di Torino, l'insigne reliquia venerata da secoli nei luoghi che si descrivono nel libro. I lettori, se seguiranno con attenzione e interesse queste pagine, certamente arriveranno alla stessa conclusione.
Paolo ha fatto la sconvolgente esperienza di essere accolto e amato senza riserve da quel Gesù che perseguitava: nei suoi scritti egli ci conduce a superare tutte le ?immagini? di Dio acquisite, per accedere alla dirompente novità del vangelo. L?autore guida alla scoperta della testimonianza paolina e mostra quanto Paolo, sconvolto dall?incontro con Gesù e dal Dio che Gesù ha narrato, sia stato coraggioso e creativo.
In questa nuova edizione il Vangelo di Luca è interpretato e presentato come testo letterario. L'attenzione è rivolta in modo particolare al rapporto con le letterature extra-canoniche e con le tradizioni culturali della civiltà greca e latina. È riproposto inoltre il testo greco approntato da G. D. Kilpatrick negli anni Sessanta del Novecento e rimasto finora inedito.
Una lectio biblica, un commento alla Prima lettera di Paolo ai Corinzi in cui l'autore parte dal testo per leggere e rileggere il messaggio paolino in chiave odierna. (Introduzione di Aldo Martin)
Perché Gesù parlava in parabole? È questa la domanda da cui muovono le riflessioni raccolte in questo volume. Il cardinale Carlo Maria Martini si interroga sulle parabole, sulla loro attualità in un?epoca come la nostra che ormai non ne fa più uso e in cui «il parlare di Dio è stentato, fiacco, oscillante». Immediato ma profondo, concreto ed evocativo, Martini si sofferma prima sullo stile comunicativo di Gesù, poi verso ciò che il dire in parabole significhi oggi per noi, per la nostra esistenza, per il nostro modo di parlare di e con Dio. Esse conferiscono alla nuda parola «la potenza di un ariete che demolisce il bersaglio attraverso il coinvolgimento e non con un colpo diretto». Nel ripercorrere le numerose parabole evangeliche, Martini invita il lettore a imparare a guardare il mondo come Cristo per imitarlo, per situarsi dal punto di vista della croce, per «guardare il mondo avendo capito qualcosa della misericordia seria del Padre».
Nel contesto culturale del I secolo della nostra era, scrivere una vita di Gesù, quello che noi chiamiamo un vangelo, costituiva una sfida apparentemente impossibile da accettare. Non c?era soltanto da ispirarsi al precedente biblico: le vite di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Giuseppe, di Mosè e di altri eroi. Bisognava anche affrontare il genere greco-romano della biografia, i cui protagonisti erano esclusivamente dei grandi uomini, che godevano di un ampio riconoscimento sociale. Ora, Gesù, rifiutato dai suoi correligionari perché morto in croce come bestemmiatore e approfittatore della buona fede popolare, non poteva a priori pretendere di avere una biografia di questo tipo. I vangeli sinottici hanno, perciò, riconfigurato il genere «biografico» dell?epoca avvalendosi in modo inedito e creativo del riconoscimento. Dietro alla nascita del genere evangelico c?è, dunque, l?invenzione di un modello narrativo di insieme, il cui punto focale è il riconoscimento di Cristo nel suo paradosso pasquale. Questo modello è la ragione d?essere dei racconti attribuiti a Matteo, Marco e Luca.
Continua, con questa "Lettura semplice del Vangelo di Matteo", il percorso di approccio e di conoscenza dei testi evangelici che "Il Sale" ha intrapreso pubblicando le lezioni che, negli anni, il vescovo Monari ha proposto ai sacerdoti della diocesi di Brescia.
Meditazioni quotidiane per il tempo estivo
Un'ampia riflessione-meditazione di Papa Francesco sviluppata attraverso i frammenti tratti dai suoi vari interventi (scritti e orali) qui disposti seguendo il succedersi dei capitoli del vangelo di Matteo. Il volume non ne offre una lettura esegetica e sistematica ma desidera essere d'aiuto a quanti leggono e leggeranno, meditano e mediteranno, sul vangelo di Matteo al fine di incontrare Gesù e scoprire il tesoro nascosto nelle singole righe o parole del vangelo. L'introduzione al volume è del curatore dello stesso, don Gianfranco Venturi, sdb; vero e proprio filo conduttore di tutto il lavoro, in poche pagine offre alcune notazioni sulla Parola capaci di riunire i frammenti degli Scritti di Matteo. La "Parola" per don Venturi appare «qui in duplice significato o dimensione: il Verbo eterno incarnato, Gesù di Nazaret, e la Parola contenuta nella Scrittura».
Il Commento al Vangelo di Giovanni è senza dubbio l’opera maggiore della von Speyr. Senza pretese specialistiche, ma con la sapienza di chi è abituato a lasciarsi prendere dalla parola, ella espone il Vangelo parola per parola per sottomettervisi, non per dominarlo. “Quando Dio Padre, Figlio, Spirito Santo abita un cielo che Lui solo conosce, allora l’amore e l’ordine sono una cosa sola, non c’è possibilità di distinguerli perché l’amore è ordine e l’ordine amore. Ognuna delle tre persone della Trinità ama gli altri a partire da un ordinato amore divino”. Sulla terra l’ordine e l’amore sono rappresentati da Pietro e Giovanni, dall’istituzione e dal carisma; essi devono perciò essere uniti in analogia all’unità che hanno in Dio, perché la chiesa sia veramente cattolica, aperta a tutti.

