
Alcamo, 1976. Un giovane viene invitato a conoscere dei veri amici. Ne resta colpito, li segue, rimane con loro. Tre anni dopo partecipa a un incontro con don Luigi Giussani: a tema la fede e le opere. Le parole sono belle, pensa, ma che c'entrano con il mio lavoro in campagna e la condizione dei miei amici disoccupati? Questa domanda è all'origine del rapporto tra Sebastiano e don Giussani, essenziale per la nascita della Compagnia delle Opere. "Tutto per don Giussani era frutto di una storia reale, di situazioni concrete. Di fatto la CDO nasce per la sua preoccupazione per gli amici di una cooperativa di Alcamo, i quali non riuscivano a commercializzare il loro vino. Mi disse: che amicizia è la nostra se non li aiutiamo? Di lì è venuto tutto il resto" (Giorgio Vittadini). Con uno scritto di Luigi Giussani.
Gli "Adagiorum collectanea" sono pubblicati a Parigi nel 1500 da un Erasmo poco più che trentenne. L'idea era quella di raccogliere e commentare detti, proverbi, massime, modi di dire popolari e letterari dell'antichità. Nell'edizione del 1500 gli adagia sono 818. Le successive edizioni (una ventina) alle quali Erasmo lavorò per tutta la vita portarono il numero degli adagia a 4151. "Adagiorum chiliades" è il nuovo titolo che Erasmo diede alla sua opera nel 1515 e che rimase fino all'edizione definitiva del 1533. Carlo Carena traduce e commenta qui, col testo latino a fronte, la prima edizione dei Collectanea fornendo in appendice alcuni esempi delle riscritture a cui Erasmo sottopose i suoi commenti nelle ultime Chiliades. Gli Adagia sono dunque, per Erasmo, l'opera della vita, il primo e l'ultimo libro che pubblica, quello a cui torna fra un lavoro filologico e l'altro, fra un trattato morale e uno scritto teologico. Quello che affascinava Erasmo era il tentativo di riprodurre la sapienza antica attraverso parole che fossero state usate e riusate, che avessero avuto un passaggio dalla letteratura all'uso popolare o viceversa, che costituissero insomma un sedimento linguistico tramandato dagli antichi ai moderni. Modi di dire che possono essere pronunciati dal filosofo e dal furfante, nutriti dalla stessa forza metaforica e analogica, dagli stessi guizzi della creatività linguistica greca e latina, che per Erasmo erano il migliore nutrimento dell'uomo moderno.
Distorsioni nel rapporto tra cristiani ed ebrei, tra autorità delle scritture e tradizione
Distorsioni nel rapporto tra chiesa e potere, tra fede e morale
L’invito a riflettere sul significato del vero cristianesimo
In un illuminante viaggio nella storia cristiana, Eric W. Gritsch analizza e sottopone a un esame di realtà il cristianesimo, denunciandone elementi, aspetti e distorsioni che nei secoli sono diventati “tossici”.
Quattro macro-correnti di pensiero che hanno intossicato e ancora intossicano il nucleo della spiritualità cristiana, indebolendone il messaggio.
Antisemitismo, fondamentalismo, trionfalismo e moralismo, ovvero, in sintesi, l’alterazione dei rapporti fra cristiani ed ebrei, fra l’autorità della Scrittura e quella della tradizione, fra la chiesa e il potere secolare, fra la fede e la morale.
Un invito a riflettere su ciò che è autenticamente cristiano e su ciò che non lo è, lasciandosi alle spalle pregiudizio, ignoranza, violenza e paura.
In questi due saggi, tratti dal volume "La dialettica del Cristianesimo" (1948), Tanabe Hajime intraprende un'appassionata analisi del rapporto tra il pensiero buddhista e la fede cristiana. Concetti fondamentali come quelli del ritorno "da Paolo a Gesù", del "nulla eppure amore" dell'unità triadica dell'amore e dell'interpretazione esistenziale della morte-risurrezione, sono solo alcune delle nozioni che egli elabora a partire dalla dialettica della mediazione assoluta, una dialettica in cui tutte le cose sorgono e si costituiscono attraverso la loro reciproca negazione e affermazione. Il "Nulla assoluto" assume ora i contorni religiosi-filosofici della conversione di sé, o dell'autoconsapevolezza religiosa, che tenta di sintetizzare al suo interno le verità delle religioni storiche dando così vita a una simbiosi creativa tra Cristianesimo, marxismo e buddhismo giapponese. Introduzione a cura di Tiziano Tosolini.
La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: "Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12,46).
Nel luglio del 2008 il “New York Times” riferiva in prima pagina di uno sconvolgente ritrovamento: un’antica tavola, un grosso e pesante pezzo di pietra con 87 righe incise in ebraico. Risaliva a prima della nascita di Cristo e conteneva una profezia, l’annuncio di un Messia che sarebbe risorto tre giorni dopo la morte.
È solo uno dei tasselli con cui Daniel Boyarin, fra i più noti talmudisti viventi, ci spiega che la storia del Nazareno non rappresenta affatto, come da secoli si ritiene, un momento di rottura con il senso religioso ebraico. La percezione convenzionale di una netta divisione tra cristiani ed ebrei, diffusa tanto da una parte quanto dall’altra, non tiene conto di una natura comune profondamente e radicalmente unitaria. Gesù era un ebreo osservante, un ebreo che mangiava kosher. Si era presentato nel modo in cui molti ebrei si aspettavano che facesse il Messia: un essere divino incarnato in un uomo. All’epoca dei fatti, del resto, la questione non era: “Giungerà il Messia?”, ma solo “Questo falegname di Nazareth è Colui che aspettavamo?”. Alcuni cedettero di sì, altri di no. E oggi noi chiamiamo il primo gruppo cristiani e il secondo ebrei, anche se, in principio le cose non stavano così. Con una sorprendente rilettura del Nuovo Testamento e l’aiuto delle più recenti scoperte e delle Antiche Scritture, Il Vangelo ebraico risale alle origini di una divisione millenaria che oggi, secondo Boyarin, dobbiamo avere il coraggio di capire e superare, andando oltre le convenzionali semplificazioni.
“La visione di Boyarin è rivoluzionaria. Eppure, quelli che racconta sono solo fatti storici”
The Washington Post
“Quest’affascinante ricostruzione della storia di Gesù cambierà l’idea delle persone sulle origini del cristianesimo e sul suo complicato rapporto con l’ebraismo”
Elliot Wolfson, professore di Lingua e Storia ebraica all’Università di New York
Daniel Boyarin
Professore di Cultura talmudica e di Retorica all’Università della California, è riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori studiosi di Talmud e come grande divulgatore della cultura ebraica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo A radical Jew (University of California Press, 1997), Border Lines (University of Pennsylvania Press, 2006), Socrates and the Fat Rabbis (University of Chicago Press, 2009) e, in Italia, Morire per Dio (Il Nuovo Melangolo, 2008). Vive a Berkeley, in California.
JACK MILES
Professore di Letteratura inglese e di Studi Religiosi all’Università della California, è l’autore di Dio: una biografia (Garzanti, 1996) per il quale ha vinto il Premio Pulitzer. Collabora con il “New York Times”, il “Washington Post”, il “Los Angeles Times” e il “Boston Globe”. Tra le altre sue pubblicazioni ricordiamo anche Gesù: una crisi nella vita di Dio (Garzanti, 2003).
Il Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez prosegue la sua esposizione sull'importanza e il valore dei Sacramenti, illustrando in queste pagine gli elementi essenziali del Matrimonio. Si tratta di un breve saggio che spiega in modo chiaro e semplice il profondo valore di questo sacramento, che per un laico rappresenta la via più comune per vivere la propria vocazione cristiana e dimostrare il proprio amore verso Dio e il prossimo. Un utile strumento catechetico rivolto in modo particolare alle coppie che si accingono ad intraprendere il cammino di santificazione matrimoniale, ma anche ai sacerdoti che preparano i fidanzati a ricevere questo sacramento.
Frutto di un lavoro educativo in un oratorio di Catania, questo libro presenta sotto forma di fiaba un percorso di cambiamento proposto ai ragazzi.
Uno dei ricordi indelebili che ogni nolese porta con sé è "l'andare a San Vito", perché ti rimane qualcosa impresso nel cuore. Quando si entra nella "cappella dei quadri" ci si trova catapultati in una realtà incantata: centinaia di tavolette votive raccontano storie di vita e vicende singolari. Queste pagine intendono valorizzare l'importante patrimonio di fede e di storia della comunità conservato nel Santuario di San Vito e rendere fruibile, in formato digitale, il lavoro di catalogazione dei quasi 500 ex voto della collezione. Senza grandi spiegazioni teologiche, solo guardando con ammirazione e curiosità alle semplici tavolette che ci hanno lasciato i nostri padri, si capisce che cosa vuol dire "intercedere".Gli autori del volume sono: Luca Bello, Domenica Calza, Natale Maffioli, Federico Valle.Al volume è allegato un DVD contenente il catalogo digitale degli ex voto.
Vengono riportati i contenuti di centinaia di lettere e di altri documenti inviati a Padova dalla Congregazione romana del Sant'Ufficio dal 1567 al 1660 con direttive, valutazioni, riprensioni concernenti processi di imputati in corso all'Inquisizione di Padova, in particolare sulla carcerazione di Tommaso Campanella (1594).
Questo lavoro (che raccoglie gli atti del terzo Simposio organizzato dalla Penitenzieria Apostolica) si sofferma sul sacramento della Penitenza e sul suo sviluppo storico, teologico e pastorale, in un arco di tempo che ha visto notevoli cambiamenti attorno alla prassi ecclesiale relativa a questo sacramento. Negli ultimi anni la Penitenzieria Apostolica ha ritenuto opportuno organizzare una serie di Simposi con lo scopo di valorizzare il ricco patrimonio di esperienza accumulato nel corso degli otto secoli della sua storia, individuando da un lato i caratteri distintivi del Dicastero, dall'altro cercando di cogliere elementi nuovi che la prassi ecclesiale impone per affrontare le sfide che insidiano la Chiesa agli inizi del terzo millennio.
Questo libro è la versione francese della biografia della Fondatrice delle Suore Apostole del Sacro Cuore: un testo divulgativo, in grado di farsi leggere da un pubblico più vasto, quindi non solo dai membri della Congregazione e dai simpatizzanti, e dalla cerchia degli studiosi e degli estimatori. Solo così, infatti, è possibile estendere la conoscenza di una figura che ha molto da dire non solo alle sue Figlie, ma anche a ogni credente. Per tale motivo, non si è voluto collocare il volume nella collana dei “Fondatori”, bensì in quella dei “Protagonisti”. Con questa scelta si spera di dare a Maria Gargani la possibilità di “parlare”, anche oggi, con la sua vita esemplare di laica impegnata e di fondatrice, a tutti coloro che avranno l’umiltà di mettersi in ascolto del suo messaggio, che corre da oltre un secolo lungo il binario della preghiera e della carità, in particolare agli insegnanti e ai catechisti.
Stefano Campanella è nato a Putignano (Bari) il 1° novembre 1964. Giornalista professionista dal 1995, è direttore responsabile delle testate Tele Radio Padre Pio e Padre Pio Tv. Ha pubblicato numerosi saggi storici riguardanti san Pio da Pietrelcina. È autore di diversi documentari di argomento religioso e ha pubblicato i seguenti libri: Fra Pio, la giovinezza del santo (2002); Il Papa e il Frate (20062); La missione di Padre Pio (2008); Obœdientia et pax. La vera storia di una falsa persecuzione (2010).

