
Gioacchino da Fiore è stato in primo luogo un monaco che aspirava a un ritorno al rigore ascetico delle origini benedettine e intendeva pertanto promuovere una radicale riforma dei Cistercensi, nei cui ranghi era dapprima entrato. Filo conduttore delle sue riflessioni furono la Vita di Benedetto da Norcia, delineata nei Dialogi di papa Gregorio Magno, e la Regula attribuita al santo padre del monachesimo occidentale. In realtà l'abate di Fiore non provvide mai alla stesura di un vero e proprio testo, radunando in forma di trattato una serie di esposizioni redatte verosimilmente negli anni in cui andava prendendo forma compiuta il suo sistema esegetico e teologico. Egli era comunque assai sensibile ai maggiori eventi dell'epoca. In particolare, anche nel suo caso una profonda impressione fu esercitata dalle notizie provenienti dal Vicino Oriente, dove le armate del Saladino nel 1187 spazzarono via gli ultimi resti del Regno latino di Gerusalemme. Da tale evento Gioacchino trasse lo spunto per ricondurre le proprie argomentazioni all'elaborazione di una peculiare teologia della storia. Testo critico e introduzione di Alexander Patschovsky.
Il concetto di democrazia ha attraversato una storia complessa e controversa e ancora oggi siamo alla ricerca di una definizione universalmente condivisa.
La cultura della democrazia ha conosciuto tuttavia progressive tappe di maturazione e di diffusione e può essere considerata aspetto irrinunciabile del nostro agire politico.
Nel dibattito in questione si è inserito a più riprese e con esiti controversi anche il pensiero cristiano, di cui una stagione di accorata verifica hanno rappresentato gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento.
Queste pagine si soffermano su un momento del contrastato confronto tra cristianesimo e democrazia, lasciando spazio ad alcune voci che ne hanno interpretato letture e approcci diversificati e talora nettamente divergenti.
Un’analisi che potrebbe suggerire qualche spunto per ripercorrere tappe ed esiti del progetto democratico e dei valori ad esso sottesi.
Autore
Walter E. Crivellin
Insegna Storia delle istituzioni politiche presso l’Università di Torino. Si occupa di storia politica e culturale, con particolare attenzione al rapporto tra istituzioni politiche e religiose.
Di Maria Grazia Simoncini Fabris
Quasi sconosciuti al pubblico italiano la biografia e le opere di Beppina Marcucci, alias Maria Maddalena di Gesù Sacramentato, monaca passionista (prov. Lucca 1888 - Madrid 1960). Emozionanti e coinvolgenti appaiono le vicende biografiche che raccontano un vissuto ispirato alla gioia per l’Amore di Gesù che sostiene, allieta e salva. Ella desidera la libertà di una clausura dove vivere radicalmente di quel solo Amore, che invece porterà proprio lei, figlia di un emigrante, ad attraversare oceani e a fondare monasteri, in Spagna e Italia, e a scrivere copiosamente, pur nell’anonimato garantito fino al termine della sua vita, con la Sapienza che ricava dalle sacre Scritture e dalle proprie meditazioni sull’Amore-Passione di Cristo e dell’umanità. Precorre quanto il Concilio Vaticano II sottolineerà con forza nel concetto di volontà di rinnovamento ecclesiale: la santità è per tutti, non certo solo per religiosi, ed è semplice assecondare il richiamo alla virtù, perché «la santità è amore». È stata avviata la causa di beatificazione.
L'autrice
Maria Grazia Simoncini è nata e vive a Monza, insegna in una scuola secondaria di Muggiò (MB). Laurea in Cattolica, in lettere, indirizzo scienze storiche, si appassiona di problemi e progetti relativi ai ragazzi della scuola per cui ha elaborato percorsi di lettura, ricerca e integrazione. Si interessa di vita ecclesiale e mondo missionario, scrive occasionalmente anche di spiritualità, specie della famiglia passionista che ama come la sua. Aderisce al Movimento Laicale Passionista.
• È stata avviata la causa di beatificazione di Madre Maria Maddalena Marcucci.
di Nicola Gori
Questo libro presenta il carisma e la storia delle Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento, fondate dalla Beata María Inés Teresa Arias Espinosa, beatificata a Guadalupe (Messico) il 21 aprile del 2012. Il loro è un carisma eminentemente missionario, che la fondatrice ha derivato dall’Apostolo Paolo: “È urgente che Cristo regni” (1Cor 15,25) e che è in perfetta sintonia con quanto oggi la Chiesa si aspetta con la nuova evangelizzazione.
L'autore
Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università di Firenze, collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia ed è corrispondente dell’Osservatore Romano. Studioso appassionato degli autori mistici, ha pubblicato numerosi libri in questo campo. È anche autore di premiati racconti e poesie. Tra i volumi pubblicati per le Edizioni San Paolo ricordiamo: Consolare Gesù: ecco la mia missione in terra (2010), Con Maria ai piedi della Croce. Biografia della Beata Maria Maddalena Starace Fondatrice delle Suore Compassioniste Serve di Maria (2010) e Una margherita per Gesù. Biografia di Madre Margherita Diomira Crispi (1879-1974) (2011).
Autore:
Coccolini Giacomo
Insegna Filosofia della religione presso l'Istituto superiore di Scienze religiose di Bologna (Facoltà teologica dell'Emilia Romagna). È autore di numerosi libri.
Contenuti:
I tratti essenziali del cattolicesimo attraverso la storia, la teologia, la liturgia e altre pratiche religiose, la morale. In evidenza, alcune grandi questioni che sfidano i cattolici oggi: la pace e la guerra, lo "spirito del tempo" postmoderno, la ricerca di un'etica universale.
In particolare in questo volume, dedicato allo spirito del cattolicesimo ancor prima che alle sue concretizzazioni storiche, si parla di:
• L'etimologia, la storia e il senso del termine "cattolico";
• La visione della storia umana come storia della salvezza;
• La correlazione tra Scrittura e tradizione;
• Il rapporto tra liturgia e vita;
• La morale cattolica davanti a questioni calde come la ricerca di un'etica universale, la guerra e la pace, il rapporto con la politica.
Inoltre, le tendenze teologiche dopo il Concilio Vaticano II e il tema del dialogo interreligioso e interculturale.
Affrontare il Vaticano II e la sua ricezione in ambito milanese, con riferimenti che si allargano al Nord Italia, è coerente alla stessa visione di Chiesa maturata al Concilio. Dopo la fitta letteratura postconciliare, partita dalla ricostruzione del contesto generale in cui ha potuto nascere e svilupparsi l'assise ecumenica, sono seguiti gli studi sui diari e sulle corrispondenze dei vari partecipanti: vescovi, periti, uditori. Ora si apre una nuova stagione di ricerca e approfondimento che contestualizza l'evento nella vita e nella specificità delle diverse Chiese locali, in cui hanno potuto orientarsi le figure operanti al Concilio e successivamente esercitarsi gli influssi sulla vita di preghiera, sull'azione pastorale, sulle capacità di abitare il contesto sociale e culturale. Il presente volume - che pubblica i risultati della prima parte della ricerca - esplora l'azione dei diversi protagonisti chiamati ad attuare il Concilio: in primo luogo la figura del vescovo, figura messa in primo piano dal Concilio; quella dei diversi ministeri e dei religiosi, senza dimenticare il ruolo dei laici. Attraverso l'azione diversificata di queste figure si svela in modo sintetico quel volto della Chiesa popolo di Dio che costituisce la novità del magistero conciliare, e anche una delle sfide più forti nel cammino della sua ricezione. L'insieme dei testi è introdotto da S.E. Mons. Adriano Caprioli e da un saggio prospettico-metodologico di G. Routhier.
Soltanto in tempi recenti, la globalizzazione della religione è divenuta oggetto di studio nelle scienze umane, soprattutto in campo sociologico, mentre una simile intensa attenzione non sembra aver toccato l’analisi storica della mondializzazione del sacro e del secolare.
L’analisi dei rapporti instauratisi in passato tra religioni e secolarizzazioni sviluppata nelle pagine seguenti propone un approccio globale alla questione e, proprio considerando lo sfondo estremamente mutevole su cui si muove, intende offrire alcune coordinate introduttive utili a orientarsi in territori soltanto marginalmente esplorati dagli storici. La scelta di circoscrivere l’osservazione alle tre “religioni del Libro” è un limite consapevolmente posto a questa ricerca, non tanto perché altre confessioni non abbiano un peso rilevante o non siano toccate da fenomeni assimilabili alla secolarizzazione, ma in quanto le tre fedi monoteistiche hanno tra loro tratti, luoghi di influenza e traiettorie, almeno in parte, comuni. La comparazione risulterebbe, infatti, più frammentata se ampliata ad altre “esperienze del sacro” e, non da ultimo, richiederebbe specifiche ed estese competenze su mondi assai complessi.
Ricostruire le origini delle relazioni tra sacro e secolare in una prospettiva globale, evitando semplificazioni svianti e catastrofismi immotivati, può aiutare a capire le ragioni del loro instabile equilibrio, ma anche a comprendere come sia possibile tenere insieme libertà individuali e legami comunitari nell'ingarbugliato "villaggio globale".
La cronaca propone sempre più spesso occasioni per riflettere sul rapporto tra religioni e politica: dall’educazione familiare ai simboli religiosi nei luoghi pubblici, dai cambiamenti di regime alle intromissioni delle credenze morali nell’elaborazione delle leggi. Di fronte alle tensioni attuali è opportuno conoscere le origini di questo rapporto contrastato: misurare quale impatto abbiano avuto i conflitti tra sacro e secolare sulla scuola, sul matrimonio, sulla scienza o sulla organizzazione delle società aiuta a comprendere come le fedi hanno contribuito a forgiare il mondo globalizzato. La ricca dialettica tra fenomeni religiosi e processi di secolarizzazione è frutto di percorsi che nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam hanno seguito traiettorie diverse, ma che si sono tra loro continuamente incrociati. Uno sguardo plurale, che riflette su fedi e forme differenti dell’attuale pensiero laico e, allo stesso tempo, coglie le loro influenze reciproche lungo i secoli.
Indice
Introduzione
1. I confini della storia
2. Società in movimento
2.1. Fedi e società moderne
2.2. Famiglie nella secolarizzazione
2.3. Le religioni a scuola
3. La politica delle religioni
3.1. La laicità dello stato
3.2. Il potere della fede
3.3. Religioni rivelate e democrazia politica
4. I nuovi interrogativi
4.1. Un mondo uscito da Dio
4.2. “Multisacro” o “multisecolare”?
In lingua inglese. La recita del Sacro Manto è un particolare omaggio reso a San Giuseppe, per onorare la sua persona e per meritare la sua protezione.
Sorto alla fine del 1712, il monastero della Visitazione di Salò celebra tre secoli di vita. Nato come filiazione della Visitazione di Arona, per volontà della comunità civile salodiana, si è innestato nella realtà locale come uno strumento di elevazione nella preghiera, nel silenzio e nell'umiltà. Radicate nel mondo ma con lo sguardo verso il cielo, le sue monache hanno tradotto nella semplicità della loro vita lo spirito di san Francesco di Sales di «morire a se stesse per vivere in Dio». Attraverso una scrupolosa disanima archivistica e documentaria Maria Grazia Franceschini, lei stessa suora di clausura, ricostruisce la storia del monastero e offre un punto di vista originale, inedito e suggestivo, di questa vicenda plurisecolare vista, per così dire, dal di dentro. Il volume si sviluppa in una narrazione che è stata oggetto di lettura, di commento e di confronto anche da parte dell'intera comunità. Ne scaturisce in tutta la sua freschezza la dinamica misteriosa della quotidianità orante, dei riflessi delle vicende generali sulla regolarità claustrale, dei rapporti con l'esterno, specie in campo educativo, fino all'abbandono degli austeri chiostri della Fossa nel 1968, nel centro di Salò, per una nuova e più tranquilla sede nella zona collinare delle Versine. Tre secoli di storia fecondi di spiritualità salesiana e di intensa religiosità, per i quali si possono ancora ripetere le parole che il padre spirituale del monastero, don Augusto Orio, scriveva al vescovo di Brescia nel 1875: «Ho la compiacenza di poter riferire che queste religiose vivono nella concordia e nell'osservanza». Questo è senza dubbio il viatico più bello per un libro in cui la storia non è diversa dalla vita, anzi è la vita stessa che continua.