
Essere maschi o essere femmine, ad ogni età, fa molta differenza. Non solo perché si hanno corpi diversi, ma soprattutto perché diversi sono i significati e i ruoli che fin dalla nascita vengono attribuiti a questi corpi: si vede nella cultura e nei giocattoli, nell’organizzazione familiare e nelle strutture sociali, nei programmi scolastici e nei palinsesti televisivi.
Tutto ciò condiziona – e a volte imprigiona – i bambini e le bambine ma anche le donne e gli uomini che si occupano di loro: genitori, insegnanti, educatrici e educatori.
Raccogliendo le voci di alcune classi della scuola Primaria e le riflessioni di maestre, mamme e papà, il libro propone un percorso per capire quali sono oggi questi messaggi, da dove vengono e dove stanno andando.
E mostra come anche l’educazione religiosa e la trasmissione della fede abbiano un ruolo attivo nella costruzione del maschile e del femminile.
Rita Torti
Laureata in Storia Contemporanea, da diversi anni si occupa di studi di genere e collabora con enti, scuole e associazioni interessate ad approfondire le tematiche del rapporto tra donne e uomini. Vive e lavora a Parma.
«La luce che i cieli non potevano contenere è diventata debole e fragola come uno di noi. È venuta a insegnarci che l'amore è tutto, e il vero amore dona la vita, superando la paura dell'odio e della morte. Ma oggi è il momento della tenerezza. I bambini che fino a poco tempo fa erano in strada a Kibera e che stanotte sono con noi a Kivuli sono per noi, guaritori feriti, il segno più luminoso che Dio ci vuole bene, che è con noi, che ci offre la sua tenerezza, il suo amore, che ci guarda negli occhi e ci dice: "Ti voglio bene". Così tutti possono sentirsi il cuore riscaldato da questa voce».
padre Kizito
"Io sto bene quando stai bene tu". Dolcezza, tenerezza, carezza sono le tre parole che arricchiscono e completano la cosa più bella del mondo, che è l'amore.Non basta amare: bisogna saper amare! Non è sufficiente dire: "ti amo!": bisogna saper esprimere l'amore con quei gesti e quelle parole che lo rendono dolce, tenero e gradevole. Bisogna imparare l'arte dell'amore! Ermanno Olmi scrive: "Tutti i libri del mondo non valgono una carezza". Ed è vero perché essa è la chiave d'oro che riesce ad aprire la porta di ogni cuore.
Ogni domenica, a messa, recitiamo il Credo. Lo recitiamo con l'entusiasmo di chi è consapevole che esso segna inequivocabilmente la fine dell'agonia dell'omelia. Lo recitiamo con la fretta di chi deve ricuperare il tempo perso (nell'omelia) e con la distrazione di chi compie un rito formale. Eppure in quelle parole c'è tutto il fondamento e il contenuto della nostra speranza. La fede cristiana, cattolica e non, è sinteticamente espressa in questo Credo, detto niceno-costantinopolitano del IV secolo. In queste poche pagine offriamo non un commento esaustivo, ma delle brevissime suggestioni e dei semplici spunti pensati per la riflessione personale e per la catechesi. Scopriremo così che la nostra professione di fede apre delle questioni non per nulla banali, ma tanto complesse e intriganti che forse sarà urgente un approfondimento del Credo attraverso il Catechismo della Chiesa cattolica, che ne dà un commento sistematico.
Il testo contiene gli Atti del Congresso dell'Équipe Europea di Catechesi, tenutosi a Malta nel 2012. Il problema del linguaggio umano per "dire Dio" è stato indagato al singolare e al plurale. Il "linguaggio" in catechesi: i contributi invitano a entrare in una visione secondo la quale la catechesi non dà un linguaggio, ma apre a esperienze personali, comunitarie e sociali che suscitano un incontro con Qualcuno e tra di noi. I "linguaggi" in catechesi: è un invito alla catechesi a fare spazio non solo al ragionamento, ma al corpo, all'emozione, alla poesia, alla bellezza, ai sensi, all'invocazione, alla meraviglia, alla contemplazione.
Questo libro è frutto del lavoro della Commissione nazionale Catechesi per gli adulti dell'UCN, in particolare del XVI convegno dei Direttori degli Uffici Catechistici Diocesani (Pesaro, giugno 2011), che aveva per titolo "Adulti testimoni della fede, desiderosi di trasmettere speranza. Responsabilità e formazione della Comunità cristiana". La scelta maturata in quel convegno fu quella di rivolgere l'attenzione a quegli adulti che già sono coinvolti nelle nostre comunità, dando così un particolare rilievo ai percorsi e alle esperienze concrete. Tale scelta evidenziò in modo esplicito, in un contesto aperto alla pluralità creativa dei metodi, delle modalità e dei singoli itinerari, la necessità di chiari punti di riferimento comuni e organici nella proposta formativa agli adulti. Questo volume offre un'articolata e variegata riflessione in forma sintetica ma approfondita della tematica.
Dalla saggezza pedagogica di don Bosco condensata in uno dei suoi sogni più famosi, un libretto facile ma profondo, per fare qualche passo sulla via della santità e della crescita personale: per tutti i giovani, stimolati dall'entusiasmo contagioso di Papa Francesco e dalla recente esperienza della GMG di Rio. Un testo da regalare, da avere sempre a portata di mano, che in dieci passi, dieci diamanti, aiuterà giovani e ragazzi a rivedere la propria vita e il proprio rapporto con sé, con Dio e con gli altri.
I fratelli, gli amici, i colleghi? Sono la linfa vitale della nostra quotidianità. Fonte di energia per affrontare le avversità e luogo di condivisione delle piccole e grandi gioie. Che tipo di legame affettivo esiste tra fratelli e tra amici? Come gestire questi rapporti? Con quali problematiche e con quali risorse? Per prendere in mano la nostra vita e dare pienezza alla nostra quotidianità.
Il castigo non è uno sport facile, ma necessario. Ormai ne sappiamo abbastanza per concludere che l’anarchia non porta da nessuna parte. Ne sappiamo abbastanza per essere certi che un bambino viziato non è un bambino felice: è soltanto un bambino che passa di esperienza in esperienza. Insomma, il bambino ha bisogno d’essere avvertito che sta sbandando. L’avvertimento si chiama ‘castigo’! Sì, perché sta qui il senso del castigo pedagogico: non far soffrire, non condannare, ma avvertire il figlio che è uscito di strada. Questo è il concetto di castigo che viene proposto in queste pagine. Il lavoro è diviso in tre brevi parti. Nella prima si prova il castigo è una strategia educativa non meno importante di tante altre strategie, come, ad esempio, il parlare, l’amare, l’ascoltare, il dare l’esempio... La seconda parte presenta che l’educatore ha a disposizione. La terza parte ci dice castigare perché la correzione sia pedagogicamente corretta. Il tutto caratterizzato dalla limpida chiarezza e dalla massima concretezza!
Il primo problema pedagogico d’oggi è un problema di cime, di vette. Chi non vede che i fari della propria auto, pensa che tutto il mondo finisca lì; chi vede le stelle è sollecitato a continui sorpassi. Se i nostri ragazzi svolazzano come polli, è perché abbiamo dimenticato di farli incontrare con personalità alte, significative! Eppure la Cima c’è ed ha un nome ben definito: si chiama ‘Cristo’. È lui il miglior successo della nostra specie. Lui l’uomo perfetto, seguendo il quale, si cresce Uomini. Queste pagine si propongono di provare che Gesù fa diventare ‘grandi’, non solo ‘grossi’. Gesù fa crescere più in fretta. Gesù forgia personalità d’alto fusto. Insomma, Cristo è la terapia d’urto all’attuale umanesimo piatto. Ciò detto, è chiaro che questo non è un libro di brioches. È un libro che non costringe a prendere appunti, ma decisioni. Un libro terapeutico: in Cristo vi è tutto il corredo necessario per impaginare bene la vita e non scarabocchiarla. Un libro benefico: incontrare Cristo, è l’affare più indovinato della vita! Testo limpido, essenziale, di alta leggibilità. L’augurio è che il lettore vi entri uomo ed esca umano!
Uno strumento per accompagnare la crescita dei più piccoli nell'incontro con Gesù e la sua Parola. Pensato per i bambini dai 5 anni, ma così duttile da poter essere adattato per bambini più piccoli accompagnati dai genitori, come anche essere utilizzato da chi è in grado di leggere e scrivere da solo, in un approccio più autonomo, per un avvio alla riflessione e alla preghiera personale. Da usare in famiglia, si presta anche come strumento per prime esperienze di vita di gruppo, per la riflessione e il confronto tra i più piccoli, ma anche per l'educazione religiosa a scuola. Età di lettura: da 5 anni.
Che essere genitori sia un vantaggio è un'asserzione che suscita stupore, insieme a curiosità. L'idea oggi prevalente è di segno opposto: essere genitori si configura come difficoltà, problema, fatica, peso. Invece si tratta di un vantaggio concreto, reale: il figlio è colui che "ri-eccita" nell'adulto la posizione del ricevente; è colui che - se ascoltato e osservato al di fuori di griglie o schemi - è suscettibile di interrogare rispetto alla propria vita adulta, apportando un beneficio reale in termini di utilità e convenienza. Il libro nasce da un'intensa attività di cura, di osservazione, di ascolto, di formazione con i genitori, ai quali l'autore ha voluto trasmettere il nucleo della sua esperienza di psicoanalista e di padre, ovvero che accettare la "sfida del figlio" è sempre vantaggioso.