
Una Chiesa senza l'urgenza di la passione missionaria tradisce la propria cattolicità e si trasforma in un campo di morti. Il mondo reclama la testimonianza di una fede umile ed innamorata.
Età di lettura: da 7 anni.
Non è facile essere giovani e cristiani. Le risposte ricevute da bambini perdono consistenza e le domande che si affacciano attorno ai vent'anni sembrano mettere alle strette la fede. Senza nemmeno averlo voluto, ci si scopre distanti, disillusi: l'innocenza e la magia di una volta si sono dissolte. E ci si scopre altrove, abitanti di un mondo che non ha più bisogno della fede per essere accettabile. Questo libro vuole provare a dare una seconda possibilità all'avventura del credere, a partire dal linguaggio e dalle domande delle giovani generazioni, con uno stile leggero ma consapevole delle implicazioni più profonde che sono in gioco. È una sorta di agile introduzione alla fede, per giovani e gruppi giovanili, ma utile anche agli adulti ancora in cerca di risposte. La spiegazione e la riflessione si uniscono a qualche suggerimento pratico e concretamente spendibile. I temi affrontati sono quelli sempre cruciali: le ragioni del credere, Gesù di Nazaret, il senso della Bibbia, il ruolo della Chiesa e dei sacramenti, la questione della scelta di sé, la sfida del peccato e del perdono, lo sfregio della morte e le attenzioni per custodire la propria vita spirituale.
Che cosa significa il segno della croce che facciamo all'inizio e alla fine della celebrazione eucaristica? Perché si attende in silenzio l'inizio della messa? Come si va apprendere la comunione? Questo libro conduce il lettore a comprendere alcuni gesti e momenti della messa ai quali spesso non si fa attenzione, ma che sono fondati in una fede antica quanto la Chiesa stessa.
La bellezza di un mosaico è data dall'unione delle singole tessere, che veicolano all'occhio di chi guarda e all'anima di chi contempla un insieme armonioso. Simile a un mosaico è la liturgia eucaristica cui i discepoli di Cristo sono chiamati a partecipare ogni domenica. Questo volumetto presenta dodici schede, quasi tessere di un mosaico, in cui vengono approfonditi alcuni momenti importanti della messa domenicale.
Si tratta di un racconto didattico da utilizzare come sussidio per la catechesi, per i bambini di 7-10 anni, in particolare durante la preparazione alla confessione e alla prima comunione. Il messaggio che il racconto vuole veicolare è da un lato che Dio ci ama e che Gesù è sempre l’amico per eccellenza, quello su cui si può contare in ogni occasione. Dall’altro lato è opportuno che i piccoli imparino che chi conosce Gesù lo deve anche testimoniare, senza aspettare di diventare adulto: i bambini, quindi, dovrebbero via via diventare dei «piccoli missionari».
Il racconto è narrato attraverso le parole di nonno Pietro al nipotino Mar- co. Pietro aveva conosciuto, alcuni anni prima, un bambino, Ruggero, che abitava nel suo stesso condominio. L’incontro di Ruggero con Gesù cambiò la vita del ragazzino. L’incontro di Ruggero con Pietro cambiò la vita del nonno: attraverso Ruggero, infatti, Pietro conobbe veramente l’amico Gesù... e non si sentì più solo!
Accanto al racconto vi è un sussidio, per catechisti e animatori per aiutare i ragazzi a mettere in pratica l’insegnamento del racconto stesso, perché non si nasce missionari: missionari si diventa.
Destinatari
Tutti i bambini dai 7 ai 10 anni.
Parroci e catechisti dei bambini di Prima Comunione.
Autrice
Aurora Magni, laureata in ingegneria elettronica, lavora presso una ditta di informatica. Nel tempo libero scrive racconti per bambini che distribuisce ad amici e parenti. Per Paoline ha pubblicato Le dieci Marie.
Un piccolo libro per conoscere il significato dell'Eucaristia e avvicinarti a questo sacramento con gioia e partecipazione. Età di lettura: da 6 anni.
La ricerca condivisa e approfondita nel Congresso "Liturgia ed evangelizzazione", pur con una notevole diversità di approcci e di prospettive, ha contribuito in maniera significativa a far comprendere che la bellezza che evangelizza nella liturgia non è "cosmetica", frutto di sofisticati artifici, né una bellezza "estetizzante", espressione di uno spirito aristocratico che mira a distaccarsi dalla massa, o solo "un fattore decorativo dell'azione liturgica" (Sacramentum caritatis, 35), e neppure una bellezza edonistica e spettacolare, che garantisce nell'immediato emozioni a basso prezzo. Nel "nucleo fondamentale" della fede, che si celebra nella liturgia, "ciò che risplende è la bellezza dell'amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto" (Evangelii gaudium, 36). Si tratta della bellezza che è possibile riconoscere nel volto del fanciullo, come nel volto dell'anziano, una bellezza sempre "in relazione": chi sa ravvisarla abbraccia e riconosce tutta la persona, non si arresta neppure di fronte al volto sfigurato del Crocifisso e dei suoi fratelli e sorelle che si incontrano nella storia. Il Congresso, promosso dalla Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana e organizzato in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana (Roma 25-27 febbraio 2015), ha inteso accogliere l'invito di Papa Francesco a riscoprire la bellezza evangelizzante della liturgia.
La relazione matrimoniale continua ad essere segno reale ed efficace dell'alleanza tra Cristo e la Chiesa anche là dove ci sono difficoltà, crisi e nel caso estremo anche la separazione.
Cosa significa essere cittadini consapevoli, consumare meno e meglio, evitare sprechi alimentari, spostarsi senza inquinare, accogliere e condividere? Significa soprattutto pensare al futuro, alle nostre famiglie, all'ambiente, al pianeta. Non si tratta di tematiche lontane, di azioni impossibili e nessuno dei nostri comportamenti è un fatto privato: dobbiamo lavorare insieme - cittadini e istituzioni - per dare un futuro alla nostra società.

