
«La nostra parola iniziale si chiama bellezza». È con questa espressione che Hans Urs von Balthasar, unico nel suo secolo, ha dato inizio a una vera e propria rivoluzione teologica. In quella che può essere considerata la sua opera più significativa, Gloria, egli infatti ha ripercorso la via della bellezza come forma della rivelazione dell'amore trinitario. Riscoprire l'impronta profonda che ha lasciato nella teologia del XX secolo, potrebbe contribuire a un reale progresso del pensiero oltre ogni schema confessionale. È questo l'obiettivo del presente volume, in cui l'autore, "discepolo" di von Balthasar, propone delle interessanti chiavi di lettura dell'intera opera teologica di questo «grande figlio della Chiesa», come lo ha definito Giovanni Paolo II. Von Balthasar non ha fatto altro che ripristinare quella lunga e feconda tradizione patristica che si immergeva nel mistero attraverso la meditazione della sacra Scrittura. Le sue opere esprimono la ricchezza dei due Testamenti ritrovata nel commento dei Padri e dei grandi Maestri. Non solo la teologia, ma la cultura in genere può trovare in lui una pietra miliare per comprendere quanto un cattolico non lasci nulla di insperato nel dare voce alla propria intelligenza e nel saper comporre una sinfonia con gli strumenti più disparati.
Prepararsi al Natale è fondamentale, per non rendere questa festa ciò che non è: una giornata come tutte le altre. Si tratta di comprendere il senso profondo della nostra attesa di Dio, che è uno sguardo completamente nuovo sul mondo e su ciò che ogni giorno ci attende. Senza Gesù che nasce, noi siamo ancora nelle tenebre; con Gesù, la luce ci apre la strada in mezzo al buio che spesso ci circonda. Il Pontefice, negli anni, ha regalato una serie di riflessioni sull'Avvento e sul Natale sempre improntate alla gioia e alla speranza, di cui tutti, oggi più che mai, abbiamo bisogno. Attraverso le omelie, gli Angelus e i discorsi papa Francesco ci propone una catechesi semplice e fresca, ma profonda e profetica, sulle feste che stiamo per celebrare nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie e anche con noi stessi.
Padre Raniero Cantalamessa offre, in questo volume destinato a diventare una pietra miliare per l’accompagnamento e l’introduzione alla Parola che le Domeniche e le Feste liturgiche propongono ai fedeli, una vera e propria sintesi del lavoro decennale che egli stesso ha compiuto e raccolto dagli anni Settanta a oggi. Le pagine di Cantalamessa offrono spunti di riflessione e applicazione a coloro che, nell’omelia domenicale, devono spiegare il Vangelo ai fedeli, ma è anche uno strumento fondamentale, quasi un viatico, per coloro che, nelle comunità cristiane, si preparano durante la settimana alla celebrazione festiva, leggendo e commentando insieme la liturgia della Parola. È una pratica, questa, che andrebbe sempre più diffusa nelle comunità religiose, ma anche nelle famiglie e nella vita di ogni singolo fedele.
Raniero Cantalamessa (1934), francescano cappuccino, dal 1980 è predicatore della Casa Pontificia. Per molti anni ha condotto il programma «A Sua Immagine: le ragioni della speranza» su Rai Uno.
Calendario multilingue di Papa Francesco.
Versione ufficiale della Libreria Editrice Vaticana
Il Natale é la festa che ci riempie di gioia e ci dona la certezza che nessun peccato sarà mai più grande della misericordia di Dio,e nessun atto umano potrà mai impedire all'alba della luce divina di nascere e di rinascere nei cuori degli uomini. É la festa che ci invita a rinnovare l'impegno evangelico di annunciare Cristo, Salvatore del mondo e luce dell'universo.
Pubblicato nel 1923, Il Profeta viene da subito accolto – con grande favore di critica e di pubblico – come un libro di saggezza e, ancora oggi, continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo. In quest’opera allegorica, che schiude al lettore il significato spirituale dell’esistenza, Gibran è stato capace di parlare a intere generazioni attraverso la voce di Almustafà l’eletto, che nel rispondere alle domande dei suoi seguaci esplora i grandi temi della vita: l’amore, l’amicizia, la bellezza, la gioia e il dolore. L’opera di Gibran è qui presentata in una nuova veste, frutto delle ricerche di Dalton Hilu Einhorn che, quando nel 2017 ha ottenuto l’accesso agli archivi Gibran/Haskell, ha ritrovato oltre centocinquanta scritti inediti tra poesie in prosa, aforismi, detti e tre capitoli degli Dei della terra non inclusi nell’edizione definitiva. Un tesoro inaspettato che possiede la stessa scrittura lirica, la stessa forza evocativa e la stessa profondità del grande classico del poeta libanese.
Dove nasce Dio, nasce un canto di speranza: il canto dei piccoli, dei poveri, dei fragili e degli impauriti. Al termine di un anno difficile per il mondo intero, le parole di Buon Natale di papa Francesco invitano tutti - credenti e non credenti - a fermarsi davanti al Bambino di Betlemme, a lasciare che l'intimo si trasformi e a non aver paura della gioia e delle lacrime. La terra è di nuovo sconvolta da guerre e malattie, ma Francesco non cessa di rivolgere agli uomini e alle donne di buona volontà - che sperano e lavorano per un mondo migliore - l'esortazione a lasciarsi accarezzare da Dio, dal momento che «le carezze di Dio ci danno pace, forza e desiderio di cambiare». Perché forse è questo il senso più autentico del Natale: ascoltare una musica che cambia il cuore.
E se l'appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po' di più chi lo porta? Allora la risposta "presente!" conterrebbe il segreto per un'adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l'appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky... Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni da "Bianca come il latte, rossa come il sangue", Alessandro D'Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l'essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l'inizio di una rivoluzione? "L'Appello" è un romanzo che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi - dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all'allegoria politico-sociale e alla storia di formazione -, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un'orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.
A cinque anni dalla morte di Fratel Arturo Paoli (2015), per l'infaticabile opera del Curatore Dino Biggio che ha ricevuto verbalmente e per testamento da lui l'investitura di «autentico interprete del suo pensiero», vede la luce il terzo volume - Anno liturgico B - della trilogia delle «Omelie domenicali di Fratel Arturo», registrate da Dino Biggio o da altri che ne hanno fatto dono. Il libro non riporta solo il pensiero di Fratel Arturo, ma la sua anima e il suo sogno di realizzare il progetto di Gesù Arturo Paoli rende con «amorizzare il mondo», cioè rendere amore il mondo. Seguire l'Anno liturgico B alla scuola mite, umile e rivoluzionaria di Arturo Paoli non significa ascoltare un commento, ma spezzare col Pane la vita, con la vita il progetto del «regno di Dio». Ciò che colpisce nella lettura di tutte le omelie è la sintesi magistrale tra spiritualità e teologia, tra aderenza al testo biblico e anelito dello spirito, tra esperienza e formazione teologica. (Dalla Prefazione di Paolo Farinella, prete)
In questa brillante raccolta di saggi, G. K. Chesterton analizza, con la sua ironia colta e pungente, i mali del suo e del nostro tempo: l'individualismo, il materialismo, il relativismo, l'edonismo, il consumismo, oltre a una rassegnata disperazione che sembra invadere l'animo dell'uomo, ormai privo di valori, fede e religione. Secondo l'autore esiste un solo antidoto per questo smarrimento etico, per le aberrazioni del comunismo, le intemperanze del capitalismo, le distorsioni dell'agnosticismo, l'esasperato modernismo e giovanilismo, la mania dei culti spiritici e le mode fuggevoli e insignificanti: è la Parola di Gesù, unica fonte di vita vera. E la Chiesa cattolica è l'ultimo baluardo rimasto a difesa dell'uomo comune, normale ma non banale, alla ricerca della propria felicità in questo e nell'altro mondo. Della Chiesa Chesterton riconosce gli errori, anche gravi, ma sottolinea l'importanza e il valore del suo messaggio, che ha attraversato i secoli e che ancora oggi è vivo e presente in mezzo a noi. I giudizi dello scrittore, così come gli argomenti che affronta, in particolare quelli riguardanti la famiglia, appaiono davvero di una sconcertante attualità; egli si fa portavoce di una fede convinta, alla quale ha aderito con la ragione e con il cuore e che ha una portata e un valore universali.
Pubblicato la prima volta nel 1928, cinque anni dopo Il Profeta, in Gesù Figlio dell'Uomo Gibran presenta la figura di Gesù nella molteplicità dei suoi aspetti, e lo fa con un'idea originale: portando sulla scena una folla di personaggi che hanno conosciuto il Nazareno e interrogandoli. Come lo ricordano? Quali le parole e le azioni che più li hanno colpiti? Ne emerge un ritratto a più voci, dai toni diversi e complementari, talvolta discordi e problematici, ma sempre appassionati. Tra i personaggi interpellati compaiono: la Maddalena, Pilato, Maria madre di Gesù, Salomè, Barabba. Un coro polifonico, fatto di storia e di fantasia. L'ultima voce appartiene a «un uomo che viene dal Libano diciannove secoli dopo». La si riconosce subito: è quella di Kahlil Gibran.
Stessi diritti, stessi doveri, pari dignità per gli uomini, in qualunque parte della terra siano nati: bisogna ripartire da questa verità per provare a ricostruire l’amore fraterno nella sua dimensione universale, nella sua apertura a tutti. All’indifferenza e alla discriminazione, occorre reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole ma sia costruito tutti insieme, a partire dalle periferie; viandanti sulla stessa strada, ciascuno con la ricchezza della propria fede. Fratelli tutti, da una citazione di San Francesco, il santo dell’amore fraterno, è una lettera aperta coraggiosa e schietta, rivolta a tutte le persone di buona volontà. Con una introduzione di Matteo Truffelli.