
Il 28 luglio 2014 papa Francesco ha compiuto un gesto destinato a rimanere nella storia: è andato a Caserta a far visita al suo amico Giovanni Traettino, pastore pentecostale della Chiesa della Riconciliazione. Vincendo la resistenza dei protocolli e della diplomazia, papa Francesco ha affermato il primato della libertà della coscienza e della relazione. A partire dai discorsi pronunciati in quell'occasione dal papa e dal pastore, gli autori presentano il senso profondo di quell'incontro richiamando anche le dolorose vicende delle persecuzioni subite dai pentecostali in Italia negli anni del fascismo e nel primo decennio della Repubblica ad opera anche di non pochi cattolici. Persecuzioni per le quali il papa a Caserta ha chiesto perdono.
Gesù incita a impadronirsi del Regno dei cieli con la violenza? Consiglia di gettare nel mare con una macina al collo chi scandalizza la fede dei piccoli? Pretende dai suoi seguaci una dedizione così esclusiva da indurli a odiare i propri genitori? Queste sono le conclusioni che si potrebbero trarre, a una lettura immediata, da alcune sue frasi riferite dagli evangelisti. Parole in grado di mettere in crisi anche i fedeli più convinti, lontane dall'immagine di umanità, mitezza e giustizia che credenti e non credenti da sempre associano alla "buona novella". Parole "dure" come pietre, o meglio "pietre di inciampo", secondo l'etimologia del termine greco skándalon. Davanti a esse si potrebbe reagire come quei discepoli che, sconvolti dall'idea di mangiare la carne di Cristo e bere il suo sangue, gli voltano le spalle e lo abbandonano. Il cardinale Gianfranco Ravasi in queste pagine ci sfida invece ad affrontare le zone d'ombra nascoste nelle pieghe dei quattro Vangeli, attraverso l'analisi di 140 passi problematici. Non si tratta solo di affermazioni sconcertanti, ma anche di incongruenze storiche, come quella contenuta nel brano di Luca che delinea una coincidenza cronologica tra la nascita di Cristo e un censimento eseguito quando in realtà Gesù doveva avere almeno dodici anni. Oppure clamorose contraddizioni tra i Vangeli, come le radicali differenze tra le genealogie messianiche proposte da Matteo e Luca.
Calendario da tavolo per il 2016, abbellito da splendide immagini di papa Francesco, peer l'anno della misericordia.
"La pazienza del nulla" è il diario intimo di un uomo immerso nel silenzio del deserto per quattordici mesi. Un libro che parla a credenti e non credenti, giovani e meno giovani. Un libro che mette in discussione chiunque lo legga, che fa da ideale contraltare alla parola più usata e abusata del nostro tempo: "nichilismo". In queste pagine l'esperienza del nulla diventa fatto positivo e addirittura decisivo. È l'occasione di un cambiamento radicale. Un vuoto che è anche pienezza di senso, la rappresentazione più autentica di ciò che Gesù intese con l'espressione "Beati i poveri di spirito".
Quattro meditazioni sulla preghiera in dialogo con Teresa d'Avila, la grande mistica carmelitana che, scrive Carlo Maria Martini, "ha vissuto in se stessa come icona, e più efficacemente ha teorizzato, il tema della preghiera personale, dei suoi metodi, dei cammini di orazione, della sua necessità e somma utilità, delle sue gioie e delle sue prove". Meditando sui testi evangelici alla luce degli scritti di Teresa, il card. Martini invita a vivere la sfida della preghiera personale fatta di silenzio e ascolto: "Con essa sta o cade il nostro perseverare nelle prove della vita da discepoli, il nostro perseverare nella fede e nella speranza, perché solo chi prega comprende che Dio non ci abbandona mai". Tutta la vita di Teresa d'Avila è una risposta alla domanda: "Signore, insegnaci a pregare". Per questo possiamo chiedere con fiducia: "Teresa, insegnaci a pregare!".
"Ai nonni, che hanno ricevuto la benedizione di vedere i figli dei figli, è affidato un compito grande: trasmettere l'esperienza della vita e condividere con semplicità la loro saggezza, e la stessa fede: l'eredità più preziosa!". Papa Francesco ha parlato spesso dei nonni, del loro ruolo fondamentale nella famiglia, nella società e nella Chiesa. Con la consueta chiarezza e precisione Aldo Maria Valli ripropone le parole del papa sul tema e fornisce preziose chiavi di lettura.
Una vera e propria carta d'identità del Papa, plastificata e imbustata. All'interno, staccabile, un libricino di 16 pagine spiega tutte le caratteristiche di papa Francesco, dal nome ai segni particolari. Un simpatico gadget, un libro curioso per conoscere meglio il Papa.
Questo breve libro, composto nel 1940, è una testimonianza della preghiera quotidiana di Bonhoeffer: una preghiera che nasce dai salmi e si fa vita, una preghiera impegnata e appassionata, una preghiera insegnata e praticata, una preghiera che non è venuta mai meno in colui che diventerà il critico dell'interpretazione "religiosa" della fede.
Un pensiero lucido, quello del filosofo e teologo Romano Guardini (1885-1968). Una razionalità che si oppone a ogni forma di totalitarismo, una cristologia che si fa critica all'ideologia, una riflessione costante sulle due nature, umana e divina, di Gesù Cristo, sulla sua morte, suprema forma d'amore e di dolore, sulla bellezza, dono di Dio da conservare e proteggere, sulla Chiesa come punto d'incontro tra il mondo e la Luce, sul femminile, sullo spazio della liturgia nella sua dimensione architettonica. Una riflessione ricca, varia e articolata, che in questi saggi viene posta a confronto con le meditazioni di pensatori e letterati appartenenti a un vastissimo orizzonte concettuale, da Socrate a Dante, da Nietzsche a von Balthassar a Benedetto XVI, nel tracciare il percorso filosofico - oltre che umano - di questo grande innovatore della teologia della Rivelazione.
"Figlio, per quanto ti è possibile, non privarti di un giorno felice". Questa frase del Libro del Siracide è una delle citazioni bibliche più amate da papa Francesco, che in questa riflessione sul volto sorridente di Dio, non si stanca di ripetere l'invito a "esser sempre lieti", anche di fronte alle difficoltà, alle sofferenze, alle critiche e agli attacchi, dotandosi di quella leggerezza e autoironia che fanno di un individuo - uomo o donna - una persona autentica, pienamente umana. Bergoglio mette in guardia dalla "malattia della faccia funerea", quella delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per esser seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri - soprattutto quelli ritenuti inferiori - con rigidità, durezza e arroganza. L'ironia è sapienza. E questo lo intuisce non solo il credente, che dovrebbe conoscere meglio di altri l'abbandono al disegno provvidenziale di Dio, ma anche il non credente, che sul suo cammino incontra la consolazione dell'amore. "La fede è festa", scrive il papa, "i santi sono tra noi... e ci sorridono".
L'ecologia, per il Papa, non concerne solo il creato e l'ambiente; vi è un quid più profondo: riguarda l'umano. È la persona che rischia di essere scartata. Passare da una ecologia ambientale ad una ecologia umana è il compito che attende tutti.