
Di cosa riempiamo le nostre vite? Di valore o di nulla? Questa è la domanda che propone il cardinale Comastri, leggendo la realtà attuale e cercando di comprendere il motivo per cui molti sembrano avere smarrito il senso stesso del loro esistere. Alla ricerca di una soluzione, in questo libro i grandi temi come la crisi della natalità, la scomparsa dei valori educativi, le difficoltà dei giovani vengono riletti alla luce del Vangelo del Natale. Di fronte al dramma delle famiglie, dei singoli, soprattutto dei giovani che paiono svuotati di ogni progettualità, Comastri offre un percorso chiaro per ritrovare pienezza.
Un testo sul messaggio spirituale della Lettera ai Romani.
Sono famosi, sono seguiti, sono il modo con cui papa Francesco comunica ogni giorno con milioni di persone: sono i tweet. Alle soglie della Giornata per la vita ne abbiamo raccolti alcuni, radunandoli attorno al tema: vita. Sono strutturati per essere brevi e immediati, quasi fossero un caffè da bere al mattino per dare alla giornata una carica rinnovata.
L’arte della vita consiste nell’abbandonarsi al processo di trasformazione interiore dell’esistenza. In quest’arte ogni giorno possiamo esercitarci. Sono importanti il corpo e l’anima, i rapporti interpersonali, ma anche le domande sul senso della vita. Lo sguardo alla terza età si limita ad acuire gli interrogativi che, in realtà, valgono per l’intera esistenza.
La vita è adesso. E, in fondo, non viviamo per restare giovani, ma per diventare vecchi.
«Nell’espressione “diventare vecchi” è descritto qualcosa di importante, qualcosa di positivo: l’invecchiare è un movimento. C’è ancora qualcosa in divenire nell’essere umano. C’è qualcosa che cresce. Ogni persona ha bisogno di una sensibilità per ciò che può essere realizzato specificamente nella fase dell’esistenza che sta attraversando» (Anselm Grün).
Dall'infanzia - caratterizzata da numerosi spostamenti e dalla morte prematura prima della madre e poi del padre -, alla conversione al cattolicesimo nel 1938, dall'ingresso nell'abbazia trappista di Nostra Signora di Gethsemani, nel Kentucky, fino alla fama mondiale come scrittore, questa biografia ricostruisce le tappe della vita di Merton ed esplora la sua crescente ricerca della solitudine e la sua testimonianza profetica sui temi della pace, della giustizia sociale, del dialogo fra le religioni.
«La Weil fu un personaggio singolare non solo nelle idee, fuori dai conformismi lo fu anche nella vita, o meglio nella rigorosa tensione a far coincidere vita e pensiero, a confrontare e legare il pensiero e l'esperienza. Dice la sua biografia: "Aveva il dono di irritare molti e a volte fino al furore, e ... continua a irritare ancora". Simone Pétrement fu sua amica, e ha pagato il debito all'amicizia, al "miracolo dell'amicizia" così caro all'altra Simone, scrivendone una biografia bellissima, esemplare per onestà e precisione, per partecipe interrogazione sul senso e il mistero di una esperienza eccezionale» (Goffredo Fofi).
Il libro
« Il ritorno alle stampe di questi due libretti va salutato senza dubbio con entusiasmo non solo da parte degli estimatori di Jacques e Raïssa Maritain, ma anche da coloro che, pur non essendo addetti ai lavori, intendono conseguire un'idea puntuale e della vita di preghiera e del rapporto tra questa e la liturgia...
Ancora una volta viene riaffermata l'attualità della contemplazione come risposta dell'essere all'angoscia profonda pervadente il mondo; come atteggiamento esistenziale in una città secolare raziocinante e tecnologica, quale la nostra, che ha smarrito le dimensioni dello spirito; infine come soluzione possibile all'uomo in cerca di unità e armonia interiore: sintesi che nulla gli potrà mai dare se non l'incontro con l'Assoluto.
... Da qui il "valore" dei due scritti maritainiani, grande ed apprezzabile. In essi, difatti, vi si riscontra un valore oggettivo, in quanto proposta di dottrina-itinerario da percorrere e un valore soggettivo come presentazione originale e personale di un contenuto spirituale collaudato nei secoli dalla tradizione della Chiesa » (dalla presentazione di Luigi Borriello).
La vita di Jacques e Raïssa Maritain - tra i grandi protagonisti della scena culturale mondiale del Novecento - è segnata da un evento che trasforma radicalmente la loro esistenza: atei, ma profondamente impegnati nella ricerca della Verità, grazie allo scrittore cattolico Léon Bloy, scoprono la fede. È una folgorazione. Da allora testimoniano la loro fede nei luoghi della cultura e dell'arte, aprendo la loro casa a quanti sono alla ricerca di Dio e della verità. Incarnarono in questo un modello nuovo di essere cristiani. «Compresero che bisognava essere contemplativi nel mondo, portare la contemplazione sulle strade, fra la gente […]. La spiritualità del Novecento è caratterizzata da una diffusa e crescente consapevolezza che la chiamata alla santità è rivolta a tutti i cristiani, e ne consegue la necessità della santificazione del quotidiano. Jacques e Raïssa non solo vissero questa realtà, ma ne approfondirono i fondamenti teologici» (dalla Prefazione). Scritto a quattro mani nel 1922 e tradotto per la prima volta in Italia nel 1962, Vita di preghiera è l'opera nella quale i Maritain danno ragione del senso profondo dell'essere cristiani oggi nel mondo.
La vita di un povero frate che non conobbe altro che silenzio e sofferenza, vissuto in un convento sperduto, ma che ha ridato fiducia e speranza a milioni di persone e che è diventato l'uomo più "famoso" e "potente" di questo secolo. È uno dei più grandi santi della storia del cristianesimo: padre Pio da Pietrelcina.
Il libro
<< Il P. Martini è andato maturando una metodologia di ‘lettura’ ancor più distesa, più fluida e soprattutto più coerentemente ‘biblica’, nel senso che essa è tanto più aderente al testo scritturistico nelle sue movenze interne, quanto più si fa sciolta e libera nell’invenzione spirituale…
E’ innegabile, d’altra parte, che questa Vita di Mosè svolge appieno tutto l’itinerario della conversione cristiana. Il P. Martini ci dà qui una dimostrazione coraggiosa ed esemplare di come l’ascolto dell’Antico Testamento, ricevuto dal seno e nel seno della tradizione cristiana, è già in grado di maturare frutti rigorosamente evangelici…
Ritengo importante constatare, poi, come questa Vita di Mosè segua con estremo rispetto l’andamento del testo biblico, caratterizzandosi meglio come vera e propria ‘lettura biblica’ che non come una lettura per temi, funzionali ad un quadro teologico-parenetico a sé stante…
E’ appunto nel solco della tradizione spirituale che lega i fedeli al testo sacro, che anche questa Vita di Mosè, fatte le debite proporzioni, si inserisce. Anch’essa, infatti, non è altro che un momento di quella grande conversazione sulla Parola che è la tradizione del Popolo di Dio: tradizione che passa attraverso i grandi commentatori d’Israele e della Chiesa antica e moderna, ma anche tradizione che vive nell’ascolto fervoroso e fedele di tutti i semplici credenti che si alimentano con una quotidiana lectio divina alle fonti della rivelazione>>. (PINO STANCARI)