
In questo saggio, l'autore studia i contributo che san Tommaso d'Aquino offre nella Summa Theologiae sul mistero dell'incarnazione del Verbo, dal Dottore angelico definito come il "mistero più mirabile". L'incarnazione del Verbo è opera supererogatoria, un eccesso dell'amore di Dio verso le creature. Se è vero che il mistero della bontà di Dio è il filo conduttore di tutta la Summa, anche la terza parte - come le due precedenti -, dedicata proprio al Verbo incarnato, riceve luce e senso dall'insondabile mistero dell'amore gratuito di Dio verso di noi. Il contenuto e il metodo teologico proposti da san Tommaso d'Aquino hanno ancora molto da dire al nostro modo di fare teologia oggi e anche per ripensare alla forma definitiva di Dio nella storia, il Cristo crocifisso e risorto, che resta per sempre Parola fatta carne, l'Emmanuele.
Se Papa Wojtyla fosse durato poco non l’avremmo capito, tanto grande è stata la sua novità e la modifica dell’immagine papale che ha realizzato, avvicinandola all’uomo della nostra epoca: è questa l’idea seguita dall’Autore nel raccontarne la vita e il pontificato di Giovanni Paolo II.
Luigi Accattoli, vaticanista del Corriere della Sera, scrittore e conferenziere, ha avuto la possibilità di accumulare una conoscenza straordinaria del Papa polacco, che ha seguito dal primo all’ultimo dei suoi giorni e al quale ha dedicato cinque pubblicazioni.
La prima edizione di questa biografia (1998), che qui viene completamente riscritta e completata con l’ultima fase del Pontificato, è stata tradotta in nove lingue.
Luigi Accattoli è giornalista del Corriere della Sera dal 1981, scrittore e conferenziere. Nato a Recanati (Macerata) nel 1943, vive a Roma. Dal 1975 al 1981 ha lavorato a La Repubblica. Collabora dal 1973 alla rivista Il Regno. Tra le sue pubblicazioni, Cerco fatti di Vangelo.Inchiesta di fine millennio sui cristiani d’Italia (SEI 1995); Quando il Papa chiede perdono. Tutti i mea culpa di Giovanni Paolo II (Leonardo 1997); Nuovi martiri. 393 storie cristiane nell’Italia di oggi (San Paolo 20002); Islam. Storie italiane di buona convivenza (EDB 2004). I mass media, la famiglia, la vita cristiana nella città secolare sono gli argomenti della sua attività di conferenziere. Di questi temi tratta in varie pubblicazioni, come Io non mi vergogno del Vangelo. Dieci provocazioni per la vita quotidiana del cristiano comune (EDB 1999), Il Padre nostro e il desiderio di essere figli (EDB 2005).
Una guida a tutto ciò che riguarda la “Santa degli impossibili”: vita, opere, luoghi, realizzata insieme al Servizio turistico associato della Valnerina (Cascia) e approvata dalla Comunità Agostiniana di Cascia e dall’Opera di Santa Rita di Roccaporena. Il ricchissimo materiale fotografico, del tutto inedito, rende il volume particolarmente utile e gradevole.
Destinatari
Fedeli e pellegrini interessati a visitare i luoghi della vita di S. Rita da Cascia.
Gli autori
Mario Polia, è antropologo, etnografo e archeologo. Specialista in storia delle religioni e antropologia religiosa, Docente di Antropologia Culturale nella Pontificia Università Gregoriana, Direttore dell’Istituto di Studi Piceni della Provincia di Ascoli, Direttore del Museo Demoantropologico di Leonessa (Rieti). Massimo Chiappini, fotografo professionista, collabora da molti anni alla realizzazione delle campagne promozionali e di comunicazione degli Enti pubblici della Valnerina per la valorizzazione del patrimonio culturale dell’area.
Angelo Roncalli, prima di diventare papa fu nunzio apostolico e patriarca di Venezia e diede un forte impulso al dialogo della Chiesa con le altre religioni. Questo testo di grande attualità aiuta a capire le scelte che papa Francesco sta compiendo nel campo dei rapporti internazionali e nel rapporto con le altre culture. Roncalli, infatti, disegnò sin dal periodo in cui fu nunzio a Istanbul, modelli di relazioni internazionali e interreligiose che hanno segnato non solo il suo pontificato e il Concilio, ma anche gli orientamenti attuali.
Don Bosco che ride è l'unico libro sul santo scritto da un suo contemporaneo anzi, da un prete cresciuto nell'Oratorio di Valdocco - che ancora corre tra le mani della gente. Il segreto del suo successo? Non è un racconto della vita del fondatore e della storia della Società salesiana, bensì una sceneggiatura, un flashback, una fuga di sequenze felicemente selezionate. Chiavarino non descrive don Bosco, ma lo vede e continua a visitarlo in una sorta di udienza che si protrae nel corso dell'opera. Il taglio, la vivacità, il brio dello stile dimostrano che il "ridere" di don Bosco, il suo humour, erano sì un impagabile dono di natura, ma furono anche trasformati, operosamente e pazientemente, nell'ideale di gioia cristiana che è modello di vita e strumento base di educazione. Ne scaturiscono un arazzo policromo fatto di mille fili, un mosaico di tante piccole tessere, un paziente lavoro di bulino, che rendono il vero volto del santo, padre e maestro amatissimo per i ragazzi, che come nessun altro seppe educare al dialogo con le realtà della vita.
Questa biografia è composta da una selezione degli scritti lasciati dal francescano san Massimiliano Kolbe e grazie all'apporto di molti testimoni che lo conobbero. Così, in queste pagine, è la viva voce del santo a raccontare i rivolgimenti della sua esistenza che lo portarono al martirio. Intelligente, appassionato, visionario, Kolbe fu giovanissimo fondatore della Milizia dell'Immacolata, un'organizzazione impegnata nella predicazione mariana attraverso i mezzi di comunicazione più moderni dell'epoca. Fu missionario in Giappone e attento alla diffusione della Milizia in tutto il mondo, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale lo trovò nella sua Polonia, presso il convento di Niepokalanów che lui stesso aveva fondato. Arrestato più volte, giunse al campo di concentramento di Auschwitz il 28 maggio 1941. Lì si distinse per il sostegno offerto ai detenuti e per la misericordia donata ai carnefici. Lì firmerà la sua condanna, chiedendo di sostituire un prigioniero destinato a morire di inedia nel "bunker della fame" e salvandogli la vita al prezzo della propria.
Anna Maria e Fulvio sono i fondatori dell?Arca di Nazareth, un?associazione privata di fedeli nata ad Acireale e presente oggi anche a Verona, che ha a cuore la famiglia e che a essa si dedica. Proprio come fece san Francesco, che ricevette dal Crocifisso di San Damiano la chiamata a ?riparare la Chiesa-, così l?Arca di Nazareth si pone l?obiettivo di aiutare quante più famiglie ? in particolare le famiglia in difficoltà ? a vivere appieno la vocazione matrimoniale. Il libro racconta la storia dell?associazione, a partire dall?incontro dei fondatori ? marito e moglie ? e di come sono giunti a comprendere il disegno che Dio aveva riservato loro. Viene poi narrata la struttura e la vita spirituale di questa piccola e allo stesso tempo grande esperienza che lo Spirito ha suscitato nel nostro tempo.
La scienza moderna ha cominciato a fare capolino alla fine del Medioevo, per poi affermarsi ai tempi del processo a Galileo, dell'inquisizione, dei roghi degli eretici e delle streghe. È nata, cioè, dal cuore più profondo (e anche più buio) del cristianesimo che riscopriva la filosofia greca, ma si è con il tempo presentata come l'altra religione, o addirittura l'antireligione, l'oblio del divino, l'ultima spiaggia di ogni ateismo. Ma come mai il cristianesimo ha partorito dal suo seno questo "crepuscolo degli Dei"? Effetto della presenza del Maligno nel mondo? Eppure la scienza è nata dal nulla per generazione spontanea? Forse è frutto del capitalismo? O della riforma protestante? In questo libro di storia cognitiva, Borzacchini disegna un rapporto profondo, radicale, tra la scienza moderna e il cristianesimo nel suo periodo di massimo splendore e autorità, quando, dalle cattedrali alle università, la chiesa ricopriva con il suo latino tutto l'umano sapere, mentre cominciavano a nascere le nuove nazioni e i loro dialetti. E San Francesco lasciava per la scienza e per l'umanità una traccia indelebile che oggi sembra riapparire in un papato che ha ripreso quel nome.
Storia di un'amicizia spirituale tra mons. Helder Camara e papa Paolo VI. Paolo VI, persona di profonda sensibilità umana e di intensa vita evangelica, percepiva che mons. Helder gli rivelava alcuni tratti di Gesù Cristo. Per lui, Helder era un dono per la chiesa e per il Brasile, uno dei grandi volti dell'umanità al pari di Gandhi e di Martin Luther King. Un libro che commenta e approfondisce alcuni aspetti di questa amicizia che maturò, crebbe fino a trasformarsi in profonda stima e ammirazione. Tante volte, sapendo che l'amico Helder si trovava a Roma, il futuro papa faceva di tutto per incontrarlo e concelebrare con lui la Messa. E durante il concilio Vaticano II non passò inosservata l'influenza di mons. Helder sul papa.
Storia di una grande amicizia a partire dalla lettura dei due autografi di Francesco inviati a frate Leone. Una lettura globale di tipo storico-esegetico che ne evidenzia gli elementi esistenziali. La vicenda di Leone nel suo legame di forte amicizia con Francesco ha in questi due testi una testimonianza di insuperabile bellezza e intensità. La preziosità ed esclusività di questi testi è riconosciuta subito anche da Leone: essi sono giunti fino a noi perché egli li ha conservati presso di sé come memorie preziose del consiglio e della consolazione ricevute da Francesco. Il linguaggio “io-tu” dei due autografi fa emergere la profondità della vicenda umana e cristiana dei due amici e fratelli.
Un poeta e un monaco tanatologo ci portano dentro al Cantico delle creature.
Mediante un delicato e fine intreccio tra il Vangelo e le fonti francescane, gli autori "cantano", con linguaggio ispirato e raffinato, il mistero dell'accoglienza in Francesco e Chiara. In sei suggestivi "quadri" svelano un amore che raggiunge la perfezione e la più alta sublimità. La prima icona descrive l'accoglienza dell'ultimo tra gli ultimi: il lebbroso blasfemo. La seconda icona è rappresentata dall'accoglienza del ladro, una figura messa al bando da tutto e da tutti. La terza icona esprime l'accoglienza della ingiusta mortificazione. La quarta icona espone l'accoglienza del lupo, cioè del devastatore, del distruttore. La quinta icona è riservata al racconto degli incontri di Francesco con il Sultano di Babilonia e con la prostituta. La sesta icona è dedicata a santa Chiara, la cui testimonianza viene portata alla luce in modo sublime. Prefazione di Raffaele di Muro.

