
Francesco di Assisi, pur desiderando una vita ritirata negli eremi, si divise tra preghiera e servizio apostolico. Un'esperienza che condividerà con i primi compagni, ma che a un certo punto coinvolgerà anche altri uomini e donne: nasce così l'Ordine della Penitenza (che maturerà fino a diventare il Terz'Ordine francescano). Molti storici, riferendosi a questo periodo, parlano addirittura di un "Medioevo laicale", animato da coloro che, pur non essendo consacrati in un ordine religioso, vivevano i valori evangelici nelle realtà del mondo. Giovanna Casagrande, tra i massimi esperti di un tema tanto ricco, complesso e affascinante, ci aiuta a leggerlo nelle sue molte sfaccettature. A partire dal Memoriale propositi del 1221 di Onorio III, l'Autrice - che qui riunisce alcuni tra i suoi scritti più importanti sull'argomento - analizza un fenomeno unico nel suo genere e ne traccia lo sviluppo nei secoli successivi.
"Se l'inizio della fede è opera del Signore, sant'Agostino descrive anche come si rimane in questo inizio. Qui le parole chiave sono quelle contenute nel sottotitolo: seguire e rimanere in attesa. E la figura che le rappresenta è Giovanni, il discepolo più amato. Giovanni rappresenta chi attende di essere amato, e rimane per grazia e non per sforzo in questa attesa. In lui appare evidente che "se non si è prima amati (cf. 1 Gv 4, 19) non si può né amare né seguire" (p. 171). In lui si rinnova in ogni istante l'attesa dei gesti del Signore, l'attesa di quei nuovi inizi nei quali la libertà aderisce alla grazia "per il piacere da cui è attratta" (p. 372)".
La Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino appartiene a quelle opere che, come i poemi omerici o la Divina Commedia di Dante, non smettono mai di parlare all'uomo, di affascinarlo e di stupirlo. La nuova e interessante prospettiva che l'autore propone in questo lavoro documenta l'inesauribile ricchezza dell'Aquinate. In queste pagine si percorre, attraverso il tema dell'amore e dell'amicizia, un viaggio che dalla sapienza mesopotamica, egizia e indiana, passando attraverso la filosofia greca, approda ai lidi della rivelazione biblica, alla sapienza dei Padri della Chiesa e quindi alla sintesi teologica di Tommaso, al cuore stesso della Summa. La vera conoscenza consiste in ultima analisi proprio nell'amore, che il soggetto e l'oggetto della conoscenza stessa. E l'uomo impara ad amare soprattutto nell'amicizia, nella convivenza amicale con Cristo. Convivenza che percorre, come sue strade privilegiate, la preghiera, l'eucaristia e l'amore fraterno. Soltanto chi ha sperimentato l'amicizia come strada a Dio e alla conoscenza del suo infinito mistero può penetrare profondamente nel pensiero di san Tommaso.
Attraverso le Scritture e i testi di grandi testimoni della Tradizione della Chiesa il significato teologico e mistico dell’abbandono e della morte di Gesù. La nostra epoca è caratterizzata dal “dilagare del nulla”. Il non senso è avvertito come un negativo, un galleggiare sul vuoto. Dove trovare la luce? Partendo da tale invocazione di senso, nella consapevolezza che l’esperienza e la teologia mistica riconoscono nel nulla di Cristo la rivelazione dell’essere di Dio che è Amore, il volume traccia un percorso di riflessione sull’abbandono e la morte di Gesù come via di conoscenza di Dio. I contributi interrogano la Scrittura e la grande Tradizione della Chiesa nei testi di San Paolo, Bonaventura, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux. La questione del nulla viene inoltre affrontata nella sua valenza speculativa entro la vicenda del pensiero occidentale (contributo del filosofo Massimo Donà).
Quest'opera ci offre un viaggio nei secoli, scandito dalla successione dei giorni dell'anno, attraverso la storia di tanti santi, da sempre mediatori fra il cielo dove vivono e la terra dove hanno vissuto. Uomini e donne pieni di virtù, esempi di una risposta totale al richiamo dell'amore fraterno, che ci appaiono come modelli di vita da imitare e potenti intercessori da invocare, ma che soprattutto ci mostrano il vangelo dispiegato nel tempo, spingendoci a voler costruire un mondo sempre più vicino alla volontà di Dio. Il volume comprende i mesi da gennaio ad aprile.
Sulla base della prima biografia di san Saba, redatta dal fedele discepolo Dometian nel 1264, l’Autore consegna ai lettori la straordinaria vita del primo arcivescovo di Serbia. È un susseguirsi di avventure e peripezie, quelle che condussero il giovane principe Rastko dal trono di Serbia al Monte Athos alla ricerca della quiete interiore e del rapporto vero con Dio. E dalle pendici del monte santo il giovane monaco tornò poi in Serbia per evangelizzare, fondare monasteri e prendersi cura del proprio popolo, fino a costituire la Chiesa nazionale indipendente serba, di cui divenne la prima guida. Con uno stile frizzante e adatto al mondo contemporaneo, san Nikola Velimirović dipinge la figura di san Saba, esaltandone i tratti quasi fiabeschi e mantenendo una attenta corrispondenza storica. Completa il volume la Regola (Typikon) del monastero di Hilandar, che san Saba consegnò come progetto di vita ai suoi amati monaci.Un luminoso esempio di vita monastica è offerto da Charalambos, nato nel 1910 e vissuto nel monastero di Dionysiou sul monte Athos e figlio spirituale di Giuseppe l’Esicasta. Si tratta di una figura recente, il cui ricordo è tuttora molto vivo in chi l’ha conosciuto e apprezzato, e ancora una volta la Storia ci pone di fronte a un’esistenza straordinaria nella sua normalità: c’è una chiamata irresistibile al divino e nello stesso tempo una strada non spianata, in cui le difficoltà e le sofferenze non sono risparmiate, ma sublimate nella preghiera noetica, quella del cuore. Così ogni momento di vita diventa una tessera di quel meraviglioso mosaico che Dio progetta per ciascuno di noi.
Giovanni Battista Montini, sacerdote, arcivescovo di Milano, successore di Pietro dal 1963 e Padre della Chiesa del XX secolo. È qui ricostruito, anche grazie alla vicinanza fra l'autore e don Pasquale Macchi, segretario personale di Montini, il profilo biografico di Paolo VI, timoniere del Concilio Vaticano II, papa dell'incontro della Chiesa con la modernità e primo pontefice a visitare luoghi e culture lontane, in dialogo costante con il popolo e con i grandi della storia (madre Teresa di Calcutta, John Fitzgerald Kennedy, Martin Luther King). Delineò il nuovo volto della Chiesa cattolica, riportando il papato a uno stile di vita affine alla Chiesa delle origini. Un uomo, un papa, oggi santo.
In una piccola piazza di Trastevere, a Roma, vi è una chiesa dedicata a sant'Egidio. Oggi è un luogo significativo per la Comunità che vi prende il nome e che ha sede lì e in vari paesi del mondo. Chi era sant'Egidio? Qual è il messaggio che da lui deriva e in che modo si è diffuso? In tutta Europa vi sono luoghi di culto a lui dedicati, il più importante è a Saint-Gilles-du-Gard, dove è conservata la tomba. Qui sorgeva un'abbazia che si riferiva propriamente alla figura del santo, tappa fondamentale nel cammino del pellegrinaggio a Santiago de Compostela, perché risalente alla nascita di una comunità monastica che aveva Egidio come fondatore. Il volume ripercorre per la prima volta la vita, i miracoli, il culto del santo che ha dato il nome alla Comunità, rivelando una storia e una tradizione antiche ma ancora vive.
Nel 50° anniversario dell'apertura del concilio vaticano ii, della morte di papa Roncalli e dell'elezione di papa Montini, la Fondazione Giovanni XXIII di Bergamo e l'Istituto Paolo VI di Brescia hanno promosso un convegno internazionale per studiare la linfa spirituale che, per strade distinte ma spesso intersecate, ha nutrito questi due grandi Papi facendone i protagonisti del Vaticano II. Il convegno ha messo a fuoco i profondi rapporti intercorsi tra Roncalli e Montini: il comune patrimonio culturale e religioso che li ha visti crescere e formarsi; le molteplici relazioni che hanno intrecciato tra loro nell'attività diplomatica a servizio della santa Sede; la sintonia nel loro modo di intendere e di esercitare il ministero episcopale in due grandi città come Venezia e Milano; e soprattutto la totale condivisione del progetto conciliare di rendere la Chiesa sempre più docile alle mozioni dello Spirito Santo. Come disse Jean Guitton, la provvidenza si è servita di loro: «dell'audace, anziano pilota per lanciarne in mare il vascello» e «del giovane per farlo giungere in porto». A illustrare un tema dai molti risvolti storici, teologici ed ermeneutici, sono stati chiamati studiosi di fama internazionale e personalità di grandissima rilevanza ecclesiale, come i cardinali W. Kasper e P. Poupard. Con la pubblicazione degli Atti, il convegno giunge al suo compimento. Nel frattempo, con la decisione di canonizzare papa Giovanni XXIII il 27 aprile 2014 e di beatificare Papa Paolo VI il 19 ottobre 2014, Papa Francesco ha voluto esprimere non solo la sua venerazione per questi due grandi pastori della Chiesa del XX secolo, ma anche la chiara volontà di inserirsi nel solco da loro tracciato.
Al centro di questo saggio vi è un momento particolare della storia recente della Chiesa: i movimenti di contestazione sorti anche all’interno di gruppi cattolici attorno al 1968 e la reazione di Paolo VI di fronte ai fermenti di questa protesta tutta ecclesiale ed interna. In quegli anni una chiesa in aggiornamento – che usciva cioè dal Vaticano II trasformata nella liturgia, nell’organizzazione interna, nella comprensione di sé e del suo rapporto con la società moderna – incontrò i fermenti della contestazione sessantottina e assistette così alla nascita di un vero e proprio dissenso ecclesiale.
Si ripercorrono qui gli avvenimenti e si passano in rassegna i protagonisti, guardando anche al movimento generale di pensiero, alle sue radici, all’ancoramento al concilio da un lato e al Sessantotto dall’altro, ai principali temi emersi e agli sviluppi successivi.
Di fronte a questa straordinaria vitalità come reagiva il papa? L’autore coglie tutto il sentire di Paolo VI, ascoltando la sua viva voce e l’espressività sempre ricca, partecipe ed evocativa della sua parola. Nelle esortazioni di papa Montini emerge uno sforzo di comprensione raro e davvero umanissimo, che rende la sua figura molto più contemporanea a noi di quanto si possa pensare.
Il falegname di Nazaret occupa un posto marginale all'interno del discorso teologico, a differenza di Maria. Eppure, anche Giuseppe riflette importanti istanze del nostro tempo, collegate sia al dibattito su identità, relazioni e funzioni dello stare al mondo come uomini e donne, sia al tema dell'abitare una chiesa composta di uomini e donne. Liberato da stereotipi agiografici e da finalità strettamente apologetiche, Giuseppe diviene emblema di una maschilità oggi più che mai in questione: cosa significa per un maschio sentirsi soggetto, persona? Cosa significa per lui condividere un cammino di relazioni sostanziali e generare insieme la vita? Cosa significa prendersi cura del mondo, nella pluralità delle possibili espressioni (politica, professione, impegno civile)? Questo libro avvia un percorso inedito, espressione del fecondo intreccio che la teologia intende stabilire con altri approcci culturali. Dischiude un insieme di "sguardi" - storico, biblico, sociologico, teologico, pastorale... - rivolti a san Giuseppe, figura di una maschilità che ci interroga. E propone un dialogo ideale tra studiose e studiosi che hanno accolto l'invito del papa: Ite ad Ioseph, «Andate da Giuseppe». Le loro risposte possono essere sorprendenti.

