
Giovanni Duns Scoto (1265/66-1308) nasce in una piccola cittadina della Scozia, Duns. Giovanissimo entra nel convento di Dumfries, vestendo l'abito francescano. Studia prima a Oxford e Parigi, conseguendo il titolo di Dottore in Teologia. Inizialmente Giovanni svolge la sua attività d'insegnante e scrittore nella capitale francese e, in seguito, viene inviato a Colonia dove muore, lasciando alla Chiesa una delle riflessioni teologiche più originali e luminose, soprattutto sui delicati temi dell'Incarnazione e dell'Immacolata Concezione. "Associando la pietà con la ricerca scientifica... con il suo sottilissimo ingegno è penetrato nei segreti della verità naturale e rivelata e ne ha ricavato una dottrina tale da essere chiamato Dottore dell'Ordine, Dottore Sottile e Dottore Mariano, divenendo così il capostipite della Scuola Francescana, luce ed esempio a tutto il popolo cristiano" (Benedetto XVI).
Mauro, figlio di un nobile senatore romano, è accompagnato, adolescente, al cenobio di San Benedetto a Subiaco (agli inizi del VI secolo). Alla sua scuola cresce nella fede, nell'intelligenza e nelle virtù. Quando Benedetto si trasferisce a Montecassino, lascia Mauro come abate del cenobio. Dopo qualche tempo Mauro lascia Subiaco per riunirsi alla grande comunità dell'Abbazia di Montecassino, dove viene subito designato priore e amministratore da Benedetto, che lo fa consacrare diacono. Mauro è scelto a guidare alcuni monaci in missione in Francia, chiamati dal vescovo di Le Mans. Il gruppo di monaci, accompagnati da due delegati francesi, fanno tappa a Vercelli, ospitati dal vescovo. Mauro compie un miracolo. Dopo varie tappe, in cui Mauro opera altri prodigi, finalmente i monaci giungono a destinazione, ma il nuovo vescovo di Le Mans in un primo momento nega il permesso di fondare un monastero nella propria diocesi. Alla fine, dopo varie trattative, ottengono di costruire il monastero a Glanfeuil.
La storia di un ricercatore" appassionato che ha rallegrato il mondo facendo conoscere a tutti la misericordia e la bontà di Dio. Coed. Elledici- Velar. "
Descrizione:
La vita di Santa Maria Soledad Torres Acosta (1826-1887) è stata straordinaria, e straordinarie sono l'opera e le attività delle suore da lei fondate: infatti le Serve di Maria Ministre degli Infermi si dedicano a curare i malati mediante una accurata e gratuita assistenza, giorno e notte. Il libretto racconta la vita di questa Santa: donna di fede, di straordinaria umiltà, di autentico servizio, di profonda preghiera.
San Valentino è patrono della città di Terni, dove è presente una grande Basilica dedicata a lui. La più antica notizia sul culto di San Valentino è contenuta nel Martirologio Geronimiano, per cui si ipotizza che sia stato un martire visto che la maggior parte dei santi elencati nel Geronimiano ha tale dignità. Il suo culto come protettore dell'amore e degli innamorati (che ha le sue origini nel Medioevo in Francia e in Inghilterra) è da considerarsi un interessante fatto socio-culturale, ma non propriamente religioso: Valentino in varie leggende viene presentato come colui che mette pace fra gli innamorati o ne santifica l'unione.
Nata nel 1805, Maria Matilde De Mattias fondò la Congregazione delle Adoratrici del Preziosissimo Sangue di Gesù, che presto si espanse in Italia e all'estero. Maria, per tutto l'arco della sua esistenza non fece altro che correre ad annunciare l'amore di Gesù.
Zoltán Lajos Meszlényi nacque a Hatvan (Ungheria) il 2 gennaio 1892. Fu ordinato sacerdote nel 1915 a Innsbruck (Austria). Le sue capacità, la sua cultura, il suo zelo e la sua fedeltà non passarono inosservate: nel 1937 fu ordinato Vescovo nella Cattedrale di Esztergom (Ungheria). Non gradito al regime comunista, fu deportato nel campo di Kistarcsa, dove nel marzo 1951, morì martire.
Il 6 luglio 1902 si chiudeva l'avventura terrena di Maria Goretti, "l'Agnese del ventesimo secolo, il Giglio ammantato di Porpora", secondo le parole pronunciate da Papa Pio XII il 25 giugno del 1950, giorno della sua Canonizzazione, in una Piazza San Pietro traboccante di popolo. Da quel giorno, Maria Goretti insegna un cammino, il suo nome significa un messaggio preciso e limpido, anche se spesso incompreso. Ha 12 anni quando viene aggredita da un giovane diciottenne che si era invaghito di lei; alla sua ferma resistenza per difendere la sua castità, viene accoltellata brutalmente e muore il giorno successivo dopo aver perdonato l'aggressore.
Giuseppe Calasanzio nasce nel 1557, a Peralta de la Sal, un paesino della nobile Aragona (Spagna) da una famiglia in vista e benestante. Inviato a Roma viene a contatto con la realtà di povertà e di miseria morale di tanta gioventù, ne sente compassione e decide di seguire la voce del Signore che lo spinge a dedicarsi ad essa. Fonda così la prima scuola pubblica e gratuita d'Europa e crea una Congregazione religiosa dedita all'educazione, i cui membri sono chiamati "Scolopi". Muore nel 1648.
Si deve a Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, la ricerca dei resti di questi due martiri del secondo secolo, e la nascita di una profonda devozione nei loro confronti. Data la scarsità di notizie che li concernevano, un autore rimasto anonimo compose una "passio" presentando Gervaso e Protaso come figli gemelli dei santi Vitale e Valeria.
Poco o nulla si conosce dell'infanzia di Marco. Forse l'evangelista s'identifica con il misterioso giovinetto testimone della cattura di Gesù nel Getsemani, episodio narrato esclusivamente da Marco. Molto probabilmente è l'apostolo Pietro a catechizzarlo e a battezzarlo. Marco inizia la sua attività di evangelizzatore accompagnando inizialmente Barnaba e Paolo. Intorno agli anni 62-63 Marco, divenuto ormai esperto predicatore e molto stimato da Paolo, è a Roma insieme a Pietro. Secondo gli antichi storici Marco scrive il suo Vangelo dopo la morte di Pietro. Marco muore martire presumibilmente il 25 aprile del 68 ad Alessandria d'Egitto. La seconda parte del libretto pone l'attenzione sulle reliquie del Santo e sul suo culto.
Incarnò l'intelligenza della predicazione, l'esemplarità della vita, la modernità della carità. Coed. Elledici -Velar.