
A un figlio spirituale che gli diceva: "Padre, alcuni negano l'esistenza del demonio", Padre Pio rispose: "Ma come si fa a dubitarne, quando io me lo vedo sempre d'attorno?". E in effetti che cos'è, o meglio, chi è il diavolo? È semplicemente la personificazione di alcune nostre paure, la necessità di dare un volto al male, oppure ci troviamo di fronte a un essere davvero esistente, operante con la sua intelligenza, che tutto studia per portare l'uomo verso il male e il distacco da Dio? È stato proprio Baudelaire a scrivere: "Il capolavoro di Satana nell'età moderna è di non far credere alla sua esistenza". Eppure Padre Pio l'ha conosciuto. Ed è stata una lotta, una "guerra", uno scontro all'ultimo sangue quello che l'umile cappuccino pugliese ha combattuto, quasi sempre di nascosto. Il diavolo ha infatti tormentato Padre Pio quando ancora nessuno lo conosceva, anche con veri e propri assalti fisici, per evitare che il frate con le stimmate diventasse ciò che poi è diventato: un eccezionale predicatore, capace di convertire tantissime persone. Questo libro, attraverso lettere e testimonianze dirette, racconta una delle pagine più segrete dell'esistenza del grande santo che, ancora oggi, viene invocato dagli esorcisti ed è considerato efficace nemico del diavolo, insieme a un altro personaggio amatissimo dai fedeli, il beato Papa Wojtyla.
Un primo approccio veloce, sintetico, sicuro, agli Scritti di San Francesco d'Assisi, utile anche per approfondire la sua figura. Qual'è lo scopo di questo libro? Sono consapevole che gli studi sugli Scritti e le Fonti francescane dall'800 ad oggi hanno subito un'accelerazione; la bibliografia è molto vasta e ricca di firme prestigiose. E' un lavoro che non ha nessuna pretesa se non quella di dare una mano a chi per la prima volta si accosta a questi Scritti e vuole approfondire la figura di Francesco.
Appunti, memorie, raccolte di aneddoti scritti dal Cappuccino padre Ignazio da Ielsi sugli anni vissuti accanto al santo confratello stimmatizzato, Padre Pio da Pietrelcina.
"Arrivarono davanti al convento intorno alle 20. Guglielmo scese dall’automobile e andò subito ad esplorare la zona. La campana della chiesetta di Santa Maria delle Grazie «dava gli ultimi rintocchi dell’Ave Maria. Era la sola cosa viva in quell’angolo di mondo che pareva negletto da Dio, tanto era brullo e triste. Il visitatore si guardò attorno e, dopo aver dato un’occhiata alla chiesa, trovò aperta la porta che immette nel convento e vi entrò». «Andiamo a vedere da vicino questo Padre Pio», si disse. Salì le scale che conducono al primo piano, dove ci sono le celle. Ma «fu bruscamente afferrato per un braccio da un frate laico», comparso all’improvviso nella penombra del lungo corridoio, che gli chiese: «Che cosa fa lei qui? Via, via... Non sa che è proibito? Ma guarda quanta impudenza... Via, via... giù, subito... e non tenti un’altra volta... Se lo ricordi... Ma guarda cosa bisogna vedere... Tutti questi curiosi... Se la trova il padre Guardiano...». E, senza neppure un accenno di delicatezza, il fraticello scortò sottobraccio l’intruso fino al pian terreno, dove gli chiuse bruscamente la porta alle spalle, mentre gli riservava l’ultimo complimento: «Scostumato!»..."
Una ricostruzione storica, con testimonianze e documenti inediti, del periodo della vita di Padre Pio coinciso con il Pontificato di Giovanni XXIII (1958-1963). Introduzione del Card. Tarcisio Bertone.
Questo libro racconta la vita e le opere di Benedetto da Norcia con l’obiettivo di far riscoprire il grande Santo come protagonista dell’oggi, inserito nel suo contesto storico, culturale e religioso, con il quale è però possibile instaurare un dialogo moderno.
Non fu solo un "gigante della Fede", il fondatore del monachesimo occidentale, ma anche l’iniziatore di un colossale progetto culturale. Sotto la sua Regola, infatti, migliaia di monaci sparsi per l’Europa salvarono l’economia e i libri, il sapere degli antichi, la filosofia di Platone e Aristotele. Questa fusione tra oriente e occidente è l’atto culturale costitutivo di ciò che noi chiamiamo Europa.
Questo libro – nato da un ciclo di conferenze tenutosi a Roma nel 2005 – offre una panoramica di grande respiro storico, raccontando alcune vicende emblematiche di “grandi amicizie”, quasi tutte fra un uomo e una donna, che hanno segnato in modo significativo momenti diversi della storia della Chiesa e della cultura.
Il tema dell’amicizia viene qui esaminato nello svolgersi di relazioni molto diverse fra loro per cronologia e tipologia ma che mostrano tutte una costante: il valore delle singole figure coinvolte risulta sempre «più che raddoppiato dalla condivisione di pensieri, spunti, tratti più o meno lunghi di esistenza con il proprio “gemello spirituale”».
La trattazione di ogni «coppia di grandi amici» è affidata alla competenza scientifica di docenti universitari, noti studiosi delle figure esaminate e del loro periodo storico.
Insieme a Benedetto e Cirillo e Metodio, san Colombano ha buone probabilità di divenire “compatrono” d’Europa, edificatore di quell’anima celtica che, non meno di quella “latina” e “slava”, costituisce l’identità dell’Europa cristiana. La vita del monaco irlandese è raccontata attraverso la sua “peregrinatio” lungo tutta l’Europa del VI sec., portando il messaggio evangelico e fondando numerosi monasteri legati alla regola da lui stesso elaborata. Dall’Irlanda, alla Francia, alla Baviera, fino all’abbazia di Bobbio sull’Appennino piacentino, il libro è uno strumento per conoscere più a fondo l’anima cristiana dell’Europa seguendo passo passo san Colombano che è detto, nelle parole dell’autore, il “primo uomo europeo”.
Notizie sul Santo
San Colombano, detto San Colombano di Luxeuil o San Colombano di Bobbio (543?-23 novembre 615), fu un monaco di origine irlandese. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la memoria il 23 novembre. San Colombano può essere a buon diritto definito uno dei fondatori del monachesimo occidentale. La sua educazione fu sostanzialmente legata al latino e allo studio dei testi. Tutto ciò lo rese eccellente scrittore, in grado di usare un latino correttissimo. Divenne monaco presso il monastero di Bangor (Irlanda), sotto la guida dell'abate Comgall, severissimo, fermo sostenitore dei principi di mortificazione corporale. Ma l'originalità del monachesimo celtico si manifesta anche attraverso altre caratteristiche: era consueto in questo periodo portare avanti la cosiddetta peregrinatio pro Domino per mare, ovvero la partenza in nave e l'arrivo in una terra isolata dove sarebbe sorto un nuovo monastero. Fu così che Colombano partì da Bangor verso il 575 e approdò sulle coste della Francia. Grazie alle concessioni del re merovingio Gontrano, Colombano fondò tre monasteri: Luxeuil, Fontaines e Annegray. In seguito a diversi conflitti con l'episcopato francese (Colombano era deciso a far valere le tradizioni della propria terra originaria sulle terre francesi, considerando i suoi monasteri come fazzoletti di terra irlandese) nel 610 fu costretto a fuggire. Si diresse così verso sud fondando altri monasteri, tutti legati alla Regola da lui stesso elaborata (Benedetto XVI ha ricordato che la Baviera fu evangelizzata da monaci irlandesi dell’ordine monastico fondato da Colombano). Passò dalla Svizzera e decise di recarsi a Roma per avere l’approvazione di papa Bonifacio IV; risalì poi a Milano e, sotto la protezione del re longobardo Agilulfo, ariano ma tollerante, costruì una nuova abbazia a Bobbio (sull’Appennino piacentino), dove morì nel 615.
“…io, Pietro Damiano…”a 1000 anni dalla nascita
Grande personaggio, protagonista di momenti decisivi per la riforma della vita del clero, per una progressiva autonomia della Chiesa e per una proposta nuova di vita eremitica: l’eremo e la cattedra sono i due poli della vita di san Pier Damiani che, nella prima metà dell’anno 1000, fu protagonista della energica azione riformatrice di Leone IX. Creato cardinale, rinunciò presto all’episcopato per tornare al chiostro e alla vita eremitica. Una biografia curata con sensibilità scientifica, che ha tenuto conto degli studi e delle ricerche più recenti.
Iniziative culturali per la celebrazione a Ravenna del millenario della nascita.
Protagonista del XXI canto della Divina Commedia di Dante.
È opinione ancora purtroppo diffusa che il Cristianesimo sia stato un ostacolo al progresso delle scienze, compresa quella medica. Questo libro, scritto da un medico, ci rivela un volto diverso della storia della medicina, che non è soltanto la storia di invenzioni, di scoperte, di progressi scientifici. È anche la storia di uomini che nel corso dei secoli hanno dedicato la propria vita a prendersi cura di chi soffre. Medici, ma anche infermieri, farmacisti o altre figure che fin dall'antichità praticarono in modo eroico, fino alla santità, l'arte del guarire. Il compito del curare ha a che fare ogni giorno con il singolo segnato dalla malattia, nel corpo e nello spirito. I protagonisti di questa storia non ebbero mai paura di dedicare a questo scopo la loro vita, affrontando il tanto male che c'è nel mondo, valorizzando il tanto bene che vi è ancora.
L'annuale pellegrinaggio organizzato per i giovani preti della Diocesi di Milano si è svolto quest'anno in Polonia, ponendo al centro della riflessione la figura di Giovanni Paolo II.
«Figlia mia, non aver paura. Questo dolcissimo Iddio è con voi, riposa in voi e vi deve bastare». Così nel gennaio 1917 Padre Pio scrive a Giuseppina Morgera, una giovane donna di famiglia borghese che il Frate di Pietrelcina conosce a Napoli e a cui, fra il 1915 e il 1919, invia più di quaranta lettere di direzione spirituale. Sono anni decisivi per la vicenda spirituale di Padre Pio (nel settembre 1918 riceve le stimmate). Queste lettere – rimaste a lungo inedite e riproposte ora in una nuova accurata edizione – costituiscono un documento straordinario per tutti coloro che vogliano approfondire la conoscenza e la devozione per questo Santo, «uno dei più generosi dispensatori della misericordia divina» (Giovanni Paolo II). In coedizione con le Edizioni Padre Pio.