
IN QUESTO VOLUME L AUTORE, FIGLIO SPIRITUALE DI PADRE PIO, RIPORTA QUALCHE ESPERIENZA VISSUTA NEL LUNGO PERIODO, OLTRE VENTIDUE ANNI, IN CUI EBBE MODI DI AVVICINARE PADRE PIO.
Il testo è corredato da sedici pagine di fotografie.
L'autore
LUIGI PERONI, il più noto biografo di padre Pio e suo figlio spirituale per oltre 22 anni. Vive a Roma dove è nato nel 1916. E' Consigliere nella Direzione generale dei Gruppi dì preghiera e collaboratore di varie Riviste. La sua grande opera "Padre Pio da Pietrelcina", edita da Borla, è divenuta testo fondamentale per la conoscenza della vita e della spiritualità di padre Pio.
Il libro
Tra le carte della mia lunga vita conservo tanti taccuini che ero solito portare con me durante le frequenti visite a san Giovanni Rotondo e i numerosissimi incontri con padre Pio, da quando lo conobbi nel 1946 fino al suo trapasso nel settembre 1968.
Tra questi appunti ho ritrovato un avvertimento scritto da padre Carmelo da Sessano, che fu Superiore di padre Pio:"Vorrei pregare ogni figlio spirituale del Padre di scrivere i propri ricordi personali di lui, perché sono convinto che ognuno ha la sua piccola o grande storia da narrare. Non facciamo perdere tanta ricchezza di cui abbiamo beneficiato...".
Fu allora che decisi di raccogliere questi ricordi e di conservare ad essi la configurazione di Diario, senza alcuna pretesa di opera letteraria.
Sono note di taccuino e insieme frammenti della grande storia spirituale di padre Pio da Pietrelcina.
LUIGI PERONI
Il dialogo De magistro può considerarsi ed è la testimonianza più preziosa sul tema centrale del linguaggio di tutto il progresso della filosofia antica, dal Cratilo platonico fino al IV-V secolo d.C. Nel presente stato di avvilimento della parola, la quaestio fondamentale del 'De magistro' appare in tutta la sua cruciale attualità. Il dialogo agostiniano non mira esclusivamente a restituire al linguaggio tutta la sua più autentica dignità umana, ma è anche il richiamo all'interiorità, all'ascolto e al silenzio; se la parola non vuole mostrare" solo se stessa, allora è il momento del pensiero, della meditazione su che cosa vale la pena dire... "
E' una monografia scientifica completa e aggiornata dedicata alla figura del padre del monachesimo occidentale. Scritta non da uno storico del Medioevo, ma da un filosofo della religione ed è orientata a una definizione delle linee principali dell'esperienza religiosa cristiana.
La Regola di Benedetto da quindici secoli rappresenta in Occidente il principale strumento non solo per la regolamentazione della vita monastica, ma anche per l'ispirazione della sua ascesi e della sua spiritualità.
Spesso studiata per i suoi contenuti ascetico - spirituali, la Regola è tuttavia permeata da insegnamenti fondamentali su quella che nella teologia classica è stata definita "vita teologale": la vita spirituale, pratica e dunque morale che essa insegna è infatti fondata su una profonda comprensione della teologia cristiana.
In questo studio l'autrice ha perciò cercato di ovviare alla scarsa attenzione prestata in passato a questo aspetto fondamentale, analizzando la natura teologica della vita cristiana in san Benedetto. Di quest'ultima vengono posti in risalto gli aspetti di dono di grazia, inabitazione trinitaria, filiazione divina, e a partire dai doni dello Spirito come predisposizioni necessarie si studia il suo dispiegarsi nelle virtù teologali: la fede, la speranza e la carità.
Maria Goretti era una bambina di appena undici anni che viveva in spaventose condizioni di povertà e ignoranza nelle Paludi Pontine, agli inizi del Novecento. L'assassino era un ragazzo di nemmeno vent'anni che non riuscì a violentarla e che la uccise forse per pazzia. Sulla base dei documenti del processo penale e della causa di canonizzazione, Giordano Bruno Guerri ricostruisce la storia di santità sollecitata prima dalla reazione ultracattolica, poi favorita da Mussolini, infine decisa da Pio XII. Un ritratto potente dell'Italia contadina di un secolo fa, che penetra per la prima volta nei meccanismi terreni che presiedono le cause dei santi.
Per il carisma di una personalità vitale e ricca di sorprese, per la copertura mediatica di cui usufruiva ogni sua iniziativa, Giovanni Paolo II appare il pontefice meno "segreto" dell'era contemporanea. Pure, non molti possono dire di conoscere davvero il suo pensiero filosofico, inteso come un corpus unico e coerente. Acutissima analisi di tale pensiero, condotta con rigore e passione, l'opera di Giovanni Reale mette nella giusta luce questo aspetto dell'eredità del pontefice, dimostrando come la filosofia di Wojtyta segua - prima e dopo l'elezione al pontificato - una identica linea di straordinaria coerenza e completezza, concentrandosi sul concetto dell'uomo non semplice "individuo" ma "persona": un "io" che può essere davvero tale soltanto in rapporto al "Tu" divino. Reale analizza sia le opere più strettamente filosofico-teologiche di Karol Wojtyta, sia le sue opere poetiche e teatrali, spiegando come le une e le altre concorrano a costituire quell'unico e complesso corpus filosofico che è il pensiero di Giovanni Paolo II. Strumento per entrare nell'opera di un filosofo moderno, forse poco conosciuto o riconosciuto come tale, "Un pellegrino dell'Assoluto" conduce i lettori lungo le vie delle verità analizzate da Wojtyta per raggiungere quel tesoro il cui pensiero induce a rinunciare gioiosamente a ogni altro bene.
La Chiesa non propone una propria filosofia né canonizza una qualsiasi filosofia particolare a scapito di altre. La ragione profonda di questa riservatezza sta nel fatto che la filosofia, anche quando entra in rapporto con la teologia, deve procedere secondo i suoi metodi e le sue regole; non vi sarebbe altrimenti garanzia che essa rimanga orientata verso la verità e ad essa tenda con un processo razionalmente controllabile.
[Fides et ratio, 49]
In questo volume sono raccolte per la prima volta con il testo latino a fronte le quattordici encicliche pubblicate da papa Giovanni Paolo II nel corso del suo lungo pontificato (1978-2005): Redemptor hominis (1979); Dives in misericordia (1980); Laborem exercens (1981); Slavorum apostoli (1985); Dominum et vivificantem (1986); Redemptoris Mater (1987); Sollicitudo rei socialis (1987); Redemptoris missio (1990); Centesimus annus (1991); Veritatis splendor (1993); Evangelium vitae (1995); Ut unum sint (1995); Fides et ratio (1998); Ecclesia de Eucharistia (2003). In esse è compendiato il magistero teologico e morale di Karol Wojtyla in quanto Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica; questo volume compare, però, come terzo in questa stessa collana, dopo Tutte le opere letterarie (2001) e Metafisica della persona. Tutte le opere filosofiche (2003), che invece raccolgono integralmente la produzione poetica e filosofica di Karol Wojtyla antecedente alla sua elezione al soglio pontificio, cioè fino al 1978. L’uomo che cerca l’Assoluto ha in fondo tre strade maestre, che sono l’arte, la filosofia e la religione; e Karol Wojtyla le ha percorse coerentemente fino alla fine come poeta, filosofo e papa.
"Molti si chiedono come mai il Sommo Pontefice ha sentito il bisogno di ritornare a comporre opere poetiche, come aveva fatto da giovane. Ma, in primo luogo, va detto che alle composizioni poetiche (pubblicate per lo più sotto pseudonimi) Wojtyla si dedicò per quasi quattro decenni. In secondo luogo, va ricordato e ribadito che Wojtyla, oltre che "teologo", è non solo "poeta", ma anche "filosofo". Wojtyla riunisce in sé - in differente misura - le tre grandi forze spirituali mediate le quali l'uomo da sempre ha ricercato la verità: "arte", "filosofia", "fede religiosa." (dall'Introduzione di Giovanni Reale)