Martin è un maturo professore universitario che si è ritirato in campagna: la solitudine è mitigata dalla compagnia di un grande cane nero, Ombra, che non diversamente dagli altri animali del bosco, ha il dono della parola. Martin gode di quella stagione della vita che "ti permette di desiderare senza prendere, di ammirare senza sfregiare, di soffrire senza far male ad altri". Si è riconciliato con il passato, e impara a convivere con i vuoti del presente e con la nostalgia per il figlio. In questa disposizione d'animo lo coglie, di sorpresa, l'arrivo di una coppia che viene a vivere non lontano da lui: un pittore e mercante d'arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. La giovinezza di Michelle lavora nell'immaginazione, nei sensi e nel cuore di Martin non meno di quanto lavorino la leggenda della ragazza del lago (una vecchia storia che gira fra gli autoctoni e accende di lampi magici il respiro della natura) e i versi del Catena (il poeta folle di cui Martin è uno dei più autorevoli studiosi). L'apparizione di Michelle gonfia di vento pensieri, speranze, orgoglio virile. Il cane Ombra e tutti gli animali in cui si imbatte commentano, si impicciano, fanno esercizio di filosofia. Il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Che cosa aspetta Martin in fondo a questo bosco interiore di emozioni che chiedono futuro?
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala - viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott'olio e in lattina - ne rilancia il consumo... In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l'espansione dei Florio, ma l'orgoglio si stempera nell'invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell'ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e - sebbene non lo possano ammettere - hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto - compreso l'amore - per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile. Intrecciando il percorso dell'ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana - dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia - Stefania Auci dipana una saga familiare così viva e pulsante da sembrare contemporanea.