Psicologia clinica rende accessibili a chi studia i più recenti e significativi risultati della ricerca sperimentale per la comprensione e il trattamento dei disturbi psicopatologici, nella consapevolezza che solo un approccio integrato alle componenti che contribuiscono all’eziologia dei disturbi mentali può portare ad affrontarli correttamente. Lo sviluppo di questi disturbi, infatti, è legato all’interazione di diversi fattori: genetici, neurofisiologici, socio-emozionali, cognitivo-comportamentali e di personalità, che ne condizionano anche l’esordio e il decorso. In questa edizione è stato aggiunto abbondante materiale anche sul ruolo svolto dall’appartenenza culturale ed etnica nello sviluppo delle psicopatologie e nella pratica terapeutica, oltre che sul ruolo del trauma, del maltrattamento infantile e delle difficoltà interpersonali. Con una scrittura concisa, chiara e vivace, il libro aiuta a districarsi nell’ambito di una disciplina che di anno in anno cresce in complessità e, accanto all’esposizione delle teorie e delle ricerche più aggiornate, mette in risalto anche i modi possibili per combattere lo stigma associato ai disturbi mentali, affinché chi ne soffre sia visto innanzitutto come persona.
Secondo i pedagogisti Joan Middendorf e Alan Kalish dell'Università dell'Indiana, in una lezione frontale l'attenzione di chi ascolta resta costante per 15 minuti, diminuisce dell'80% dopo 30 minuti, poi si esaurisce. Per coinvolgere la classe, Middendorf e Kalish hanno proposto la lezione segmentata (chunked lesson), una lezione strutturata in 5 segmenti di 10-15 minuti: preconoscenze, per partire da quello che si sa; lezione, per spiegare l'argomento; Attività, per fare esercizi collaborativi; restituzione, per chiarire i dubbi; conclusione, per fare il punto su quello che si è imparato. Chi insegna propone attività diverse per ogni fase della lezione, per sollecitare la partecipazione: divide la classe in gruppi per creare una mappa concettuale, incoraggia un dibattito e mostra video o grafici. La lezione segmentata può essere svolta in classe o a distanza, e integrata con il digitale, con video ed esercizi interattivi.
- 145.000 voci, oltre 380.000 significati fra cui circa 1000 nuove parole e locuzioni o nuovi significati come acchiappaclic, animaloide, azzardopatia, blastare, cazzimma, comfort zone, distanziamento sociale, dojo, micromobilità, nanoplastica, paziente zero, pedonabile, pescetariano, revenge porn, terrapiattismo
- oltre 70.000 etimologie che accompagnano altrettanti lemmi
- 964 schede di sfumature di significato che analizzano altrettanti gruppi di parole e ne consigliano l’uso in base al contesto, come profumo – fragranza – aroma
- 136 definizioni d’autore: significati firmati da persone che oggi rappresentano l’eccellenza italiana nei rispettivi campi ci offrono punti di vista a volte sorprendenti
- 3126 parole da salvare, come obsoleto, ingente, diatriba, leccornia, ledere, perorare, preferibili ai loro sinonimi più comuni ma meno espressivi
- oltre 9300 sinonimi, 2000 contrari e 2500 analoghi
- oltre 5500 parole dell’italiano fondamentale
- oltre 12.000 citazioni letterarie di 133 autori, da Francesco d’Assisi a Dario Fo
- oltre 45.000 locuzioni e frasi idiomatiche
- indicazione di oltre 5000 reggenze (addetto a o addetto per?)
- 118 tavole di nomenclatura
- note grammaticali e sull’uso corretto delle parole
La prima edizione di questo manuale di Diritto ecclesiastico, che costituisce ormai un classico della disciplina, fu pubblicata nel 1986, a ridosso dell'entrata in vigore della legge di approvazione della prima Intesa, stipulata dallo Stato italiano con la Tavola valdese, e delle leggi che hanno autorizzato la ratifica ed eseguito le nuove norme derivanti dalla revisione del Concordato lateranense. Per allora l'opera, sulla base delle certezze legislative conseguite sino a quel momento, intendeva offrire un contributo a una trattazione organica e a una soluzione dei problemi rientranti nell'ambito del diritto ecclesiastico. Dal 1986 il panorama normativo in cui tali problemi andavano inquadrati s'è andato chiarendo, sia per il sopravvenire del regolamento collegato alla legge sugli enti cattolici e sulla gestione del patrimonio di essi, sia per l'entrata in vigore di ulteriori leggi esecutive di Intese con varie confessioni religiose, sia per lo sveltimento di talune procedure amministrative consentito da disposizioni di carattere generale, in special modo dall'art. 13 della legge n. 127 del 1997, sia per la riforma del sistema italiano del diritto internazionale privato, sia per l'opera di supplenza svolta dalla giurisprudenza in quei settori, quale il matrimonio «concordato», in cui il legislatore ha mancato di emanare norme applicative. L'ultima edizione (la nona), curata dall'Autore poco prima della sua prematura scomparsa, risale al 2003. Per la favorevole accoglienza che il manuale continua ad avere nella scuola, e per essersi dimostrato punto di riferimento assai autorevole per la soluzione dei problemi che si pongono nella professione forense, l'Editore ha dato incarico di aggiornarlo, mantenendone ferma la struttura originaria, ma tenendo conto delle modifiche legislative e degli interventi giurisprudenziali ulteriormente sopravvenuti, nonché dei più recenti apporti della dottrina.
Da oltre vent'anni gli autori di questo libro lavorano per fornire uno strumento completo e definitivo per lo studio delle neuroscienze del comportamento. Questo ha significato soprattutto confrontarsi con nuove informazioni e scoperte, con una mole enorme di pubblicazioni scientifiche e con un numero sempre maggiore di dettagli neurali. La trattazione attinge infatti alle ricerche compiute da un gruppo composito di scienziati, che comprende psicologi, anatomisti, biochimici, endocrinologi, ingegneri, genetisti, immunologi, neurologi, fisiologi, biologi evoluzionisti e zoologi. Le conoscenze dei singoli ambiti disciplinari vengono poi integrate secondo quattro differenti approcci: descrittivo, comparativo/evoluzionistico, meccanicistico e applicativo/clinico. La quarta edizione italiana di "Psicologia biologica" accoglie i progressi compiuti dalla disciplina, con un'enfasi sugli aspetti neurofisiologici, e li integra in un progetto didattico che ha dimostrato negli anni la sua efficacia, grazie a uno stile accessibile, a una scansione ordinata e a esempi in grado di stimolare la curiosità degli studenti. Gli argomenti nuovi trattati in questa edizione vanno dai più recenti metodi di scansione celebrale per visualizzare la Tau e l'amiloide per la malattia di Alzheimer, al crescente consenso verso un modello della memoria a due processi (familiarità e ricordo esplicito), dall'uso dei DREDDS o della tecnica del patch-clamp, alle intuizioni sui meccanismi del dolore scaturite dallo studio sul veleno dello scorpione. La struttura del testo è caratterizzata da: una storia in apertura di capitolo, per introdurre l'argomento attraverso il racconto di un'esperienza reale, che sarà compresa più a fondo man mano che si procede nella lettura; le schede sulle ricerche d'avanguardia, per esplorare i casi più interessanti e «di frontiera»; una sintesi illustrata a fine capitolo, dove ogni argomento riassunto è collegato a una figura, che può rappresentare strutture o processi; le letture consigliate al termine della teoria, in tutti i capitoli; un ricco glossario in appendice. Infine, l'opera è accompagnata da risorse multimediali integrate. Nel testo sono richiamate le animazioni, che sono disponibili sul sito e nell'ebook, ma anche visualizzabili sullo smartphone scaricando l'app "Guarda!".
Questo libro è un'introduzione ragionata all'antropologia culturale rivolta ai futuri insegnanti, ma anche a tutti coloro che sono chiamati a progettare e realizzare interventi educativi, e non soltanto in contesti multiculturali. Questa disciplina, che è per sua natura votata a comprendere la diversità culturale, compie la propria funzione nella misura in cui riesce ad assumere uno sguardo decentrato e relativizzante, che riconosca anche nella nostra cultura di appartenenza una cultura specifica da non dare per scontata nella relazione educativa. Il nostro modo di pensare, di agire, di usare il corpo e persino di concepire cosa significhi insegnare o educare è infatti tutt'altro che ovvio e merita di essere discusso e reso manifesto, per farne oggetto di una riflessione consapevole. Antropologia per insegnare è diviso in tre parti. Il concetto di cultura presenta una disamina delle diverse risposte che, a seconda degli approcci, l'antropologia ha dato alla domanda centrale «che cos'è la cultura?»; mette in evidenza i momenti-chiave della storia dell'antropologia ed è propedeutica alle due parti successive, sia per gli strumenti di base che fornisce, sia perché problematizza una nozione usata in maniera non sempre accorta nel nostro linguaggio quotidiano; Identità individuali e collettive affronta il tema dell'identità e della differenza, individuale e collettiva, attraverso l'esplorazione di alcune categorie che informano il nostro senso comune: razza, razzismo, multiculturalismo, etnia, sesso, genere, famiglia e religione; Antropologia dei processi educativi e della scuola, infine, punta l'attenzione sul tema educativo, mostrando alcune prospettive di ricerca sviluppate dagli antropologi culturali; mostra come la scuola, al pari di qualsiasi altro setting educativo, non assume una rilevanza antropologica solo in quanto luogo di incontro e confronto tra persone di culture diverse, ma che essa è, già di per sé, espressione di una propria particolare cultura, che influenza in maniera profonda il modo in cui si delineano i processi di insegnamento e apprendimento, così come la forma che assumono le relazioni al suo interno.