
"Questo volume si pone lo scopo di presentare il mito partendo da un'introduzione utile a favorire una conoscenza di base dell'argomento e propone, di seguito, alcuni saggi di approfondimento tesi ad estendere ed affinare la comprensione di ciò che possiamo considerare come la prima vera forma verbale di comunicazione di tipo sacro e il primo tentativo dell'uomo di conoscere se stesso attraverso la religiosità, l'immaginazione ed il racconto. Il libro si apre, pertanto, con una presentazione generale seguita da un lungo saggio risalente ad oltre sei anni fa (e solo lievemente ritoccato) dal titolo: "Introduzione al mito", la cui prefazione è stata composta dal caro e compianto Bent Parodi di Belsito di cui desidero ricordare il vastissimo magistero spirituale e laico e soprattutto il ruolo di primo piano che egli seppe svolgere, ai livelli più alti, anche in ordine agli studi sul simbolo, sul mito, sur Rito e sull'iniziazione."
I due saggi contenuti in questo volume procedono, parallelamente, verso l'obiettivo comune di contribuire a un arricchimento del dibattito relativo all'interpretazione de "La Primavera" di Sandro Botticelli. Il saggio di Vincenzo Guzzo esamina il rapporto tra il dipinto e l'idea neoplatonica di "Anima Mundi" ed espone una lettura ermetica dell'opera. Inquadra storicamente il periodo, passa in rassegna vari aspetti culturali del contesto, sviluppa un'inedita interpretazione alchemica dell'opera ed espone le più rilevanti tra le altre ipotesi interpretative del dipinto. Il secondo saggio mette in campo, con ampia documentazione iconografica, una nuova e originale lettura simbolico-botanica del dipinto connessa a una serie di riflessioni relative alla tradizione degli "Inni Orfici" e del Neoplatonismo, corredate da numerosi e pertinenti riferimenti testuali. Entrambi i saggi, pertanto, si integrano e si armonizzano all'interno della tradizione ermetica e, con i loro contenuti innovativi, si inseriscono nel vasto e complesso dibattito che, su questo dipinto, ha coinvolto numerosi studiosi a livello nazionale e internazionale.
Il massone non ha modo di raggiungere gli insegnamenti esoterici se non per mezzo di leggende e simboli. In quest'opera l'autore si propone d'illustrarli e spiegarli, per trarne il significato recondito e togliere quel velo d'ignoranza e indifferenza che nasconde la vera filosofia della massoneria, dimostrando che in essa sono i fondamenti della speculazione profonda.
Nel pensiero dell'autore il mito di fondazione del tempo rettilineo, dominato da un incipit e da un fine ultimo- da un dono o da una rivelazione finale- è fatto risalire ben oltre al giudaismo e al cristianesimo. È individuato nello stratagemma della tela con cui Penelope nell'Odissea ritarda il momento della scelta del successore al talamo nuziale. Da questo mitologema si dipana un complesso reticolo di analisi e riflessioni critiche, suggestioni pop e ricostruzioni tranchant degli eventi che hanno contribuito alla formazione del mito occidentale del progresso indefinito. Lo stile di scrittura dell'autore traghetta il lettore attraverso incursioni folgoranti e pause disincantate nelle fondamenta culturali che testimoniano della tragedia e della speranza di rinascita del nostro tempo. Alla fine della traiettoria nomadica, una sola possibilità emergerà come antidoto al veleno della storia: la rinuncia alle aspettative.