
L’archeologo che si occupa della primitiva età della Chiesa è uno scienziato che cerca di comprenderne la storia antica e l’originaria evoluzione e si concentra, sui luoghi, sui monumenti, sugli oggetti di coloro che sono stati prima di noi. L’analisi di una regione, lo studio di una chiesa o di una catacomba, l’esame di un manufatto gli consentono di ricostruire la vita dei cristiani che abitarono quel luogo, gli permettono di avere informazioni sulle loro abitudini e sui loro costumi, gli lasciano capire come davano forma ai loro strumenti di lavoro, come li preparavano, come li usavano.
Questo libro nasce con l’intenzione di raccogliere gli indirizzi di studio, le ricerche e l’idea di archeologia cristiana maturati nei recenti decenni. Nel pensiero attuale questa disciplina è ricostruzione della vivente produzione delle comunità primitive nel periodo compreso dalle origini fino a papa Gregorio Magno; espressione della società (organizzazione, vita materiale, economia e cultura) e insieme forma di un pensiero profondo, di emozioni, bisogni, paure e aspirazioni che accomunarono i cristiani antichi di ogni dove.
Il lavoro, nel presentare la grande messe di nomi, luoghi, teorie e temi, intende dare una visione d’insieme che permetta di entrare in una viva comunicazione con i primi credenti, così da conoscere e capire lo sviluppo delle primitive comunità cristiane.
Giovanni Liccardo vive a S. Giorgio a Cremano (Na). Conseguita la laurea in Filosofia a Napoli e vinto il concorso per l’assegnazione di una borsa di studio al Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, nel 1990 ha ottenuto il dottorato, discutendo la tesi in Epigrafia classica e cristiana Inscriptiones christianae neapolitanae certae et incertae originis. Dirige corsi di Storia della Chiesa e di Archeologia biblica e cristiana allo Studio Teologico Redemptor hominis di Benevento e allo Studio Filosofico Teologico Giovanni Paolo II di Salerno; insegna anche all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Capua (Ce) e di Angri (Na). Oltre a numerosi articoli per importanti periodici, ha al suo attivo diversi studi, tra cui Presenze cristiane nell’antica Capua (Museo Provinciale Campano, Capua 1999) e Vita quotidiana a Napoli prima del medioevo (Tempolungo, Napoli 1999), con il quale ha meritato nel 2000 il Premio letterario “Città di Cimitile” come migliore opera sull’arte paleocristiana in Italia. Ha pubblicato: Le catacombe di Napoli (Roma 1995), Napoli sotterranea (Roma 2000) e I grandi musei di Napoli (Roma 2002).
Anche nelle circostanze esterne più sfavorevoli, rimane per tutti uno spazio di libertà che nessuno può violare e del quale Dio è la sorgente e il garante. L'asserzione fondamentale dell'autore è di grande portata: l'uomo conquista la sua libertà interiore nella misura in cui si fortificano in lui la fede, la speranza e l'amore. Scritto nello stile semplice e concreto che è caratteristico di Jacques Philippe, questo libro aiuterà "tutti coloro che desiderano rendersi disponibili ai meravigliosi rinnovamenti interiori che lo Spirito Santo vuole operare nei cuori, e così accedere alla gloriosa libertà dei figli di Dio". Jacques Philippe è membro della "Communauté des Béatitudes". In essa ha ricoperto importanti incarichi (consigliere generale, responsabile dei preti e dei seminaristi, incaricato della formazione dei pastori). Sacerdote dal 1985, predica ritiri spirituali in Francia e all'estero. Dello stesso autore in lingua italiana: La pace del cuore (Dehoniane, 2000); Un tempo per Dio (RnS, 2000); Affinché voi portiate molti frutti (Segno, 1998).
Ai tempi in cui non esistevano il catechismo e le facoltà di teologia, come avveniva la formazione dei credenti? La lettura e la spiegazione della Bibbia supplivano a tutto. L’intera Scrittura poteva essere letta allegoricamente e dare origine a dei simboli dal contenuto spirituale. La Scrittura fu così all’origine di una copiosa letteratura e arte figurativa in cui si incontravano immaginazione e poesia.
La preferenza andava ad alcune storie dell’Antico Testamento: Giona, Daniele nella fossa dei leoni, Noè e l’arca, Mosè che percuote la roccia… Ma l’universo figurativo degli antichi cristiani era molto più ricco e concreto. Per vie in apparenza recondite esso portava al cuore del messaggio cristiano.
Martine Dulaey è una grande conoscitrice della letteratura cristiana antica. Guida sapiente, ella prende per mano il lettore e lo accompagna con passione e competenza alla scoperta degli antichi simboli cristiani.
Martine Dulaey è direttrice di studi presso l’École Pratique des Hautes Études, sezione di scienze religiose. È inoltre direttrice della collezione Bibliothèque augustinienne, membro del consiglio di redazione di Recherches augustiniennes e della Revue des études augustiniennes, nonché responsabile del Bulletin de patrologie latine. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni su sant’Agostino, Vittorino di Petovio e su alcuni degli argomenti trattati in questo volume.
Folle per Cristo. Sconvolto dalla sua fede bruciante. In principio persecutore crudele dei cristiani – i suoi metodi prefigurano quelli di alcune polizie politiche del XX secolo – riconosce il Figlio di Dio quando, sul cammino di Damasco, Gesù lo chiama: “Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto …” Mistico e stratega con un carattere impossibile. Fu il primo a comprendere che il cristianesimo non avrebbe avuto futuro se non si fosse rivolto anche ai pagani. Scrittore grandioso e convertitore geniale. Architetto del cristianesimo – secondo alcuni sarebbe lui il vero fondatore del cristianesimo - , fu in grado di imporre la sua visione di un Cristo che non ha mai conosciuto e capace di forgiare, molto prima degli scritti dei Vangeli, le leggi che reggono la Chiesa.
L’autore, accademico di Francia, ha esitato per vent’anni prima di decidere di scrivere un libro su di lui. Ha cercato Paolo sulle strade che egli ha percorso, da Tarso a Gerusalemme, da Antichi a Cipro, dall’Anatolia fino a Roma dove ha trovato la morte. L’ha rivisto imprigionato, torturato, lapidato e decapitato per ordine di Nerone. Questa è la sua storia.
Un rigoroso tentativo d'avvicinamento alla figura autentica di fondatore del cristianesimo, oltre il rischio attuale che vede la riduzione di Cristo ad un compiacente personaggio umanitario, un Gesù buonista che nulla esige, che mai biasima, che in ogni cosa approva, una specie di fantasma che nulla ha a che fare con la realtà. Ratzinger non da scampo ai luoghi comuni e ai pregiudizi e indaga a fondo il dato evangelico e la tradizione della chiesa, continuando a sostenere lo sguardo anche quando la riflessione diventa scomoda e pericolosa, fino alla inevitabile ferita provocata dall'apparire inevitabile della bellezza che è la rivelazione. Joseph Ratzinger è nato nel 1927 a Marktl am Inn, un paesino della Baviera. Dopo gli studi teologici e l'ordinazione sacerdotale insegnò teologia nelle università di Monaco di Baviera, Bonn, Münster, Tübingen, Regensburg. Fu consigliere del cardinale Frings durante il concilio Vaticano II. Arcivescovo di Monaco di Baviera dal 1977, nel 1981 fu nominato prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Numerose le sue pubblicazioni presso la San Paolo. Tra queste ricordiamo: Rapporto sulla fede (1985, 1998[3]); Svolta per l'Europa? (1992[2]); Il sale della terra (1997); La mia vita (1997); Introduzione allo spirito della liturgia (2001[3]).
Le 30 tappe in dettaglio del Cammino da Roncisvalles a Santiago de Compostela. Ciascuna tappa contiene: la descrizione dell’esperienza fatta, con consigli, con informazioni tecniche, stradali, geografiche che sono indispensabili a chi vuol effettuare il Cammino; una mappa della tappa indicata; una tabella riepilogativa dei km da percorrere, quelli percorsi, paesi che si attraversano, informazioni sui rifugi, luoghi di interesse ecc. (da notare è l’esatta indicazione dei km fra un paese e l’altro e fra una tappa e l’altra, come tutte le altimetrie); un box per descrivere i rifugi disponibili in quella specifica tappa.
Massimo Cardoni, nato a Gubbio (PG) nel 1960, è sacerdote della Società San Paolo dal 1993; ha conseguito la Licenza in teologia della vita religiosa ed ha sperimentato direttamente tutto il percorso del cammino di Santiago.
Questa Vita di Maria è il libro più commovente e famoso tra quelli nati dal sodalizio tra la monaca stigmatizzata tedesca Anna Katharina Emmerick (1774-1824) e il poeta romantico Clemens Brentano (1778-1842). La Emmerick, figlia di poveri contadini, aveva fin da bambina visioni dettagliatissime della vita di Gesù, della Madonna e dei santi e negli ultimi sei anni della sua vita, quando – malatissima – era costretta permanentemente a letto, le raccontò a Brentano, che le trascrisse fedelmente e dopo la morte di lei le strutturò programmando vari volumi.
Uno dei maggiori classici della spiritualità mistica di tutti i tempi, in grado di aiutare il lettore a sentire più vicini i personaggi evangelici colti nella loro umanità e quotidianità oltre che nella loro divinità.
Anna Katharina Emmerick nacque nel 1774 a Flamske (o Flamschen), presso Münster, in Germania, e fin da giovane manifestò una particolare devozione alla passione del Signore. Entrata nel 1802 fra le agostiniane di Agnetenberg, subì non pochi contrasti a motivo degli speciali doni soprannaturali di cui era favorita. Quando, nel 1811, le leggi napoleoniche soppressero il convento, venne accolta in una casa privata a Dülmen. Nel 1812 ricevette le stimmate ai piedi e alle mani. Costretta sempre a letto dalle malattie e da una debolezza continua, conobbe nel 1818 Clemens Brentano, che prese a registrare le visioni-contemplazioni della passione del Signore, di cui la Emmerick, in mezzo a gravi sofferenze, fu a lungo favorita. Morì il 9 febbraio 1824.
Paola Giovetti, curatrice del volume, è residente a Modena ed è laureata in lettere presso l’Università di Bologna; da molti anni si dedica alla ricerca nel campo della psicologia e dei fenomeni mistici. Scrive su giornali e riviste. Ha pubblicato presso le Edizioni San Paolo i seguenti libri: Teresa Neumann; Santa Rita da Cascia; Madri e mistiche: Anna Maria Taigi ed Elisabetta Canori Mora; Santa Clelia Barbieri; Le apparizioni della Vergine Maria; I fenomeni del paranormale; La monaca e il poeta: Anna Katharina Emmerick e Clemens Brentano.
Una stupefacente rielaborazione in veste poetica del salmo 51 (Miserere), che ne mette in luce alcuni nuclei emozionali riconoscibili e condivisibili da un giovane lettore. Il notissimo Miserere viene interpretato dall’autrice come la pressante richiesta di riconferma di affetto da parte di chi, dopo aver sbagliato, ha riconosciuto la sua colpa.
Testi di Giusi Quarenghi
Illustrazioni di Michele Ferri
Rielaborazione in veste poetica dei salmi 30 e 130 (de Prufundis). L’autrice conserva il tono di accorata richiesta di ascolto, ma colloca il salmo nell’intimità di un dialogo tra madre e figlio. In particolare si percepisce quella ripetitività un po’ lagnosa con la quale i figli, da quando cominciano a parlare, si rivolgono alle madri per chiedere loro una presenza partecipe e la conferma di un affetto che non vogliono dare per scontato, e di cui chiedono continue prove tangibili, soprattutto quando sono in difficoltà o si sentono in colpa …
Testi di Giusi Quarenghi
Illustrazioni di Michele Ferri
Le meditazioni sul Vangelo contenute in queste pagine non sono state scritte per erudizione, ma sono nate nel vivo della comunicazione sacerdotale, nelle prediche al popolo, nelle meditazioni quotidiane e negli esercizi spirituali di uno dei grandi testimoni della fede del nostro tempo.
L’ esegesi vitale del Vangelo fatta da un Santo, aiuta il lettore anche a cogliere quell’impulso spirituale del “cuore senza confini perché dilatato dalla carità di Cristo” di san Luigi Orione.
“C’è in queste pagine una grande ricchezza di contenuti e ancor più di passione per Dio e per il bene” (dalla Presentazione del Card. Angelo Sodano).
Luigi Orione nacque a Pontecurone (Alessandria) il 23 giugno 1872. Infiammato precocemente da aneliti di santità e di carità, dopo una breve esperienza con Don Bosco, ancora chierico, nel 1892 fondò il primo oratorio e nel 1893 il primo collegio a Tortona. Ordinato sacerdote il 13 aprile 1895, confidando nella Divina Provvidenza, spese tutta la sua vita nelle opere di carità per la gioventù da educare, per i poveri da servire, per le anime da salvare, con l’unico fine di «unire al Papa e alla Chiesa per instaurare omnia in Christo». Fondò i Figli della Divina Provvidenza, le Piccole Suore Missionarie della Carità, coinvolse i laici nello spirito e nel progetto della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Nei tempi moderni seppe fondere mirabilmente contemplazione e azione al fuoco di una pietà consumata nell’olocausto a Dio, alla Chiesa e alle anime. Morì a Sanremo (Imperia) nel 1940.

