
Quattro ragazzi si confrontano con la vita in tempo di guerra: coprifuoco, bombardamenti, spie, in una Milano devastata che aspetta con il fiato sospeso il giorno della libertà.
Al ritorno da scuola, Larkin trova una cesta davanti alla porta di casa. Dentro c’è una bimba e un biglietto: Questa è Sophie. Ha quasi un anno ed è molto buona... Un giorno tornerò a prenderla. Le voglio tanto bene. Ma non è facile amare qualcuno sapendo che forse, un giorno, ci verrà portato via.
La sarta Margherita è la più brava di tutte. Se vuoi un cappotto, un tutù o un costume da Carnevale, lei ti prende le misure, taglia la stoffa e cuce proprio quello che vuoi. Ma la cosa più bella di Margherita è che con un solo pezzo di stoffa riesce ad accontentare la sua bambina che vuole una mantella, suo figlio che vuole i pantaloni, e anche suo marito che ha bisogno di una sciarpa…
Mentre Bruno lo zozzo sta giocando con il suo amico invisibile, il maialino Giovanni, cade e si fa male a un braccio. La mamma e il papà lo portano in ospedale. E mentre Bruno va in sala operatoria, Giovanni viene assistito dai medici pagliacci che preparano una festa piena di bambini e giochi in onore di Bruno.
Da anni gli abitanti di Piazza Paletta numero 1 cercano di trasferirsi altrove, ma l’arrivo di un cane riuscirà a fargli cambiare idea…
Jonas ha trent’anni, la pelle scura, e ogni volta che gli chiedono da dove proviene risponde che è americano, suscitando perplessità, soprattutto nei suoi studenti, i bambini di una scuola per bianchi in cui insegna part-time.
Ma Jonas non accetta compromessi, lui è nato nell’Illinois e poi si è trasferito a New York, non ha mai neppure messo piede nella terra dei suoi genitori, l’Etiopia. Suo padre, Yosef, era arrivato negli anni Settanta, dopo un estenuante viaggio in nave, nascosto in una cassa per animali. Mariam, sua madre, lo aveva raggiunto tre anni dopo, rendendosi subito conto che l’uomo con cui doveva convivere non era che la flebile ombra di quello che era stato suo marito. Mariam aveva provato ad amarlo e a conoscerlo da capo, ma lui ormai era un estraneo. Un uomo che spesso parlava da solo, che prima di rientrare in casa stava seduto in macchina per qualche minuto, quasi temesse di attraversare quella soglia. Un uomo che non riusciva più a condividere il letto con lei, che di nascosto dormiva sul divano, emettendo gemiti e lamenti continui. Un uomo che aveva visto troppo e che non aveva la forza di ricominciare a essere felice.
Attraverso la storia dei suoi genitori e del loro lungo viaggio verso la salvezza, attraverso il dolore e lo sconforto, ma anche la speranza in un futuro migliore, Jonas riuscirà ad appropriarsi del suo presente, del fragile rapporto con la moglie, ad accettarsi e ad amare le proprie origini, in un paese che non sembra ancora pronto per ascoltare la sua voce.
Dall’inaspettata amicizia di due ragazzine tra loro molto diverse prende il via una storia appassionante, lunga quasi un secolo, custodita nei cassetti di una misteriosa scrivania…
Quella di Federico Fattinger è una storia. Si carica di un valore più alto quando si fa testimonianza. Il giovane cantautore, emerso da un talent show televisivo, si è fatto portatore di un messaggio di speranza. La madre, scomparsa per un grave male. La necessità di ricordarla, di elaborare il lutto, senza dimenticare. I ricordi, il passato, il presente, il futuro tutto inanellato nel filo della musica, la vera passione di Federico. Ed è proprio la musica il contravveleno per l’oblio della memoria.
Una testimonianza in prima persona che scandisce il racconto in tre ampie parti: un prima, un durante, un oggi. L’elemento cardine è il lutto che hanno vissuto Federico e il padre. Diventato adulto prima del tempo, ciò che resta saldo nella vita di Federico è la musica, che gli offre la possibilità di esprimere il dolore che ha dentro, liberando le emozioni che desidera condividere con altri. Finché questi altri diventano – oggi – il pubblico che lo acclama a Italia’s Got Talent, i 20.000 sostenitori di Facebook, i fan che attendono le sue nuove canzoni. Un presente che si colora del sogno di milioni di adolescenti – la musica, il successo – e che riveste di una nuova armonia la famiglia, gli affetti, l’amore, la vita con le sue mille domande, con le sue mille sfumature.
Marcia o muori. Il sangue non conta. Sacra è la missione, devi eseguirla a ogni costo, anche della vita. Non abbandonare mai i tuoi morti, i tuoi feriti, le tue armi.
La Legione Straniera rivive attraverso l’avvincente testimonianza dei suoi volontari. Uomini allo sbando, poveracci in fuga dalla miseria, nobili decaduti, ricercati di ogni nazionalità e provenienza sociale, si ritrovano sotto un’unica bandiera che diventa nuova patria, famiglia, ragione di vita: Legio Patria Nostra.
Le loro voci parlano di violenza, di punizioni durissime, addestramento disumano, umiliazioni, ma anche di atti di estremo coraggio, lealtà, eroismo. Sono voci di legionari di ieri e di oggi, e possiedono un tale impatto emotivo che spesso si ha l’impressione, nei racconti degli scontri più cruenti, di sentire il crepitare delle armi da fuoco, il rumore delle fanfare, le grida di chi cade.
Coronata da un’aura epica, la Legione si fa mito, e la sua storia grande romanzo di avventura.
La paura è un respiro trattenuto, le parole diventano un sussurro e cedono al silenzio. Quando riceve la telefonata, la voce femminile che lo strappa al sonno è spaventata e gli dà appuntamento per il giorno successivo, in un’aula di tribunale. Un incontro che non avverrà, perché in quell’aula, davanti ai suoi occhi, un uomo uccide la ragazza e si toglie la vita. Da lei, fa in tempo a udire solo poche sillabe. Solara.
Basta quel nome. Un nome che lo riporta al pomeriggio in cui sua moglie muore in un incidente stradale, lasciandolo solo a crescere Giulia. E ancora più indietro, all’estate in cui una bomba fa esplodere in una strada di Palermo la vita di un magistrato. Solo un episodio di una lunga stagione di stragi che, ancora una volta, getta l’Italia nel terrore. La verità di quei giorni è sepolta sotto un cumulo di macerie che in troppi hanno interesse a non rimuovere.
Forse, l’uomo avrebbe dovuto lasciar perdere, il giorno in cui ha sentito quel nome. Fingere di non sapere che l’inchiesta su cui si erano inutilmente accaniti suo padre e sua moglie, entrambi giornalisti, aveva lasciato nervi scoperti.
Perché in un Paese che si regge sui silenzi e le menzogne, la verità può diventare inafferrabile.