
Alessandro Orsini ha conquistato il centro del dibattito per le sue tesi dirompenti sulla guerra in Ucraina. Mai, nella storia dell'Italia repubblicana, un intellettuale era stato sottoposto a un attacco politico e mediatico così duro e prolungato. Questo volume risponde alle domande più importanti del momento. La prima parte ricostruisce le tappe cruciali dello scontro tra Nato e Russia dal 1999 a oggi. La seconda mette a nudo l'arretratezza culturale dell'Italia in materia di sicurezza internazionale e spiega la strategia americana del dissanguamento della Russia, introducendo il pensiero strategico di Mearsheimer. La terza rivela il progetto politico-culturale di Orsini e il modo in cui lo persegue attraverso i media per contribuire alla lotta contro la colonizzazione del mondo della vita da parte del sistema. La quarta analizza le strategie con cui i media dominanti distorcono l'informazione in favore delle politiche di guerra del blocco occidentale. Il libro si chiude con la spiegazione del metodo della sociologia comprendente di Max Weber e con la relazione di Orsini sull'Ucraina in Senato del 4 Dicembre 2018.
É evidente che in Italia sia mancata una Norimberga. Il nostro Paese, infatti, non ha mai fatto i conti col fascismo e con la sua memoria storica. Proprio per questo già Beppe Fenoglio temeva che certi squadristi si sarebbero prima o poi riciclati, e dunque reinseriti, nelle istituzioni. E così è stato. "Sfascistoni" è al tempo stesso un catalogo e un manuale. Catalogo di soggetti politicamente e moralmente irricevibili, che proliferano nella destra italiana oggi baciata dai consensi. E manuale di resistenza, perché a questa politica degenere occorre resistere. In questo libro, scritto con arguzia e tagliente ironia, Andrea Scanzi mette in fila una lunga serie di fascisti dichiarati e mascherati, macchiette e pesci piccoli, camerati e criminali. Qualcuno vi farà persino sorridere, molti altri vi faranno rabbia e basta.
La qualità di una democrazia dipende anche dall'esistenza di un'opposizione. Al momento, in Italia, un'opposizione degna di questo nome non esiste. Draghi e il suo governo dei "migliori" hanno messo tutti d'accordo: i gruppi di potere, i principali partiti politici, il sistema mediatico occupato a dipingere un ritratto agiografico del nuovo presidente del consiglio. Tutti allineati e conformati. Questo libro va in senso inverso. Un elenco di verità storiche, verità processuali e scelte politiche mostra quanto sia pericoloso l'assembramento al governo di determinati politici e partiti. Pericoloso per la democrazia, pericoloso per l'etica politica, pericolosissimo per la classe media. "Contro!" è un libro di opposizione, uno strumento per coltivare la memoria, per fornire elementi alla pubblica opinione e per contrastare la santificazione del governo di tutti.
Lorenzo ha quindici anni, frequenta la seconda liceo a Milano e ha un rapporto complicato con il padre. Quando la professoressa Ghidini propone alla classe un progetto sulla figura di Paolo Borsellino, lui scopre inaspettatamente, in un magistrato ucciso quasi trent'anni prima, il padre che avrebbe desiderato. Il percorso porta Lorenzo e i compagni - Luca, Giulia, Filippo e tutti gli altri - fino a Palermo, nei luoghi simbolo della lotta alla mafia, avvicinando i ragazzi a concetti complessi tradotti in un linguaggio adatto a loro, come il metodo di lavoro del pool, la stagione delle stragi, la sparizione dell'agenda rossa o il ruolo dei pentiti e dei collaboratori di giustizia. I ragazzi sono ospiti nella Casa di Paolo, realizzata nella vecchia farmacia della famiglia Borsellino, che offre una possibilità di futuro ai bambini della Kalsa, il quartiere dove il magistrato è cresciuto; qui Lorenzo conosce Tano, che ha la sua età ma viene da una realtà difficile e lo obbliga a guardare le cose da una prospettiva inedita e a fare i conti con i suoi problemi. Per farlo, Lorenzo chiede a Paolo di dargli coraggio: non quello degli eroi ma quello degli uomini che sanno accendere una luce nel buio. Prefazione Salvatore Borsellino. Età di lettura: da 13 anni.
Quella del 20 aprile 2018 è una sentenza storica, un fondamentale passo in avanti nel processo di Norimberga allo Stato italiano. Che riscrive il finale della Prima Repubblica e l'inizio della Seconda. Leggendo questo libro, vedrete sfilare sotto i vostri occhi fotogramma dopo fotogramma l'intero film dell'orrore di quella stagione e quelle verità indicibili, che tutti nei palazzi del potere conoscevano da anni ma nessuno osava ammettere. Perché ricordare come andarono le cose un quarto di secolo fa è fondamentale per orientarsi nelle vicende politiche più attuali, che vedono l'Italia - oggi come allora - in bilico fra speranze di cambiamento e minacce di restaurazione.
Non era mai successo che le più famose webstar si confidassero svelando il segreto del loro successo. Già perché se Fiorello ha 1,2 milioni di follower su Twitter e iPantellas hanno 3 milioni di iscritti al loro canale di YouTube, secondo voi il futuro di chi è? Se Gordon, trentenne con una parrucca bionda in testa, ha oltre un milione di donne che lo seguono come un profeta su Facebook e se Elisa Maino, una quindicenne, è famosa in tutto il mondo per i suoi video su Musically, non sta cambiando davvero qualcosa? «Rivoluzione Youtuber» è un libro che da voce a questa nuova generazione, che racconta il business della YoutubEconomy sul quale manager e produttori dell'entertainment si stanno buttando a capofitto. Gli youtuber infatti sono le rockstar del terzo millennio, con milioni di seguaci dei loro video. Numeri da far impallidire le prime serate di Rai 1 e Canale 5.
Attraverso documenti e racconti, Davide Vecchi mette in fila tutti i retroscena del petalo più prezioso del "Giglio magico". Dai segreti custoditi nella fondazione Open allo scandalo della banca Etruria che ha investito il padre, Pier Luigi Boschi, vice presidente dell'istituto fino al momento del crack. E proprio i provvedimenti del governo sulla vicenda delle popolari e quella difesa: "Non mi sono mai occupata della banca", hanno rischiato di rottamare il volto gentile della rottamazione renziana. Ma nonostante i colpi Maria Elena è rimasta in sella. Prefazione di Marco Travaglio. Postfazione di Giorgio Meletti.
Entrambi desiderosi di successo, caricaturali. Entrambi circondati da una "classe dirigente" senza arte né parte. Entrambi compiaciuti e conclamati. Entrambi populisti come nessuno, anche se poi i "populisti" son sempre gli altri. Entrambi megalomani, con la fregola delle opere megagalattiche. Entrambi allergici alle correnti interne. Al dissenso. Alla Rai libera. Entrambi circondati da una corte di fedelissimi con cui spartirsi il potere. Il cerchio magico. Il giglio magico. Entrambi garantisti, ma solo quando conviene. Entrambi complottisti, ma solo se il complotto l'hanno ordito loro. Renzi e Berlusconi si somigliano così tanto da diventare una cosa sola: Renzusconi. Con il suo consueto stile ironico e tagliente, Andrea Scanzi firma un esilarante - e inquietante - ritratto di Matteo Renzi: un politico sopravvalutato e vendicativo. Simile, anzitutto nei difetti, a chi per vent'anni ha inguaiato questo Paese. E di cui il segretario PD, con il beneplacito di molti "intellettuali", intende portare a termine il lavoro. Magari con un nuovo inciucio, stavolta definitivo, tra allievo e maestro.
Un testamento spirituale che spazia dal Vangelo alle politiche sociali, alla giustizia uguale per tutti, in cui il Don confida anche le sue ultime impressioni riguardo il nuovo pontefice: «Papa Bergoglio ha riempito il vuoto lasciato da Giovanni XXIII, la Chiesa ora non è più sede vacante». Proprio per questo l'ambizione del libro è che Francesco, come è successo con don Lorenzo Milani e don Primo Mazzolari, possa presto riconoscere pubblicamente l'impegno di Andrea Gallo per gli ultimi. Quel riconoscimento che la gerarchia ecclesiastica non ha mai voluto rendergli nonostante abbia trascorso la vita mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù, partendo dalla virtù che dovrebbe essere alla base di un uomo di chiesa: la povertà. In questo documento, che raccoglie le ultime parole del prete di strada che ci ha lasciati nel maggio 2013, don Gallo affronta, tra le altre cose, anche il tema della morte, che «non va intesa come la fine dell'uomo, ma come l'uomo che diventa invisibile e con occhi pieni di gioia guarda i nostri pieni di lacrime».