
Si tratta di una breve antologia di brani scelti dai "Pensieri" e da altri scritti di Blaise Pascal che, nella sua struttura interna, traccia un sentiero di vita da tutti percorribile e che si dispiega in 6 tappe: I. Miseria e grandezza dell'uomo; II. Oltre la ragione; III. E allora, dove andare?; IV. In cammino verso Dio; V. Cristo, Dio degli uomini; VI. La vita di fede. Il testo intende prendere il lettore per mano per accompagnarlo, illuminarlo e condurlo a una nuova consapevolezza dell'esistenza attraverso l'uso della ragione. Una ragione che, già da sola, può comprendere la finitudine dell'uomo e nello stesso momento può aprirsi alla luce della Rivelazione cristiana per accogliere la venuta del Dio degli uomini in Gesù Cristo. "Noi conosciamo Dio solo attraverso Gesù Cristo. Senza questo mediatore è impossibile ogni comunicazione con Dio", ecco l'affermazione che fa del quinto capitolo del libro un vero e proprio atto del Pascal credente.
Brevi pensieri, riflessioni sul tema delle vacanze, per rendere piacevole e arricchente questo periodo di ricarica fisica e spirituale. I testi sono scelti da autori famosi internazionali, qualcuno dalla Sacra Scrittura e dal Magistero.
Il testo propone 24 capitoli i cui argomenti sono: l'oggi, la paura, sbagliarsi, rinunciare, l'egoismo, il lavoro, lo scoraggiamento, i bambini, comunicare, essere utili agli altri, la morte, il malumore, mentire, il rancore, il perdono, la famiglia, la via giusta, la pace interiore, il sorriso, l'ottimismo, il dovere, la fede, i sacerdoti, l'amore. Ogni capitolo ha una struttura fissa. Per ciascun argomento gli autori propongono: una breve presentazione del tema; un piccolo brano di Madre Teresa tratto dai libri pubblicati su di lei; un episodio della sua vita sempre tratto dai libri pubblicati su di lei; un breve brano sullo stesso tema tratto da altri autori famosi (Papa Roncalli, Jean Vanier, Padre Pio?); una preghiera di Madre Teresa; un consiglio di Madre Teresa sintetizzato in una frase; domande di verifica per la vita personale; un breve brano di papa Francesco. "Con i suoi preziosi suggerimenti, la narrazione di episodi della sua esistenza, la forza delle sue preghiere, Madre Teresa suscita ancora oggi entusiasmo a chi cerca di conoscerla, così come in vita infondeva energia ai suoi collaboratori. Il ricorso a testi di altri autori per l'approfondimento di ogni tematica e il riferimento al magistero di papa Francesco dicono la piena sintonia del pensiero di Madre Teresa con la tradizione permanente della Chiesa".
Di ritorno dal suo primo viaggio in Russia, Rilke vive un'importante fase di slancio creativo da cui nascono le "Storie del buon Dio" (Geschichten vom lieben Gott) scritte nel giro di pochissimo tempo, nelle notti tra il 10 e il 21 novembre 1899, come riferisce lo stesso Rilke. Influenzate dalle esperienze del viaggio russo le "Storie del buon Dio" narrano dell'infinito amore di Dio che per le proprie creature si strappa dal braccio la mano destra e la manda a incarnarsi sulla terra prendendo le stesse sembianze dell'uomo. La sua mano percorre la via dolorosa della Croce e della salita al Calvario, per poi fare ritorno presso Dio. Ma forse, come afferma il narratore a conclusione del racconto, la sua missione tra gli uomini non è ancora finita. Si tratta certamente di una prosa narrativa-fiabesca incentrata su Dio ma in una cornice di vita reale. È la prima ed unica volta che Rilke utilizza la fiaba come forma espressiva. Il libro consta di 13 storie dove i piani di lettura si intrecciano e si dispiegano nelle narrazioni: dalla critica sociale al senso della vita, dall'amore di Dio per l'uomo alla relazione con gli altri. Più in profondità assistiamo a sottili disquisizioni teologiche, certamente non prive di umorismo.
Si tratta del diario di 7 giorni nel monastero benedettino all'isola di San Giulio, guidato da Madre Anna Maria Cànopi. Un diario tenuto nascosto nel cuore dell'autore, prima che l'amico giornalista Valerio - che lo aveva accompagnato - lo scoprisse nel suo computer, e decidesse di sottoporlo alla Madre. Nel diario, con le riflessioni personali dell'autore si incrociano le presenze di altri ospiti del monastero come anche i ricordi di nonna Angelina con il suo Rosario, della zia Caterina dall'Argentina, dell'amico Mino Reitano? E sparsi alla fine di ogni giornata, alcuni messaggi e-mail con la corrispettiva risposta, datati anno 2015 (il diario è del 2013!), ossia due anni dopo la sosta al monastero, tra Valerio e Madre Cànopi, sui passaggi significativi delle riflessioni del ritiro: la rinascita nello Spirito, la speranza, il perdono, il dolore innocente? Conclude (si fa per dire!) una corposa Postfazione (ben 40.000 caratteri), scritta proprio da Valerio che ripercorre la storia del diario e la propria, con riflessioni sulla fede e con numerosi interventi di Madre Cànopi, a cui egli continua a porre i propri interrogativi.
Il tema portante del testo è la misericordia che lungi però dal diventare "tema fuori moda" dopo una determinata data - il Giubileo -, viene qui affrontato da più prospettive e riproposto ai lettori come nucleo portante di un vero, e da più parti auspicato, radicale rinnovamento della Chiesa. Il cuore, o meglio le viscere del Dio Padre-Madre, e le sue logiche nel rivelarsi e salvare vengono esplorate dai vari autori nel loro fondamento biblico, nelle conseguenti istanze pastorali e nella comprensione stessa di Dio e della Chiesa. La misericordia, indagata attraverso da sette diversi autori, nella duplice via razionale ed esistenziale, a partire dal rigore della ricerca teologica e biblica e dalla fede concretamente e storicamente vissuta, è riofferta al lettore come "categoria generatrice"; come condizione che rende possibile la condivisione della fede, l'evangelizzazione e la catechesi; come criterio interpretativo per un nuovo stile pastorale ecclesiale. Lo scopo del testo è arduo, ma chiaro: aiutare pastori e laici ad andare oltre il Giubileo innescando concretamente quello stile di misericordia su cui papa Francesco, nell'anno giubilare ci ha costretti a sostare.
Progetto dedicato ai bambini della scuola dell’infanzia e primi due anni della primaria, con sei canzoni e una drammatizzazione sul tema della salvaguardia dell’ambiente attraverso piccoli gesti quotidiani: dal non sporcare, a risparmiare energia, alla raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti. Un approccio a misura di bambino per una problematica di fondamentale importanza; un supporto giocoso e coinvolgente alla consueta attività didattica ed educativa della scuola.
Il testo si compone di dodici parabole raccontate in rima: il padre misericordioso, la pecorella smarrita, la vedova insistente, i talenti, la zizzania, la moneta perduta, il servo spietato, i lavoratori a giornata, il povero e il ricco, le dieci ragazze, il grande banchetto, il buon samaritano. Benché trascritte in assoluta aderenza al Vangelo, le parabole in rima assumono per il bambino il fascino della favola e della filastrocca, grazie alla musicalità del linguaggio poetico, che le rende immediatamente comprensibili e facilmente memorizzabili. L’insegnamento contenuto in ciascuna di esse è espresso in forma volutamente sintetica nell’ultima strofa. La prefazione, pure in rima, introduce le parabole: ha lo scopo di catturare l’attenzione del lettore e di suscitarne l’interesse e la curiosità spiegando il motivo per cui Gesù le utilizzava per rivolgersi al popolo. La piccola raccolta di parabole si presta a essere utilizzata in diversi modi: dai genitori che attraverso la bella pratica della lettura ad alta voce vogliono introdurre i figli a una prima conoscenza della parola di Gesù; dai catechisti o dagli insegnanti di religione che, dopo la lettura delle parabole, potranno approfondire con
i bambini il commento finale, breve proprio per lasciare spazio al loro intervento didattico.
L’AUTRICE
Franca Monticello vive a Montecchio Precalcino (VI). È stata insegnante ed è molto legata al mondo dell’infanzia cui è rivolto gran parte di ciò che scrive. Ha al suo attivo le seguenti pubblicazioni: Poppy si racconta; La magia della musica; Dentro un bosco fitto e cupo (EdiGiò); Una gallina in città (Kimerik); La strana malattia di Emmalia; Petrus, la pietra; Le ciliegie di Babbo Natale; Le avventure di Oreste, gatto peste (Il Ciliegio).
All’inizio del Novecento, 700mila greci vivevano sulle sponde del Mar Nero. Di fede cristiano–ortodossa, nei secoli avevano salvaguardato la loro identità etnica, culturale e religiosa, pur facendo parte dell’Impero ottomano. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, il genocidio degli armeni (1915) è seguito dalla persecuzione dei greci e degli assiri. La politica attuata tra il 1916 e il 1923 nei confronti dei greci del Ponto porta a massacri, deportazioni, marce forzate in pieno inverno, arruolamento degli uomini in battaglioni di lavoro. Dei 700mila abitanti, 353mila sono uccisi e dispersi. I sopravvissuti fuggono in Grecia.
Questa è la storia vera di una di loro: Eratò Espielidis (1897–1989), nata sulle sponde del Mar Nero a Kotyora, l’odierna Ordu, e della sua famiglia. Dall’infanzia felice nella sua casa sul mare all’angoscia di giovane sposa cui è portato via il marito e di madre che lotta per la sopravvivenza del suo bambino di due anni, la vicenda di Eratò – nonna dell’Autrice – è emblematica della tragedia vissuta da molte famiglie greche del Ponto: persero casa, terre, lavoro e nel 1923 raggiunsero la Grecia come profughi. Ma, prima di partire, vissero nel terrore per le persecuzioni turche.
Questo libro rievoca la loro vita inizialmente pacifica con i vicini musulmani, quindi il deteriorarsi delle relazioni e il successivo dramma.
L’AUTRICE
Maria Tatsos, di origine greca, è giornalista professionista. Laureata in scienze politiche e diplomata in lingua e cultura giapponese presso l’Isiao di Milano, attualmente lavora come freelance per diversi periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia–Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche.
Il testo è un libro–gioco per riscoprire in modo dinamico e, in prima persona, la vita e la passione dell’apostolo Paolo di Tarso.
Il lettore è invitato a vestire i panni del giovane Luca, protagonista insieme a Paolo di viaggi e avventure, e a scegliere con lui come costruire, tappa dopo tappa, tutto l’avventuroso cammino che lo porterà a Roma.
Una particolarità del testo infatti è la modalità di lettura. Non è lineare e progressiva, come un normale testo di narrativa, ma per lo più interattiva. Il lettore è chiamato, di volta in volta, a operare delle scelte, muovendosi all’interno del libro attraverso il rimando a dei numeri. Le sue scelte, e le relative conseguenze, faranno procedere nel viaggio o lo bloccheranno.
L'AUTRICE
Laureen Bouyssou, francesce, è autrice freelance di testi per un giovane pubblico di lettori. Dai più piccoli (bambini di due anni) fino agli adolescenti. Costruisce romanzi, libri– gioco, progetti editoriali per veicolare valori cristiani.