
Sezione monografica: Aggirare la censura. Circolazione del libro e sfera pubblica in età moderna.- Marina Caffiero, Introduzione; - Vittorio Frajese, La dissimulazione di scrittura. Metodi di aggiramento della censura in materia religiosa nell'Italia moderna; - Jean-Pierre Cavaillé, Rendre La Sagesse acceptable. A propos des vicissitudes de la réédition du livre de Pierre Charron; - Edward Goldberg, Jews and Prohibited Books in Medici Florence. The Case of Benedetto Blanis Hebreo; - Marco Cavarzere, Commercio librario e lettori nel Seicento italiano. I cataloghi di vendita; - Federico Barbierato, Attraverso la censura. La circolazione clandestina dei testi proibiti nella Repubblica di Venezia fra oralità e scrittura (secoli XVII-XVIII).
Contributi: G. Casadio - C. Prandi, Antropologia e religione in Italia. La religione nella cultura; A. Ciattini, Sincretismo e sincretizzazione. Due esempi cubani; A. Lupo, L'indianizzazione del Vangelo. I protagonisti della trasformazione postconciliare del cattolicesimo indigeno messicano; M. Pavanello, Antenati, spiriti e streghe. La teoria del bene e del male degli Nzema del Ghana; P. Scarduelli, Una celebrazione della regalità divina. La festa dell'Indra Jatra a Kathmandu (Nepal); L. Piasere, La ricerca del divino fra i roma; I. E. Buttitta, Antropologie del fuoco. Dalle teorie armchair alle verifiche sul campo; E. Comba, Un tamburo nelle tenebre. Sciamanismo siberiano e nord-americano; G. M. G. Scoditti, Religioni dell'Oceania tradizionale; D. Scafoglio, Tra riforma e utopia. Il progetto religioso del prete antropologo Vincenzo Padula. - Tracce bibliche nella letteratura europea, a cura di Marialuigia Sipione. M. Sipione, Introduzione; G. P. Marchi, Nuovi studi su Bibbia e letteratura italiana; L. Cardellino, Il Vangelo di Giovanni nella Commedia di Dante; Ch. Zampieri, Il Canto XXXIII dell'Inferno. L'eucaristia disumana; M. De Villa, "Benedizioni dal cielo e benedizioni dall'abisso". Giuseppe e le sue fonti; C. Rofena, "Noli respicere". Trasposizioni e variazioni sul divieto di Lot.
COMMENTO: Le venti poesie più importanti di Turoldo commentate da grandi personalità che l'hanno conosciuto e amato, musicate dal maestro Domenico Clapasson, a lungo collaboratore musicale di Turoldo, e con la voce recitante dell'attore Luciano Bertoli, già conosciuto per le sue esperienze turoldiane.
TESTI Maria Cristina Bartolomei, Enzo Bianchi, Giovanni Bianchi, Nicolino Borgo, Sebastiano Borriero, Giacomo Canobbio, Loris Capovilla, Gabriella Caramore, Luigi Ciotti, Maurizio Cucchi, Espedito d’Agostini, Paolo De Benedetti, Bruno Forte, Pietro Gibellini, Franca Grisoni, Raniero La Valle, Silvano Maggiani, Arnoldo Mosca Mondadori, Moni Ovadia, Gianfranco Ravasi, Ermes Ronchi, Angel Ruiz Garnica, Renzo Salvi, Pierangelo Sequeri, Dionigi Tettamanzi.
MUSICHE Domenico Clapasson, eseguite da Ensemble Soledad Sonora
ATTORE Luciano Bertoli
DESCRIZIONE: Accostarsi alla filosofia dell’interculturalità significa sostare sui suoi termini andando oltre il senso comune. Filosofia: crediamo sia patrimonio indiscusso della Grecia antica e “amore per la sapienza”; ma si può ritenere questa definizione una prerogativa assoluta della filosofia della physis e dell’essere, da contrapporsi al pensiero cinese di dao e qi, o hindu di Atman-Brahman? Ci soccorre il concetto di intercultura, assunto qui nell’accezione più forte: la possibilità e la necessità del confronto, non solo di una contaminazione, fra le diverse culture. Il passo in più è porsi in prospettiva filosofica: ciò si traduce nel problematizzare i propri sistemi di riferimento, nel mettersi in discussione prendendo sul serio le domande altre: è l’indicazione di un cammino da compiere, che ha nell’altro l’attore principale. Il volume si scandisce in vie di accesso tematiche e coppie concettuali che invitano alla riflessione dialogica: rovesciare lo sguardo per cogliere le differenze, e la loro origine – l’essere uomini quale condizione che rende possibile pensare e sciogliere gli attriti.
COMMENTO: L'interculturalità è la sfida del presente. L'autore ne traccia i lineamenti confrontando i concetti chiave su cui si dividono la cultura occidentale e orientale, per stabilire invece la base di un dialogo: identità/differenze, proprio/estraneo, sapienza/saggezza...
MARCELLO GHILARDI svolge attività di ricerca presso l’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’esperienza estetica contemporanea (Padova 2006); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano-Udine 2009); Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto (Milano-Udine 2012); Il visibile differente. Sguardo e relazione in Derrida (Milano-Udine 2012).
DESCRIZIONE: Accostarsi alla filosofia dell’interculturalità significa sostare sui suoi termini andando oltre il senso comune. Filosofia: crediamo sia patrimonio indiscusso della Grecia antica e “amore per la sapienza”; ma si può ritenere questa definizione una prerogativa assoluta della filosofia della physis e dell’essere, da contrapporsi al pensiero cinese di dao e qi, o hindu di Atman-Brahman? Ci soccorre il concetto di intercultura, assunto qui nell’accezione più forte: la possibilità e la necessità del confronto, non solo di una contaminazione, fra le diverse culture. Il passo in più è porsi in prospettiva filosofica: ciò si traduce nel problematizzare i propri sistemi di riferimento, nel mettersi in discussione prendendo sul serio le domande altre: è l’indicazione di un cammino da compiere, che ha nell’altro l’attore principale. Il volume si scandisce in vie di accesso tematiche e coppie concettuali che invitano alla riflessione dialogica: rovesciare lo sguardo per cogliere le differenze, e la loro origine – l’essere uomini quale condizione che rende possibile pensare e sciogliere gli attriti.
COMMENTO: L'interculturalità è la sfida del presente. L'autore ne traccia i lineamenti confrontando i concetti chiave su cui si dividono la cultura occidentale e orientale, per stabilire invece la base di un dialogo: identità/differenze, proprio/estraneo, sapienza/saggezza...
MARCELLO GHILARDI svolge attività di ricerca presso l’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’esperienza estetica contemporanea (Padova 2006); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano-Udine 2009); Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto (Milano-Udine 2012); Il visibile differente. Sguardo e relazione in Derrida (Milano-Udine 2012).
Affrontare il Vaticano II e la sua ricezione in ambito milanese, con riferimenti che si allargano al Nord Italia, è coerente alla stessa visione di Chiesa maturata al Concilio. Dopo la fitta letteratura postconciliare, partita dalla ricostruzione del contesto generale in cui ha potuto nascere e svilupparsi l'assise ecumenica, sono seguiti gli studi sui diari e sulle corrispondenze dei vari partecipanti: vescovi, periti, uditori. Ora si apre una nuova stagione di ricerca e approfondimento che contestualizza l'evento nella vita e nella specificità delle diverse Chiese locali, in cui hanno potuto orientarsi le figure operanti al Concilio e successivamente esercitarsi gli influssi sulla vita di preghiera, sull'azione pastorale, sulle capacità di abitare il contesto sociale e culturale. Il presente volume - che pubblica i risultati della prima parte della ricerca - esplora l'azione dei diversi protagonisti chiamati ad attuare il Concilio: in primo luogo la figura del vescovo, figura messa in primo piano dal Concilio; quella dei diversi ministeri e dei religiosi, senza dimenticare il ruolo dei laici. Attraverso l'azione diversificata di queste figure si svela in modo sintetico quel volto della Chiesa popolo di Dio che costituisce la novità del magistero conciliare, e anche una delle sfide più forti nel cammino della sua ricezione. L'insieme dei testi è introdotto da S.E. Mons. Adriano Caprioli e da un saggio prospettico-metodologico di G. Routhier.
A cura di Mattia Geretto
Testo francese e spagnolo a fronte
DESCRIZIONE: Gli scritti di Eugenio d’Ors in «cinquecento parole» sono talmente “geniali” da esser divenuti la cifra della sua produzione filosofica. Un genere dove il genio si manifesta in lampi brevissimi, o parole altamente poetiche, capaci di condensare in piccoli sistemi le più controverse questioni filosofiche, e non solo: la storia del mondo (1936), la filosofia (1941), l’igiene (1941) e, sinora inedita, l’angelologia. Sinossi così ricche da poter condensare in poche pagine l’intera parabola del pensiero occidentale. Nei due testi qui per la prima volta tradotti – un compendio all’opera maggiore Introducción a la vida angélica (1939) – la sua prospettiva sugli angeli è anche uno squarcio antropologico sulla condizione umana, che individua fra la dimensione del conscio, dell’inconscio e del subconscio, una «sovracoscienza» ove interviene l’assistenza dell’angelo: un luogo sub specie aeternitatis, appunto, dove storicità e eternità si incontrano.
COMMENTO: Un piccolo gioiello pressoché sconosciuto. Da parte del filosofo spagnolo, una riflessione - sintetizzata in 500 parole - sul tema degli angeli, che si affaccia in modo talvolta celato, talvolta problematico, nel pensiero del Novecento.
EUGENIO D'ORS I ROVIRA, intellettuale di origine catalana noto in Spagna come Eugenio d’Ors (1881-1954), ha lasciato una vasta opera filosofica. Tra i lavori di carattere estetico, tradotti in italiano: Del Barocco (SE, 19992); L’arte di Goya (Bompiani, 1948); Tre ore nel Museo del Prado: itinerario estetico (Pratiche, 1991)
DESCRIZIONE: Degli angeli che cosa sappiamo? E che ne è di loro? Se nel ’900 vivono in esilio dalla loro patria, la teologia, e si rifugiano nella letteratura, nella poesia e nella filosofia sino a nutrire una miriade di credenze contemporanee e postmoderne, l’immaginario che ne abbiamo affonda nella Bibbia, ebraica e cristiana. Di libro in libro e di episodio in episodio si scoprono i molteplici sensi e le continue metamorfosi del loro significato. Se nei racconti biblici più antichi l’angelo coincide con Dio, in quelli più tardi tende a diventare realtà intermedia e autonoma fra il divino e l’umano, sino ad addomesticare il mistero stesso di Dio. Nel midrash gli angeli sono raffigurati come interlocutori di Dio, quasi che Egli potesse chiarire il suo pensiero parlando con loro.
Ecco i luoghi in cui si perlustrano le diverse presenze degli angeli in questo volume: nei tempi precedenti ed estranei alla Bibbia, nella Torà, nell’ebraismo del Secondo Tempio e nella letteratura apocrifa e qumranica, nel Nuovo Testamento, nell’Islam, in Dionigi l’Areopagita, nella qabbalà e, infine, nel postmoderno. Un quadro polimorfo come lo è l’inafferrabile traccia del rapporto tra il finito e l’infinito nella storia umana.
COMMENTO: Che sappiamo degli angeli? Forse poco; conosciamo però molto di quello che varie civiltà e culture hanno pensato di loro. Ci sono molti «altri angeli» prima della Bibbia, basti pensare a Qumran, ai riferimenti nella Qabbalà ebarica, nell'islam, nella post-modernità. Uno studio a più voci che mostra la pluralità di forme in cui si parla degli angeli nei testi sacri.
SAGGI DI: Giusi Quarenghi - Pelio Fronzaroli - Catherine Chalier - Piero Capelli - Paolo De Benedetti - Roberto Vignolo - Claudio Doglio - Ida Zilio-Grandi - Pietro Podolak - Saverio Campanini - Aldo Natale Terrin.
BIBLIA, Associazione laica di cultura biblica, da più di vent'anni si propone un compito di alta divulgazione e conoscenza biblica.
L'aggettivo "laico" che figura nella sua titolazione allude alla dimensione accogliente dell'Associazione, di cui fanno ugualmente parte cristiani di ogni confessione, ebrei e agnostici, purché interessati al dialogo, allo studio dei testi criticamente e scientificamente fondato.
Per questo da sempre articola la sua azione in seminari, convegni, viaggi di studio, che si tengono in ogni parte d'Italia e all'estero, cui sono invitati a partecipare i maggiori specialisti italiani e stranieri.
Per dare maggiore visibilità e diffusione al suo lavoro, alla ricchezza dei materiali raccolti, l'Associazione ha deciso di avviare la pubblicazione de I libri di Biblia, in cui la parola e il racconto biblico sono lievito e forma per cercare ciò che vi si cela.
DESCRIZIONE: I testi qui raccolti di Edward Shils, Tradizione (1971) e Carisma (1968), rappresentano il distillato della sua opera fondamentale Tradition (1981). In un ideale dialogo con i maggiori sociologi tedeschi (Marx, Weber), le categorie di tradizione e carisma sono qui interpretate nella loro reciproca tensione e non come cifra di opposti orientamenti, di ciò che conserva o di ciò che rinnova: la storia sociale e politica è costellata di continuità e discontinuità. Comprendere questo complesso movimento, che è anche costruzione dell’identità, significa leggere dialetticamente i due concetti: “tradizione” non si oppone di per sé al mutamento e al progresso, o alla frattura generata dall’irruzione del “carisma” – individuale e collettivo –, ma lo implica. Significa letteralmente tradere, l’atto ermeneutico con il quale una comunità umana o religiosa riflette sulle pratiche rituali o statutarie ricevute dalla tradizione e, riappropriandosi della propria storia, dà impulso al presente e al futuro. Nella convinzione, affidataci in queste pagine, che «nulla di quanto accade sfugge del tutto alla presa del passato».
COMMENTO: Un'analisi della società complessa alla luce di elementi coesivi come carisma e tradizione. Un modello di società costruito su una sociologia a carattere umanistico, etico e simbolico, andando al di là delle categorie filosofico-economiche dell'analisi puramente socio-politica.
EDWARD SHILS (1910-1995), sociologo americano, ha insegnato nelle università di Chicago, Londra e Cambridge, e nel 1983 ha ricevuto il premio Balzan per la sociologia. La Morcelliana ha già pubblicato Centro e periferia (1984).
DESCRIZIONE: L’autore di queste conversazioni non intende delineare una «teodicea», una «difesa di Dio» che lo scagioni dall’imputazione di volere la pena dell’uomo. Attraverso il filtro di una raffinata cultura letteraria, filosofica, teologica, il soggetto del libro diviene l’immediatezza, la semplicità sconcertante dell’esperienza di dolore che ora geme verso Dio, ora s’allevia nella pacata riflessione, in cui echeggiano i motivi più alti della spiritualità cristiana e religiosa in genere, ora si rifrange nello scintillio di colorite immagini dal sapore antico e rustico, ora sembra scherzare in battute di humour e di un’autoironia dolce-amara.
La figura di Francesco d’Assisi, emblematica della spoliazione, della rinuncia al potere, della riduzione al «vuoto», fa da controcanto alla sofferenza volontariamente accolta, che in modo paradossale muta queste negatività in valori; ma l’unica luce in cui tali esse appaiono è quella della Croce, del Dio che assume il dolore dell’uomo.
COMMENTO: Una delle più profonde riflessioni sul dolore - più volte ristampato - da parte del grande predicatore definito da padre Stanislaz Breton «uno dei più profondi autori cristiani del Novecento».
GIOVANNI ANTONIOLI (1917-1992) è stato parroco di Ponte di Legno e rettore di S. Maria in Esine (Brescia). Amico di Stanislas Breton, presso la Morcelliana ha pubblicato: Sentieri della legna (1984); Trattenimenti con Dio (1985); Il mio prossimo il mio paradiso (1986). Sull’autore si veda G. Colombi, Tra lo sgomento e la speranza. La meditazione sul dolore e la malattia nell’opera di Giovanni Antonioli, in «Humanitas» 3(1993).