
Del tutto inedito nell'originale tedesco, è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana il dattiloscritto redatto da Romano Guardini per il suo ultimo corso universitario su Platone e Agostino (1955/1956 e 1961/1962). Questo testo rappresenta il risultato più esteso e maturo a cui il filosofo italo-tedesco giunge su un tema che torna a più riprese durante l'intera sua riflessione: il confronto tra il platonismo, da un lato, e il nascente pensiero cristiano, dall'altro. Non interessa qui a Guardini presentare né un Platone cristiano, né un Agostino schiacciato sul platonismo, o senza alcun rapporto o in conflitto con esso. Il suo obiettivo è quello di identificare e confrontare le tensioni ricorrenti nella storia del platonismo con quelle del pensiero cristiano di Agostino, nonché la diversa immagine di esistenza che emerge dalle une rispetto alle altre. Sono questioni che si intrecciano profondamente con la stessa attività teorica di Guardini, sui temi della filosofia della religione, della teologia e della filosofia della storia. Approfondire come la tensione fra riflessione critica e visione dell'Assoluto si configuri in Platone, e come Agostino trasfiguri quella tensione a partire dal rapporto rivelativo cristiano, resta per Guardini un momento di confronto ineludibile anche per l'epoca «che giunge ed è ancora ignota» nella quale viviamo.
Il corpus di omelie di Romano Guardini costituisce una parte tutt'oggi inesplorata della sua produzione. Il volume presenta per la prima volta in italiano le prediche giovanili di Guardini: dodici omelie tenute nel 1915 ed una tredicesima datata l'anno seguente. Di particolare interesse poiché mostrano gli esordi di una feconda attività di predicazione. Il filo rosso che percorre queste omelie è il desiderio di unire la fede della Chiesa alla vita del singolo uomo: la fede illumina il quotidiano e la reale esistenza umana, non quella ideale o sognata. In tale contesto si comprendono le sue esortazioni sulla possibilità della preghiera e dell'affidamento al Signore in ogni condizione e momento. Una insistenza più che mai necessaria negli anni della Grande Guerra, che lo portano a riflettere con particolare attenzione sull'importanza della famiglia e sul ruolo fondamentale della madre.
Come si tramandarono i ricordi sulla figura di Gesù? Perché tali memorie rimasero fissate in narrazioni biografiche? Quali fasi condussero alla formazione dei quattro Vangeli e alla loro canonizzazione in Scrittura? A questi quesiti, e ad altri ancora, tenta di rispondere Santiago Guijarro Oporto, il quale traccia le tappe di un percorso che descrive la genesi e il processo di formazione dei Vangeli, a partire dalla tradizione orale - nata in Terra d'Israele dall'interazione tra Gesù e i suoi discepoli e seguaci e sviluppatasi negli anni successivi alla morte del Cristo e alla scomparsa degli apostoli (30-70 d.C.) - fino alla composizione vera e propria di narrazioni appartenenti al genere letterario biografico di chiara provenienza ellenistica (dalla fine del i secolo d.C. a metà del ii). Tra esse furono poi selezionati quattro scritti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), considerati maggiormente portatori dell'evangelo - la "buona notizia" - che vennero distinti dagli altri e messi in relazione tra loro in seno alle comunità cristiane. La ricostruzione di questo lungo processo getta le basi per nuovi interrogativi e nuove indagini, per meglio comprendere la scelta di un genere - che ha condizionato anche l'interpretazione di ciò che era narrato - e l'identità di Gesù.
Come può declinarsi una teologia razionale alla fine della modernità? Holm Tetens esplora la via di un discorso razionale su Dio, essenzialmente basato sulla negazione dell'autorità di fonti esterne alla ragione - siano i testi sacri, la dottrina, l'esperienza di fede... - e sul principio di non contraddizione. Elaborare tesi e argomentazioni chiare, condivisibili universalmente, sulle questioni inerenti l'esistenza di Dio e il suo rapporto con la natura, con il mondo e con l'uomo, è un tentativo inusuale per la teologia e la filosofia contemporanee, le quali rinviano perlopiù la discussione dei contenuti teologici alle particolari tradizioni ermeneutiche, riducendo la religione come oggetto di studio alla sua dimensione storica. La prospettiva qui sviluppata da Tetens è in grado di rimettere in questione la differenza fra teismo e naturalismo, mostrando come il primo sia una valida opzione razionale anche per l'uomo d'oggi.
Gesualdo Nosengo (1906-1968), Vittorino Chizzolini (1907-1984), Giuseppe Lazzati (1909-1986), Carlo Carretto (1910-1988): quattro protagonisti del mondo cattolico che hanno lasciato tracce feconde nella Chiesa e nella società italiane del Novecento. Superate le durissime prove della guerra, si sono ritrovati in prima linea nella ricostruzione del paese, contribuendo allo sviluppo democratico e alla modernizzazione dell'educazione e della scuola attraverso la loro opera nei rispettivi ambiti: l'Unione Cattolica degli Insegnanti Medi per Nosengo, l'Editrice La Scuola per Chizzolini, l'Università Cattolica del Sacro Cuore per Lazzari, la comunità dei Piccoli fratelli di Gesù e del Vangelo per Carretto. Quattro storie di apostoli-educatori, considerate nella loro evoluzione e nel loro intersecarsi.
«Un lettore del testo di Mosca Mondadori può sentirsi estraneo alla sua esperienza spirituale e tuttavia esserne attratto, non tanto in ragione del suo mito fondante - in questo caso il Cristo -ma dal fatto di potere, in ragione di quel mito, guardare al mondo e ai suoi orrori sotto il segno del riscatto e della redenzione. Ma perché questo accada bisogna operare perché accada, è necessario un atto di donazione, è necessario identificarsi in Cristo, modellare su di lui la propria vita. "La morte nell'Amore - scrive Mosca Mondadori - ed è Cristo a trascinarci in essa. È Lui a portarci dentro l'Origine dove noi vivremo per sempre". Mosca Mondadori sperimenta quest'elevazione, si sente "innalzato d'improvviso nella gloria". Detto questo, perché mai un laico dovrebbe essere interessato a questi testi? Direi, proprio in ragione della loro assurdità. Credo quia absurdum.» (Salvatore Natoli)
Facendo chiarezza su una complessa trama di vicende personali e collettive - tra storia religiosa, politica, sociale e culturale - il volume ricostruisce rincontro tra i cattolici italiani e l'America latina dopo il Concilio Vaticano li, nel periodo che va dalla seconda conferenza dell'Episcopato latinoamericano di Medellin nel 1968 alle contestate celebrazioni del cinquecentenario della "scoperta" delle Americhe (1992). Al tempo stesso mette in luce una storia inedita della guerra fredda, dal particolare osservatorio delle reti transnazionali che collegavano parti vive della società e della Chiesa italiana ai fermenti in atto neH'"altra America". Si analizzano forme di solidarietà, iniziative missionarie, programmi di aiuti che laici, religiosi e sacerdoti, istituzioni ecclesiastiche ma anche partiti politici e movimenti italiani, svilupparono in America latina, facendo emergere l'impatto emozionale, culturale e politico, che quelle esperienze ebbero sull'immaginario collettivo italiano e sull'identità ecclesiale e dei cattolici. L'opzione per i poveri, la teologia della liberazione, le comunità ecclesiali di base, l'indigenismo, ma anche il dialogo con il marxismo, i golpe militari, le violazioni dei diritti umani, insieme alla fama di personaggi quali Hélder Cámara, Camilo Torres, Gustavo Gutiérrez. Oscar Romero, Samuel Ruiz... contrassegnano l'agire di personalità divise tra Italia e America latina (Arturo Paoli, Linda Bimbi, Giulio Girardi...) o sensibili a molteplici forme eli solidarietà interoceanica (Giorgio La Pira, David Maria Turoldo, Armando Oberti...). Un viaggio - compiuto attraverso documentazione scritta e orale, carte d'archivio, pubblicistica - alla scoperta dell'"altra America", che rende conto di attori e relazioni capaci di far sentire i loro influssi sull'Italia di oggi, abitata, come mai in precedenza, da migranti latinoamericani e, per la prima volta, da un pontefice giunto dalla "fine del mondo".
Il carmelitano Giovanni della Croce (1542-1591) è considerato uno dei più importanti mistici cristiani. Come si apprende in queste pagine, la sua figura rappresenta la cifra stessa del mistico moderno nella propria vocazione universalistica. Nel saggio del 1948, qui per la prima volta tradotto da Domenico Bosco, Jean Baruzi, collocando Giovanni della Croce dentro la storia della religione, ne ritrae al tempo stesso la forza poetica - di alcuni celebri simboli: la "notte", la "fiamma" - e quella speculativa. Un modo di esprimere l'indicibile - foriero di profonde intuizioni metafisiche sul rapporto fra Dio, gli uomini e il mondo - che per Baruzi assume la dignità di metodo filosofico: una filosofia della religione che si fonda sull'esperienza e la logica della mistica.
«Essendomi recentemente cimentato con l'arduo compito di tradurre la Metafisica di Aristotele, il libro forse più difficile dell'intera storia della filosofia, mi sono imbattuto in una serie di problemi, alcuni dei quali previsti e altri invece imprevisti, che hanno reso l'impresa, oltre che ardua, anche affascinante». Affrontando problemi inerenti alla trasmissione del testo, alla traduzione e alla interpretazione, Berti mostra - contro una lettura teologizzante, di origine neoplatonica - il tratto problematico della filosofia aristotelica: la metafisica non è né teologia, né ontologia, ma scienza delle cause prime.
Editoriale: Dieci anni dopo. Dossier: Daniela Saresella, Introduzione. Alejandro Mario Dieguez, «Il Santo Padre desidera uno scambio di idee sulla questione murriana». Romolo Murri, Antonio Agliardi e le decisioni della Santa Sede (1899-1907); Matteo Caponi, Fare dell'Italia uno Stato religioso. Scritti murriani su «Il Resto del Carlino» (1919-1926); Lidia Pupilli, Romolo Murri giornalista nel regime (1927-1943). Miscellanea: Louis-Pierre Sardella, Le modèle du «bon prêtre» à l'épreuve de la crise moderniste en France; Francesco Tacchi, Prisma cattolico e legislazione sociale-operaia. Il gruppo della «Rivista internazionale di scienze sociali» al tempo di Giuseppe Toniolo. Ricordando Émile Poulat: Louis-Pierre Sardella, Maurilio Guasco Rassegne: Francesco Mores, Modernismo, 2005-2015.