
Il mostro si presenta sette minuti dopo la mezzanotte. Proprio come fanno i mostri. Ma non è il mostro che Connor si aspettava. Il ragazzo si aspettava l'orribile incubo, quello che viene a trovarlo ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Connor si aspettava l'entità fatta di tenebre, di vortici, di urla... No. Questo mostro è un po' diverso. È un albero. Antico e selvaggio. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Connor la cosa più pericolosa di tutte. La verità. Età di lettura: da 12 anni.
S. ha 7 anni, frequenta la scuola elementare in un tranquillo paesino, dove tutti si conoscono. È una bambina serena che vive in una famiglia serena. Un giorno sua madre la va a prendere a scuola un po' prima del solito. S. non è in cortile con gli altri compagni, una voce la chiama, S. spunta dall'androne, vede la mamma, allora raccoglie le sue cose e fa per raggiungerla ma poi torna indietro perché dice di aver dimenticato qualcosa, si dirige verso uno dei due bidelli e - imprevedibilmente - lo bacia. Questo libro racconta un abuso sessuale compiuto all'interno di una scuola, in un ambiente dove i nostri figli dovrebbero essere protetti. Chi lo racconta, sotto pseudonimo, è la madre della bimba che subisce violenza. Sotto forma di diario l'autrice narra l'incredulità e lo strazio che accompagnano la sua sconvolgente scoperta, i passi dolorosi che portano alla decisione di denunciare l'abuso, e poi il sospetto sui genitori di aver in qualche modo "guidato" la ricostruzione dei fatti, la sconfitta di non veder puniti i colpevoli. E soprattutto mostra la complicità del silenzio dell'intera comunità, la codardia di chi (conoscenti, insegnanti e amici) continua a non voler né sapere né vedere. Perché è opinione comune che i bambini mentono sempre, e se è sempre presunta l'innocenza dell'indagato, non lo è la credibilità della vittima di un reato sessuale. Un atto di accusa contro chi volge lo sguardo altrove.
Questo libro ha il sottofondo del battito di una macchina per scrivere, un'Olivetti, verde. Ha l'odore della carta (dei libri, dei taccuini, dei fogli sparsi ovunque) e del fumo di Gitanes e Nazionali. Ha il sapore del tè freddo fatto in casa, scelto fra specialissime miscele che vengono dall'India, dall'Inghilterra, dalla Cina. Ha la tenerezza di certe letterine scritte da padre a figlia, che raccontano storie fantastiche (un grillo che si infilò in camera perché non aveva il paltò, Lucentini che brucava l'erba per ingannare una pecora...) e si chiudono con "un piccolissimo pizzicotto che non fa male". Una vita incredibile, da sogno, come una fiaba italiana dell'amico Italo Calvino. Il 15 gennaio 2012 se ne andava Carlo Fruttero. Nei mesi che sono seguiti, la figlia Maria Carla ha iniziato a raccogliere le memorie di una vita accanto lui e a metterle in questo libro. Lei che, "nata geneticamente compromessa", educata al severo rispetto delle parole, ha con la scrittura un rapporto naturale. Il risultato è una biografia intima e ravvicinata, in cui si entra nel magico regno di uno scrittore, nel suo laboratorio professionale ed emotivo. E fra un aneddoto con nomi illustri e il ricordo di una battuta ironica o di un lampo di intelligenza, regala a tutti i lettori la sensazione di vivere privatamente un pezzo della nostra storia culturale.
Chi è Malcolm Bannister? E cosa ha a che fare con la morte del giudice Fawcett? Quando un lunedì mattina il giudice non si presenta a un processo, i suoi collaboratori, preoccupati, chiamano l'FBI. Il corpo viene ritrovato nel seminterrato del suo cottage sul lago insieme a quello della giovane segretaria.
La cassaforte aperta e svuotata. Nessuna impronta, nessun segno di scasso né di colluttazione, tranne piccole bruciature sul cadavere della donna.
Solo Malcolm Bannister sa chi è stato e cosa è realmente successo. Apprezzato avvocato di colore, anzi, ex avvocato radiato dall'albo della Virginia perché coinvolto in una vicenda di riciclaggio di denaro, è attualmente detenuto nel Federal Prison Camp, nel Maryland, dove dispensa consigli legali ai compagni.
Ha già scontato metà della sua condanna, ma vuole a tutti i costi uscire il prima possibile, e ora sa come fare: la sua libertà in cambio del nome del colpevole. Non avendo alcuna pista da seguire, l'FBI è interessato ad ascoltare le sue rivelazioni, anche perché Bannister sembra essere informato su molte altre cose, per esempio sul contenuto della cassaforte.
Ma tutto ha un prezzo, soprattutto notizie così scottanti come quelle relative agli eventi che hanno portato alla morte del giudice Fawcett. Bannister è deciso a giocare le sue carte fino in fondo, e non è certo nato ieri. Ma niente è come sembra: i ruoli si capovolgono, gli scenari si alternano, in una sfida in cui ogni mossa è studiata nel minimo dettaglio.
Come è stato ben definito dal "New York Times", L'ex avvocato è un romanzo trascinante, sorprendente e ingegnoso che appassiona il lettore fino all'ultimo colpo di scena confermando John Grisham grande scrittore e maestro indiscusso del legal thriller.
Arianna ha trentatré anni, ma il suo temperamento è deliziosamente infantile. Quando Giulio la incontra è conquistato da questa creatura smarrita, selvatica come una bimba abbandonata eppure bellissima e sensuale. Arianna entra nella sua vita con una naturalezza che lo strega e dal giorno in cui la sposa Giulio cerca di restituirle la luce che lei gli ha portato offrendole tutto ciò che potrebbe desiderare: anche quello che lui, a causa di un grave incidente, non può più darle. Così nella loro routine entrano a far parte gli appuntamenti del giovedì, organizzati da Giulio in persona: in un pied-à-terre o in una cabina sulla spiaggia gli uomini destinati a incontrare Arianna sono tenuti a rispettare poche regole inviolabili. Nella vita di questa coppia non ci sono segreti. Ogni tanto però Giulio è colto dalla consapevolezza che qualcosa gli sfugge: "Tu non mi hai detto tutto di te" le sussurra mentre non riesce a fare a meno di viziarla. Di segreti Arianna ne ha molti, e brucianti, ma quello che custodisce più gelosamente è il "tuttomio": una tana tutta sua, ricavata in un angolo del solaio. I giochi di Arianna e Giulio sono troppo torbidi e coinvolgenti per non farsi, con il passare del tempo, pericolosi... Ispirato alla vicenda dei marchesi Casati Stampa, ecco un gioco raffinato e colmo di ironia, che trascina i lettori attraverso il labirinto dell'eros, al cuore dell'amore e della perdizione, là dove - come nel mito di Arianna - il Minotauro vive nutrendosi dei desideri più oscuri e inconfessabili.
Questo libro è un evento. Una storia che aspettavamo ci venisse raccontata. Un tuffo in un mondo che suscita nostalgia anche in chi non l'ha vissuto.
A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, il suo storico coautore e amico Sandro Luporini rompe l'ormai leggendario riserbo, e dal suo inviolabile rifugio viareggino apre le porte su uno dei più straordinari sodalizi artistici degli ultimi decenni. Svelando un tesoro di cui è il più autorevole custode. Racconta le discussioni, le idee, i dubbi, le storie, qualche volta le coincidenze che hanno dato origine ai loro capolavori: cosa intendevano veramente in certe canzoni troppo spesso fraintese, da dove è nata la battuta "quasi quasi mi faccio uno shampoo", o che "...volevamo dire 'libertà è spazio di incidenza', ma anche senza essere musicisti si capisce bene che una roba così non si poteva proprio cantare". Ma anche i particolari di un uomo fuori dall'ordinario, ironico e curioso di tutto, che lavorava anche quando sembrava fare altro e andava al mare con le Clark.
Il bel pretesto narrativo è l'incontro tra Luporini e un ragazzo giovane, attento e appassionato che non ha avuto la fortuna di conoscere il Signor G e la sua epoca. Il risultato è puro Gaber: intelligenza, ironia, e una profondità che appena rischia di diventare pesantezza ha uno scarto, un guizzo, e ritorna meravigliosamente leggera.
G. è quanto di più vero e definitivo si potesse scrivere su Giorgio Gaber. Sandro Luporini riesce nel miracolo di restituirci quello stile, quel gusto, quel modo di vedere le cose che ci ha tanto affascinato, e di cui tanto sentivamo la mancanza.
Carlo Maria Martini ha segnato un'epoca nella storia della Chiesa. La sua scomparsa ha tenuto per giorni le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei telegiornali. Almeno duecentomila persone, credenti e non credenti, hanno partecipato all'ultimo saluto all'arcivescovo. Come si spiega un affetto tanto profondo? La gente è accorsa "perché ha colto che in Martini il cuore dell'uomo veniva prima della pur importante teologia; la misericordia e la comprensione, la capacità di interrogarsi e di mettersi in discussione ispiravano l'approccio del cardinale, mai il giudizio o l'erigersi in cattedra". Martini è stato un profeta del nostro tempo, ha saputo cioè interpretarlo, esserne coscienza critica, indicare delle mete. La volontà di raggiungere tutti è stata il filo conduttore della sua missione, il dialogo la parola-chiave del suo ministero: con i terroristi, quando Milano era frontiera dei terribili "anni di piombo"; con le altre confessioni cristiane, come presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee; con tutte le religioni, in particolare quella ebraica; con il pensiero laico, attraverso l'iniziativa della "Cattedra dei non credenti"; con l'uomo contemporaneo e le sue inquietudini; con una scienza in grado ormai di ridisegnare i confini della vita e della morte. Per questo suo "stile", per l'instancabile propensione al confronto, l'arcivescovo di Milano è stato amato e avversato, sognato o temuto come possibile pontefice.
Quando potrò andare in pensione? Quanto percepirò? E quando arriverà l'assegno? A chi devo rivolgere la domanda? In che tempi? Contributivo o retributivo? Un esperto ci conduce nei meandri del nuovo sistema previdenziale spiegando le diverse situazioni in maniera precisa e documentata, con un linguaggio semplice e senza arzigogolature in "burocratese". Un libro ricco di tabelle ed esemplificazioni concrete, indispensabile per gli operatori del settore e utilissimo per chiunque. Perché la riforma riguarda il futuro, o il presente, di tutti noi.