
Che papa Wojtyla amasse la montagna e s'identificasse appieno con la pace di quel mondo è risaputo. Non molti invece sanno che c'è un testimone oculare del suo eccezionale rapporto con quella parte del creato. Quel testimone è Lino Zani, dapprima suo maestro di sci e guida alpina, poi a poco a poco negli anni suo compagno di "fughe" verso le cime, a consumare parentesi di vita attiva e contemplativa, solitaria e intensa, ma sempre incredibilmente intrisa di tutta la personalità e la santità di quell'uomo che ha scosso le coscienze del mondo. Racconti inediti che sono stati ostinatamente confinati in silenzio osservato per anni, che oggi, al cospetto di un avvenimento come la beatificazione del maggio 2011, Zani si sente di poter sciogliere, per condividere con il mondo intero il privilegio di aver accompagnato il papa nei suoi momenti di maggiore libertà. E poi un "segreto" del papa. Qualcosa che nessuno ha mai svelato, un aspetto inedito di come Giovanni Paolo II ha acquisito, proprio grazie a quelle vette, a quella montagna, piena e chiara consapevolezza del Terzo Segreto di Fatima.
L'estate ha appena iniziato ad arroventare la pianura quando una crepa si apre nella vita di Edo. La sua è l'esistenza di un normale tredicenne, reso speciale da un'immaginazione sensibile come un sismografo, che trasferisce la più piccola vibrazione della realtà nella vertigine di paesaggi surreali, in cui linee, proporzioni e colori danno vita a un mondo deformato e pulviscolare. Con gli adulti Edo entra in contatto malvolentieri e nella misura dello stretto necessario. Cosa potrebbe esserci di peggio, dunque, dell'incomprensibile accerchiamento di parenti che da un paio di giorni gli si muovono attorno con circospezione? Finché, scomposto e assordante, esplode il cordoglio: qualcosa di terribile è accaduto e i genitori di Edo non torneranno più a casa. Per fortuna gli zii sanno bene cosa fare, Edo andrà a vivere con zia Selma, tutto continuerà come prima. Solo che lui non ha nessuna intenzione di assecondarli. Non fa scenate, semplicemente si rifiuta di lasciare casa sua. Liberata dalla presenza logorroica degli adulti, la casa di Edo diventa il polo d'attrazione di una serie di personaggi bizzarri: le gemelline dai caratteri complementari Greta e Lavinia, che con le loro risatine "fanno scricchiolare l'aria" e lo iniziano al mistero della complicità e dell'antagonismo femminili; il compagno di classe Enea che, senza mai oltrepassare la soglia di casa, cerca di coinvolgere l'amico in scorribande in bicicletta sull'argine del fiume.
Il 1° settembre 1939, varcando il confine polacco, la Germania di Hitler iniziò a dispiegare in tutta la sua devastante potenza la macchina bellica che aveva allestito con una feroce politica di corsa al riarmo e ad attuare - in nome della pretesa superiorità della "razza ariana" - l'aberrante progetto di sterminare milioni di esseri umani, innanzitutto gli ebrei. Nel capitolo conclusivo della trilogia dedicata all'ascesa e al declino del Terzo Reich, Richard J. Evans affronta gli anni cruciali che vanno dal 1939 al 1945. Alla luce di un'imponente mole documentaria - carte ufficiali, ma anche e soprattutto private (pagine di diario, lettere di soldati al fronte, memoriali di sopravvissuti ai lager) - l'autore rivisita le fasi salienti del conflitto attraverso le parole di chi, per scelta o per costrizione, di quegli eventi fu testimone oculare: dalle iniziali vittorie lampo dell'esercito tedesco alla guerra aerea contro la Gran Bretagna e all'invasione dell'Unione Sovietica, dalla disfatta della Wehrmacht a Mosca e a Stalingrado alla progressiva ma inesorabile ritirata delle truppe del Führer da tutti i fronti e all'insensata ecatombe della battaglia di Berlino.
Se vuoi intraprendere questo viaggio apri bene gli occhi, respira profondamente e dimenticati della velocità del mondo. Stai per imboccare la strada che ti condurrà a Sant'Ireneo di Arnois, un universo dove le persone sono più buone e la vita è più bella, dove il frastuono e la frenesia non arrivano e dove finalmente avrai il tempo per godere a pieno delle piccole gioie quotidiane. Proprio a Sant'Ireneo approda la signorina Prim, una trentenne coltissima che sotto l'apparenza razionale e lo spirito indipendente nasconde le debolezze e le contraddizioni di un animo sensibile e passionale. Spinta dal desiderio di scappare dai ritmi dell'ufficio, dalle interminabili giornate tutte uguali, avvelenate da sorrisi sarcastici e occhiate malevole, dopo aver letto sul giornale l'annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un "gentiluomo", si è infatti convinta che l'occasione per cambiare passo sia finalmente arrivata. Quando però si presenta a casa del suo nuovo principale, una sorta di orgoglioso e affascinante Mr Darcy che con metodi assolutamente non convenzionali insegna ai bambini del paese, si rende conto di non essere preparata a fronteggiare una realtà così distante dalla sua tradizionalissima formazione. Le regole e le abitudini di questo paese, così come i suoi anticonformisti e arguti abitanti, aiuteranno la signorina Prim a ristabilire un contatto con la bellezza delle piccole cose e la accompagneranno lungo un cammino di crescita personale...
"Una volta chiesi a Steve Jobs quale riteneva fosse la sua creazione più importante. Ero convinto mi rispondesse l'iPad o il Macintosh, invece disse la Apple. Fondare un'industria che durasse nel tempo, spiegò, era più difficile e più importante che fare un bel prodotto." A tre anni dalla sua scomparsa, Steve Jobs continua a essere studiato in tutte le business school come un modello unico di creatività, capace di coniugare in modo innovativo tecnologia e bellezza, strategia economica e fantasia. Imprenditore geniale, ma anche uomo dal carisma spietato, di lui spesso si sono messi in luce gli aspetti più ruvidi della personalità, senza considerare che questi erano parte integrante del modo in cui ha portato la sua azienda a raggiungere traguardi straordinari. Con la Apple, Jobs è riuscito a creare prodotti vincenti e a sviluppare nuove occasioni di business, rivoluzionando in pochi anni differenti settori, dall'informatica alla telefonia, dall'editoria alla musica. E questo grazie alla propria inventiva e alla determinazione con cui ha guidato la sua squadra. Partendo dai colloqui che hanno ispirato la biografia best-seller del creatore della Apple, Walter Isaacson torna a parlarci di lui, in un testo che riassume le regole e i segreti dell'eccezionale successo del geniale imprenditore che ha rivoluzionato in pochi anni il mondo dell'economia e del business.
Che cosa succede dopo la morte? Tutto si riduce in polvere oppure qualcosa sopravvive e continua a esistere in un'altra forma o dimensione? Sono domande su cui ci si interroga dalla notte dei tempi. Questa indagine, resa in forma di dialogo tra due studiosi di formazione, competenze e punti di vista assai diversi - di tipo scientifico Massimo Polidoro e di tipo filosofico Marco Vannini -, nasce dal desiderio di capire se esistano elementi sufficienti a sostegno della credenza in un possibile aldilà. Numerose sono le forme che ha assunto l'idea di una vita oltre la morte nelle varie culture: dall'aldilà dei faraoni egizi all'oltretomba scuro per gli antichi greci e romani, dal limbo in attesa di una resurrezione per gli ebrei alla visione di inferno e paradiso per cristiani e musulmani e, parallelamente, in Oriente, un aldilà visto come luogo di transito per anime che si reincarnano fino a raggiungere la pace o l'annullamento nel nirvana. Accanto a un'ampia e documentata ricostruzione storica, una parte significativa di queste pagine è dedicata all'analisi dello spiritismo e della parapsicologia, le cui pratiche - evocazione di fantasmi, tavolini che volano e messaggi spiritici - sono qualcosa di concreto, che è stato possibile indagare, ma dei quali ancora nessuno ha dimostrato il reale verificarsi al di là di ogni dubbio. Così come nessuno ha ancora potuto dimostrare che le visioni e i racconti di chi si trova in fin di vita siano orizzonti aperti sull'aldilà.
In questo secondo volume della sua monumentale opera di ricostruzione della presenza ebraica in Italia, Riccardo Calimani ripercorre i tre secoli cruciali che vanno dall'espulsione nel 1492 degli ebrei dalla Penisola iberica e da tutti i domini spagnoli alla Rivoluzione francese (1789) e all'Impero napoleonico, fino alla Restaurazione di inizio Ottocento. Una storia contrassegnata da una radicale redistribuzione territoriale degli insediamenti ebraici - presenti, dal Cinquecento, quasi esclusivamente nelle regioni centro-settentrionali del nostro Paese - e, dal punto di vista politico e religioso, dalla poderosa influenza dell'Inquisizione e dai rigori della Controriforma. Punto di svolta decisivo di questa fase della storia della comunità ebraica italiana è l'istituzione del ghetto romano ("il serraglio degli ebrei") sancita dalla bolla di Paolo IV Cum nimis absurdum del 1555. Una scelta di segregazione, quella del ghetto, ideata a Venezia nel 1516, che si sarebbe estesa da Roma a numerose città della Penisola. E se è vero che fu applicata in modi diversi dai principi e signori locali, che agivano in funzione della loro autonomia dalla Santa Sede o per semplice convenienza di potere, a rimanere invariato fu invece il rapporto contraddittorio tra mondo cristiano e mondo ebraico, in bilico tra bisogni e interessi concreti (i banchi di prestito, le tasse e le contribuzioni forzose) e le ricorrenti pulsioni teologiche contro il "popolo maledetto"...
La storia appassionante e poco conosciuta di Caterina Parr, la sesta moglie di Enrico VIII. Londra, 1543. Quando Caterina Parr rimane vedova per la seconda volta a trentun anni, è costretta a trasferirsi alla corte di Enrico VIII insieme alla fedele cameriera Dot e alla figliastra Meg. Attratta irresistibilmente dal fascino di Thomas Seymour, consigliere di corte del re, con cui inizia una relazione segreta e appassionata, Caterina non può però sottrarsi alle attenzioni del borioso e temibile sovrano che ha messo gli occhi su di lei e ha deciso di sposarla. Caterina non ha scelta: sarà la sua sesta moglie. Ha così inizio per lei una nuova vita nella quale, ben consapevole dell'atroce fine delle donne che l'hanno preceduta, dovrà imparare a navigare nel mare in tempesta di un mondo lacerato da intrighi, tradimenti e sospetti usando il suo istinto femminile e la sua intelligenza per potersi adattare al nuovo ruolo, diventando presto un punto di riferimento per il re all'interno di una corte infida.
Quante furono davvero le armi segrete a cui Hitler affidò fino all'ultimo le proprie speranze di vittoria? Quali obiettivi ispirarono il temerario volo sulla Gran Bretagna del gerarca nazista Rudolf Hess? Che cosa conteneva realmente la famosa borsa che Mussolini portava con sé al momento della sua cattura a Dongo? Sono alcuni dei misteri che continuano a suscitare l'interesse di tanti appassionati di storia. Su questi e su molti altri episodi della seconda guerra mondiale e del ventennio che l'ha preceduta indaga Arrigo Petacco, assolutamente convinto che molti di quegli eventi siano stati raccontati enfatizzando le ragioni dei vincitori e tacendo quelle dei vinti. Ogni volta che è scoppiata una guerra, afferma nell'Introduzione, "la prima vittima è sempre stata la verità (le bugie sono necessarie per demonizzare il nemico), ma poi, quando la guerra è finita, le bugie dei vincitori sono diventate delle "verità", mentre quelle dei vinti sono sopravvissute sottotraccia". Una prospettiva che sarebbe arrivata alle estreme conseguenze con il trattamento riservato al Giappone sconfitto, costretto a lungo a rimuovere la propria storia dai manuali scolastici. Questo libro si propone appunto di recuperare il punto di vista dei vinti, di mostrare "il rovescio della medaglia".
Le tre minestre che danno il titolo al racconto autobiografico di Andrea Vitali rappresentano le tre zie che accompagnano gli anni della sua infanzia. Siamo in un'Italia di provincia, negli anni Sessanta, dove ancora si parla il dialetto e le zie circondano il ragazzino con un affetto "rustico ma profumato". Ne emerge uno spaccato di vita vissuta e di costume di grande suggestione, delicatamente nostalgico e al contempo ironico. Un autentico tuffo nel passato al quale contribuisce anche il verace ricettario della tradizione locale che affonda le radici nel territorio, tra le sponde del lago di Como e le valli retrostanti.